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Ci sono 15 nuovi casi di contagio in Sicilia, non si tratta però di un nuovo focolaio sull’Isola ma la maggioranza dei casi (11 per la precisione) è da ricondurre ai migranti sbarcati a Pozzallo nei giorni scorsi. Non essendo rimasti in quarantena su una nave – come richiesto da Musumeci – ma scendendo quindi sulla terraferma i migranti sono considerati a tutti gli effetti come casi “siciliani”. Quattro sono invece “locali”, ma dalla Regione non comunicano da quali zone dell’Isola provengono. In Sicilia sono stati eseguiti, nelle ultime 24 ore, 2.130 i tamponi che portano il totale a 238.702. In totale i casi registrati dall’inizio dell’epidemia salgono a 3.115, non ci sono nuovi decessi e quindi le vittime restano 283. Sono invece 137 gli attualmente positivi. Quattro i ricoverati con sintomi (due in meno rispetto a ieri) e nessuno in terapia intensiva. In 133 si trovano in isolamento domiciliare.

“I poliziotti in Sicilia stanno vivendo una situazione non più sostenibile per via degli sbarchi continui, in particolare a Lampedusa dove il sistema è in tilt. Un numero ridicolo di uomini impiegati, turni giornalieri multipli e a volte consecutivi, fino a raggiungere le 32 ore di servizio di seguito, servizi notturni svolti dagli stessi agenti 6 notti su 10, in condizioni disagevoli, senza i necessari tempi di riposo e recupero, con l’esposizione a rischi e pericoli, e con livelli di stanchezza e stress inimmaginabili. I colleghi a Lampedusa sono in una situazione assurda, ma non vengono inviati rinforzi. Non possiamo consentire che si agisca con tale leggerezza quando si tratta del benessere, della salute e delle sorti dei poliziotti. Siamo Servitori, non schiavi. Non spetta ai poliziotti decidere in tema di politiche migratorie, ma spetta a chi li rappresenta denunciare quando le ricadute delle scelte politiche e amministrative gravano unicamente e inesorabilmente sulle spalle degli operatori in divisa, tanto da violare il loro diritto a un lavoro dignitoso e sostenibile. E quello che i colleghi stanno svolgendo in Sicilia non lo è più. Se si vuole continuare ad accogliere con queste modalità il sistema deve poter contare su molte più risorse in termini di uomini e mezzi”.

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, dopo l’allarme dato dal Segretario Regionale della Sicilia, Giuseppe Sottile, che ha scritto al ministero dell’Interno spiegando come nonostante l’impiego del X Reparto Mobile di Catania e dell’XI Reparto mobile di Palermo in servizi di identificazione, vigilanza e accompagnamento dei migranti che sbarcano continuamente, la situazione è insostenibile in particolare a Lampedusa, dove le 5 squadre di 10 uomini fra Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza non ce la fanno più a reggere il carico di lavoro.

“Le squadre sono troppo poche – spiega Sottile –, fanno turni massacranti, non riposano e rincorrono senza sosta i servizi che si accavallano. Dieci poliziotti sono arrivati a lavorare per 32 ore di seguito, e altri 10 a lavorare 6 notti in 10 giorni. Una vera follia, specie considerate le condizioni difficilissime di questi servizi che vanno sempre gestiti, invece, con lucidità, freschezza e calma assoluta visto la tensione che li accompagna. E’ inammissibile lavorare con due squadre in meno e turni insostenibili, ma la risposta è sempre che ‘uomini da mandare a rinforzo non ce ne sono’. La sicurezza, però, non si può fare così, sul fondo del barile non c’è più nulla da raschiare”.

Via Petrarca sotto choc ad Agrigento. Un uomo di 64 anni – S.M. le sue iniziali – è morto dopo lite con un vicino di casa, sembrerebbe a causa di un malore. L’episodio è accaduto, nel primo pomeriggio, nell’androne di un condominio in via Petrarca e l’uomo è morto poco dopo essere rientrato in casa. All’origine del litigio ci sarebbe stata un’incomprensione fra condomini dello stesso stabile, in particolare legata allo smistamento della posta.

I poliziotti dell’ufficio Volanti stanno interrogando il vicino 66enne che avrebbe litigato energicamente con la vittima che soffriva di problemi cardiaci.

A Palermo, al palazzo di giustizia, il 19 settembre del 2017, la giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Wilma Mazzara, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato l’ex presidente di Rete Ferrovie Italia, l’agrigentino Dario Lo Bosco, a 4 anni e 2 mesi di reclusione. 4 anni e 6 mesi sono stati inflitti al funzionario del Corpo Forestale Giuseppe Quattrocchi, e 4 anni e 2 mesi a Salvatore Marranca, anche lui funzionario del Corpo Forestale. I tre sono imputati, a vario titolo, di concussione e induzione indebita a promettere utilità nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Black List” che ruota intorno a delle tangenti che avrebbe pagato l’imprenditore agrigentino Massimo Campione, il quale ha collaborato alle indagini. Ebbene, adesso la Corte d’Appello di Palermo, ribaltando la sentenza di primo grado, ha assolto i tre imputati con la formula “perché il fatto non sussiste”. Sono difesi dagli avvocati Antonino Gaziano, Maria Teresa Nascè e Vincenzo Lo Re.

