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Stano uccidendo i fiumi ed anche il nostro mare!! Ci appelliamo alle Forze dell’Ordine: FERMATELI!
Questo è il grido d’allarme lanciato da Mareamico Agrigento.
Alcuni imprenditori disonesti del settore oleario abbandonano in natura le proprie acque di vegetazione. Queste acque reflue, derivanti dalla lavorazione dell’olio di oliva, sono 200 volte più inquinanti delle fogne.


Sono anni che Mareamico si occupa di questo problema e monitora i fiumi dell’agrigentino che, nei mesi di ottobre e novembre, si tingono di nero. L’immissione criminale di queste acque, gravemente inquinanti, sottrae l’ossigeno ai fiumi ed ai mari e distrugge l’intero ecosistema.
Non basta appellarsi a chi non ha scrupoli e continua indisturbato ad inquinare. Non basta far leva sulla coscienza ambientalista. Queste persone non ce l’hanno.

Le Istituzioni rappresentate dai sindaci dei comuni, dall’ARPA e dall’ASP debbono vigilare su queste attività, mentre le Forze dell’Ordine debbono sanzionare chi sbaglia. Questo è l’unico deterrente che porterà benefici al territorio, in modo che non venga puntualmente ed irreversibilmente danneggiato. Non bastano i servizi giornalistici ed i video di Mareamico a far da deterrente. Bisogna passare, nei casi di comprovata colpa, alle relative sanzioni amministrative e penali.

Il sindaco Ettore Di Ventura, informa che con propria ordinanza sindacale n. 106/2020 ha disposto la chiusura del cimitero comunale da sabato 31 ottobre a lunedì 2 novembre inclusi.

La decisione è stata presa nello spirito di preservare la comunità dal rischio di trasmissione covid a causa dei prevedibili assembramenti che si potrebbero creare.

“A malincuore ho dovuto emettere questa ordinanza dopo aver valutato che nei giorni del 31 ottobre, 1 e 2 novembre si prevede una consistente concentrazione di persone che si recheranno al cimitero comunale per commemorare i propri defunti.

Pertanto, sia a seguito della direttiva della Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Agrigento prot. 39533 del 21.10.2020 che, tra le altre cose, dispone di “…prevedere la chiusura nella giornata dedicata tradizionalmente “in via esclusiva” alla visita dei cimiteri, in relazione alla capacità organizzativa di prevedere puntuali sevizi di vigilanza e controllo a cura della Polizia Locale..”, sia per la difficoltà oggettiva di prevedere puntuali servizi di vigilanza e controllo per il contingentamento degli ingressi, si è reso necessario chiudere il cimitero.

In questo periodo di recrudescenza della pandemia diventa prioritario evitare gli assembramenti e scongiurare ogni occasione di possibile contagio, con l’obiettivo prioritario di aver cura della salute pubblica” .

Ricordiamo che ci si potrà recare al cimitero comunale per onorare i propri cari, negli altri giorni, secondo il consueto calendario, ovvero dal lunedì al sabato con orario di ingresso continuato dalle 8:00 alle 18:00, la domenica dalle 8:00 alle 13:00.

“Un plauso al neo Sindaco di Agrigento Francesco Miccichè in relazione all’ ordinanza n. 86 del 21 ottobre, a mezzo della quale ha disposto ai sensi dell’art 50 Co. 5 D. Lgs 267/2000, a scopo di prevenzione dal contagio da Covid 19, la sospensione temporanea delle attività scolastiche del Liceo Scientifico Politi e succursale dal 22 Ottobre al 04 Novembre.
Un atto indifferibile ed immediato del neo Sindaco, il quale dimostra da medico ed oggi da Sindaco, il coraggio e la determinazione nell’affrontare in via d’urgenza la delicatissima questione emergenziale che stiamo vivendo.
Da docente, ritengo opportuno prestare la massima attenzione sulle scuole nell’ottica del contrasto alla diffusione di tale virus, dovendo purtroppo, abituarci a convivere con tale situazione emergenziale.
Per tale ragione, oggi nella neo veste di consigliere comunale di Agrigento mi impegnerò in prima persona, al fianco del Sindaco Miccichè ad affrontare e superare al meglio tale emergenza per il bene degli studenti, dei docenti e di tutti gli agrigentini”.
Lo dichiara il neo eletto consigliere comunale Valentina Cirino.

