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Una grossa lastra di vetro gli recide l’arteria femorale. Paziente di Favara salvo grazie ad un delicato intervento di chirurgia vascolare al “San Giovanni di Dio”.
Un incidente sul lavoro e la corsa in ospedale. Momenti drammatici per A.P., paziente cinquantenne di Favara, giunto alcuni giorni addietro al pronto soccorso del “San Giovanni di Dio” in gravissimo stato di shock emorragico dopo esser caduto su una grande lastra di vetro conficcandosi un lungo frammento appuntito alla radice della coscia destra in corrispondenza del gluteo. Dopo aver tentato un tamponamento compressivo i sanitari hanno immediatamente avviato in sala operatoria il malcapitato, gravemente ipoteso per via dell’emorragia imponente e con un valore di emoglobina pari a 4 g/dl, affidandolo all’equipe operatoria dell’Unità operativa complessa di chirurgia vascolare coordinata dal direttore del reparto, Leonildo Sichel, e composta Dalle dottoresse Antonella Di Gregorio e Debora Perricone. Qui un’amara sorpresa ossia la diagnosi della sezione quasi completa dell’arteria femorale superficiale e di una ferita ovalare di grandi dimensioni sulle pareti della vena consensuale, il cui lembo laterale conteneva lo sbocco di tre grosse collaterali venose. Visto il progressivo precipitare delle condizioni cliniche ed il permanere della perdita ematica e poiché la direzione dell’asse maggiore della ferita sembrava dirigersi verso l’inguine, si era infatti deciso di compiere un tentativo estremo e cioè l’esplorazione e l’eventuale clampaggio del tripode femorale, nell’evenienza che fosse stato leso uno dei principali rami di tale vaso, ed è proprio in questa fase che è emersa appieno la gravità della lesione.
Nonostante le grandi difficoltà tecniche incontrate, dovute anche all’inusuale posizione prona del paziente, e grazie alla collaborazione attivissima di altri medici presenti, l’equipe ha compiuto un lavoro davvero eccellente senza mai demordere. Al termine di un lungo intervento le due lesioni vascolari sono state riparate, con completa restituzio ad integrum degli assi vascolari venosi ed arteriosi.

Il centro di Villa Sikania non gli sta bene. Protestano ancora i migranti presenti nella struttura che mostrano la loro riluttanza verso il centro di accoglienza e vogliono essere trasferiti altrove.

Presenti sui tutti, addirittura alcuni di loro hanno tentato la fuga ma sono stati subito riacciuffati dalla Polizia e dall’Esercito e li hanno riportato all’interno della struttura.

Appena una settimana fa si ricorda che alcuni migranti che avevano tentato la fuga sono stati investiti da un’auto di passaggio ed uno di loro, un eritreo, è morto. Feriti anche alcuni poliziotti.

 

 

