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La rumena residente a Ribera è stata trasferita in una struttura ospedaliera di Palermo munita di reparto di malattie infettive. Non è in terapia intensiva. Il marito e il figlioletto si trovano in quarantena a casa, contagiati anche loro. La situazione della rumena non sembra manifestare particolari criticità cliniche. Ha accusato, a casa, lievi difficoltà respiratorie ed è stata sottoposta all’uso di bombole di ossigeno. Per precauzioni, è stata trasferita a Palermo.

Intanto, il padre chiede un gesto di solidarietà per il proprio figlioletto. Ambedue sono in quarantena a casa. Il piccolo di 8 anni non dispone di giochi per trascorrere il tempo. Sarebbe utile un gesto di solidarietà acquistando giocattoli da consegnare alla Polizia Municipale di Ribera. Sarà il personale comunale a far pervenire a casa del bimbo i giocattoli donati.

Da oggi è online il nuovo sito di Fratelli d’Italia Agrigento, la soddisfazione del responsabile Comunicazione Social Media per la provincia di Agrigento, Giuseppe Milano: “Oggi, 8 settembre, è online il nostro sito www.fratelliditalia-agrigento.it, la nostra nuova casa virtuale, nella quale sarà possibile leggere di noi e rimanere aggiornati sulle nostre attività nel territorio.

La pubblicazione del sito è per me una grande soddisfazione perché rappresenta una sorta di punto di arrivo di un percorso iniziato col mio ingresso in Fratelli d’Italia e che ha visto, strada facendo, la crescita del profilo Facebook (già esistente), la nascita dei profili Instagram, Twitter, YouTube e Telegram, e perché, al contempo, ci consente di essere una delle poche strutture politiche provinciali ad essere presenti sui social più conosciuti, e ad avere un portale dedicato, nell’intero panorama politico nazionale”

Una bambina di un anno e mezzo ha ingoiato l’hashish che mamma e papà avrebbero dimenticato appoggiato da qualche parte in camera da letto. La piccola è stata ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento. Non è, per fortuna, in pericolo di vita. E’ stata già dimessa dal reparto di Pediatria dove era stata, appunto, tenuta costantemente sotto controllo.

L’Azienda ha subito avvertito la Questura per la segnalazione del caso. I poliziotti hanno subito effettuato le necessarie ricostruzioni investigative e hanno informato la Procura della Repubblica. L’ipotesi di reato che ai genitori, entrambi denunciati all’autorità giudiziaria, viene contestata è violazione degli obblighi di assistenza familiare. E’ certo il fatto che s’è sfiorata la tragedia perché la piccina è finita in ospedale per una intossicazione da sostanza stupefacente.

Si è svolta oggi nella sede dell’Aeronautica Militare di Lampedusa, una riunione per una disamina aggiornata della situazione dell’accoglienza dei migranti sull’isola di Lampedusa. All’incontro, presieduto dal Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, Prefetto Michele di Bari, hanno preso parte anche il Prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, il Sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, il Prefetto Daniela Parisi, il Prefetto Michela Lattarulo, i vertici provinciali delle Forze di Polizia, nonché qualificati rappresentanti della Capitaneria di Porto, del Dipartimento regionale di Protezione civile, dell’ASP, di USMAF, Croce Rossa Italiana, Invitalia e Agenzia delle Dogane.

Per l’occasione si è dato atto del completamento, nella mattinata odierna, delle operazioni di imbarco sulla nave “Rhapsody” nonché del trasferimento sulla ulteriore nave “Adriatico” di tutti i restanti migranti, ospitati presso l’Hotspot e nella “Casa della fraternità”. E’ stata, inoltre, affrontata la problematica connessa ai lavori di riqualificazione dell’Hotspot, ad opera di Invitalia, la quale ha illustrato le attività in essere per il completamento del II° lotto e confermato l’avvio dei lavori del III lotto entro la fine del corrente mese che, in considerazione dell’assenza di migranti presso il Centro, consentirà accelerare le attività già programmate. Tra le opere da eseguire nell’ambito di quest’ultimo lotto la priorità sarà data ai lavori di rifacimento e consolidamento della recinzione della struttura in questione.

E’ stato altresì reso noto che nell’eventualità dovessero approdare, in un prossimo futuro, altri migranti sull’isola di Lampedusa, al fine di agevolare i lavori in corso, sarà resa disponibile nei prossimi giorni a Lampedusa una ulteriore nave per consentire, ove possibile, il
trasbordo dei migranti giunti sull’isola dal molo Favaloro direttamente sulla nave quarantena.

