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Un nuovo caso di coronavirus a Cattolica Eraclea. Lo ha annunciato oggi il sindaco, Santo Borsellino. Un contagio che porta a nove il numero delle persone positive.

“Mi hanno appena informato – ha fatto sapere il sindaco – che 37 nostri concittadini, tra i 57 ancora in isolamento, sono stati sottoposti al tampone. Di questi, 36, sono risultati negativi. Malgrado questo un nostro concittadino è risultato positivo al test. Pertanto i positivi nel nostro comune salgono a 9. Tutti in isolamento obbligatorio. Ricordo ancora una volta di essere prudenti: indossiamo sempre la mascherina, evitiamo i luoghi affollati”.

L’escalation di contagi da Covid-19 in provincia di Agrigento è conferma del fatto che l’emergenza coronavirus è attualissima e che bisogna non solo stare in allerta, ma anche attivare strumenti utili a fronteggiarla, ricorrendo anche al rinnovo dei provvedimenti restrittivi che nei mesi scorsi hanno creato a livello nazionale situazioni inimmaginabili e inferto danni considerevoli al tessuto economico.

A Sciacca c’è la preoccupazione per quel dato di 29 contagi che rappresenta un poco invidiabile record in provincia di Agrigento. I casi positivi stanno anche provocando un danno d’immagine, molte persone anche per lavoro preferiscono non venire a Sciacca per evitare rischi.

Il sindaco Francesca Valenti sembrerebbe adesso pronta ad adottare provvedimenti restrittivi e nelle prossime ore potrebbero emergere delle novità in tal senso, legate anche all’inizio delle scuole primarie fissato per il 24 settembre. Un’ordinanza potrebbe essere pubblicata già domani mattina dopo una serie di confronti che si svolgeranno nel pomeriggio.

Test da tampone positivo a Menfi. Si tratta di una signora anziana che si era recata all’ospedale di Sciacca per dei controlli riguardanti delle patologie pregresse. All’accesso nella struttura come da protocollo è stata sottoposta al tampone ed ha scoperto di essere positiva al virus.

I familiari, della donna sono adesso tutti in isolamento fiduciario. Menfi, attualmente ha cinque casi positivi. “Abbiamo il controllo di altre tre famiglie che vengono dalla Romania – dice il sindaco Mauceri – non abbassiamo la guardia, esorto la mia città alla prudenza”.

Poste Italiane sostiene la ripresa economica del Paese, nel quadro delle misure previste dal Decreto Rilancio, attraverso il servizio di “cessione del credito di imposta” con il quale offre la possibilità a cittadini e imprese correntisti BancoPosta della provincia di Agrigento di ottenere liquidità a fronte della cessione a Poste Italiane dei crediti previsti dalla normativa incentivante.

Il Decreto Rilancio prevede infatti una serie di incentivi fiscali per cittadini privati e imprese, tra cui, il cosiddetto “Superbonus” (Ecobonus e Sismabonus) con il 110% di detraibilità delle spese e la possibilità per il beneficiario di cedere il corrispondente credito fiscale a qualsiasi soggetto terzo.

Il servizio di cessione del credito di Poste Italiane è aperto a tutte le imprese e i cittadini della provincia di Agrigento, titolari di un conto BancoPosta.

Per le imprese il servizio di cessione del credito di Poste Italiane sarà disponibile già da oggi attraverso il canale online, ed avrà ad oggetto inizialmente il credito relativo al “Bonus vacanze”.

Dal 19 ottobre 2020 sarà disponibile anche il servizio di cessione relativo al Superbonus 110% sia per le imprese che per i privati, attraverso il canale online e presso i 73 Uffici Postali della provincia.

Da fine settembre Poste Italiane metterà a disposizione nell’area pubblica del proprio sito internet un “simulatore” del prezzo di acquisto dei crediti d’imposta di cui al Decreto Rilancio.

Per poter accedere al servizio di cessione del credito di imposta di Poste Italiane gli interessati non dovranno presentare alcuna documentazione per istruire la pratica. Una volta stipulato il contratto di cessione il correntista, che abbia maturato il credito fiscale, dovrà solo accedere alla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate e comunicare i dati della cessione, secondo le modalità previste dalla normativa di riferimento; a seguito del perfezionamento della cessione nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, riceverà la liquidità sul proprio conto BancoPosta.

