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Il Tribunale di Palermo, Sez. Lavoro, pone fine ad una complessa vicenda legale durata ben 16 anni, dichiarando costituito un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato tra la stessa Servizi Ausiliari Sicilia Scpa ed un lavoratore, il sig. C.V., di anni 58 ed originario di Licata.

La singolare vicenda inizia nel lontano anno 2004 quando il sig. C.V., adiva il Tribunale di Palermo per sentire dichiarare l’illegittimità dei contratti di fornitura e prestazione di lavoro temporanea stipulati con la Multiservizi S.p.A. fin dal 02.04.2002.

Il giudizio si concludeva, nel 2010, con sentenza di rigetto rispetto alla quale, il sig. C.V, rivoltosi per la tutela dei propri diritti ed interessi, agli Avvocati Girolamo Rubino e Mario La Loggia, proponeva specifico gravame.

Nel corso del secondo grado di giudizio, la Multiservizi S.p.A., eccepiva la propria asserita natura di società a totale partecipazione pubblica regionale ed in ragione di ciò la Corte d’Appello rigettava il proposto gravame.

Ritenendo erronea tale statuizione, il lavoratore proponeva ricorso innanzi la Suprema Corte di Cassazione che, con sentenza 122/2015 del 9 gennaio 2015, riformava la sentenza resa dalla Corte d’Appello, disponendo un rinvio innanzi alla medesima Corte, in diversa composizione, per l’esame nel merito delle doglianze avanzate dal sig. C.V.

La Corte, in sede di giudizio di rinvio, quindi, giusta la sentenza n. 548/2016, accoglieva il ricorso proposto dagli Avvocati Rubino e La Loggia stabilendo che tra il lavoratore e la Multiservizi SpA fosse intercorso un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dal 08.01.2002.

Tuttavia, nelle more della definizione dei superiori giudizi, si era verificato un trasferimento di azienda – ai sensi dell’art. 2112 c.c. – fra la detta società Multiservizi e la SAS e ciò a seguito della Convenzione del 14.09.2012 siglata da quest’ultima e la Regione Sicilia.

Conseguentemente, il sig. C.V., al fine di ottenere l’assunzione alle dipendenze della Sas, dopo l’inoltro di molteplici inviti alla stesa rivolti che, però, restavano privi di qualunque riscontro, sempre con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino e Mario La Loggia, si vedeva nuovamente costretto ad adire le vie legali e ciò tramite il deposito di un nuovo ed ulteriore ricorso innanzi al Tribunale di Palermo in funzione di Giudice del Lavoro.

Si costituiva in giudizio la SAS Scpa contestando la fondatezza del ricorso e chiedendone il rigetto.

Ebbene, dopo alcuni rinvii richiesti dalle parti per possibili trattative, fallite per scelta della SAS, ad esito dell’udienza celebratasi il giorno 09 luglio 2020, il Giudice del Lavoro, in persona del Dott. Giuseppe Tango, condividendo le argomentazioni degli Avv.ti Rubino e La Loggia, richiamati alcuni precedenti della Suprema Corte di Cassazione e della Corte d’Appello di Palermo, ribadiva come tra la Multiservizi spa e la SAS scpa si fosse realizzato un trasferimento di azienda e, ritenuta l’applicabilità delle previsioni di cui all’art. 2112 c.c., dichiarava costituito un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato tra il sig. C.V. e la stessa SAS Scpa a far data dal 01.11.2012, condannando, altresì, la società resistente al pagamento di un’indennità risarcitoria (pari a mesi tre dell’ultima retribuzione globale di fatto) oltre che al pagamento delle retribuzioni medio tempore maturate da decorrere dal 28.04.2016, oltre alle spese di lite.

Sicché, dopo ben 16 anni dall’originaria cessazione del rapporto, il lavoratore di Licata potrà finalmente esplicare la propria attività lavorativa.