Al fine di meglio definire le attività connesse agli aspetti sanitari, che risultano essere di fondamentale importanza per adattare l’Hotspot alle esigenze di contenimento del COVID-19 e per velocizzare, altresì, le operazioni di collocamento dei predetti migranti, Il Capo Dipartimento ha invitato le autorità sanitarie regionali e locali, laddove necessario in sinergia con i medici dell’USMAF, a fornire specifiche indicazioni sugli interventi necessari e tempi di esecuzione degli accertamenti sanitari.

In stato di alterazione psicofisica, verosimilmente, per l’eccessivo consumo di alcolici, a bordo della sua autovettura, ha creato il caos. E all’intervento dei carabinieri ha reagito al controllo, li ha minacciati di morte, ed è stato arrestato. In manette è finito C.N., ventiquattrenne di Raffadali. Il fatto è accaduto, l’altra sera, nei pressi di piazza Progresso, nel centro raffadalese.

Più cittadini hanno segnalato al 112 la presenza di un giovane, che stava creando qualche problema. Immediato l’intervento dei carabinieri della Stazione di Raffadali. Il giovane all’invito di sottoporsi all’alcol test si è rifiutato. Poi è andato in escandescenza, ed ha minacciato gli uomini in divisa.

È stato bloccato e arrestato, con le ipotesi di reato di resistenza e minacce a Pubblico ufficiale, ma a suo carico è scattata anche la denuncia per rifiuto di sottoporsi al controllo etilometrico.
Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Alfonso Pinto ha convalidato l’arresto e disposto a carico del giovane (difeso dall’avvocato Calogero Lo Giudice) l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, per la firma tre volte a settimana.

100 posti di lavoro, benefici per l’indotto, per la città e per il territorio. Attraverso un progetto finanziato dal MiSE Agrigento diventa sede in cui sviluppare attività di studio e di impresa. L’innovazione trova il suo luogo ideale nella nostra città a riprova del fatto che non siamo i soli a vedere le potenzialità produttive del nostro territorio. Datafactor è promosso da Expleo Italia spa e TopNetwork Spa col patrocinio del Comune.  Abbiamo seguito questo progetto sin dall’inizio e lo riteniamo di estrema importanza per la città e per il territorio. La scienza dei dati ha diverse applicazioni e permette di potenziare attività amministrative ed economiche. Pensiamo che possa stimolare start up su due assi fondamentali della nostra economia,  Turismo e Cultura.   Intanto sarà realizzato un Polo informatico di eccellenza nel settore. Saranno impegnate nel progetto 100 figure professionali altamente qualificate.
I lavoratori  saranno supportati da adeguati programmi di orientamento forniti dal Comune. Il progetto prevede, inoltre, un investimento in ricerca e sviluppo di circa 21 milioni di euro nei tre anni di esecuzione, altri 13 milioni potranno essere investiti in attività produttive nei cinque anni successivi all’avvio dell’attività. L’incremento occupazionale generato dall’investimento produrrà un indotto economico notevole e  benefici sull’intero territorio.

LaPrefettura di Agrigento, con nota circolare ha indicato richiedere ai presentatori delle liste di candidati per l’elezione del Consiglio Comunale nonché delle candidature per l’elezione diretta del Sindaco, la consegna di n. 3 cd rom con i simboli della lista presentata. Il simbolo del contrassegno (non l’intera immagine) dovrà avere una grandezza di 50x50pixel;, l’immagine dovrà essere fornita senza alcuna compressione;-l’immagine dovrà essere in uno dei seguenti formati: JPEG;-la risoluzione dell’immagine dovrà essere di 300 DPI.Al suddetto fine, pertanto, si informa che gli interessati potranno provvedere alla consegna, ove possibile, già al momento della presentazione della lista.

Lo scrivente Giuseppe Di Rosa Presidente del Movimento Civico “Mani libere”, segnala a Codesti Uffici, una situazione di inquinamento ambientale con pericolo per la incolumità pubblica dei cittadini.

