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Il  Patron Giuseppe Deni aumenta il capitale sociale, tutte le info per sottoscrivere le quote.
Così come annunciato nel corso della conferenza stampa di fine anno, il patron dell’Akragas Giuseppe Deni comunica di aver provveduto all’aumento del capitale sociale del club biancoazzurro che passa da 80 mila euro a 300 mila euro.
Chiunque volesse sottoscrivere le quote può farlo inviando un’email al seguente indirizzo: akragas2018.03@gmail.com.
E’ possibile sottoscrivere una singola quota di 100 euro o multiple di 100 euro, e versare le dovute somme sull’IBAN: IT72R0306909606100000187576
intestato a SSD Akragas 2018 srl.

E’ stata una Volante del Commissariato di Licata, guidato dal vice Questore Cesare Castelli, ad evitare il peggio nei confronti di una donna pronta a buttarsi giù dal ponte di via Mazzini.

La donna è stata notata da tanti passanti i quali hanno compreso subito quali fossero le intenzioni della donna. Nel contempo è passata una Volante, come detto, i cui poliziotti hanno intavolato un vero e proprio colloquio con la donna riuscendo a centrare l’obiettivo: la donna è stata salvata.

Nel frattempo è arrivata una ambulanza che ha trasportato la donna all’ospedale di Licata.

 

E’ morto nella sua casa a Catania, a 99 anni di età, Antonio Pallante, l’attentatore a Roma di Palmiro Togliatti, contro cui esplose 4 colpi di pistola, di cui 3 a segno, il 14 luglio del 1948, nel tentativo di uccidere il leader del Partito comunista italiano. Il decesso è avvenuto nel luglio scorso, ma la notizia è trapelata soltanto adesso dai familiari. Avrebbe compiuto 100 anni il prossimo 23 agosto. E il figlio ha raccontato: “Mio padre ci ha sempre detto che quel gesto lo ha fatto semplicemente perché da studente vedeva qualcosa che poteva essere una minaccia per la democrazia, intravedendo il legame tra Togliatti e l’Unione Sovietica”. Pallante, che partì armato da Randazzo, nel Catanese, dove viveva, agì da solo indotto – come affermò – dalla paura del pericolo dell’espansione del Comunismo in Italia. Non si è mai più occupato, almeno pubblicamente di politica, e non si è mai ufficialmente pentito del suo gesto, giudicandolo ripugnante, ma – ecco le sue parole: “ho sempre pensato che fosse la cosa giusta da fare per salvare il Paese dal rischio comunista”.

Sono 198 i migranti sbarcati durante la notte a Lampedusa. A soccorrere 5 barchini sono state le motovedette della Guardia di finanza e della Guardia costiera. A bordo delle barche, tutte salpate da Sfax, in Tunisia, hanno viaggiato 31 persone (12 donne e 3 minori) di Costa d’Avorio, Gambia, Guinea e Mali, poi 42 (12 donne e 3 minori) originari di Benin, Burkina Faso, Camerun, Senegal e Ghana, poi 54 (7 donne e 1 minore) liberiani e pakistani, poi 27 (5 donne) e 44 (13 donne e 6 minori) di altre nazionalità. Tutti sono stati trasferiti, dopo un primo controllo sanitario effettuato sul molo Favarolo, nel Centro d’accoglienza in contrada Imbriacola dove al mattino di oggi vi sono 1.208 ospiti a fronte di 380 posti disponibili. Ieri sull’isola si sono contati 6 approdi per un totale di 254 extracomunitari.

Come già pubblicato, a Vittoria, in provincia di Ragusa, dopo una festa di Capodanno organizzata nella discoteca “La Dolce Vita”, un tunisino è stato ucciso all’alba da un gruppo di romeni. Sarebbe stato colpito con delle spranghe e poi con un coltello a serramanico. Il corpo è stato ritrovato dai Carabinieri, avvertiti da alcuni testimoni, all’ingresso del locale, abituale luogo di ritrovo dei tanti migranti che vivono e lavorano nelle serre tra Vittoria e Acate. Il movente dell’omicidio sarebbero state le attenzioni rivolte dal nordafricano a una ragazza romena, e che avrebbero scatenato l’ira di un gruppo di connazionali, almeno tre, che lo avrebbero atteso all’uscita dal locale per aggredirlo a morte. La vittima è Slimane Marouene, originario della Tunisia, 30 anni. I Carabinieri hanno arrestato tre romeni: sono due minorenni e un maggiorenne che ha appena compiuto i 18 anni. Ebbene, interrogato dal sostituto procuratore, Silvia Giarrizzo, il 18enne ha ammesso l’accaduto e ha confessato il delitto. Nell’auto del maggiorenne sono state trovate due spranghe e un coltello a serramanico. Verosimilmente sono le armi del delitto.

Ad Aragona i Carabinieri hanno denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento un immigrato dal Marocco di 40 anni. Lui, nottetempo, intorno alle ore 2, ha sfondato l’ingresso di un pub in piazza Umberto primo. E’ entrato dentro per rubare. Ha distrutto tante bottiglie di alcolici sugli scaffali. Si è impossessato di circa 2mila euro custoditi nella cassa. E si è scagliato contro un avventore di Agrigento, di 27 anni, che ha tentato di opporsi, colpendolo al volto con una testata, e procurandogli un trauma facciale con 30 giorni di prognosi.

