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Evidentemente la riesumazione dell’Esa, Ente di Sviluppo Agricolo, non apparteneva ad uno dei tanti no che il presidente della Regione Nello Musumeci avrebbe dovuto dire a tanti per risollevare le sorti di una Sicilia maltrattata le cui casse erano (e sono) state raschiate e prosciugate.

Si tratta di uno dei tanti cosiddetti “carrozzoni” parcheggiati da tempo, commissariato da diversi anni perché ha sempre ritardato nell’adozione degli ultimi tre rendiconti.

Adesso Giuseppe Catania, ex (ma non troppo) Forza Italia e oggi presidente del movimento “Diventerà Bellissima” la cui moglie, l’on. Giusi Savarino è un esponente di spicco, avrà il compito di far ripartire quel carrozzone, a binario morto da tempo, essendo stato nominato presidente dell’Ente di Sviluppo Agricolo.

Il tutto è avvenuto nel corso dell’ultima seduta di Giunta regionale, avvenuta giovedì scorso. La carica di presidente era rimasta vacante dopo le dimissioni nell’ottobre del 2018 di Nicola Calderone che, però, nel frattempo e fino ad oggi ha continuato a rivestire la carica di commissario ad acta con funzioni di direttore generale.

Nello Musumeci, evidentemente, si sarà ricreduto. Quando era all’opposizione ed anche da presidente della Regione aveva sostenuto che l’Esa “era l’ultimo carrozzone della Prima Repubblica”; nel corso di una intervista dichiarò testualmente: “L’Esa ha ormai esaurito la propria funzione istituzionale e rappresenta solo un sovrappeso burocratico”.

Oggi la nomina di Giuseppe Catania a presidente dell’Ente…

“E’ arrivato il momento di smetterla con questo terrorismo mediatico – aggiunge il primo cittadino -, si vuole danneggiare l’intera comunità di Lampedusa per quello che sta facendo per l’Italia e per l’Europa. Siamo stanchi di questi falsi allarmismi che, guarda caso, si ripetono ogni volta che si critica Salvini. Sarebbe il caso che le istituzioni intervenissero.

“Sono ormai due i sacerdoti che sono stati denunciati dalle lobby gay alle forze dell’ordine pur in assenza di legge approvata. Don Lillo D’Ugo, sacerdote della diocesi di Palermo e Don Giuseppe Zito, sacerdote della diocesi di Taranto, sono già oggi la dimostrazione che per sacerdoti, pastori evangelici, preti ortodossi, imam islamici, sono già cominciate le persecuzioni”. Così l’On. Pagano Vice Capo Gruppo della Lega alla Camera dei Deputati.

“Se già oggi i lobbisti Lgtbq si sentono autorizzati a insultare e minacciare chi difende la famiglia naturale, chi condanna la pratica dell’utero in affitto, chi non condivide le ideologie gender propinate già in età scolare ai nostri giovani, chi in campo sanitario è contro la somministrazione di inibitori sessuali, cosa succederà quando la legge approvata?  La proposta di legge Zan-Boldrini-Scalfarotto, è contro la libertà di opinione e di parola e sarà lo strumento per imporre censure e repressioni in pieno stile dittatoriale.  Chi non si omologherà andrà in galera. È bene che la segreteria di Stato del Vaticano, la CEI e tutto il clero, lo capiscano subito, prima che sia troppo tardi!  Don Lillo D’Ugo docet!”.

Così ha dichiarato il deputato Alessandro Pagano Vice Capo Gruppo della Lega alla Camera dei Deputati.

Revenge porn anche ad Agrigento. La nuova legge in vigore che punisce (i miserabili) che diffondono illecitamente  immagini e video sessualmente espliciti ha colpito un trentunenne agrigentino, A.C., al quale il Pubblico Ministero Sara Varazi ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini; atto, questo, che dovrebbe aprire le porte alla richiesta di rinvio a giudizio.

A.C. è stato denunciato dalla ex fidanzata dopo essere venuta a conoscenza del fatto che  il suo ex aveva diffuso delle foto e dei filmati a degli amici mentre la immortalavano completamente nuda.

Ad indagare sono stati i Carabinieri di Agrigento che alcuni mesi addietro hanno perquisito e sequestrato materiale a carico dell’indagato.

