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di Cesare Sciabarrà, Direttore canicattiweb

 

Oggi vogliamo trattare un argomento che credo sia di attualità, o forse lo è sempre stato. E per trattare l’argomento partiamo dal lessico, dal significato delle parole, dalla differenza che spesso hanno le parole, differenza a cui capita di non dare il giusto peso. Sotto esame la differenza tra il politico e il politicante.

Partirei dalla definizione che la TRECCANI da del termine “politicante: chi svolge attività politica con scarsa competenza, per lo più con mire ambiziose e per trarne vantaggi personali. È sorprendente come la definizione che ne dà la più famosa delle enciclopedie italiane. È sorprendente come faccia riferimento a due fattori che spesso diventano traduzione dei disagi, scarsa qualità della vita, precarietà, mancanza di servizi etc etc. uno dei quali è la scarsa se non addirittura la totale assenza di competenza, di visione, di autorevolezza, di programmazione di un’idea di comunità.

L’assenza di tutto ciò coincide con il secondo fattore a cui la Treccani fa riferimento, cioè la finalità con cui il politicante si affaccia alla politica, sono le ambiziose mire finalizzate a trarne vantaggi personali. L’identikit fatto dalla Treccani introduce un argomento di straordinaria attualità, oltre a darci uno strumento per il riconoscimento di taluni figuri. Per il politicante i risultati sono parimenti alle promesse e agli impegni presi con l’elettorato a cui chiede il voto, elementi di poca importanza dal punto di vista della moralità. La promessa come strumento d’ imbroglio, di estorsione del voto è imprescindibile dal suo modus operandi. Non ha timore nell’esagerare, nel disegnare o farsi disegnare scenari e prospettive di cui egli stesso non ne capisce il contenuto.

Ciò che conta per il politicante è l’effetto che quella promessa possa avere sulla gente, la capacità estorsiva della promessa. Benedetto Croce sintetizza il concetto in una frase: hanno sempre in bocca le grandi e nobili parole e la solenne indignazione. Per poi approfondire la definizione definendolo “persona faziosa e intrigante, dedita agli intrallazzi”.

Però a questi dotti ragionamenti va aggiunto anche un dato importante. Il politicante non è solo utile a sé stesso. Nella maggior parte dei casi è utile anche a chi lo ha aiutato, a volte scelto per occupare quel determinato ruolo politico. Un “utile idiota” consapevole, che cosciente del suo ruolo guarda al profitto personale, ai vantaggi che ne riesce a trarre. I politicanti nella maggior parte dei casi sono come le salviettine imbevute, utilizzate al momento, magari dopo essere andati al bagno su un treno e poi buttati via. E come le salviettine imbevute, lasciano quello strano odore senza personalità che va via non appena ci si lava le mani.

Detta così sembrerebbe che il politicante non abbia delle qualità, anche se declinate negativamente. Il politicante è cinico, talmente cinico che non distingue chi gli sta accanto, non si chiede mai chi gli sta accanto ma a cosa potrà servigli. È bugiardo, un vero professionista della bugia. Racconta fatti che non ci sono, manipola la realtà e la propone prodomo suo. Tende al vittimismo, e lo fa in maniera scientifica, con precisione chirurgica. Adora e pratica le tragedie, si inventa nemici e minacce inesistenti, facendo dimenticare che è la gente a doversi guardare da lui e non lui dalla gente.

Ciò che accompagna la sua esistenza è l’opacità. Ma non si è un buon politicante se non si ha un buon gruppo di supporto ci cui circondarsi. Anche quello da utilizzare e buttarlo nella indifferenziata al momento opportuno. Ma attenzione il buon politicante presta una maniacale attenzione a chi gli sta intorno alla scelta di chi lo deve collaborare. Non sia mai che egli possa avere un quoziente intellettivo superiore o abbia ambizioni di qualsiasi natura. Chi circonda il politicante deve essere suddito nel DNA , deve adorare gli ossi, guai ad aspirare a portate complete. E comunque sia, quella del politicante, al netto della definizione della Treccani o di Benedetto Croce, è una professione a tutti gli effetti, un mestiere per certi versi faticoso, impegnativo. Certo si potrebbe pensare ad un Albo, se non fosse che il politicante si guarda bene dall’essere definito tale, figuriamoci ad ammetterlo tramite l’iscrizione ad un albo.

Se siete arrivati a leggere fin qui, a questo punto vi aspettate la definizione di “politico”. Presto fatto: l’esatto contrario del politicante.

