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“Purtroppo a differenza della prima giornata di screening oggi sono stati riscontrati un congruo numero di soggetti positivi al test tampone rapido tra la popolazione scolastica appartenente alla scuola primaria e dell’infanzia”.

Lo dice il sindaco di Aragona, Peppe Pendolino.
“Nella stessa giornata di oggi – continua Pendolino – i suddetti soggetti sono stati sottoposti al tampone molecolare al fine di validare ufficialmente l’eventuale positività. In attesa degli esiti dei tamponi molecolari, al fine di avere un quadro chiaro della situazione epidemiologica locale, di concerto con l’ASP abbiamo deciso di prolungare la chiusura dei plessi dove viene espletata l’attività didattica limitatamente alle scuole dell’infanzia e primaria fino al 7 dicembre prossimi. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato allo screening, fondamentale per comprendere ed arginare al meglio la diffusione del virus. Ringrazio l’ASP per averci permesso l’effettuazione dello screening, i medici dell’ASP impegnati nella somministrazione dei test, la D.S. Pina Butera, le forze dell’ordine, le Giubbe d’Italia e tutto il personale impiegato. Mi appello ancora una volta a tutti Voi di non abbassare la guardia, di stare attenti e mantenere il distanziamento anche a casa. Purtroppo a supporto di queso appello oggi abbiamo la probabile positività di soggetti di età compresa tra i 4 – 10 anni”.

A Palermo, in Corte d’Appello, il sostituto procuratore generale, Emanuele Ravaglioli, a conclusione della requisitoria, e dopo avere respinto 8 richieste di concordato, ha chiesto la conferma delle 13 condanne inflitte in primo grado agli imputati nell’ambito dell’inchiesta antidroga cosiddetta “Lampedusa” allorchè l’isola sarebbe stata la principale piazza di spaccio della droga proveniente dalla Calabria. Ecco la sentenza di primo grado della quale è stata proposta la conferma: Giuseppe Bronte, 24 anni, di Palermo (condanna a 5 anni di reclusione); Salvatore Bronte, 50 anni, di Palermo (8 anni e 1 mese); Salvatore Capraro, 30 anni, di Agrigento (8 anni e 2 mesi); Gianluca Gambino, 22 anni, di Cinisi (2 anni e 4 mesi); Andrea Giambanco, 54 anni, di Carini (6 anni e 2 mesi); Davide Licata, 32 anni, di Racalmuto (5 anni); Imam Maazani, 21 anni, nata e residente ad Agrigento (2 anni e 6 mesi); Francesco Portanova, 34 anni, di Palermo (6 anni e 6 mesi); Emanuele Rizzo, 33 anni, di Palermo (3 anni e 4 mesi); Gaetano Rizzo, 32 anni, di Palermo (8 anni e 8 mesi); Domenico Stilo, 30 anni, di Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria) (5 anni e 4 mesi); Ivan La Spisa, 32 anni, di Palermo (1 anno e 8 mesi) e Calogero Vignera, 36 anni, di Agrigento (2 anni e 6 mesi).

Quattro pregiudicati sono stati arrestati dai carabinieri per la violenta rapina avvenuta lo scorso 19 maggio a Racalmuto ai danni di una donna di 79 anni e dei fratelli di 83 e 73 anni, sequestrati all’interno della loro abitazione di campagna, in contrada Zaccanello, dove sono stati rubati 50mila euro in contanti e quattro buoni del tesoro di 2.500 euro ciascuno. I tre anziani fratelli hanno raccontato che ad agire sono stati in tre, che sono irrotti dentro casa approfittando del momento in cui uno dei tre anziani fosse uscito di casa per andare nello spiazzale esterno. I banditi hanno strattonato con violenza gli anziani e li hanno chiusi in uno sgabuzzino. I rapinatori sono poi scappati verso contrada Serrone dove i carabinieri hanno recuperato alcune banconote probabilmente smarrite durante la corsa.

