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La Camera di Commercio di Agrigento partecipa a “Eccellenze in digitale 2020 – 2021”, la nuova edizione del progetto di Unioncamere supportato da Google, che si propone di aiutare le imprese italiane a potenziare le competenze dei propri lavoratori. Un primo corso di formazione è in programma il 24 novembre dalle ore 9:30 sul tema: “La trasformazione digitale al tempo del Coronavirus”. L’iniziativa, in ambito nazionale, intende formare gratuitamente almeno 30mila persone, tra imprenditori, dipendenti, collaboratori e tirocinanti, sulle competenze digitali di base e sull’uso di strumenti sempre più essenziali per superare la seconda ondata di una pandemia che ha colpito con forza le aziende italiane.

Il Dipartimento regionale della Protezione Civile ha diramato l’avviso di rischio meteo-idrogeologico e idraulico n. 20321 del 16 novembre 2020, relativo alla zona “E”, valido fino alle ore 24:00 di domani. Il livello di allerta diramato per il rischio meteo-idrogeologico per la giornata di oggi 16/11/2020 fino alle ore 24:00 è “VERDE” e fase operativa di “GENERICA VIGILANZA” con rovesci o temporali e per le successive 24 ore (dalle ore 00:00 e fino le ore 24:00 di domani) è “GIALLO” e fase operativa “ATTENZIONE”. con rovesci o temporali.

Controllate 1.923 persone ed elevate 64 sanzioni; le attività commerciali oggetto di verifica sono state 179 e sono state elevate 3 sanzioni pecuniarie. E’ stata disposta la chiusura provvisoria di un’attività, ai sensi dell’art. 4 del Decreto Legge n. 19 del 2020. Questo il bilancio fornito poco fa dalla Prefettura di Agrigento sui controlli disposti nel rispetto delle indicazioni definite durante il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal Prefetto Maria Rita Cocciufa. Tali servizi, rimodulati in relazione alle specifiche limitazioni derivanti dall’inserimento della regione Sicilia tra le aree di criticità “arancione”, oltre all’obiettivo di verificare il corretto uso delle mascherine e del divieto di assembramento all’interno dei comuni (ove comunque viene raccomandato di evitare gli spostamenti non necessari), sono stati rivolti in particolare all’osservanza delle norme più stringenti riguardanti l’operatività degli esercizi pubblici, nonché gli spostamenti tra comuni diversi. Le Forze dell’Ordine – Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza – hanno svolto una capillare attività di controllo, soprattutto in chiave preventiva. I risultati riguardano l’attività svolta nei giorni 13/14/15 novembre dalle pattuglie impiegate nel territorio provinciale.

Ritardi nella consegna dei tamponi molecolari. A segnalare all’Asp come i tempi, talvolta, si dilatino è stato l’assessore comunale alla Sanità: il cardiologo Giovanni Vaccaro. E’ stata inviata una lettera ai vertici dell’azienda sanitaria provinciale chiedendo, al commissario straordinario Mario Zappia, “l’attivazione di turni h24 da parte del laboratorio per ridurre i tempi di consegna degli esiti dei tamponi”.

Ma il cardiologo dell’azienda ospedaliera “San Giovanni di Dio”, Giovanni Vaccaro, ha chiesto anche “il potenziamento dello stesso laboratorio con l’acquisto di ulteriore strumentazione. Recenti studi hanno messo in evidenza un numero non trascurabile di falsi negativi dopo tampone rapido antigenico – spiega l’assessore comunale – . Ecco quindi l’esigenza di ridurre al massimo i tempi di elaborazione e consegna degli esiti da parte dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio. Ciò, infatti, potrebbe determinare una riduzione di contagi sia per il personale sanitario che per i degenti”.

 
 

Sono 1.461 i nuovi positivi al Covid19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore, su 8.151 tamponi effettuati;
36 i decessi, che portano il totale a 932.

Con i nuovi casi salgono a 29.765 gli attuali positivi con un incremento di 958.
Di questi 1.725 sono i ricoverati, 16 in più rispetto a ieri: 1.501 in regime ordinario e 224 in terapia intensiva con un aumento di 7 ricoveri. In isolamento domiciliare sono 28.040.
I guariti sono 467.