Cesare Sciabarrà

Il video parla da solo e fotografa una situazione che ad Agrigento e a San Leone accade un giorno si e due no. I posti sono sempre gli stessi, quelli della movida. Spesso ad essere coinvolti in queste violentissime risse sono uomini di colore, come i gambiani acciuffati questa notte dopo che hanno semidistrutto le vetrate e l’interno del ristorante Matra, in via Pirandello e quelle del bar San Pietro. Un africano è stato anche medicato per le ferite da taglio riportate.

La situazione è diventata raccapricciante. Attendiamo la prossima rissa.

Il video è di sabato notte; la devastazione dei locali, invece, è avvenuta questa notte.

 

Dopo le assoluzioni con formula piena pronunciate dall’Autorità Giudiziaria Ordinaria e dalla Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale della Sicilia, anche il procedimento disciplinare che l’Ufficio Scolastico Regionale aveva intrapreso nei confronti dell’ex Presidente della Provincia regionale di Agrigento, Prof. Eugenio Benedetto D’Orsi, si è concluso con integrale archiviazione delle contestazioni mossegli.

Come si ricorderà il Prof. D’Orsi, Dirigente Scolastico, nel corso del mandato elettorale svolto quale Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, era stato interessato da alcuni procedimenti penali e contabili ad in ragione dei quali, l’Ufficio Scolastico Regionale, con nota risalente all’11 aprile 2013, intraprendeva nei suoi confronti un’azione volta a verificare la sussistenza di eventuali ulteriori responsabilità disciplinari.

Il Prof. D’Orsi, ricevuta la suddetta contestazione, assistito dagli Avv.ti Girolamo Rubino e Mario La Loggia, faceva pervenire all’organo di disciplina un’articolata memoria con la quale, oltre a confutare tutte le accuse rivolte nei propri confronti, richiedeva anche la sospensione di ogni giudizio disciplinare in attesa delle definizione dei giudizi pendenti innanzi le competenti Autorità giurisdizionali.

L’USR, ritenuta la necessità di attendere gli esiti di tali procedimenti, opportunamente sospendeva il procedimento disciplinare.

A seguito dei pronunciamenti in seguito resi tanto dal Tribunale di Agrigento, quanto dalla Corte di Appello di Palermo e, non ultimo dalla Corte dei Conti, tutti conclusisi con sentenze ampiamente assolutorie per insussistenza del fatto ovvero poiché dallo stesso non commesso, il Prof. D’Orsi chiedeva all’USR la riapertura del procedimento disciplinare illo tempore sospeso.

Sicché l’Ufficio procedimenti Disciplinari per la Dirigenza Scolastica operante presso l’U.S.R. Sicilia, con nota del 16 luglio 2020 riapriva il procedimento disciplinare all’uopo reiterando tutte le contestazioni mosse nel lontano 2013.

Ricevuta, pertanto, la nuova contestazione di addebiti, il Prof. D’Orsi, sempre con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Mario La Loggia, presentava nuove ed approfondite difese volte a sostenere l’infondatezza del procedimento.

Gli Avv.ti Rubino e La Loggia rilevavano, in particolare, come i fatti per i quali il Prof. D’Orsi venne sottoposto a procedimento penale attenevano non già ad azioni e/o omissioni compiuti quale Dirigente scolastico, bensì, ad azioni e/o omissioni che sarebbero state poste in essere (circostanze, successivamente smentite dalle statuizioni irrevocabili rese tanto dal Tribunale di Agrigento, quanto dalla Corte di Appello di Palermo) nella qualità di Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, ossia per un’attività del tutto avulsa da quella di Dirigente Scolastico.

I legali evidenziavano, quindi, che tutti i procedimenti penali promossi contro il Prof. D’Orsi erano stati definiti con sentenze assolutorie passate in autorità di cosa giudicata e, pertanto intangibili, con la derivata conseguenza che nessuna sanzione disciplinare avrebbe potuto essere irrogata per fatti non solo estranei al rapporto lavorativo intercorrente con l’Amministrazione Scolastica, ma soprattutto per fatti e circostanze da cui lo stesso era stato assolto, in sede penale, con le più ampie formule assolutorie.

Ebbene, l’Ufficio dei procedimenti Disciplinari, con provvedimento del 18 settembre 2020, ritenute fondate e meritevoli di accoglimento le argomentazioni rese dagli Avv.ti Rubino e La Loggia, dopo aver dato atto che “il Prof. D’Orsi è stato prosciolto da ogni accusa e con formula pienamente assolutoria – i.e. per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste – riguardo a tutte le imputazioni di reato”, ha archiviato l’intrapresa azione disciplinare.