Ieri a Canicattì, i poliziotti del locale Commissariato hanno dato esecuzione all’ordine di  carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, a carico del canicattinese T. V., classe ‘80, in atto sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, poiché dovrà espiare la pena residua di anni 2 mesi 10 e giorni 6 di reclusione, oltre al pagamento della multa di 1.000,00 euro, con pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, per reiterati reati di rapina in concorso, porto di armi od oggetti atti ad offendere perpetrati ai danni del titolare di un esercizio di rivendita tabacchi.

Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato associato presso la Casa Circondariale di Sciacca.

Sempre a Canicattì, la Polizia ha denunciato due uomini che lo scorso mese di settembre, approfittando dell’assenza temporanea dei proprietari, si erano introdotti  furtivamente in un’abitazione del centro, passando da una persiana da questi divelta al fine di perpetrare un furto. Dopo aver messo a soqquadro le stanze i malviventi non riuscivano a rubare alcun oggetto.

Gli uomini del commissariato, dopo attente indagini e con l’aiuto di immagini della videosorveglianza riuscivano ad individuare i due malfattori che, accompagnati da un complice,  a bordo di un’autovettura di colore  scuro si erano portati sul posto.

Gli uomini venivano identificati e deferiti all’A.G. in stato di libertà per il reato di tentato furto in concorso.

Padre e figlio favaresi, Salvatore Terranova e Lorenzo Terranova, assolti dalle accuse di calunnia, minaccia aggravata, violenza privata e lesioni aggravate. La Corte d’Appello, accogliendo il ricorso avanzato dagli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello, ha dunque ribaltato il verdetto di primo grado del Tribunale di Agrigento che invece aveva condannato i due imputati rispettivamente alla pena di quattro mesi e un anno e due mesi.
Secondo l’accusa, Lorenzo Terranova dopo avere malmenato un operaio straniero, dallo stesso incaricato di raccogliere uva presso il proprio terreno, gli avrebbe impedito con violenza di recarsi dai Carabinieri di Castrofilippo. Inoltre, da qui la contestazione e la condanna per il reato di calunnia, per giustificare le lesioni personali cagionate all’operaio, lo avrebbe poi falsamente accusato di furto.

Il neo sindaco di Agrigento Franco Miccichè è impegnato nel giro di incontri istituzionali con le massime cariche dello Stato in città e provincia. Momenti tradizionali, utili a conoscersi dopo l’elezione di pochi giorni fa. Di buon mattino si è recato in Tribunale per incontrare il presidente Pietro Maria Falcone, successivamente si è recato in Prefettura per un incontro con la prefetto Maria Rita Cocciufa.

Il DPCM del 18 ottobre mette in profonda crisi il settore dei congressi e degli eventi. Con la decisione di sospendere i congressi rischia la chiusura un settore che genera un indotto di 64,7 miliardi di euro con un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi di euro/anno (l’Italia rappresenta la sesta nazione al mondo per impatto economico generato dal settore degli eventi e dei congressi) e che impiega 569 mila addetti.

 

Un settore trainante del turismo, che assicura l’occupazione alberghiera anche in bassa stagione, riveste un peso importantissimo per le città d’arte attualmente in crisi e promuove all’estero l’immagine dell’Italia, coinvolgendo tutta la filiera (alberghi, centri congressi, agenzie organizzatrici, aziende di trasporti, società di catering e di servizi tecnici) e l’intera destinazione (ristoranti, taxi, musei, shopping, etc.)

Congressi e convegni sono volano di produttività e formazione e sono uno strumento decisivo per espandere le esportazioni delle imprese italiane.

 

È fondamentale sottolineare che il settore dei congressi e degli eventi è estremamente professionalizzato e sicuro: i centri congressi, gli alberghi e tutta la filiera connessa all’organizzazione dei congressi hanno investito in sistemi di sanificazione, si sono dotati e applicano protocolli di sicurezza ancora più rigidi di quelli stabiliti nelle “Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche, Produttive e Ricreative” approvate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Prevedere poi che in una location sia possibile svolgere attività di spettacolo, fieristica, o una manifestazione sportiva in presenza di pubblico  ma non un’attività “convegnistica” appare incomprensibile e certamente discriminatorio nei confronti dei soli organizzatori congressuali e di eventi.

 

La chiusura dei congressi mette in definitivo lockdown un settore che oggi ha già cancellato più della metà degli eventi previsti per il 2020 e che, privato della possibilità di programmazione, non ha nessuna possibilità di lavorare anche nel 2021.

