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Come è noto all’esito dell’ultima tornata elettorale per l’elezione dell’amministrazione comunale di Sciacca, svoltesi nel mese di giugno del corrente anno, il candidato alla carica di sindaco non eletto – Ignazio Messina – ha proposto un ricorso giurisdizionale, innanzi il TAR Palermo, contestando presunte irregolarità delle operazioni elettorali e chiedendo la correzione del risultato elettorale e l’accertamento della propria vittoria al primo turno.

Il sindaco di Sciacca Fabio Termine frattanto si costituiva in giudizio, affidando la propria difesa agli avvocati amministrativisti Girolamo Rubino Calogero Marino, e Giuseppe Impiduglia e depositando  apposita memoria volta a rilevare l’inammissibilità del ricorso stante la sua natura esplorativa, nonchè a confutare, punto per punto, le motivazioni contenute nel ricorso proposto dal candidato sindaco sconfitto al ballottaggio.

Inoltre anche l’intera squadra assessoriale è intervenuta in giudizio a sostegno del sindaco Termine, proponendo ricorso incidentale sempre con il patrocinio degli avvocati Rubino,Marino, e Impiduglia.

All’esito della udienza di trattazione del ricorso il Tar Palermo disponeva la verificazione su 9 delle 27 sezioni oggetto del ricorso di Ignazio Messina.

A seguito della verificazione , la difesa di Messina proponeva motivi aggiunti di ricorso volti a contestare  l’annullamento di ulteriori 11 schede  che il verificatore aveva inteso di non trasmettere al Tar in quanto non rispondenti ai quesiti sottoposti al verificatore.

In vista dell’udienza di decisione del ricorso e dei successivi motivi aggiunti i difensori di del sindaco Termine, gli Avv.ti Rubino, Marino e Impiduglia, deducevano l’inammissibilità dei motivi aggiunti proposti dalla difesa di Ignazio Messina perché volti a contestare vizi ulteriori rispetto a quelli rilevati con il ricorso introduttivo.

Ebbene , il Tar Palermo, condividendo le argomentazioni degli Avv.ti Rubino, Marino e Impiduglia , ha dichiarato inammissibile il ricorso per motivi  aggiunti proposto dalla difesa di Ignazio Messina nella parte in cui ha contestato la mancata trasmissione di schede non riconducibili ad alcuna delle fattispecie oggetto dell’ordinanza istruttoria.

Al contempo, il Tar ha dichiarato il ricorso introduttivo in parte inammissibile, rigettandolo nel resto , avendo accertato il mancato superamento della c.d. prova di resistenza – posto che i voti trasmessi a seguito della verificazione, ove anche fossero stati tutti convalidati dal Tar, non avrebbero consentito a Ignazio Messina di raggiungere la soglia del 40 % necessaria per la vittoria al primo turno.

Pertanto la superiore pronuncia conferma Fabio Termine sindaco di Sciacca.

Giuseppe Pippo Grassonelli “rivede” la libertà per 12 ore.

Condannaro all’ergastolo, l’empedoclino dopo 31 anni tornerà a rivedere la luce all’esterno della mura carcerarie.

Laureatosi nel 2013 in Lettere Moderne ha ottenuto il massimo dei voti: 110 e lode. Grassonelli, all’epoca 48 anni di età, avrebbe desiderato presentarsi personalmente innanzi alla Commissione di laurea, a Napoli, all’ Università “L’ Orientale”, discutere la tesi e poi rientrare in carcere. E invece no. Il suo è un ergastolo ostativo, ossia un fine pena mai, che non consente alcuna misura alternativa al carcere. Ebbene adesso Grassonelli ha 58 anni e per la prima volta ha ottenuto un permesso premio di 12 ore dal Tribunale di Sorveglianza che ha accolto le istanze dei difensori, gli avvocati Olindo Di Francesco, agrigentino, e Valentina Alberti, di Milano. I due si sono soffermati su un tema particolarmente attuale: il contrasto tra la rieducazione del condannato e l’ergastolo ostativo. Il Tribunale di Sorveglianza ha scritto in proposito: “Il percorso carcerario più che trentennale del condannato assume oggi un completo e radicale distacco dalle vicende criminali”.