Dopo l’incendio del 16 Giugno U.S., che ha interessato una attività commerciale nella Via Unità d’Italia, alla data odierna, insistono ancora i rifiuti che purtroppo dopo le piogge di questi giorni sono divenuti ancora più pericolosi ed inquinanti,  sembra che quanto da noi appurato e segnalato, è stato più volte dai residenti del palazzo sfollato e da quelli che risiedono nei palazzi confinanti, segnalato al Comune di Agrigento, gli stessi si sarebbero sentiti rispondere che “nessuna competenza ha il comune sulla problematica”, a parere dello scrivente così come stabilito dalle Leggi e normative Vigenti in materia ambientale e come documentato dalle foto allegate, invece, il sindaco, quale massima autorità di tutela della salute pubblica e di Protezione civile, dovrebbe immediatamente intervenire d’ufficio alla bonifica  e solo dopo eventualmente rivalersi sugli eventuali responsabili del disastro ambientale in atto.

La nostra associazione esprime viva preoccupazione e netta contrarietà ai previsti lavori di riqualificazione del centro del paese di Linosa.

Comprendiamo l’intento di migliorare le condizioni di strade e pavimentazioni, che allo stato attuale necessitano certamente di un deciso intervento di manutenzione, Questo scopo, tuttavia, non può essere perseguito stravolgendo l’aspetto che il centro del paese ha da sempre e che ne costituisce tratto caratteristico e memoria storica.

Certi forzati modernismi mal si adattano alla semplice bellezza dei nostri luoghi, e troppe volte – certamente non solo a Linosa – si è fatto ricorso a progetti che hanno privato vie e piazze cittadine, lungomari, giardini pubblici della loro identità storica e, in definitiva, della loro anima.

Siamo fermamente convinti che il progetto, anziché costituire un vantaggio per Linosa, nuocerà gravemente all’identità del paese, e, non sembri eccessivo, anche al turismo. Infatti i turisti apprezzano l’isola per la sua autenticità e la sua antica, semplice bellezza, e non apprezzerebbero certamente lavori di “restyling” di dubbio gusto.

Invitiamo pertanto Codesta Amministrazione a ritornare immediatamente sui propri passi, limitandosi alla semplice sistemazione, senza stravolgimenti, di strade e pavimentazioni, e a dare priorità alle altre emergenze, prima tra tutte l’assoluta ed anacronistica precarietà dei collegamenti.

Una grossa lastra di vetro gli recide l’arteria femorale. Paziente di Favara salvo grazie ad un delicato intervento di chirurgia vascolare al “San Giovanni di Dio”.
Un incidente sul lavoro e la corsa in ospedale. Momenti drammatici per A.P., paziente cinquantenne di Favara, giunto alcuni giorni addietro al pronto soccorso del “San Giovanni di Dio” in gravissimo stato di shock emorragico dopo esser caduto su una grande lastra di vetro conficcandosi un lungo frammento appuntito alla radice della coscia destra in corrispondenza del gluteo. Dopo aver tentato un tamponamento compressivo i sanitari hanno immediatamente avviato in sala operatoria il malcapitato, gravemente ipoteso per via dell’emorragia imponente e con un valore di emoglobina pari a 4 g/dl, affidandolo all’equipe operatoria dell’Unità operativa complessa di chirurgia vascolare coordinata dal direttore del reparto, Leonildo Sichel, e composta Dalle dottoresse Antonella Di Gregorio e Debora Perricone. Qui un’amara sorpresa ossia la diagnosi della sezione quasi completa dell’arteria femorale superficiale e di una ferita ovalare di grandi dimensioni sulle pareti della vena consensuale, il cui lembo laterale conteneva lo sbocco di tre grosse collaterali venose. Visto il progressivo precipitare delle condizioni cliniche ed il permanere della perdita ematica e poiché la direzione dell’asse maggiore della ferita sembrava dirigersi verso l’inguine, si era infatti deciso di compiere un tentativo estremo e cioè l’esplorazione e l’eventuale clampaggio del tripode femorale, nell’evenienza che fosse stato leso uno dei principali rami di tale vaso, ed è proprio in questa fase che è emersa appieno la gravità della lesione.
Nonostante le grandi difficoltà tecniche incontrate, dovute anche all’inusuale posizione prona del paziente, e grazie alla collaborazione attivissima di altri medici presenti, l’equipe ha compiuto un lavoro davvero eccellente senza mai demordere. Al termine di un lungo intervento le due lesioni vascolari sono state riparate, con completa restituzio ad integrum degli assi vascolari venosi ed arteriosi.