Ieri personale della Polizia di Stato ha proceduto all’arresto di tredici cittadini extracomunitari tutti tunisini, poichè destinatari di decreto di respingimento con divieto di reingresso nel territorio italiano e nell’area Schengel e cinque   ai sensi dell’ex art. 13 c. 13 d. lgs. 286/98,destinatari di decreto di espulsione con divieto di reingresso nel territorio italiano e nell’area Schengen; gli uomini della  Squadra Mobile di Agrigento, su disposizione dell’A.G., hanno  sottoposto i migranti  agli arresti domiciliari in Agrigento presso una struttura di accoglienza per migranti, in attesa del giudizio direttissimo.

Faccio mia la preoccupazione del direttore della Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, don Angelo Chillura sul disinteresse pubblico verso questo bene che appartiene ed arricchisce la nostra Città.

Come molti sanno il Vescovo Andrea Lucchesi Palli volle donare alla popolazione di Agrigento la sua biblioteca personale (comprendente più di 8.000 volumi). Era convinto che la cultura, trasmessa attraverso i libri, portasse benefici allo Stato e alla Chiesa, e contribuisse all’evoluzione sociale e religiosa della popolazione. E la Città, possiamo dire, è la “proprietaria morale” della Lucchesiana. Per questo motivo il Comune, attraverso il pagamento delle utenze, nel passato ha voluto esprimere gratitudine per il gesto di grande generosità del Vescovo Lucchesi Palli, ed ha concesso alla Città di continuare ad usufruire di questo bene di inestimabile valore. Ma prima il Comune, ha deciso di tagliare il pagamento delle utenze, ora la Soprintendenza ha ritirato il personale che ne assicura l’apertura. In altre parole la Lucchesiana deve restare chiusa.

Da qui il grido d’allarme del direttore don Chillura al quale ritengo giusto dare la mia solidarietà e la promessa che, quando diventerò sindaco, mi adopererò per assicurare l’apertura di uno dei luoghi più importanti di Agrigento e del suo centro storico.

Stasera, martedì 22 settembre, nel salone dell’Hotel Akrabello del Villaggio Mosè, la presentazione alla stampa e alla città della squadra di assessori designati dal candidato sindaco Franco Miccichè e di tutti i candidati al consiglio comunale delle quattro liste a lui collegate. L’appuntamento, inizialmente fissato per domenica scorsa, è stato fatto rinviare dalla Digos che ha ritenuto fosse da inserire nelle manifestazioni politiche e quindi in contrasto delle prescrizioni del silenzio elettorale legato al referendum.

L’incontro si svolgerà naturalmente nel rispetto delle attuali normative anti-covid.

Adesso è anche record quotidiano di contagi. Il sindaco di Sciacca Francesca Valenti ha reso noto poco fa che gli sono stati comunicati dall’Asp di Agrigento altri due nuovi contagi, che portano a 9 il dato complessivo nella giornata di oggi.

Stamattina era arrivata la notizia di sette casi, due dei quali erano già noti perchè si trattava di persone che erano arrivate in ospedale. Oggi pomeriggio la nuova comunicazione, che così porta a 29 il numero dei casi positivi a Sciacca, la città della provincia di Agrigento che conta il maggior numero di contagi e rivede, con maggiore preoccupazione visto che non c’è un solo ceppo, l’incubo dello scorso mese di aprile.

“Disabile abbandonate a se stesso durante le ore di lezione”: dopo il rinvio a giudizio, deciso dal gup del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, è partito questa mattina il processo, a carico di una preside e tre insegnanti di sostegno. Davanti al giudice monocratico Antonio Genna, sono comparsi L.C.S., 52 anni, dirigente dell’istituto “Tomasi di Lampedusa” di Palma di Montechiaro e gli insegnanti di sostegno V.F. 60 anni; G.C., 53 anni e L.Q.M., 58 anni. Il pubblico ministero Emiliana Busto e i difensori degli imputati – gli avvocati Daniela Posante, Santo Lucia e Francesco Scopelliti – hanno chiesto al giudice l’ammissione dei rispettivi mezzi di prova con liste di testimoni, documenti, intercettazioni e altro. Lo stesso ha fatto l’avvocato di parte civile Giuseppe Vinciguerra, che difende i genitori di alcuni minori. L’indagine scaturisce proprio dalla denuncia dei familiari di alcuni alunni disabili che segnalavano la “totale assenza di attività didattica”. L’atteggiamento, ritenuto omissivo, della preside e dei docenti, che non avrebbero attuato il Piano educativo individualizzato, viene equiparato, sulla base di alcuni precedenti giurisprudenziali, alle violenze fisiche. “La dirigente scolastica e gli insegnanti – è stata la tesi della difesa, sostenuta all’udienza preliminare – hanno cercato in tutti i modi di fare il possibile e integrare gli alunni fra mille difficoltà logistiche e strutturali”.

Prossima udienza il primo ottobre.