 

 

 

 

A Naro manca l’acqua da tre giorni e da alcune settimane arriva in misura insufficiente (max 13,5 l/s) rispetto a quella spettante (20 l/s) e questo stato di cose non è più sopportabile per i cittadini Naresi che stanno davvero vivendo giorni di esasperazione. Di chi la colpa?
Del “Consorzio Tre Sorgenti”, di cui peraltro il Comune di Naro non fa parte, ma che è obbligato a fornire al Comune di Naro 20 l/s di acqua che riceve dal Fanaco per destinarla appunto, obbligatoriamente ed esclusivamente, alla centrale narese di sollevamento idrico di “Margiovitale”  tramite apposita bretella di adduzione.
Perché il “Consorzio Tre Sorgenti” non rispetta i suoi obblighi verso il Comune di Naro? Questo inadempimento grave degli obblighi del “Tre Sorgenti” sortisce un altro danno, che è quello dello spegnimento continuo dell’impianto di sollevamento idrico di “Margiovitale” a causa della bassa portata d’acqua consegnata a Naro.
Sia i commissari di “Girgenti Acque” sia Maria Grazia Brandara hanno più volte diffidato il “Tre Sorgenti”, ma ancora nulla da fare.
Intanto, il Comune di Naro ha in corso di studio la proposizione di un’azione legale sia in sede penale (per assicurare la cessazione di eventuali reati di cui la comunità narese potrebbe essere vittima) sia in sede civile (per il risarcimento dei danni subiti, compresi quelli arrecati agli impianti di Margiovitale)
DICHIARAZIONE DEL SINDACO:
“Siamo seriamente preoccupati di questa gestione del “Tre Sorgenti” e difenderemo i diritti della comunità Narese in tutti i modi e in tutte le sedi.
Stiamo subendo soprusi veri e propri che non tollereremo oltre. Abbiamo anche chiesto l’intervento immediato dell’Assemblea Territoriale Idrica e del Prefetto. Agiremo persino in via legale sia in sede penale e, per il risarcimento danni, in sede civile.
 
Siamo nel 2020 e non si capisce se il Consorzio Tre Sorgenti debba semplicemente gestire poltrone ben pagate oppure se debba assicurare ai Comuni il  diritto sacrosanto ad avere l’acqua tutti i giorni e in misura sufficiente.
È davvero una vergogna!”.

“Il vasto incendio che ieri pomeriggio ha sconvolto il centro della nostra città lambendo anche sedi istituzionali e monumenti quali l’area dell’ex ospedale psichiatrico dove si trova l’attuale direzione generale dell’ASP di Agrigento e il tempio di Demetra che è un monumento di valore non indifferente e che hanno rischiato di essere danneggiati, meritano una riflessione.

Si tratta di un incendio probabilmente doloso ma anche favorito dalla scarsa manutenzione di queste aree. Le cronache dei giornali sempre con la stessa cadenza ci raccontano di episodi analoghi. Occorre dunque intervenire in tempo con tutte le misure necessarie:  la pulizia delle aree, soprattutto di quelle che possono mettere a rischio i monumenti, le nostre sedi istituzionali e la popolazione. Oggi, è tutto annerito, maleodorante e lo scenario che presentiamo ai visitatori è davvero desolante. Ci auguriamo che si possa fare tesoro di queste esperienze per fare autocritica e programmare con la dovuta tempistica gli interventi necessari per scongiurare ulteriori disastri”.

Lo dichiara il presidente di Confcommercio Sicilia Francesco Picarella.

 

La CGIL – Camera del Lavoro “Antonio Saccaro” di Canicattì, incontra il Sindaco Ettore di Ventura e la Giunta Comunale per affrontare la tematica “Organizzazione e realizzazione dell’apertura delle scuole a Settembre” (post-Covid 19).  All’incontro, tenutosi presso i locali del Palazzo di Città, erano presenti il Sindaco, Ettore Di Ventura, l’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Canicattì, Angelo Cuva, l’Assessore alle Politiche Sociali, Antonio Giardina ed in rappresentanza della CGIL- Camera del Lavoro “Antonio Saccaro” di Canicattì: Rosaria Alaimo Segretaria della Camera del Lavoro e Domenico Marchese Ragona componente del Coordinamento della Camera del Lavoro.  Ed è proprio la Segretaria della Cgil di Canicattì, Rosaria Alaimo,  a chiedere delucidazioni in merito alle azioni dell’Ente Locale in riferimento all’ attuazione dei protocolli di sicurezza nelle scuole, ai fondi pervenuti ed al loro impiego, agli interventi di edilizia leggera destinati alle strutture scolastiche di pertinenza Comunale. A tali richieste l’Assessore Angelo Cuva risponde dicendo che il “Comune si è già attivato da tempo per cercare di garantire l’apertura delle scuole di propria pertinenza e conseguentemente l’avvio delle attività didattiche nel rispetto di tutti i protocolli previsti in materia di prevenzione Post-Covid 19”. In merito ai fondi pervenuti e destinati agli interventi di edilizia leggera, aggiunge l’Assessore Cuva, “sono pervenuti al Comune di Canicattì solo 160,000,00 Euro, provenienti dal Ministero e già destinati ai piccoli interventi di edilizia leggera su segnalazione di alcune criticità evidenziate dai Dirigenti Scolastici e rilevate dai Tecnici del Comune previo sopralluoghi”.  L’Assessore Giardina in merito ai fondi non ancora pervenuti, comunica che si è in attesa di quelli che dovrebbero essere i veri aiuti. Come Amministrazione si  stanno attivando tutte le procedure possibili per garantire l’avvio del prossimo anno scolastico, ma con grande difficoltà! Siamo il punto diretto e di riferimento di una comunità!  Il Sindaco, Ettore Di Ventura, comunica che indipendentemente dalle risorse finanziarie l’Amministrazione si è attivata fin da subito, interfacciandosi con i Dirigenti scolastici e con la Comunità, cercando di offrire soluzioni efficaci per garantire l’avvio del nuovo anno scolastico secondo le norme vigenti in materia di Covid-19”. A conclusione di questo primo incontro, la Cgil – Camera del Lavoro di Canicattì,  consapevole che riaprire le scuole in sicurezza non sarà un’operazione semplice ed avendo fatto il punto della situazione ad oggi, offre la propria disponibilità a contribuire in maniera fattiva e partecipativa al fine di riuscire a garantire l’avvio del nuovo anno scolastico in sicurezza ed in presenza. Aggiunge ancora la Segretaria Rosaria Alaimo: “come CGIL siamo pronti ad operare in rete fin da adesso: il diritto allo studio ed alla salute per gli studenti, la tutela dei lavoratori della conoscenza insieme alla garanzia di poter usufruire di spazi adeguati e sicuri per il pieno svolgimento delle attività didattiche, sono prerogative imprescindibili che vanno affrontate e risolte insieme!