Blitz della Polizia postale di Catania e Messina contro la pedopornografia on-line: sei le persone indagate per detenzione e divulgazione di pornografia minorile.
Le indagini – coordinate dalla Procura di Messina e svolte sotto la direzione del Centro nazionale contrasto pedopornografia on-line (Cncpo) del Servizio polizia postale e delle Comunicazioni – hanno preso il via dopo la denuncia di una donna, residente nel Messinese, madre di un’adolescente, che si era accorta della presenza sullo smartphone della figlia di diverse sessioni di chat effettuate con singoli utenti, con scambio di foto e video di minori nudi in pose erotiche.
La donna ha consegnato spontaneamente il cellulare al personale della Polizia postale che ha acquisito, con sofisticate strumentazioni forensi, il contenuto del telefono e, in particolare, delle comunicazioni WhatsApp.
E’ partito da lì, sottolineano gli inquirenti, “un meticoloso lavoro investigativo finalizzato a ricostruire le dinamiche e le eventuali condotte penalmente rilevanti poste in essere dai singoli”.
Sono in corso approfondimenti per verificare la condotta di adescamento. Oltre ai sei indagati maggiorenni, sono stati identificati alcuni utenti minori che sono stati segnalati alla competente Procura per i Minorenni.
Nel corso delle perquisizioni, effettuate tra Messina, Catania, Palermo, Milano, Napoli e Teramo, sono stati sequestrati computer e smartphone e sono state trovate già in fase di perquisizione informatica immagini di pornografia minorile.

Continuano le risse tra extracomunitari nel centro cittadino, questo l’intervento del Commissario di Fratelli d’Italia per Agrigento, Calogero Pisano: “Nelle ultime settimane le locali cronache parlano di frequenti atti violenti e delinquenziali da parte di extracomunitari – afferma Calogero Pisano – le numerose risse tra immigrati, nel pieno centro della città, destano preoccupazione tra i residenti e tra gli esercenti di via Atenea e delle vie limitrofe, a cui va la nostra solidarietà, che non si sentono più al sicuro e che temono che gli episodi di violenza allontanino gli agrigentini dal salotto cittadino con conseguenziali possibili danni economici.

Questi sono, purtroppo, i primi effetti di una immigrazione sostanzialmente incontrollata, frutto delle sciagurate scelte del Governo PD-M5S che, nonostante tutto e fregandosene dei siciliani, continua nella  politica dei porti spalancati.

Auspichiamo un maggior presidio, sotto l’aspetto numerico, delle forze dell’ordine, encomiabili per il grande sforzo e la grande abnegazione con cui svolgono il loro dovere, affinché venga garantita a tutti gli agrigentini quella sicurezza di cui la città si è fatta storicamente vanto”.

“Quando ho deciso di dare seguito al mio impegno politico per il progetto civico di Lillo Firetto, ho pensato esclusivamente al bene della mia città ed a come raggiungere gli obiettivi che ho deciso di perseguire, da assessore designato nella giunta appena costituita. La presenza da me voluta ad Agrigento di Giuseppe Milazzo, europarlamentare di Forza Italia eletto in Sicilia e Sardegna, è la testimonianza autentica di un impegno comune per utilizzare al meglio i fondi comunitari e strutturali a sostegno del progetto civico nella lista “ Andiamo Avanti” nella quale concorro per essere confermata consigliere comunale. La città di Agrigento e gli agrigentini devono ambire ad un ulteriore ampliamento delle prestazioni e dei servizi-conclude Giorgia Iacolino- che soltanto il costante collegamento con l’Unione europea ed i suoi parlamentari ,può assicurare con la dovuta incisività “

Proseguono le iniziative del candidato Sindaco Angela Galvano ” #incontriamociinpiazza#c’èl’alternativa”.
La Galvano afferma:”Partiamo dall’ ascolto dei bisogni per la costruzione di una proposta organica per ridare ad Agrigento il ruolo che merita: città vivibile e funzionale,comunità giusta e solidale”.
Oggi 19 settembre – 16.30 villaseta davanti chiesa Santa Croce; – 18.30 Monserrato davanti scuola elementare Fava.
Domenica 20 settembre – ore 9.30 viale della Vittoria villa Bonfiglio;- ore 11 Villaggio Peruzzo davanti la chiesa; -ore 12.30 piazzale Aster.