Il gup Caterina Brignone ha dichiarato parzialmente prescritte alcune delle accuse, riconoscendo però la legittimità delle accuse di peculato per cui sono stati rinviati a giudizio Salvatore Castiglione, Franco Giudice e Salvatore Ombra come presidente pro tempore, Paolo Angius e Fabrizio Bignardelli in quanto vicepresidenti, Giuseppe Russo e Giancarlo Guerrera, direttori generali pro tempore e Vittorio Fanti come amministratore delegato: cariche ricoperte a vario titolo dal 2009 al 30 giugno 2018. Oltre a loro rinviati a giudizio anche Luciana Giammanco, Gioacchino Lo Presti, Letteria Dinaro, Michele Maggio, Antonino Di Liberti, Antonio Lima e Antonino Galfano, accusati a vario titolo di false comunicazioni sociali in concorso tra loro. Il processo avrà inizio il prossimo 16 febbraio davanti al Tribunale di Trapani, collegio presieduto dal giudice Daniela Troja.

Nel mirino della magistratura è finito l’accordo di co-marketing siglato nel gennaio 2014 tra l’Airgest, ventiquattro comuni trapanesi e il vettore irlandese: un accordo triennale per complessivi 7 milioni di euro. Secondo la procura “a fronte di costanti perdite d’esercizio subite, capitalizzavano detti costi (riferiti al co-marketing, ndr) tra le immobilizzazioni immateriali alla voce “costi di ricerca, sviluppo e pubblicita’”. In questa maniera la societa’ “concorreva a determinare il risultato di esercizio per la sola quota del 20% annuo anziche’ per l’intero”. Poi c’e’ il mancato versamento della tassa addizionale comunale, un’imposta riferita “ai diritti d’imbarco dei passeggeri degli aeromobili” che avrebbe “generato improprie disponibilità finanziarie all’Airgest per sopperire alle difficoltà strutturali della società stessa”.

Ieri personale della Polizia di Stato interveniva nei pressi di piazzetta Sandro Pertini, in località balneare San Leone, a seguito  di segnalazione, pervenuta su linea 112 NUE, di una presunta attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

Sul posto i poliziotti rintracciavano e procedevano al controllo di un cittadino rumeno ed un cittadino gambiano; quest’ultimo, a seguito di controllo, veniva trovato in possesso di quattro involucri distinti contenenti sostanza risultata essere del tipo marjiuana, per un peso complessivo di grammi 3,47.

Per quanto accertato il soggetto, N. S. classe 1999 cittadino del Gambia, veniva deferito in stato di libertà alla competente A.G. per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, contestualmente veniva, denunciato per l’inosservanza della normativa che regola la permanenza dei cittadini extracomunitari sul territorio dello Stato.

“Apprendo dagli organi di stampa di un’interlocuzione ben avviata tra la Lega Nord e la Presidente del Consiglio Comunale di Agrigento, Daniela Catalano, in merito a una possibile candidatura a Sindaco di quest’ultima sotto il simbolo della Lega.

Ricordo ai più distratti che Daniela Catalano altri non è che la cugina dell’ex ministro agrigentino Angelino Alfano, per la cui elezione sotto il vessillo dell’NCD deve al proprio congiunto più di un grazie essendo stato il suo maggiore sponsor. Non entro nel merito delle scelte della collega che è libera di intraprendere il percorso politico evidentemente più confacente alla sue attuali idee, ma non posso esimermi dal fare alcune considerazioni politiche di più ampio respiro. Suggerirei in tal senso agli elettori di aguzzare la vista perché guardando attentamente il simbolo della Lega stampato nelle prossime schede elettorali, sotto la “simpatica” sagoma di Alberto da Giussano, resteranno sorpresi nello scorgere in filigrana l’effige di un rampante gattopardo, altrimenti non si spiegherebbe il feeling dei leghisti padani con la creme dei politici autoctoni responsabili del più paludoso immobilismo degli ultimi vent’anni. L’ interlocuzione Lega Nord – Catalano non è che l’ennesima riprova del trend sopra descritto e che vede come stella più brillante del firmamento leghista siculo l’ex alfaniano ed ex fan dell’accoglienza ai clandestini, on. Alessandro Pagano. Se non fosse ancora sufficientemente chiaro sappiate che nelle stanze di via Bellerio è in atto una precisa strategia, da un lato di reclutamento e valorizzazione della più dimenticabile classe politica siciliana che ha svenduto il nostro territorio producendo un deserto economico e sociale, dall’altro di violento ostracismo nei confronti delle forze di rinnovamento. In pratica ci guadagnano quasi tutti: La lega raccatta voti; i suddetti politici si garantiscono un’insperata sopravvivenza; il nord continuerà a banchettare lasciando al sud solamente le briciole.