Secondo gli inquirenti sarebbe una delle truffe più gigantesche nel mondo della scuola. Diplomi “venduti” senza neppure sostenere una lezione grazie alla falsificazione di documenti che attestavano il regolare percorso scolastico. Questa l’ipotesi della Procura della Repubblica di Agrigento che ha tirato le somme di una lunga inchiesta e ha chiesto il rinvio a giudizio di 102 fra dirigenti scolastici, insegnanti e personale amministrativo di alcuni istituti paritari di Canicattì, Licata e delle province di Catania e Ragusa oltre a tre istituti in qualità di persone giuridiche. L’indagine è stata avviata nel 2014 e si è allargata anche alle province dove il “diplomificio” avrebbe avuto delle ramificazioni. Le accuse contestate dal pm Paola Vetro e dal procuratore Luigi Patronaggio, che hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio, sono di associazione a delinquere, falso e abuso di ufficio. I pm ipotizzano che la presunta organizzazione avrebbe pure reclutato sul territorio parenti, amici e conoscenti ai quali serviva il diploma che sarebbe stato loro “regalato” per potersi iscrivere all’università.
L’udienza preliminare che scaturisce dall’inchiesta “Diplomat” è in programma il 21 ottobre. Uno dei presunti promotori dell’associazione sarebbe stato l’ex deputato regionale Gaetano Cani, di Canicattì, responsabile del centro studi “D’Annunzio”, al quale, negli anni scorsi, nelle battute iniziali delle indagini, furono sequestrati 300mila euro in contanti, nascosti in uno scatolo di scarpe.
Ecco l’elenco degli indagati: Giovanni Puccia, 53 anni, di Rosolini; Loredana Russo, 50 anni, di Rosolini; Corradina Pelligra, 39 anni, di Modica; Angelica Bellomo, 28 anni, di Noto; Marcella Cosimano, 52 anni, di Acireale; Daniela Gambino, 43 anni, di Catania; Gaetano Cani, 62 anni, di Canicattì; Vania Ragusa, 35 anni, di Modica; Emilia Calvo, 33 anni, di Noto; Giuseppe Cataudella, 38 anni, di Catania; Vincenza Maria Adele Accardi, 61 anni, di Riesi; Angela Bugiada, 39 anni, di Gela; Grazia Zarbo, 55 anni, di Licata; Margarita Firrigno, 52 anni, di Canicattì; Salvatore Floriddia, 52 anni, di Rosolini; Aurelio Innorta, 79 anni, di Niscemi; Maria Concetta Furnari, 45 anni, di Catania; Giuseppe Leonardi, 54 anni, di Catania; Gaetano Di Bartolo, 52 anni, di Gela; Ida Fioria, 47 anni, di Enna; Luca Puglisi, 45 anni, di Enna; Stefania Sgroi, 45 anni, di Catania; Antonio Agostini, 44 anni, di Siracusa; Agata Tiziana Aricò, 45 anni, di Catania; Alfia Di Mauro, 50 anni, di Catania; Alessandra Gagliardi, 42 anni, di Crotone; Vincenza Mantelli, 50 anni, originaria della Germania; Raffaella Carmela Musmeci, 50 anni, di Catania; Rosalba Pulvirenti, 51 anni, di Aci Sant’Antonio; Graziella Maria Adriana Sanfilippo, 38 anni, di Paternò; Valentina Stanzù, 32 anni, di Licata; Maria Troianini, 45 anni, di Piedimonte Etneo; Valeria Pirronello, 42 anni, di Catania; Melinda Traversa, 48 anni, originaria della Svizzera; Grazia Maria Rita Mondarini, 58 anni, di Gela; Stefania Bonfiglio, 41 anni, di Gela; Giuseppa Pizzo, 42 anni, di Licata; Assunta Sandra Alabiso, 48 anni, di Gela; Silvia Rapisarda, 50 anni, di Palermo; Filippa Di Bartolo, 49 anni, di Palermo; Antonella Scozzari, 46 anni, di Licata; Carmela Cambiano, 36 anni, di Licata; Domenica Giuffrida, 47 anni, di Catania; Luca Scozzari, 34 anni, di Licata; Carmela Consagra, 36 anni, di Licata; Chiara La Greca, 30 anni, di Licata; Daniela Garofalo, 39 anni, di Licata; Angelo Andrea Cellura, 47 anni, di Gela; Lorena Occhipinti, 38 anni, di Licata; Irene Tardino, 39 anni, di Licata; Francesco Valenti, 39 anni, di Niscemi; Simona Iannicelli, 41 anni, di Palermo; Lisa Fazio, 41 anni, di Catania; Concetta Maria Grazia Cani, 35 anni, di Canicattì; Pio Antonio Lo Brutto, 32 anni, di Canicattì; Luigi Bella, 44 anni, di Seregno (Milano); Teresa Falletta, 51 anni, svizzera; Roberta Messina, 44 anni, di Canicattì; Marzia Facciponte, 47 anni, di Canicattì; Alessandro Lombardo, 50 anni, di Serradifalco; Virginia Gallo, 36 anni, di Caltanissetta; Maria Elena Scaglione, 35 anni, di Canicattì; Letizia Sanfilippo, 36 anni, di Agrigento; Giuseppe Azzoletti, 42 anni, nato in Germania; Angela Piazza, 37 anni, di San Cataldo; Danilo Messina, 40 anni, di Canicattì; Maria Monachino, 39 anni, di Canicattì; Cateria Bio, 51 anni, di San Cataldo; Maria Grazia Montalbano, 37 anni, di Agrigento; Francesca Calogera Sgammeglia, 36 anni, di Canicattì; Giovanna Alongi, 50 anni, di Naro; Rosario Marchese Ragona, 48 anni, di Canicattì; Angela Cirasa, 42 anni, di San Cataldo; Salvatore La Cola, 45 anni, di Canicattì; Amodeo Nicotra, 45 anni, di Favara; Giuseppe Scarito, 38 anni, originario della Germania; Angelo Sanfilippo, 39 anni, di Canicattì; Pinella Savarino, 41 anni, di Palermo; Santina Lunetta Greco, 51 anni, di Canicattì; Carla Maria Terrana, 36 anni, di Caltanissetta; Maria Onolfo, 39 anni, di Licata; Valentina Castellano, 35 anni, di Palermo; Giuseppe Domenico Maria Serravillo, 52 anni, di Campobello di Licata; Giuseppe Rinallo, 42 anni, di Agrigento; Maria Cheti Grazia Carmeci, 47 anni, di Augusta; Francesco Lo Dato, 34 anni, di Caltanissetta; Maria Dispinseri, 73 anni, di Naro; Carmela Turco, 45 anni, di Canicattì; Norma Franco, 31 anni, di Palermo; Noemi Giammusso, 33 anni, di Caltanissetta; Alessia Rita Lo Leggio, 32 anni, di Leonforte; Francesca Bennici, 37 anni, di Palermo; Clara Genova, 39 anni, di Caltanissetta; Serena Di Maida, 39 anni, di San Cataldo; Myriam Gaglio, 32 anni, di Agrigento; Cristina Salamone, 45 anni, di Agrigento; Margherita Piazza, 37 anni, di Canicattì; Giovanni Leone, 25 anni, di Noto; Martina Guarrasi, 24 anni, di Ragusa; Ludovico Malandrino, 25 anni, di Ragusa; Antonella Maria Iozzia, 24 anni, originaria di Genova e Orazio Floridia, 31 anni, di Modica.
Nella lista anche quattro istituti in qualità di persone giuridiche: Mondo Scuola Srl di Licata; Ge.Is. Gest. Ist. Scol. Srl di Canicattì e Centro di istruzione Gabriele D’Annunzio di Ispica.