Nel corso delle ultime ore 966 migranti partiti dalla Tunisia sono approdati a Lampedusa, dove si sono contati 20 sbarchi. E la nave ong Geo Barents, di “Medici senza frontiere”, ha recuperato altri 190 rifugiati nel Mediterraneo.

Il governo ha assegnato Bari come porto di sbarco. Per la traversata sarebbero stati pagati ai trafficanti 3000 dinari tunisini ciascuno. I migranti, tra cui diverse donne e minori, sono originari di Congo, Camerun, Nigeria, Costa d’Avorio, Guinea, Sierra Leone, Siria, Tunisia, Marocco e Burkina Faso.

La Prefettura di Agrigento è impegnata ad organizzare i trasferimenti dal Centro d’accoglienza sovraffollato.

A Porto Empedocle, al lungomare Nettuno, le fiamme sono divampate a danno dell’automobile Opel Meriva di una donna di 54 anni, in uso al figlio di 34 anni, impiegato in un’azienda locale. Un altro episodio analogo, a danno di una Fiat 500 L della stessa famiglia, risale alla notte tra il 3 e il 4 marzo scorsi. Sul posto hanno lavorato Vigili del fuoco e Carabinieri. Nessun indizio utile alle indagini è stato al momento trovato.

Piano nazionale ripresa e resilienza: in Sicilia gare per oltre 10 miliardi di euro ma le imprese non hanno soldi per partecipare. L’appello dell’Associazione dei costruttori edili e le soluzioni proposte.

Si riscontrano i primi effetti positivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in Sicilia. Nel suo “Osservatorio sulle costruzioni”, l’Ance Sicilia, l’Associazione dei costruttori edili, ha rilevato nel 2022 un boom di bandi pubblicati, che sono stati 2.128 per un importo complessivo di 10,5 miliardi di euro. Si tratta del +309% sul 2021, e del +905% sul 2016. E solo 595 opere, per 6,5 miliardi di euro, sono state bandite fra novembre e dicembre. E, nonostante le polemiche sulle difficoltà tecniche degli Enti locali a utilizzare i fondi del Pnrr soprattutto per carenza di progettisti e quindi di progetti di spesa, nell’anno 2022 ben 1.895 gare per 766 milioni di euro sono state di importo sotto la soglia dei 2 milioni di euro, in ampia parte provenienti dalle Pubbliche amministrazioni territoriali, che in totale ne hanno bandite 1.249. Da tutto ciò però, per la prima volta, non derivano risvolti nettamente positivi per le imprese edili siciliane. Da un lato, infatti, prosegue la tendenza delle Commissioni di gara a non aggiudicare i lavori: su 1.996 gare pubblicate nel 2021 per 2,5 miliardi, ben 597 gare (il 29,90%) non risultano aggiudicate ad un anno di distanza, e per strada si sono smarriti finanziamenti per 1,1 miliardi (il 42,73%). Dall’altro lato, le imprese non hanno più capacità finanziaria per partecipare alle gare d’appalto perchè circa 2.000 hanno crediti Superbonus incagliati per 1,2 miliardi con 11mila lavoratori coinvolti. E le altre che sono impegnate nei lavori per opere pubbliche sono in grave difficoltà perché tarda ancora l’erogazione dei rimborsi per il caro-materiali. Si tratta quindi di una condizione di stallo e di declino da risolvere al più presto, anche a fronte dell’annunciato avvio dei lavori di costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, nell’estate del 2024, per il quale le imprese siciliane dell’Ance Sicilia invocano l’inserimento nell’apposito decreto di una clausola per potere partecipare all’esecuzione dell’opera in accordo con il contraente generale. E dunque il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone, lancia un appello al ministro delle Infrastrutture Salvini, al presidente della Regione Schifani (al quale ha inviato una richiesta di incontro con l’intera filiera delle costruzioni) e a tutti i parlamentari “affinché – afferma – nella conversione in legge del decreto Superbonus siano sbloccati i crediti fiscali da bonus edilizi rimasti incagliati, tramite il più semplice e immediato dei metodi, proposto da Ance e Abi (l’Associazione bancaria italiana), ovvero: l’utilizzo dei crediti nei pagamenti con il modello F24 operato dalle banche così da liberare spazi per l’acquisizione di nuovi crediti. Inoltre – aggiunge Cutrone – sollecitiamo l’erogazione dei rimborsi del caro-materiali. E, a proposito della giusta richiesta dei sindaci di realizzare non solo il Ponte ma anche tutte le infrastrutture viarie e ferroviarie interne all’Isola, chiediamo di istituire una Task Force Sicilia che, tra ministero, Regione e stazioni appaltanti, intervenga per sbloccare l’aggiudicazione delle gare di cui non si ha più notizia e le oltre 400 opere incompiute censite dalla Regione”.