Gli unici a perderci, come sempre, saremo noi meridionali, troppo fatalmente legati a quel triste e inconsapevole destino che ci spinge a cambiare sempre tutto affinché non cambi nulla.

Non pensate che sia ora di svegliarci?”

Lo dichiara il consigliere comunale di Agrigento Nuccia Palermo

Si chiude così la prima fase relativa alle indagini compiute dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Palermo su presunte irregolarità tecnico-amministrative dell’impianto di discarica posto in territorio di Siculiana e gestito dal gruppo Catanzaro.

Il sequestro è scattato per l’esistente pericolo di contaminazione del suolo e delle acque che potrebbero arrecare danno all’ambiente e alla salute pubblica.

Tre le persone indagate; oltre a Giuseppe Catanzaro, già presidente di Sicindustria, i due suoi fratelli.

L’atto dispositivo è partito dalla Procura di Agrigento diretta dal dott. Luigi Patronaggio coadiuvato dal Sostituto Procuratore Alessandra Russo e il decreto è stato firmato dal Giudice per le Indagini Preliminari Francesco Provenzano.

L’indagine è scattata a seguito di numerose segnalazioni di irregolarità pervenute da Enti, Istituzioni ed anche da parte di privati dalle quali sono state acquisite documenti relativi alla conformità degli impianti, alle autorizzazioni e alle concessioni. La relazione tecnica, eseguita successivamente, ha presentato un quadro assai preoccupante, sia sulla regolarità amministrativa degli impianti sia sotto il profilo dell’impatto sul territorio dove insiste la discarica, con limiti di contaminazione regolarmente superati, con emissioni laterali di biogas provenienti dalle vasche post – operative, con l’emersione di indici di “potenziale contaminazione” delle acque sotterranee, senza l’attivazione delle dovute procedure di rientro.

L’impianto di discarica, in ragione del servizio di pubblica utilità comunque svolto, è stato, su indicazione del Gip, consegnato a due amministratori giudiziari da questo nominati con l’incarico della gestione dell’impianto di discarica in sequestro “nei limiti di tale utilità, con riferimento alle commesse provenienti da Enti pubblici o, comunque, aventi carattere pubblicistico, purché nel rispetto della normativa ambientale e al fine di regolarizzare l’attività”.

L’indagine della Procura della Repubblica, anche all’esito dell’eseguito sequestro, prosegue, anche con l’ausilio della Guardia di Finanza, Nucleo di polizia economica e tributaria di Agrigento, per accertare eventuali altri profili di illiceità, anche con riferimento agli eventuali pregiudizi economici e danni erariali, derivanti dalla irregolare gestione.

Oggi pomeriggio, dall’Hotspot di Bisconte a Messina, ufficializzeremo tramite un’apposita conferenza stampa la chiusura della struttura abusivamente realizzato nell’ex caserma Gasparro. Ciò che è successo mercoledì sera, con una trentina di migrati ancora a piede libero, ricercati dalle forze dell’ordine, è un fatto che non può e non dovrà più ripetersi. La cittadinanza è preoccupata e non posso permettere che nel mio territorio regni sovrano il disordine. I migranti fuggono indisturbati per la città, mettendo in pericolo la popolazione e dobbiamo pure stare in silenzio senza protestare? Non ci sto, per tale motivo dico basta a questo mercimonio. Se a livello regionale non si riesce a fare la voce grossa con Roma, accettando supinamente tale condizione, da adesso a Messina si cambia e anche subito”. Lo afferma il Sindaco di Messina, Cateno De Luca.

Le borse di studio assegnate agli studenti degli Istituti Superiori per l’anno scolastico 2018/2019 verranno liquidate dalle Poste Italiane fino al 31 agosto 2020. La notizia della proroga è stata pubblicata nel sito IoStudio del Ministero Istruzione. Le somme sono a disposizione presso qualsiasi ufficio postale. La proroga vale per coloro che  non hanno ancora avuto modo di ritirare la somma spettante. In Sicilia gli studenti beneficiari sono circa 22mila.