E’ stato inaugurato ieri a Montevago, lungo il viale XV Gennaio, il murales intitolato “DNA Donna Natura Amore” realizzato dall’artista Paolo Manno. L’opera è stata benedetta dall’arciprete don Giuseppe Coppola. Continua così la riqualificazione del centro belicino attraverso la street art dopo il primo grande murales realizzato tra i ruderi della vecchia Montevago e il progetto “Cabine d’Arte” nel nuovo centro urbano.

“Ringrazio a nome di tutta la comunità – ha detto il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo – Paolo Manno e i vari artisti che in questi anni hanno contribuito in questi anni a migliorare il decoro urbano realizzando diverse opere d’arte”.

“Mi è stata data la possibilità di realizzare un murales – ha detto l’artista Paolo Manno – e ho deciso di dedicarlo alle donne. L’ispirazione mi è venuta da un’anziana che stava facendo l’uncinetto. Dedico quest’opera a tutte le donne del mondo, perché noi alle donne dobbiamo tanto. Questo è il mio omaggio fatto con il cuore”.

 

Domenica 4 ottobre Agrigento ospiterà l’arrivo della seconda tappa del Giro di Italia, che attraverserà il territorio provinciale, passando per la SS 115, dallo svincolo di Menfi sino allo svincolo di Porto Empedocle, e proseguirà per la panoramica dei templi e la via Crispi, sino a raggiungere Piazza Vittorio Emanuele, dove, alle ore 16,30 circa, è previsto l’arrivo.

Il Genio Civile, con nota del Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Tecnico Salvatore Lizzio, pervenuta questa mattina, è stato incaricato dell’esecuzione dei lavori di pavimentazione e rifacimento della segnaletica orizzontale delle strade comunali e provinciali, su cui transiteranno i ciclisti. I lavori  suddetti saranno eseguiti  grazie alle risorse stanziate dal Governo  Regionale Musumeci con delibera 370 di Giovedì scorso, 3 settembre, ed in virtù di un accordo quadro attraverso il quale il Dipartimento Regionale Tecnico ha individuato, attraverso apposita procedura aperta, l’impresa per l’esecuzione dei lavori sul territorio agrigentino.

“I tempi per la realizzazione dei lavori sono davvero esigui, afferma il Capo del Genio Civile Rino La Mendola, ma sono convinto che, grazie alla professionalità ed alla buona volontà dei funzionari incaricati,   dimostreremo anche questa volta l’efficienza del Genio Civile, riuscendo, in meno di tre settimane, a redigere ed approvare il progetto, sottoscrivere il contratto con l’impresa aggiudicataria e ad  eseguire i lavori, che dovranno essere completati e collaudati prima del 4 ottobre”.

“In realtà, aggiunge il Capo del Genio Civile, a seguito delle decisioni assunte dal governo regionale nella seduta di giunta di giovedì 3 settembre, avevamo immediatamente allertato i funzionari incaricati, che hanno avviato, già da venerdì scorso, la redazione del progetto, lavorando meritoriamente anche durante il weekend”.

I lavori, che ammontano a circa un milione di euro, consistono nella scarificazione della vecchia pavimentazione stradale, nella sistemazione dei tombini, che in atto non sono allineati alla superficie stradale e nella posa di un nuovo strato di conglomerato bituminoso, rifinito da apposito tappetino di usura, che garantirà una superficie particolarmente idonea al transito ciclistico.

“Abbiamo già chiesto, conclude La Mendola, un incontro urgente al Prefetto ed ai competenti uffici comunali al fine di valutare modifiche temporanee al piano del traffico cittadino, finalizzate a consentire la veloce esecuzione dei lavori, garantendo contestualmente  la viabilità urbana”.

Oggi la comunità cristiana di Siculiana si ferma. Nel corso della mattina le campane suoneranno fino alle 10 e nella Basilica del Cristo nero verrà celebrata una messa per ricordare il migrante morto.