Sembra la scia lasciata dalle frecce tricolore dopo il loro passaggio. E’ quello che ricordano le originali luminarie istallate quest’anno in via Atenea. “Abbiamo scelto il tricolore – ha detto l’assessore comunale Costantino Ciulla – perché quest’anno volevamo rappresentare l’unità nazionale in un anno travagliato dal punto di vista sociale, economico ma soprattutto sanitario. Abbiamo scelto via Atenea, centro della città, quale simbolo di un momento di festa ma anche di consapevolezza del difficile momento che stiamo vivendo. Ecco il motivo di questa scelta diversa dal solito. Per il viale della Vittoria, invece, domani verranno accese le luminarie tradizionali, che illumineranno anche la “passeggiata” della città. Ma non abbiamo dimenticato i quartieri. In questi giorni stiamo istallando alberi di Natale anche nelle periferie perché nessuno si debba sentire escluso in un momento come questo. Noi stiamo facendo un grande sforzo, con l’aiuto del Parco Archeologico della Valle dei Templi e dell’assessorato Sport, turismo e spettacolo della Regione Siciliana. Ma quello che ci rende felici di più sono i privati e le aziende che stanno collaborando a migliorare il volto della città e a mantenere accesa la luce della speranza di un futuro migliore”.

1.483 nuovi casi su 11.536 tamponi processati i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime ore in Sicilia, dove il numero complessivo dei positivi è di 39.731.

Il dato è contenuto nel bollettino quotidiano del ministero della Salute, da cui emerge che le vittime in un solo giorno sono state 27 (1.616 dall’inizio dell’emergenza sanitaria), mentre è boom di guariti: 2.455.

Degli attuali positivi i ricoverati con sintomi sono 1.494, mentre si trovano in terapia intensiva 220 pazienti.

Nuovi casi divisi per provincia:

390 a Palermo

621 a Catania

242 a Messina

42 a Ragusa

70 a Trapani

60 a Siracusa

52 a Caltanissetta

6 a Enna

Nessun nuovo caso nell’Agrigentino

Riceviamo e pubblichiamo una missiva da parte di Salvatore Insenga, cugino di primo grado  e unico parente prossimo ancora in vita di Rosario Livatino

“Devo constatare con profonda amarezza che da diversi anni la figura di mio cugino, Rosario Livatino, è stata strumentalizzata da persone, laici ed ecclesiastici, che vengono erroneamente presentati dai media come parenti stretti del Servo di Dio e peraltro come persone informate sugli sviluppi recenti della causa di beatificazione e canonizzazione in corso in Vaticano”.

Lo afferma Salvatore Insenga, cugino di primo grado ed unico parente prossimo ancora in vita del giudice canicattinese, ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990. “Troppo spesso”, afferma Insenga, “ho sentito in tv e ho letto sui giornali affermazioni sulla vita di Rosario molto di frequente prive di fondamento e pronunciate da persone che non hanno alcuna parentela con mio cugino o che millantano di aver avuto un rapporto confidenziale con lui”.

Il Comitato tecnico scientifico rende parere favorevole al nuovo Piano rifiuti varato dal governo. Gli interventi di Musumeci e di Pierobon

