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E’ la nuova drammatica tendenza dei giovani. Se non fossero già allarmanti i dati sul consumo di alcool e droga tra i minorenni, ora c’è anche la moda di ricorrere a pericolosi mix potenzialmente fatali. A mettere in guardia i ragazzi e, soprattutto i genitori, sull’estrema pericolosità di queste abitudini è stato il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari. “Ci deve essere uno sforzo corale con obiettivi ben definiti- ha detto – quello a cui assistiamo, incendi, fatti delittuosi, domandiamoci perchè avvengono, se certe abitudini dei nostri giovani siano sane. La scorsa notte, intorno alle 2, rientrando , sotto la Questura ho visto tre ragazze, dai 15 ai 18 anni, barcollare e poi rimettere. Si tratta di minori, lo ricordo a tutti i genitori, che stanno in quelle condizioni in piena notte. Non va bene, nel nostro contesto normativo c’è un obbligo in capo ai genitori o a chi esercita funzioni di garanzia a sorvegliare la loro attività. Se dovessi riscontrare situazioni di questo tipo saranno segnalati ai servizi minorili e chiedo a tutte le forze di polizia di farlo. Dobbiamo andarci a guardare dentro nell’interesse dei vostri e dei nostri ragazzi. Le droghe che circolano sono anche di sintesi chimica, vengono mescolate ad alcol o ad altre sostanze, perchè questa è la moda, tutto questo è una miscela esplosiva e può essere molto pericolosa. Siamo una società a rischio stupidità collettiva”.

Un duro monito quello lanciato dal questore Ricifari, a margine di una conferenza stampa convocata questa mattina, ai cittadini della provincia di Agrigento invitandoli a fare la propria parte. Forze di polizia, magistratura ma soprattutto famiglie e scuola devono recitare un ruolo fondamentale per invertire la rotta. Il discorso del questore mira a scuotere le coscienze dei cittadini. “Genitori e famiglie, svegliamoci oppure avremo molti morti in mezzo alla strada causati dallo sballo e non dai colpi di pistola. In provincia di Agrigento sta circolando tanta roba e molto brutta: crack tagliato male ma anche hashish e marijuana con principi attivi diversi da quelli di dieci anni fa. Così come non è normale incrociare per strada quindicenni in stato confusionali che vomitano dopo aver bevuto litri di alcol”. Il messaggio del Questore è più che chiaro: “Alcol e droga soprattutto tra i giovani stanno diventando di una pericolosità sociale gravissima.”

Incidente stradale questo pomeriggio lungo la via Petrarca ad Agrigento, precisamente nel quartiere del campo sportivo. Il bilancio è di tre uomini feriti. Viaggiavano a bordo di una Renault Clio quando in prossimità id una curva il conducente ha perso il controllo del mezzo. La macchina è “volata” in fondo ad un dirupo, nel boschetto di contrada San Marco, la stradina sterrata adiacente il museo archeologico. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del Comando provinciale di Agrigento e due ambulanze. I feriti sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio”. Non versano, per loro fortuna, in pericolo di vita. Gli agenti della polizia locale hanno effettuato i rilievi per ricostruire la dinamica dei fatti.

Sulla vicenda aeroporto di Agrigento, che nei giorni scorsi ha alimentato il dibattito, interviene Fabrizio Ferrandelli, della Segreteria nazionale di Azione.
“L’idea di creare un aeroporto nel centro della Sicilia è di sicuro un progetto da supportare, ovviamente tenendo ben a mente la sostenibilità economica di tale progetto a lungo termine e l’integrazione con il sistema aeroportuale già esistente nell’isola. Per questo l’inserimento di Agrigento nel piano nazionale degli aeroporti è un obiettivo di crescita strategica.
Un aeroporto ad Agrigento, soprattutto in vista di Agrigento capitale della cultura 2025, dei flussi che si rafforzeranno ed attiveranno e che potrebbero restare negli anni a venire,  è sicuramente una strada da perseguire per allargare e diversificare la ricettività turistica, ma anche per il rilancio competitivo nel suo complesso di quella porzione di territorio, ricca, economicamente attiva ma penalizzata enormemente dai collegamenti interni ed internazionali” – afferma Ferrandelli che continua:” il Pnrr da un lato e le altre fonti di finanziamento dall’altra rappresentano una importante sfida da cogliere proprio per il rafforzamento dei servizi e delle reti di collegamento soprattutto stradale e ferroviarie al fine di rilanciare la mobilità dell’isola. Da una parte l’efficientamento e completamento della Palermo- Agrigento che collega al capoluogo, la Caltanissetta- Agrigento dall’altra, rappresentano asset viari fondamentali al fine di collegare Agrigento con Catania e Palermo e con gli attuali Aereoporti esistenti. Su questo si intreccia il sistema ferroviario e dei collegamenti di traporto pubblico che possa collegare l’intera provincia con queste città, cosa che ad oggi è a dir poco carente.”