“Non possiamo restare impassibili dinanzi alla tragedia di un ragazzo che cercava la pace – ha detto don Giuseppe Carbone – preghiamo per i nostri politici affinché approvino leggi sante che rispettino la dignità dell’Uomo. E chi non può venire preghi. Da casa”.

A volte sembra una frase fatta. Apprezziamo le persone quando le perdiamo. La priorità che diamo al lavoro, la crescita personale, le gomitate tra i corridoi degli uffici, i falsi amici, ci fanno perdere di vista il valore di una persona che dovrebbe essere il fondamento delle nostre relazioni personali. Ho affiancato Caterina nella grande battaglia dei minatori del salgemma siciliani. Ho affiancato Caterina nel suo faticoso impegno verso una sanità “malata”  che voleva a tutti i costi “addrizzare”.

Ho affiancato Caterina quando la politica e non solo la politica non sopportava le sue riflessioni, le sue profonde considerazioni su tutto ciò che la circondava.Gli stessi che oggi scrivono sui quotidiani online.

Ciao Caterina 

Ci saremmo meravigliati del contrario e cioè se nel corso di questo week end non fosse scoppiata alcuna rissa nei locali agrigentini della movida.

Ed invece siamo ancora qui a raccontare gli ennesimi e oramai abituali episodi di risse, uno avvenuto nella zona balneare di San Leone, dove un gruppo di giovani ha accerchiato due ragazzi colpendoli a calci e pugni. Fortuna ha voluto che i due sono riusciti a fuggire e, quindi, hanno evitato il peggio.

L’altra rissa, a poco tempo di distanza, è avvenuta nei locali della movida del centro città. Due gruppi se le sono date di santa ragione fino a quando sono giunte sul posto le Volanti della Questura. I contendenti si sono dati alla fuga facendo sparire le loro tracce.

Indagini per risalire agli autori delle risse.

 

 

Il Cartello Sociale della provincia di Agrigento esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Caterina Santamaria straordinaria dirigente sindacale, sempre dalla parte dei più deboli. La provincia di Agrigento perde un’appassionata sostenitrice dei diritti sociali per la cui affermazione non si è mai risparmiata
 Negli ultimi tempi ha frequentato le strutture ospedaliere per i suoi personali motivi di salute quelle strutture per il miglioramento delle quali si è battuta senza risparmio di energie. Tra le tante iniziative da lei promosse come non ricordare quella per la Cittadella della Salute da collocare nel vecchio San Giovanni di Dio. Pur non essendo nata nell’agrigentino ha amato tanto la nostra terra e ha fatto di tutto perché le condizioni di vita della popolazione potessero migliorare. Con lei se ne va una persona intelligente, acuta, competente ed essenzialmente romantica. Ci mancherà.

“La scrivente O.S., a seguito diverse segnalazioni di utenti e iscritti a questa Cisl, segnala a codesta Spett. Direzione Prov.le di Poste Italiane, la situazione di criticità che si è venuta a creare, a seguito della decisione di apertura dello sportello di Via Gen.le Caviglia a Porto Empedocle in soli tre giorni a settimana.

Sicuramente condivisibili tutte le precauzioni per limitare al massimo il rischio del contagio da Coronavirus, ma non si può sottovalutare il fatto che tale decisione stia creando situazioni di estrema criticità anche in tema di sicurezza. Si vuole far presente a codesta spett.le Direzione, che il quartiere di Piano Lanterna cui fanno riferimento gli utenti della sede di via Gen. Caviglia, è un popoloso quartiere di Porto Empedocle, ancor più numeroso del Centro Storico. Inoltre a tale sportello, si rivolgono anche gli utenti di Zona Ciuccafa e Zona Grandi Lavori, sempre dello stesso Comune. Nei tre giorni di apertura, si registrano ormai da mesi, scene che hanno dell’ incredibile, persone che arrivano alle prime luci dell’alba per prendere il turno, non di rado, si verificano disordini che molto spesso si trasformano in liti, sono ormai classiche le scene di anziani che debbono ricorrere a cure mediche per le lunghe attese sotto il sole cocente all’esterno della sede e senza la presenza di adeguata copertura, utenti che aggrediscono verbalmente e con offese gli incolpevoli operatori dello sportello.

Si chiede a codesta spett.le Direzione, di voler rivedere la decisione di continuare con le aperture a giorni alterni, e ritornare al vecchio orario di apertura giornaliera in modo tale che l’utenza possa diluirsi di più nel tempo e con alleggerimento anche del lavoro per gli addetti allo sportello, e ritrovare tutti un clima sereno in cui tutti possano lavorare e ricorrere ai servizi postali in modo naturale e pacifico”.

Lo dichiara Edoardo Sessa in un comunicato inviato alle poste.