“E’ una situazione ormai ingestibile. Se il governo non proclamerà lo Stato di emergenza per Lampedusa lo farò io. L’hotspot non è più in grado di accogliere migranti, la responsabilità di questa emergenza non può ricadere sul sindaco, sull’amministrazione comunale e sui lampedusani”.

Così il sindaco di Lampedusa Totò Martello commenta l’ultima raffica di sbarchi nell’isola (altri tre nelle ultime ore) e la situazione nell’hotspot dell’isola dove si trovano in questo momento oltre mille migranti, dieci volta la capienza massima prevista. “Oggi non ci saranno trasferimenti in traghetto verso Porto Empedocle – sottolinea il sindaco – e intanto i barchini provenienti dalla Tunisia stanno continuando ad approdare sull’isola”.

In questo momento sulla banchina si trovano una cinquantina di migranti ancora in attesa che venga deciso dove saranno smistati.

La cosa più problematica di questa triste vicenda è che tutti sanno che la situazione non potrà far altro che peggiorare di giorno in giorno. Poco fa un altro sbarco, adesso se ne attendono altri due, stanotte non si sa. E domani? Ci saranno altri sbarchi sicuramente. E dopodomani?

Il Governo centrale non sa che fare, l’Europa ci ride in faccia e i nostri porti continuano a rimanere aperti. Si salvi chi può!

Ma attenzione, nessuno potrà mai dire: io non lo sapevo o non lo avevo previsto.

Svolta nel processo di appello per la cosiddetta strage delle Maccalube, la riserva naturale di Aragona. Lì il 27 settembre del 2014 morirono i fratellini Carmelo e Laura Mulone di 9 e 7 anni, travolti da un’ondata di fango mentre facevano una passeggiata insieme al padre Rosario, appuntato dei carabinieri. La deposizione di ieri del geologo Fausto Grassa dell’istituto nazionale di geofisica alimenta dei dubbi alla Corte di appello di Palermo che cercherà di chiarire attraverso la nomina di un perito, vale a dire un tecnico “terzo” e non di parte.
Il 17 novembre sarà conferito l’incarico. In primo grado, il 30 gennaio del 2018, il giudice Giancarlo Caruso ha inflitto sei anni di reclusione al direttore della riserva, l’architetto Domenico Fontana, e 5 anni e 3 mesi all’operatore del sito Daniele Gucciardo, entrambi esponenti di Legambiente, associazione che gestisce la riserva sulla base di un contratto con la Regione. Assoluzione, invece, “perché il fatto non costituisce reato”, per il funzionario della Regione Francesco Gendusa.

Non sappiamo se il sindaco abbia sentito i commercianti prima di procedere alle modifiche, sicuramente occorre rimarcare che l’associazione che rappresento non è stata interpellata.
Nel periodo del lockdown le problematiche legate alla via Atenea erano state esaminate nel corso di una videoconferenza ed erano state avanzate idee e proposte da definire. Ma la cosa più importante è che si era deciso che si sarebbero istituiti dei tavoli di lavoro dove finalmente amministrazione e operatori del settore avrebbero interagito in modo da trovare soluzioni per favorire la ripresa economica in pieno rispetto dell’opinione di tutti.
A questo punto mi auguro che l’ordinanza venga ripensata e ridefinita tenendo conto di molteplici aspetti e consultando chi in via Atenea investe e lavora.
Questo non vuole essere un attacco al sindaco o una polemica sterile ma un invito ad operare per il bene comune degli imprenditori che oggi più che in passato stanno facendo enormi sacrifici per mantenere aperte le saracinesche.  Gabriella Cucchiara presidente provinciale FIPE Confcommercio Agrigento