I nuovi positivi divisi per province:

Palermo 445,

Catania 328,

Ragusa 218,

Messina 110,

Trapani 127,

Siracusa 79,

Agrigento 26,

Caltanissetta 79,

Enna 49.

Tramonta il sogno di Palma di Montechiaro Capitale Italiana della Cultura 2022. Il Mibact ha annunciato la “short list” delle città candidate, l’ultimo step prima di comunicare il vincitore, escludendo la Città del Gattopardo. “Siamo certi – commenta il sindaco Stefano Castellino – che le altre città candidate, le “concorrenti” che abbiamo visto come “sorelle” di una avventura entusiasmante, meritino questo importante riconoscimento. A loro va l’augurio di tutta la nostra Città di ottenere il titolo per il 2022, e soprattutto di poter realizzare quanto immaginato in questi lunghi mesi di progettazione”. Castellino rivolge un “grazie al Gruppo di Lavoro, Angela Rinollo , Marilena Vaccaro, Alfonso Di Vincenzo Peppe Todaro, per tutto quello che ha realizzato, il Comitato Scientifico e quanti si sono spesi in questo progetto, convinto che il lavoro svolto sia fondamentale per l’Avvenire della nostra Città. Palma negli ultimi anni ha avuto un processo di metamorfosi assai evidente, lo stesso che l’ha resa in grado di competere fianco a fianco a grandi Città in un concorso arduo e di elevata responsabilità, laddove le condizioni di partenza non lo avrebbero invece mai consentito. Il dossier presentato in questi mesi ha ottenuto notevole riscontro e costituisce una traccia poderosa per la programmazione futura, che non si arresterà di certo dopo questo esito.A tal proposito nel redigendo bilancio comunale 21-23 sono state stanziate notevoli risorse per la fase esecutiva del Dossier. Come detto – conclude il primo cittadino – in più occasioni, il progetto “Io sono P.A.L.M.A.” si realizzerà lo stesso, con le risorse del territorio, con l’aiuto ed il sostegno dei tanti che credono in Lei e con l’entusiasmo e la forza della sua comunità”.

Il pubblico ministero della Dda Claudio Camilleri ha chiesto undici condanne davanti al Gip del Tribunale di Palermo, Claudia Rosini (udienza in video conferenza) nell’ambito del processo scaturito dalle operazioni antimafia e massoneria dei carabinieri di Licata e del Ros denominate Halicon e Assedio che nell’estate di un anno fa portò in carcere una ventina di persone. Per Angelo Occhipinti, considerato il boss della famiglia licatese la richiesta è stata di 20 anni di reclusione e 10 mila euro di ammenda; 10 anni per il funzionario regionale Lucio Lutri già gran maestro massonico; 12 anni per Vito Lauria, figlio del “professore” Giovanni e boss di Licata; 16 anni per Giovanni Mugnos; 16 anni per Raimondo Semprevivo; 12 anni per Giuseppe Puleri; 12 anni per Giacomo Casa; 10 anni per Angelo Graci, 10 anni e otto mesi per Giuseppe Galanti, e dieci anni per il farmacista Angelo Lauria. Complessivamente sono stati chiesti 130 anni di carcere. Per Marco Massaro, chiesti 3 anni. Il collegio delle difese è composto, tra gli altri, dagli avvocati Angela Porcello, Giovanni Castronovo, Santo Lucia, Giuseppe Martorana, Angelo Balsamo, Lillo Fiorello, Giuseppe Di Peri, Giuseppe Rapisarda. Prossima udienza il 18 dicembre.

Sono 8 i centri di raccolta del plasma per la cura del Coronavirus, in Sicilia, autorizzati dal Dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’ assessorato regionale della Salute. La raccolta del plasma per l’immunizzazione avviene nei servizi trasfusionali presso i policlinici di Palermo e Catania, le Asp di Trapani, Caltanissetta e Ragusa e negli ospedali Papardo di Messina e Garibaldi di Catania, tutti autorizzati alla fine della scorsa primavera.