Dopo un’annata terribile a causa della pioggia che ha reso impossibile la trebbiatura e distrutto il fieno, si abbatte l’ennesima batosta per i produttori di grano siciliani con un prezzo di vendita che non raggiunge, in media, neanche 30 centesimi al chilo, mentre per lo stesso peso di pane servono oltre 4 euro. Così denuncia la Coldiretti Sicilia, che ha organizzato una manifestazione di protesta oggi al porto di Pozzallo, con centinaia di agricoltori giunti da tutta Sicilia. E la Coldiretti aggiunge: “A Pozzallo continuano ad arrivare navi piene di grano anche canadese, prodotto utilizzando il glifosato in pre-raccolta come disseccante, secondo modalità vietate in Italia. E’ un oltraggio per i produttori siciliani che non riescono a vendere al giusto prezzo il proprio cereale sotto l’attacco delle speculazioni che hanno fatto crollare le quotazioni in un momento difficile per l’economia e l’occupazione”.

Anche nel secondo fine settimana di giugno, ad Agrigento, a San Leone, è stato vivace il braccio di ferro tra alcuni locali della movida e i residenti, esasperati dal baccano e dalla musica ad elevato volume fino a notte fonda. Le telefonate al 112 sono state numerose. In alcuni casi le forze dell’ordine sono intervenute e hanno staccato la spina agli amplificatori. Polizia e Carabinieri hanno intimato i titolari dei locali al rispetto dei limiti ai decibel. Dal 5 giugno è in vigore la nuova ordinanza del sindaco Miccichè che durante la settimana impone la chiusura dei locali alle 2 mentre il venerdì e il sabato alle 3. In tutti i casi, però, la musica deve essere diffusa in modo civile dall’una in poi.

La Guardia di Finanza di Agrigento e della Tenenza di Porto Empedocle hanno compiuto dei controlli domenica pomeriggio a San Leone, tra piazzale Caratozzolo e il lungomare “Falcone e Borsellino”. L’intervento è stato mirato contro il fenomeno dell’abusivismo commerciale a danno della legale concorrenza, e della vendita di prodotti contraffatti. Numerosi commercianti abusivi si sono dileguati prima che fossero sanzionati. I loro prodotti, abbandonati sul posto, sono stati sequestrati dalle Fiamme gialle, tra scarpe, accessori e abbigliamento.

Il Tribunale di Sciacca, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato a 2 mesi e 20 giorni di reclusione Antonino Friscia, 46 anni, di Menfi, perché avrebbe violato il divieto di avvicinamento a una donna. A seguito di ciò, il 6 gennaio scorso Friscia è stato anche arrestato a Sciacca, dove risiede la donna. Poi gli è stata restituita la libertà. Friscia è attualmente sotto processo per rapina, lesioni e danneggiamento a danno della stessa donna.

A Palermo una manovra difficile in una strada stretta ha rischiato di causare gravi conseguenze ad un operaio della Rap di 64 anni. La pala meccanica gommata, utilizzata per raccogliere cumuli di spazzatura, ha abbattuto un muretto ed è precipitata nel vuoto, con l’operaio dentro, da un’altezza di circa due metri e mezzo. L’uomo è stato subito soccorso dai colleghi. In via Colonna Rotta sono giunte le Volanti della polizia, una Squadra dei vigili del fuoco e un’ambulanza del 118. Il ferito è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso del Policlinico di Palermo. La caduta di pesanti blocchi di tufo che si sono staccati dal muretto ha danneggiato un’automobile Ford Focus.

A consuntivo degli incontri e delle audizioni che si sono susseguite è fumata nera sull’aumento delle ore lavorative ai precari della Regione e degli Enti Locali.