Giuliana Miccichè

Sono 745 i migranti soccorsi in meno di 24 ore. E oltre 2500 sono in viaggio nel Mediterraneo. Dalla Tunisia uno esodo di 900.000 profughi se la condizione politica ed economica precipita.

Travolgente recrudescenza dei flussi di migranti clandestini. Le condizioni meteo favorevoli hanno incoraggiato le partenze in massa dopo una tregua di poco meno di una settimana a causa del mare mosso. In meno di 24 ore sono approdate 800 persone. La Guardia Costiera è intervenuta in due salvataggi in area Sar Italiana, a circa 90 miglia dalla costa jonica calabrese, lungo la stessa rotta battuta dal barcone naufragato a Cutro. Nel corso della prima operazione sono stati soccorsi 745 migranti. Prima un peschereccio con 295 migranti a bordo, di cui 85 sono poi sbarcati a Crotone: 46 egiziani, 37 pakistani e 2 siriani, tutti uomini tra i quali 9 minori, partiti dalla Libia. Gli altri, tutti pakistani, tra cui una donna e alcuni minori non accompagnati, sono sbarcati a Roccella Jonica. Poi, nella seconda operazione di soccorso è stato raggiunto un altro peschereccio a circa 100 miglia a est di Siracusa, con a bordo circa 450 migranti. E sono sbarcati a Catania. Nel frattempo a Lampedusa, dopo lo stop maltempo sono giunti i primi 42 a bordo di un barchino di 6 metri, partiti dalla Tunisia e provenienti da Costa d’Avorio, Guinea, Yemen, Burkina Faso e Camerun. I flussi sono destinati ad aumentare: la Guardia costiera tunisina ha intercettato 30 imbarcazioni e 2.034 migranti in viaggio nel Mediterraneo. Ed in riferimento alla pericolosamente barcollante condizione di salute politica ed economica della Tunisia, che rischia di subire la sorte della Libia dopo la “primavera araba” conclusa con la morte di Gheddafi, la presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, al Consiglio europeo ha avvertito i colleghi che se anche la Tunisia dovesse precipitare ne seguirà un esodo di almeno 900 mila profughi verso l’Italia, che non è in grado di accoglierli. La Meloni ha dunque sollecitato l’approvazione del prestito da parte del Fondo monetario internazionale per Tunisi.

Centinaia di stand, migliaia di espositori provenienti da ogni angolo del pianeta, tanta Italia e anche Agrigento. Giorgio e Filippo Sorce della pizzeria Sitàri saranno presenti anche quest’anno all’annuale International Pizza Expo. 