Un congresso, un convegno o qualsiasi altra tipologia di evento pubblico o privato richiede mesi se non anni di programmazione.

 

I firmatari:

ADMEI – Association of Destination Management Executives International, Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Alleanza Cooperative Italiane, Associazione Internazionale Interpreti di Conferenza in Italia, Associazione Nazionale Banqueting e Catering, Assoturismo, Astoi Confindustria Viaggi, Club degli Eventi e della Live Communication, Confturismo – Confcommercio, Convention Bureau Italia, Federalberghi, Federcongressi&eventi, Federturismo, Fiavet, ICCA Italian Committe, MPI- Meeting Professionals Internationals Italia Chapter e SITE – Society for Incentive Travel Excellence – Italy Chapter.

A preso il via ieri il processo, scaturito dall’inchiesta “Diplomat”, su un giro di diplomi, che sarebbero stati consegnati senza lezioni ed esami, e con la falsificazione dell’attività didattica, dietro il pagamento di una somma in denaro. Le scuole paritarie al centro dell’inchiesta: “Pirandello” di Canicattì e Licata, “Volta” di Canicattì, e “San Marco” di Acireale. La Procura della Repubblica di Agrigento chiesto il rinvio a giudizio di 102 persone, fra insegnanti, personale amministrativo e soci di quattro scuole paritarie (3 delle quali in provincia di Agrigento). L’udienza, tenutasi per la prima volta dopo anni nella grande aula intitolata al giudice Rosario Livatino, è stata rinviata al prossimo 20 novembre
Nel mirino delle Fiamme gialle sono finiti gli anni 2015/2016 e quello successivo. Sequestrati 22 diplomi di scuola superiore, che sarebbero stati irregolarmente conseguiti, nell’anno scolastico 2014/2015, da altrettanti studenti. Le accuse contestate dal procuratore capo Luigi Patronaggio, e dal sostituto procuratore Paola Vetro, titolare dell’inchiesta, e che hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio, sono a vario titolo di associazione a delinquere, falso e abuso di ufficio. Tra gli indagati, e ritenuto il promotore dell’associazione l’ex deputato regionale, Gaetano Cani, di Canicattì, al quale, negli anni scorsi, vennero sequestrati 300mila euro in contanti, nascosti in una scatola di scarpe.
Nella lista degli indagati, anche tre istituti in qualità di persone giuridiche: “Mondo Scuola Srl” di Licata; “Ge.Is. Gest. Ist. Scol. Srl” di Canicattì, e “Centro di istruzione Gabriele D’Annunzio” di Ispica.

“Non era imputabile al momento della commissione del fatto”. Con questa motivazione il giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Alfonso Pinto, ha assolto dall’accusa di stalking, il quarantatreenne Francesco Randisi, di Raffadali. Al verdetto si è arrivati dopo che una perizia psichiatrica, eseguita dal medico Cristina Camilleri, ha confermato la sua totale incapacità di intendere e volere.
Il quarantenne, che è stato difeso dall’avvocato Fabio Inglima Modica era accusato di avere perseguitato una vicina di casa fra il 2014 e il 2017. In particolare, secondo quanto denunciò la presunta vittima, deceduta prima della conclusione del processo (il marito si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Davide Santamaria), l’avrebbe ripetutamente pedinata per strada e negli altri luoghi che frequentava, l’avrebbe tartassata con telefonate anonime, anche in orari notturni. In diverse circostanze, inoltre, le avrebbe fatto trovare, a scopo provocatorio, una rosa davanti al portone dell’abitazione. Da ricordare come nel frattempo la vittima dei presunti episodi sia deceduta per altri motivi.

Rinviato a giudizio per avere picchiato suo figlio di 5 anni  reo di avere perduto il telefono cellulare. L’imputato sarà processato, a partire dal 7 gennaio, davanti al giudice monocratico Micaela Raimondo, dopo l’incidente probatorio durante il quale il bambino,  dopo un’iniziale titubanza, ha confermato le accuse.

L’episodio risale all’estate del 2018. Il piccolo era stato affidato per un periodo al padre.
Il piccolo, che doveva ancora compiere 5 anni, riferì di essere stato preso a pugni, calci e schiaffi dal padre. Il bimbo venne portato in ospedale per essere medicato. La madre ha presentato una denuncia consegnando anche un dossier fotografico delle lesioni riportate dal figlio. L’uomo, che ha nominato come difensore l’avvocato Calogero Meli, ha sempre negato di averlo picchiato