“Dopo l’ennesima rissa in centro,  chiedo un intervento urgente al prefetto e al questore sulla sicurezza in città”. Il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto interviene sulla questione Sicurezza. “Insostenibile – dice – che un manipolo di delinquenti tenga sotto scacco Agrigento, che turbi la quiete pubblica e tenti di instaurare, soprattutto dopo una certa ora, allarme e preoccupazione nei cittadini, che mi riferiscono ogni giorno di aver assistito a risse tra ubriachi e allo spaccio indisturbato di sostanze stupefacenti. Agrigento è  ritenuta una città sicura e deve continuare a esserlo. Quindi tutte le forze di polizia presenti sul territorio devono intervenire per arginare ed eliminare subito questo fenomeno emergente. Gli esercenti del luogo sono stanchi di dover subire danneggiamenti a causa di questi atteggiamenti  delinquenziali.  La movida – conclude Firetto – è un aspetto positivo che crea economia e rende vivo il nostro centro storico fino a tarda ora, ma la presenza di avventori e clienti deve avvenire in un clima di assoluta sicurezza”.

Inizierà a breve la procedura di aggiudicazione delle gare per la progettazione degli interventi di adeguamento antisismico programmati dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento per alcuni istituti scolastici della provincia. Gli interventi riguardano il Liceo Scientifico Leonardo di Agrigento e l’I.I.S.S. “Foderà” di Agrigento. In particolare sono previsti la progettazione degli interventi di adeguamento antisismico e impiantistico di alcuni edifici del Liceo Scientifico Leonardo di Agrigento e gli interventi di adeguamento antisismico impiantistico e funzionale del corpo Palestra dell’ I.I.S.S. “Foderà” di Agrigento. Le gare per la progettazione sono propedeutiche a richiedere al Ministero competente le somme per realizzare i lavori di adeguamento antisismico degli edifici interessati.

Per i servizi di progettazione del Liceo Scientifico Leonardo di Agrigento è previsto un importo a base di affidamento di €. 608.947,19, mentre per la progettazione degli interventi di adeguamento antisismico e impiantistico  l’I.I.S.S. “Foderà” di Agrigento l’importo a base di affidamento previsto e di €. 115.411,56.

I giudici della seconda sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento hanno disposto la confisca parziale dei beni, di cui era stato disposto il sequestro nel marzo del 2018, dell’imprenditore di Racalmuto, Calogero Romano, 64 anni, condannato in primo grado a 6 anni e 6 mesi con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Lo stesso Tribunale ha respinto la richiesta di applicazione della misura di prevenzione personale stabilendo che non sussiste attualmente alcuna pericolosità sociale dell’imprenditore

Romano, titolare di fatto o di diritto di diverse aziende operanti in svariati settori, in particolare nell’edilizia, secondo quanto avrebbe accertato il processo, per circa 15 anni, a partire dal 1992, avrebbe stretto accordi con i boss del paese – in particolare Maurizio Di Gati, poi diventato collaboratore di giustizia – per sviluppare le sue attività imprenditoriali. Romano, in sostanza, avrebbe pagato il pizzo alla mafia in cambio di sostegno.

Contestualmente al processo penale è stato incardinato un procedimento che aveva portato al sequestro dei beni: un patrimonio di aziende e proprietà stimato in circa 120 milioni di euro che, secondo l’accusa, sarebbe stato acquisito per via della contiguità con Cosa Nostra.

Il collegio di giudici presieduto da Wilma Angela Mazzara, con a latere Manfredi Coffari e Micaela Raimondo, accogliendo anche gran parte delle tesi difensive, ha rigettato la richiesta di applicazione della sorveglianza speciale, ritenendo che “al di là di sospetti e congetture, non ci sono elementi in grado di provare la pericolosità sociale in un periodo diverso a quello compreso fra il 1992 e il 2006”. Anche la confisca dei beni è stata ridimensionata al solo patrimonio acquisito in quel periodo. E, quindi, la confisca oggi disposta è ben lontana dal patrimonio stimato in 120 milioni di euro ipotizzato nella richiesta proposta da parte della Procura di Palermo.

Sigilli, confermati, al capitale sociale di circa il 35 per cento della Program group racing engeneering, che si occupa della costruzione di impianti sportivi; dell’intero capitale sociale della Romano Srl, che fabbrica fili e cavi elettrici; di un terreno a Racalmuto e di svariati conti correnti e titoli finanziari nonchè di un autocarro. Francamente ben poca cosa rispetto all’iniziale individuazione e quantificazione del patrimonio sospetto di Romano che ha avuto restituiti la maggior parte del beni sottoposti a sequestro.