Ripartire in sicurezza secondo piani operativi capaci di organizzare la ripresa delle attività assistenziali garantendone il ripristino sia in ambito ospedaliero che territoriale. E’ questa la risoluzione adottata dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento nel corso di una riunione tecnica durante la quale la direzione strategica aziendale, recependo i protocolli redatti dalle direzioni sanitarie dei presìdi ospedalieri aziendali, ha adottato i “piani per il superamento delle restrizioni derivate dalla pandemia”, strumenti essenziali che, in armonia con quanto previsto dalla normativa vigente e dalle disposizioni dell’Assessorato regionale alla Salute, descrivono le azioni e le procedure per un progressivo “ritorno alla normalità”.

Dopo un lungo periodo nel quale le esigenze contingenti legate alla gestione dell’emergenza Covid-19 hanno portato ad una generale rifunzionalizzazione strutturale e operativa dei percorsi e degli ambienti dedicati all’assistenza sanitaria, specie in ambito ospedaliero, determinando inoltre una significativa contrazione delle attività sanitaria ordinaria e programmata si è posta l’esigenza di ripartire restituendo agli ospedali la piena funzionalità. La minaccia epidemiologica del Coronavirus, beninteso, non è certamente alle spalle ma lo sforzo di questi giorni mira ad assicurare la riapertura in sicurezza. I piani organizzativi redatti costituiscono uno strumento estremamente duttile e flessibile pronto a modellarsi sulle esigenze del momento anche nel caso in cui, malauguratamente, si dovesse registrare una successiva impennata della curva dei contagi. In conseguenza della ridefinizione dei percorsi autonomi e delle modalità d’accesso all’interno delle strutture, le aree di emergenza vengono dotate di una speciale “area grigia” dove far sostare, senza commistioni, i pazienti che necessitano di ricovero e che, dopo aver eseguito un tampone rino-faringeo, potranno ottenere in tempi rapidi l’esito dello stesso grazie all’attività svolta in house dall’Unità operativa di patologia clinica. Organizzata inoltre l’erogazione delle prestazioni ospedaliere in regime ambulatoriale con specifiche misure volte ad evitare assembramenti soprattutto nelle sale d’attesa. Anche la ripresa dell’erogazione delle prestazioni “differibili” in ambito territoriale è già in atto grazie ad un incremento di turni ed orari di attività e facendo inoltre ricorso, in taluni presìdi, anche alle giornate del sabato.

Il quartiere di Villaseta ad Agrigento si arricchisce di un nuovo spazio urbano a disposizione dei più piccoli. Questa sera, martedì 14 luglio, dalle ore 19 in poi il sindaco Lillo Firetto inaugura in piazza 25 aprile il nuovo Parco giochi di Villaseta. Al pari di altri quartieri cittadini anche Villaseta potrà disporre di un’area voluta dall’Amministrazione Comunale e frutto di un’azione di protagonismo civico, grazie a Soroptimist, Le spose di Majorca, Sam e Celine La Duca, Accademia Belle Arti Agrigento, La Rete di Cristina e Lions Club Agrigento.

A Trapani, innanzi alla Corte d’Assise, la Procura ha chiesto condanne per 31 anni di carcere complessivi nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Barbanera”, che ipotizza una tratta di migranti clandestini dalla Tunisia e un giro di contrabbando. Gli imputati sono quattro. Si tratta di Filippo Solina, di Lampedusa, 51 anni, l’agrigentino Salvatore Spalma, 30 anni, Fadhel Moncer, 38 anni, tunisino, e Nabil Zouaoui, 56 anni, anche lui tunisino. Per Moncer, principale imputato, che ha ispirato il nome dell’inchiesta, sono stati chiesti 15 anni di reclusione; 9 anni per Zouaoui, 3 anni e 6 mesi per Solina, e 4 anni per Spalma.

Sono 11 i migranti risultati positivi al Coronavirus dopo il test del tampone condotto dal personale sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa. Si tratta del gruppo di oltre 60 asiatici approdato ieri a Pozzallo. Gli immigrati risultati positivi, tutti asintomatici, sono stati già isolati in una struttura individuata dalla Prefettura di Ragusa. I medici ed i sanitari dell’Azienda sanitaria hanno dapprima eseguito i test sierologici sull’intero gruppo individuando 19 soggetti positivi, sui quali si è poi proceduto con il tampone che ha confermato la positività per 11 di loro.

Proseguono le indagini a seguito della morte a Palma di Montechiaro del pensionato di 89 anni, Michelangelo Marchese, scoperto cadavere con mani e piedi legati nella sua abitazione, in via Pietro Attardo, dove ha vissuto da solo, accudito da una badante romena. I Carabinieri della Scientifica sono impegnati nei rilievi di rito soprattutto all’interno della casa, alla ricerca di eventuali tracce utili alle indagini. Michelangelo Marchese, agricoltore, padre di tre figli, è stato in contatto l’ultima volta con uno dei figli sabato sera, telefonicamente. La Procura di Agrigento, tramite la sostituto titolare delle indagini, Chiara Bisso, ha affidato ad un medico legale l’incarico ad eseguire l’autopsia per risalire alla causa della morte. Il sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, afferma: “A nome mio e di tutta l’amministrazione esprimo il cordoglio ai familiari per questa perdita in maniera così efferata. E’ stato colpito un soggetto debole. I figli del defunto volevano portare nelle loro abitazioni il padre, ma lui amava tanto la sua indipendenza. Proprio per tranquillizzare i figli aveva assunto una badante romena. Confidiamo nelle forze dell’ordine e nella magistratura affinché possano fare subito piena luce. Chi si è macchiato di un delitto così grave non merita di rimanere nella società civile”.