Migliaia i professionisti dell’arte bianca provenienti da tutto il mondo che si sono dati appuntamento a Las Vegas, in Nevada, dal 28 al 30 marzo dove per tre giorni si discuterà di tutto quanto concerne il mondo della pizza.I due agrigentini, quest’anno, non parteciperanno come concorrenti ma saranno protagonisti in sessioni educative tenute dai migliori professionisti del settore.

I due sono stati invitati da due grosse aziende, una del settore della farina e una del pomodoro, per realizzare delle dimostrazioni dove proporranno anche il nuovo impasto al padellino con mais e semi di girasole. Un impasto che nella pizzeria della famiglia Sorce si può gustare ogni giorno e che è stato già presentato al Sigep di Rimini lo scorso mese di gennaio. Nel 2022 Giorgio e Filippo avevano partecipato come concorrenti al campionato mondiale de La Vegas guadagnando il terzo posto.

A distanza di quasi nove anni dal blitz eseguito dalla Squadra Mobile, il Gup del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, accogliendo le richieste del pubblico ministero Giulia Sbocchia, ha disposto il rinvio a giudizio dei sette imputati, due agrigentini e cinque donne sudamericane, finiti nei guai nel 2014, nell’ambito dell’operazione “Saponara”, ovvero il nome della via, dove avevano messo su delle vere e proprie case d’appuntamento. I legali difensori avevano sostenuto che i reati fossero prescritti, ma il giudice ha ritenuto che il termine non fosse ancora maturato. L’inizio dell’approfondimento dibattimentale è fissato per il 19 giugno prossimo davanti al collegio di giudici del Tribunale di Agrigento, presieduto da Alfonso Malato.

Sul banco degli imputati le sorelle delle sorelle Marival Magaly Manrique Mendoza, intesa “Camilla”, 49 anni, nata in Perù, domiciliata ad Agrigento, e Jacqueline Yanina Mandoza Manrique, intesa “Janina”, 38 anni, nata in Perù, residente in Cisterna di Latina (Lt) domiciliata in Agrigento, ed ancora la loro madre Cirila Maria Huacache Manrique, 80 anni, nata in Perù, residente a Cisterna di Latina, Maria del Pilar Manrique Torres, intesa “Pilar”, 56 anni, nata in Perù, residente in Guidonia Montecelio, domiciliata in Agrigento, Eugenio D’Agostino, 53 anni, di Agrigento, Giuseppe Salamone, 31 anni, di Agrigento, e  Valdirene Maria De Oliveira Vieira, 50 anni, nata in Brasile, residente in Sant’Angelo di Piove di Sacco.

Gli imputati devono rispondere di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Avrebbero gestito due case d’appuntamento nella zona alta della via Atenea, una in via Saponara numero 10, e la seconda in via Neve numero 54. E’ emerso che il giro di prostitute coinvolgeva in particolar modo ragazze sudamericane di nazionalità colombiana, peruviana, venezuelana e brasiliana, ma anche italiane. Il collegio difensivo è composto tra gli altri, dagli avvocati Fabio Inglima Modica, Monica Malogioglio, Gianfranco Pilato, Daniele Re, e Alessandro Marchica.

Vinto questa mattina a Caltanissetta un milione di euro nel bar tabacchi Colorado Cafè di via Leone XIII di proprietà di Domenica Zoda.

Un cliente non abituale del bar ha giocato una schedina da un euro al 10eLotto vincendo la cifra milionaria.

Il nisseno ha centrato 10 numeri su 10 scoprendo di aver vinto la cifra da capogiro in diretta, alle 7.15, mentre guardava il monitor sul quale si leggono le cifre estratte ogni 5 minuti. Quando i proprietari della tabaccheria hanno riferito che non era una vincita pagabile in tabaccheria, comunicando l’importo, l’uomo ha subito ringraziato ed è andato via. Questa la combinazione vincente: 3-13-28-80-82-83-85-88-89-90. (ANSA).