“Anche ad Agrigento ci sarà la raccolta di plasma iperimmune” – dichiara in una nota la presidente della commissione Salute dell’Ars Margherita La Rocca Ruvolo a proposito del plasma iperimmune utilizzato per la terapia anti Covid – Già lo scorso marzo, spiega la presidente della Commissione, l’assessorato regionale per la Salute aveva mandato ai trenta centri trasfusionali della Sicilia una nota per capire se avevano i requisiti per partecipare al progetto nazionale Tsunami (acronimo di TranSfUsion of coNvaleScent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS.CoV2). Si tratta di uno studio nazionale comparativo randomizzato – attivato su indicazione del Ministero della Salute promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’AIFA – per valutare l’efficacia e il ruolo del plasma ottenuto da pazienti convalescenti da Covid-19. Al progetto hanno partecipato in Sicilia otto centri trasfusionali, il centro trasfusionale dell’Asp di Agrigento non aveva i requisiti per poter aderire. Questo, però, non vuol dire non poter usufruire del plasma raccolto da altri centri trasfusionali e non vuol dire comunque non raccogliere il plasma: nell’Agrigentino, sottolinea La Rocca Ruvolo, infatti, viene effettuata la raccolta di plasma ad uso compassionevole dai pazienti guariti dal Covid e a tal proposito, nei prossimi giorni, per sgombrare il campo da ogni equivoco, uscirà una nota chiarificatrice da parte dell’assessorato regionale per la Salute”.


Le criticità all’interno dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento legate alla gestione covid. Emergono alcune novità. Di Luisa Miccichè.

Ancora criticità legate all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento nell’ambito della gestione “covid”. In particolare al reparto di lungodegenza sarebbero risultati 8 positivi tra i degenti, ed alcuni sarebbero stati infettati da personale sanitario già contagiato dal covid ma asintomatico. Infatti, alcuni tra medici e infermieri hanno, da un giorno all’altro, iniziato a circolare nel reparto con tutti i sistemi di protezione anticovid, compresa la tuta. E verosimilmente sarà stato tale personale sanitario ad infettare alcuni dei degenti dello stesso reparto. Nel frattempo, ancora all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento non è stato ancora risolto il problema, già segnalato nei giorni scorsi, dei ritardi nella comunicazione dell’esito dei tamponi. Accade infatti che procedendo ai ricoveri programmati o urgenti, i ricoverati siano, secondo prassi, sottoposti al tampone molecolare. L’esito in tale caso è atteso parecchi giorni, anche cinque. E’ dunque ovvio che, se il paziente giunge già contagiato dal covid, poi, dopo l’esecuzione del tampone, vi sarà tutto il tempo per infettare altri degenti, o medici o altri operatori sanitari. Bisognerebbe quindi che, così come avviene nei “drive in” già allestiti in 40 città siciliane, anche all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento i ricoverati siano subito, prima del ricovero, sottoposti al tampone rapido. E solo nel caso di positività, si procedesse all’esecuzione, a conferma, del tampone molecolare. Ciò preserverebbe coloro che lavorano o sono già ricoverati all’interno dell’ospedale dall’infezione covid 19. Tale problema è stato segnalato dal personale sanitario dell’ospedale di Agrigento al deputato nazionale del Movimento 5 Stelle, Michele Sodano, il quale ha messo a disposizione il proprio indirizzo e-mail per inviare le segnalazioni garantendo l’anonimato. Lo stesso Sodano afferma: “Sto ricevendo tantissime segnalazioni da parte degli operatori sanitari del San Giovanni di Dio di Agrigento, vogliono rimanere anonimi per non perdere il proprio posto di lavoro. Mi comunicano tanti problemi e protocolli sbagliati che mettono a rischio la vita degli infermieri, dei visitatori e degli stessi pazienti covid e non covid. Sono molto preoccupato. Per questo motivo vi chiedo di scrivermi all’indirizzo sodano_m@camera.it inviandomi tutte le criticità e le inefficienze che avete riscontrato nell’intera provincia di Agrigento, così da poterle raccogliere in un documento che invierò ai vertici della sanità provinciale, regionale e allo Staff del Ministro della Salute Roberto Speranza”.