Per riscuotere la borsa di studio bisogna recarsi presso qualsiasi Ufficio Postale senza necessità di utilizzare o esibire la Carta dello Studente IoStudio, ma semplicemente richiedendo all’operatore dello sportello di incassare un “Bonifico domiciliato” erogato dal Ministero dell’Istruzione. Gli studenti per poter ritirare l’importo assegnato, devono essere provvisti di carta identità e codice fiscale, non scaduti ed in corso di validità. Qualora lo studente sia minorenne sarà invece necessaria la presenza di un genitore provvisto anch’esso dei rispettivi documenti di riconoscimento. Inoltre è necessario, nel caso di minorenne, che il genitore sottoscriva davanti all’impiegato delle poste una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Non sono ammesse deleghe in favore di altri soggetti per la riscossione del contributo economico.

Le borse di studio assegnate dal Ministero dell’Istruzione hanno un importo variabile in base alla Regione dove risiede lo studente. Per la Regione Siciliana l’entità della borsa di studio è stata fissata in € 210,60. Il Libero Consorzio comunale di Agrigento interviene nel procedimento di assegnazione predisponendo annualmente gli elenchi che riguardano gli studenti delle Scuole Medie Superiori della provincia che poi inoltra alla Regione.

 

L’attività, svolta all’interno dell’area portuale di Porto Empedocle, è stata finalizzata ad una serie di controlli sul rispetto delle norme del Codice della strada, del Codice ambientale e relativamente agli aspetti in materia di sicurezza delle navi e degli impianti portuali (ISPS Code).

Il personale della Capitaneria di Porto Empedocle, unitamente al personale della Polizia Stradale, sono stati impegnati su un’intensa attività di prevenzione e controllo su mezzi e persone in arrivo ed in partenza con i traghetti e l’aliscafo da e per le Isole Pelagie.

Sono stati effettuati controlli ed ispezioni ai mezzi che trasportano pescato in arrivo dalle Isole di Lampedusa e Linosa, con l’obiettivo di controllare l’intera filiera ittica e garantire che sulle tavole degli italiani arrivino prodotti idonei al consumo e non potenzialmente pericolosi per la salute umana.

Per quanto attiene il controllo sulla tracciabilità filiera ittica, sono stati ispezionati due vettori che contenevano in totale 6532 kg di prodotto ittico risultato regolarmente etichettato e tracciato.

In tema ambientale gli agenti operanti hanno elevato due verbali amministrativi per un totale di 6.200 euro a due automezzi che effettuavano trasporto professionale di rifiuti solidi urbani senza il prescritto formulario di identificazione, non osservando le vigenti normative in materia ambientale.

L’operazione rientra nelle vaste attività di controllo, poste in essere dalla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, al Comando del Capitano di Fregata Gennaro Fusco, finalizzate ad esperire capillari controlli per quanto concerne tutta l’attività di sicurezza portuale, ambientale e di monitoraggio della filiera ittica, nonché la deterrenza di tutte quelle attività illecite che possano verificarsi, sia all’interno delle aree portuali, sia lungo tutto il litorale di giurisdizione.

Attività che proseguirà nei prossimi giorni per:

  • verificare la sicurezza portuale e ambientale mediante sopralluoghi congiunti con le altre forze di polizia al fine di concentrarsi sui propri settori di competenza e rendere i controlli sempre più efficaci e completi;
  • tutelare il consumatore finaleverificando che il prodotto ittico sia conforme ai requisiti di legge per quanto attiene alla tracciabilità  e all’etichettatura, in contrasto al fenomeno della contraffazione delle etichette.

Calogero Niesi, 40 anni, di Favara, architetto, è stato confermato presidente Giovani Imprenditori di Confcommercio della provincia di Agrigento, eletto all’unanimità per il quinquennio 2020-2025. La vice presidenza è stata affidata a due donne, Floriana Panarisi e Luana Landolina. Lo stesso Niesi commenta: “Sono contento di poter contare sull’appoggio di due donne che nel ruolo di vicepresidente sapranno dare nuova linfa al nostro operato. La crisi deve essere l’occasione per risolvere i nodi che hanno soffocato fino ad oggi la crescita delle imprese, a cominciare dalla lentezza e complessità delle procedure burocratiche. Ringrazio il direttivo infine per la fiducia accordata”. Il Consiglio direttivo è composto da Giuseppe Castellano, Davide Morreale, Antonio Sorce, Rosario Pendolino, Calogero Cacciatore e Francesco Parrino.