Il Comitato tecnico scientifico della Regione Sicilia ha espresso parere positivo al Piano rifiuti appena sfornato dall’assessorato regionale ai Servizi primari, retto da Alberto Pierobon. Adesso si attende solo l’ok da parte della Commissione Ambiente all’Assemblea Regionale. Il Piano non esclude anzi prospetta due maxi inceneritori, o, meglio, termo-utilizzatori ad impatto ambientale zero, per l’intera Sicilia, uno a Catania e l’altro a Palermo, ma saranno i territori locali a decidere. Dunque, sarà ciascuna provincia a stabilire se dotarsi di impianti di smaltimento ed il tipo di tecnologia da adottare. E poi priorità alla raccolta differenziata, inseguendo l’obiettivo finale del 65% di media regionale. E le discariche sono l’ultima spiaggia, e non se ne realizzeranno altre. Infatti il Piano rifiuti scommette sullo stop all’interramento dell’immondizia: e non solo non si allestiranno nuove discariche, ma non si amplieranno nemmeno quelle esistenti. I soggetti deputati all’applicazione del nuovo Piano rifiuti saranno gli ex Ato, gli Ambiti territoriali ottimali. In proposito interviene il presidente della Regione, Nello Musumeci, che commenta: “Dopo oltre 20 anni la Sicilia si dota di un Piano ordinario, dopo decenni di gestioni emergenziali. Un documento che recepisce, primo in Italia, le quattro direttive europee in materia di rifiuti: prevenzione, riuso, recupero di materia e di energia, smaltimento. Per mesi abbiamo lavorato sodo, senza risparmiarci mai. Per questo voglio esprimere un plauso all’assessore Alberto Pierobon, ai dirigenti generali del dipartimento che si sono succeduti e a tutto il personale che si è speso per arrivare a questo storico traguardo”. E l’assessore Pierobon aggiunge: “Si chiude l’era delle discariche che resteranno marginali nelle future scelte dei territori. Ogni ambito provinciale dovrà essere autosufficiente nell’impiantistica scegliendo la tecnologia necessaria a chiudere il ciclo. Priorità in sede di valutazione avranno gli impianti pubblici, in un’ottica di riequilibrio con il settore privato. In particolare, nel pieno rispetto della gerarchia europea dei rifiuti, le politiche di gestione mireranno alla riduzione della produzione tramite attività di prevenzione, alla preparazione per il riutilizzo, al riciclaggio, al recupero di energia tramite moderni impianti di termo-utilizzatore e, solo marginalmente e in ultima istanza, allo smaltimento in discarica”.

Ad Agrigento, domani, giovedì 3 dicembre, al Villaggio Mosè, al Bar “Insolito posto” lungo viale Leonardo Sciascia, alle ore 10 si svolgerà una conferenza stampa di Fratelli d’Italia sulle modifiche apportate dalla maggioranza di Governo al cosiddetto Decreto Sicurezza. Si tratta di modifiche che, secondo Fratelli d’Italia, consentiranno l’ingresso indiscriminato nel nostro Paese e che incentivano l’immigrazione clandestina. Saranno presenti il Commissario provinciale di Fratelli d’Italia, Calogero Pisano, il consigliere comunale di Agrigento, Gerlando Piparo, l’Assessore allo Sport, Cultura e Spettacolo di Agrigento, nonché dirigente regionale, Costantino Ciulla, e altri Consiglieri comunali provenienti dalle varie cittadine della provincia.

Servizi di vigilanza severissimi e controlli serrati per far rispettare i divieto di assembramento e di aggregazione, l’osservanza della norma di distanza interpersonale superiore ad un metro e l’utilizzo obbligatorio delle mascherine.
Questo quanto richiesto dal questore Rosa Maria Iraci a tutte le Forze dell’Ordine con una ordinanza trasmessa anche al sindaco di Sciacca Francesca Valenti e a tutti i sindaci della provincia di Agrigento.

Nella comunicazione, il Questore richiama tutte le prescrizioni previste nel Dpcm del 3 novembre 2020, ma anche il provvedimento del Ministro della Salute di rimodulazione della fascia di rischio per la Sicilia e l’ordinanza n. 63 del presidente della Regione Siciliana con tutte le misure per il contenimento della diffusione del virus. Misure che, dal passaggio dal codice “Arancione” a “Giallo”, nella nostra regione sono state riformulate.

Il sindaco Francesca Valenti aderisce alle rigorose raccomandazioni appellandosi sempre alla popolazione per il rispetto delle norme. “In attesa di farmaci e vaccini, – evidenzia il sindaco – sono tre i cardini imprescindibili per contrastare l’epidemia da Covid e abbassare i livelli di rischio: indossare la mascherina, mantenere la distanza di sicurezza, evitare gli assembramenti”.