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stato trovato in possesso – occultato all’interno di un casco protettivo – di 102 grammi di marijuana. In una stanza, sul retro dell’immobile, sono stati invece rinvenuti un bilancino di precisione e un sacchetto di juta con residui di sostanza vegetale, verosimilmente marijuana. Un licatese, già noto alle forze dell’ordine e sottoposto alla misura di prevenzione dell’avviso orale del questore di Agrigento, è stato denunciato, alla Procura della Repubblica, per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Nel tardo pomeriggio di ieri, a Licata, la polizia è venuta a conoscenza – nel corso di un servizio di prevenzione e repressione del traffico illecito di stupefacenti – che un “avvisato” (cioè sottoposto ad avviso orale del questore) occultava droga in un suo immobile. I poliziotti del commissariato di Licata hanno immediatamente fatto scattare la perquisizione domiciliare. Ed è durante queste verifiche che è stato ritrovato, ben occultato all’interno di un casco protettivo, un sacchetto di cellophane trasparente contenente 102 grammi di marjuana. In una stanza posta sul retro dell’immobile, – ha ufficializzato la Questura – sono stati rinvenuti anche un bilancino di precisone e un sacchetto in juta contenente dei residui di sostanza vegetale, verosimilmente marjuana. Tutto è stato sequestrato e il licatese è stato denunciato alla Procura.

A Montevago sono stati consegnati i lavori di catalogazione e restauro della vecchia chiesa Madre distrutta dal sisma del ’68. Il finanziamento complessivo dell’assessorato regionale alle Infrastrutture ammonta a circa 750mila euro. Ad aggiudicarsi la gara del primo stralcio funzionale è stata l’Impresalv Srl di Favara. Il progetto prevede la rimozione dei massi rimasti nella struttura dopo il crollo provocato dal terremoto del 1968, il recupero in sicurezza delle colonne e della pavimentazione, e quindi la fruizione al pubblico della chiesa ai fini turistici. In proposito oggi al Videogiornale di Teleacras sono in onda le interviste alla sindaca Margherita La Rocca Ruvolo ed al presidente dell’Ordine degli Architetti, Alfonso Cimino.

L’Accademia di Belle Arti “Michelangelo” di Agrigento, istituzione universitaria d’alta formazione artistica, organizza un’estemporanea di pittura, intitolata “Natale in Via Atenea, ad Agrigento”,  che si terrà sul corso principale della Città dei Templi nei giorni 22, 23 e 24 dicembre 2020, dalle ore 10 alle ore 16 di ciascuna delle tre suddette giornate. La manifestazione è patrocinata dal Comune di Agrigento. Sono invitati a partecipare all’evento non solo allievi ed ex allievi dell’Accademia, ma tutti gli artisti che lo desiderino, di almeno 18 anni, anche non agrigentini. La partecipazione alla manifestazione è gratuita. Il tema è libero. Ogni partecipante dovrà fornirsi autonomamente dei mezzi e degli strumenti per eseguire la propria opera, ed anche del relativo cavalletto per esporla sulla predetta Via Atenea.

La tela, formato 50 x 70, verrà donata dall’Accademia, ma è possibile l’uso di tele o piani di altre misure. Si consiglia l’uso di colori acrilici, ma sarà possibile operare anche con altre tecniche. Le opere ultimate  dovranno essere consegnate presso la sede dell’Accademia di Belle Arti di Agrigento, in Via Bac Bac, N°7 ( angolo di Via Atenea accanto Chiesa di San Giuseppe). Tutte le opere realizzate s’intendono donate all’Accademia organizzatrice che le assegnerà per esposizione negli Uffici del Comune di Agrigento o di altri Enti.

Resta ferito al quinto dito della mano sinistra e si reca al pronto soccorso dell’ospedale di Licata per essere medicato. Quella ferita viene suturata, ma gli resta – stando a quanto ha denunciato – un deficit della flessione della falange. Il cittadino ha chiesto al tribunale di Agrigento, previa nomina di un consulente tecnico d’ufficio ed esperimento del tentativo di componimento della lite “di accertare e dichiarare i profili di responsabilità dei medici del presidio ospedaliero di Licata e la relativa condotta negligente, imperita e imprudente, nonché di procedere – è stato scritto negli atti dell’azienda sanitaria provinciale – alla quantificazione dei danni già predeterminati in complessivi 50 mila euro”

 