A Ravanusa ignoti malviventi, approfittando della temporanea assenza dei proprietari, sono entrati furtivamente dentro l’abitazione di un commerciante di 66 anni, e hanno rubato monili in oro, quattro fucili e 25 cartucce calibro 12, il tutto custodito all’interno di una cassaforte. Le armi risultano detenute legalmente. Come già pubblicato, lo scorso 27 dicembre a Naro, in contrada “Stretto”, ignoti malviventi sono entrati dentro l’abitazione di campagna di un professionista di Camastra di 67 anni, e hanno sradicato dal muro una cassaforte contenente due fucili sovrapposti calibro 12, una doppietta calibro 16, un fucile calibro 20, e una pistola calibro 28, il tutto legalmente detenuto. E’ stata risparmiata solo una carabina, ma sol perché nascosta in un’altra stanza.

Ad Agrigento, a San Leone, nei pressi dell’Hotel Costazzurra, tra i tanti incoscienti che a Capodanno si sono divertiti a sparare, uno ha esploso colpi d’arma da fuoco, e un proiettile vagante ha perforato una persiana e si è conficcato nel muro di un appartamento. In casa fortunatamente non vi è stato nessuno. Il giorno dopo i proprietari sono rientrati nell’abitazione e si sono accorti di quanto accaduto. Indagini sono in corso da parte della Polizia.

La Sicilia come Hub del Mediterraneo per la produzione dell’idrogeno. Pubblicato un Avviso nell’ambito del Pnrr. I dettagli e gli interventi di Schifani e Di Mauro.

La Sicilia come Hub nel Mediterraneo per la produzione dell’idrogeno, nuova e inesauribile fonte energetica. Primo passo verso l’attivazione della filiera dell’idrogeno “verde”. La Regione Siciliana, attraverso il dipartimento dell’Energia, ha pubblicato sul sito internet istituzionale l’Avviso pubblico finalizzato alla selezione di proposte progettuali per la costruzione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse. Il bando è finanziato con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per la “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, per complessivi 40 milioni di euro. Saranno finanziate proposte progettuali di investimento fino a un massimo di 20 milioni di euro ciascuna. Dovranno prevedere la riconversione di aree industriali non più utilizzate per allestire centri di produzione e distribuzione di idrogeno verde, ossia prodotto tramite la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili, in particolare grazie al solare. I progetti dovranno essere presentati a decorrere dal primo febbraio e fino al 17 febbraio. La graduatoria delle proposte pervenute dovrà essere pubblicata entro il 31 marzo. “Siamo stati i primi a consegnare l’Avviso pubblico al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – sottolinea il presidente della Regione Renato Schifani – raggiungendo un primo traguardo a cui l’Amministrazione regionale lavorava già da qualche anno. Questo, però, è solo il punto di partenza che ci permette di guardare al futuro con ottimismo: la Sicilia vuole diventare un punto di riferimento nazionale ed europeo per la produzione di energia pulita”. “Con questa misura – spiega l’assessore all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro – si dà avvio concreto alla Strategia regionale dell’Idrogeno. Ci attendiamo grande partecipazione dalle imprese di settore, e dovremo lavorare intensamente e con celerità per rispettare la tempistica imposta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il nostro intento è fare diventare la Sicilia un vero e proprio Hub del Mediterraneo nella produzione di idrogeno “verde”, una tecnologia che può permettere alla nostra Isola di essere la vera avanguardia nella decarbonizzazione” – conclude. Si tratta di un percorso avviato da un paio di anni. La Strategia regionale dell’idrogeno, infatti, è stata approvata dalla giunta regionale il 29 gennaio del 2021 con la costituzione dell’Osservatorio regionale dell’Idrogeno, in cui sono rappresentate le istanze del mondo scientifico e industriale, non soltanto siciliano, mettendo a disposizione del tessuto industriale e scientifico dell’Isola le prime consistenti risorse finanziare, progetti e informazioni.ù

Giuliana Miccichè

A Bagheria è stata la figlia, di 17 anni, ad uccidere, strangolandola, la madre, Teresa Spanò, 55 anni, maestra elementare, trovata morta nella sua abitazione. Lei ha raccontato: “Mia madre si è suicidata, ingerendo degli psicofarmaci, dopo avere ancora una volta litigato con me. Ha tentato di strangolarmi, e poi si è tolta la vita sopraffatta dai sensi di colpa”. Poi, dopo la ricognizione cadaverica da parte del medico legale, lei, di fronte all’evidenza, è crollata: “E’ vero, l’ho uccisa io…”. E’ stata arrestata per omicidio volontario e trasferita in un Istituto minorile a Caltanissetta. Madre e figlia sono state in contrasto da tempo. E l’ultima volta hanno litigato alle 3 della notte di Capodanno. Poi cinque ore dopo, alle 8 di ieri mattina, lunedì 2 gennaio, la figlia ha lanciato l’allarme telefonando al 112: “Venite, ho ucciso mia madre”. Poi invece, innanzi ai poliziotti, ha raccontato l’altra versione poi smentita. Teresa Spanò ha insegnato in una scuola elementare a Casteldaccia, in via Einaudi, molto conosciuta e apprezzata da alunni e colleghi, adesso increduli per quanto è accaduto.