Precari sono e, seppur stabilizzati, precari saranno ancora. Il pressing della Regione e dei sindacati, mantenuto nella settimana scorsa, non ha sortito nulla di positivo. A consuntivo degli incontri interlocutori e delle audizioni in Commissione Affari Istituzionali all’Assembla regionale, i Comuni siciliani si sono dichiarati incapaci ad aumentare le ore lavorative degli ex precari, oggi dipendenti part time. Dopo la stabilizzazione, a spese della Regione, gli Enti locali non sono disposti ad incrementare le ore perché dovrebbero caricarsi la spesa degli aumenti. Con molti Municipi siciliani sull’orlo del dissesto o pre-dissesto, ciò è complicato se non impossibile. E i sindacati confermano. Il Csa – Cisal afferma: “I Comuni non riescono da soli a risolvere l’atavico problema dei lavoratori precari o part-time. E’ necessario che la Regione intervenga per effettuare le stabilizzazioni e portare a tempo pieno migliaia di dipendenti senza i quali molti Enti locali non potrebbero più erogare servizi. I Comuni sono senza personale per fare fronte alle tante sfide che si presentano loro a partire da quelle della programmazione comunitaria e del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Vi sono oltre 4.000 Asu ed Lsu da stabilizzare, e circa 12.000 lavoratori che da 25 anni sono part-time. Servono retribuzioni adeguate al sostentamento delle famiglie, e i Comuni non possono essere lasciati soli perché già alle prese con cronici problemi di bilancio. Per i Comuni siciliani è una lenta e pericolosa agonia. I 12.000 mila lavoratori matureranno il diritto a una pensione da fame, inferiore a quella minima, mentre i 4.000 Asu non la vedranno mai. Nel primo caso si tratta dei lavoratori part-time degli Enti locali, gli ex contrattisti e articolisti, stabilizzati negli scorsi anni, assunti con diversi orari di lavoro e che generalmente non superano le 24 ore di servizio settimanali. Occorre reperire le risorse per arrivare alle integrazioni orarie. Non si tratta solo di una battaglia per la dignità del lavoro pubblico ma di una sfida che richiede un’azione di sistema delle forze sociali, sindacali e dell’Anci Sicilia. Il Csa-Cisal è pronto a continuare il confronto in modo costruttivo”. I Comuni siciliani in dissesto o pre-dissesto sono attualmente 110 e il numero aumenta di giorno in giorno. Tra essi, i Comuni più importanti, per numero di abitanti, sono Palermo, Catania e Messina. Nella provincia messinese, sull’orlo del precipizio vi sono altre città di rilievo come Barcellona, Milazzo e Taormina.

Come Consiglio Pastorale Diocesano esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza a tutti gli eccellenti operatori sanitari che lavorano in condizioni limite dal punto di vista strutturale ed organizzativo.
Facciamo nostre le parole di papa Francesco che afferma: “Se c’è un settore in cui la cultura dello scarto fa vedere con evidenza le sue dolorose conseguenze è proprio quello sanitario. Quando la persona malata non viene messa al centro e considerata nella sua dignità, si ingenerano atteggiamenti che possono portare addirittura a speculare sulle disgrazie altrui. E questo è molto grave! Occorre essere vigilanti, soprattutto quando i pazienti sono anziani con una salute fortemente compromessa, se sono affetti da patologie gravi e onerose per la loro cura o sono particolarmente difficili, come i malati psichiatrici. Il modello aziendale in ambito sanitario, se adottato in modo indiscriminato, invece di ottimizzare le risorse disponibili rischia di produrre scarti umani. Ottimizzare le risorse significa utilizzarle in modo etico e solidali. La Chiesa si è sempre occupata dei sofferenti e e non penalizzare i più fragili”.
Abbiamo appreso della petizione proposta di un cittadino Alfonso Cartannilica che incoraggiamo. Siamo consapevoli che questi strumenti non abbiano effetto deliberativo ma abbiamo la speranza che possano sensibilizzare l’opinione pubblica sia i governanti nelle scelte politiche.

Ricordiamo, inoltre, che il prossimo 17 giugno a Piazza Cavour alle 9,30 ci sarà una manifestazione voluta dal Cartello sociale di Agrigento per chiedere maggiore attenzione verso la sanità e dire no alla privatizzazione del servizio sanitario per cui invitiamo tutti ad essere presenti!