Il rischio, più che concreto, è sempre lo stesso: assembramenti. Nonostante sia rimasto il coprifuoco, fissato alle ore 22, ci si avvicina ai giorni di festa. Negozi e locali di ristorazione registreranno – inevitabilmente – una impennata di presenze. Qualche dubbio, anzi forse più qualcuno, è stato manifestato per le attività di ristorazione con asporto. A fare chiarezza, con una nota rivolta a tutti i sindaci della provincia, è stato il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa. 
Il prefetto ha, di fatto, voluto mettere dei paletti fissi per una corretta interpretazione della norma del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre scorso. La questione affrontata riguarda, in particolare, il divieto di consumazione nelle adiacenze del locale e il rispetto di un’eventuale precisa distanza. La nota della Prefettura ha specificato che “la vendita per asporto determina sempre l’allontanamento dal locale presso il quale è stato effettuato l’acquisto, essendo vietata la consumazione di cibi e bevande sul posto; l’esercente, oltre a fare rispettare il distanziamento interpersonale, dovrà avere cura di avvisare la clientela di tale obbligo. Riguardo alla sfera del cliente, quest’ultimo avrà a suo carico anche l’obbligo di rispettare il divieto di assembramento, – scrive la Prefettura – indipendentemente dalla distanza rispetto all’esercizio pubblico, visto che la disposizione risponde alla finalità di contenimento dei fenomeni aggregativi”.

Una coppia di Termini Imerese, in provincia di Palermo, 46 anni lei e 42 lui, è stata arrestata dalla Polizia postale per violenza sessuale, adescamento di minorenni e divulgazione e detenzione di immagini video a contenuto pedopornografico nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Palermo.Le indagini sono state state avviate dalla Polizia Postale di Palermo e Catania e dal Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online (il Cncpo) dopo il ritrovamento il 27 agosto scorso in casa della coppia di 100mila file di immagini e video di pornografia minorile, nell’ambito di investigazioni della Polizia postale di Torino. Gli investigatori hanno successivamente scoperto che l’uomo, con la complicità della convivente, avrebbe adescato giovanissime vittime online utilizzando tre profili social falsi, due di ragazzini e l’altro di una blogger molto nota tra i teenagers, inducendole a compiere e ad assistere ad atti sessuali.

La Dia, la Direzione investigativa antimafia di Palermo, su disposizione della Corte di Appello, ha eseguito un sequestro e una contestuale confisca dell’intero patrimonio di Francesco Zummo, imprenditore edile, ritenuto di essere “a disposizione” di Cosa nostra fin dai tempi di Riina e Provenzano per il riciclaggio di denaro nel settore edilizio. Posti i sigilli a undici aziende, centinaia di conti correnti e immobili costituiti da numerosi appartamenti, ville terreni e aziende agricole a Palermo e provincia, nonché cinque complessi residenziali nella provincia di Siena. I magistrati scrivono nel provvedimento: “A partire dalla fine degli anni sessanta, Zummo, con il consuocero Vincenzo Piazza (ritenuto consigliere della famiglia mafiosa di Palermo-Uditore) e con il defunto socio e suo fedele braccio destro Francesco Civello, fu tra i principali responsabili del sacco di Palermo, ordito da Vito Ciancimino, realizzando un impero edile di circa 2.700 immobili”.

Il sindaco di Calamonaci Pellegrino Spinelli, è stato protagonista, ieri sera, di una brutta disavventura disavventura: un giovane con seri problemi psichici, ha dato in escandescenza brandendo un’arma da taglio.

Il sindaco nel tentativo di proteggere lo stesso giovane, è stato poi colpito ad una spalla, fortunatamente senza grosse conseguenze.
Dopo l’avvenimento, lo stesso sindaco ha accompagnato insieme alle autorità competenti, il ragazzo presso il nosocomio di Sciacca dove è stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio come da procedura.

Per la seconda volta in pochi giorni,  è stato rinvenuto un altro cellulare all’interno del carcere Petrusa di Agrigento.
A trovarlo, gli agenti della Polizia Penitenziaria all’interno del carcere.

Un micro-cellulare era stato trovato nella disponibilità di un detenuto per mafia, nella sezione “Alta Sicurezza” sotto un materasso. L’uomo è stato denunciato. Proprio la settimana scorsa un analogo episodio si era verificato in un’altra cella della stessa sezione.

 

ICarabinieri del Comando provinciale di Catania hanno arrestato 16 persone nell’ambito di un’operazione antidroga che ha sgominato due bande che agivano sullo stesso territorio di spaccio di cocaina e marijuana a Gravina di Catania e Mascalucia.

I due gruppi, a composizione familiare dove le donne avevano un ruolo nel nascondere la sostanza stupefacente e tenere la contabilità. Le indagini erano state avviate dei carabinieri di Gravina su due gruppi criminali, uno diretto da Giuseppe Nicolosi detto ‘Kawasaki’ e l’altro da Roberto Cerami, che si spartivano il territorio per la vendita di cocaina e marijuana.

I componenti del primo gruppo avevano sospettatovdi essere intercettati dai carabinieri, e così si sono messi alla ricerca di cimici, poi rinvenute,

Un altro indagato, nel tentativo di distruggere eventuali telecamere nascoste ha appiccato il fuoco che si è propagato e ha reso necessario l’intervento dei Vigili del fuoco per domarlo. Dodici custodie cautelari in carcere e tre arresti domiciliari.

Un sedicesimo indagato e’ attualmente all’estero.

Le custodie cautelari sono state eseguite a seguito di un’ordinanza emessa dal gip su richiesta della Procura distrettuale di Catania, che ipotizza l’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.