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Sono state depositate le motivazioni per le quali i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta hanno emesso sentenza di condanna degli imputati al processo “Borsellino Quater”. Tra il tanto altro, i giudici escludono, in particolare, ogni collegamento con la trattativa, e ritengono invece che la strage di via D’Amelio sia stata una vendetta di Cosa Nostra contro Paolo Borsellino del quale Cosa Nostra decretò la morte già negli anni ’80. I giudici scrivono: “La strage costata la vita al giudice Borsellino fu un tragico delitto di mafia dovuto a una ben precisa strategia del terrore adottata da Cosa Nostra. Ogni tentativo della difesa di attribuire una diversa paternità a tale insana scelta di morte non può trovare accoglimento. Cosa Nostra aveva deciso di uccidere il giudice Paolo Borsellino fin dagli anni ’80. Non sussiste alcuna prova che consente di collegare la trattativa Stato-mafia con la deliberazione della strage di Via D’Amelio”. La tesi, invece, che Borsellino sarebbe stato ucciso perché avrebbe scoperto l’esistenza della trattativa è stata sostenuta dalla Corte d’Assise di Palermo che ha celebrato il processo sul dialogo tra pezzi delle istituzioni e clan.

“La zona rossa di oggi non è più quella della scorsa primavera, ma questo lo ha deciso il governo nazionale. Noi siamo molto allarmati perché i siciliani non hanno capito la gravità del momento. E se il contagio non dovesse abbassarsi, alla fine del mese adotteremo ulteriori misure restrittive di intesa con il governo nazionale: non escludo si possa arrivare a un lockdown come quello della scorsa primavera”.

Così il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, parlando con i giornalisti. “Basta guardare le foto e filmati per osservare la indisciplina di una minoranza perché poi la stragrande maggioranza ha capito di dover rispettare le norme e le regole – ha aggiunto – siamo preoccupati: e’ chiaro che il diritto alla vita è prioritario”.

I primi testi della Procura approderanno in aula il prossimo tre di marzo, ed intanto oggi è iniziato il processo nei confronti di Michele Sammartino, il sessantenne, difeso dall’Avv. Giarratana, accusato di violenza sessuale aggravata, rinviato a giudizio lo scorso 12 ottobre, dal gup Luisa Turco.

Il sessantenne avrebbe approfittato di un’amica del figlio, rimasta sola con lui, e dopo averle versato da bere l’avrebbe denudata e palpeggiata. La ragazza aveva confermato le accuse in occasione dell’incidente probatorio davanti al gip di Agrigento, mentre il 60enne aveva sempre negato le accuse risalenti al giugno 2018

 

 

Stava provando a farla franca, la pensionata 79enne che a Lampedusa, in un terreno in contrada Terranova, stava costruendo senza alcun permesso né autorizzazione, una villa di oltre 100 metri quadrati. Ma i lavori sono stati bloccati dai Carabinieri che l’hanno denunciata con l’accusa di abusivismo.

Non sono rari episodi come questi a Lampedusa, ma questo villa era davvero spuntata dal nulla, in pochissimo tempo

 

 

 

Hanno 20 giorni di tempo, i tre indagati agrigentini, accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, difesi dall’avvocato Serena Gramaglia, per presentare memorie difensive a seguito dell’avviso notificato loro.

I tre giovani Gerlando Romano 22 anni, Martina Moneta 20 anni, Vincenzo Cappello 27 anni, si sono visti notificare l’avviso di conclusione di indagini nei loro confronti, da parte del Procuratore della Repubblica Elenia Manno.
L’inchiesta ha avuto origine dall’arresto di Cappello nella scorsa estate, mentre ritirava un pacco che arrivava dall’Olanda e che conteneva cinque panetti di hashish per un totale di un chilo e mezzo di droga

 

Si è insediato il neo presidente del Consiglio comunale di Grotte, Aristotele Cuffaro. All’atto dell’assunzione formale dell’incarico, Cuffaro, tra l’altro, ha dichiarato: “Per me è un onore legato da forte responsabilità. Il mio intento è quello di ricoprire la presidenza con costante impegno, con umiltà ed a servizio dei miei concittadini. Mi interfaccerò con diversi organi nei quali sono sicuro, senza dubbio alcuno, troverò persone che agiscono solo ed esclusivamente per il bene della nostra cittadina, come del resto hanno fatto finora”.

Il Tribunale di Sciacca ha condannato a 3 anni e 7 mesi di reclusione, per estorsione, Gaetano Cani, 62 anni, di Canicattì, ex parlamentare regionale. Cani, insegnante di educazione fisica, avrebbe costretto alcuni docenti di un istituto paritario di Menfi a firmare le dimissioni in bianco e ad accettare compensi inferiori o inesistenti rispetto a quelli indicati in busta paga pur di ottenere il relativo punteggio valido per le graduatorie. Gaetano Cani si è sempre difeso sostenendo di non aver rivestito incarichi societari nel periodo tra il 2006 e il 2010, oggetto dell’inchiesta.

In Sicilia non a rischio la somministrazione della seconda dose di vaccini a causa dei ritardi della Pfizer. L’intervento dell’assessore Razza.

Anche in Sicilia preoccupa la possibilità di effettuare il richiamo dei vaccini a coloro a cui è stata somministrata la prima dose. E ciò a causa dei ritardi da parte di Pfizer, che incombono in tutte le regioni d’Italia. “L’azienda – ha spiegato il Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri – ci ha comunicato che anche nel corso della prossima settimana non solo non saranno consegnate in Italia le dosi che sono state unilateralmente e senza preavviso non consegnate in questa settimana, pari al 29%, ma ci sarà una pur lieve ulteriore riduzione delle consegne”. L’assessore regionale alla Salute però è stato previdente. A fronte delle difficoltà che si prospettano, Ruggero Razza afferma: “Non sono a rischio i richiami dei vaccini in Sicilia, perché eravamo stati prudenti seguendo tutte le linee guida provenienti dal ministero della Salute e dal commissario nazionale. Però non c’è dubbio che i ritardi e gli impegni non mantenuti da Pfizer meritino una reazione. A livello nazionale si è ipotizzata un’azione legale, la Sicilia la sosterrà, la sosterranno tutte le Regioni italiane. Intanto – aggiunge Razza – chiediamo all’Ema e alle istituzioni comunitarie di fare presto. I cittadini europei non possono accettare l’idea che in altri Paesi del mondo si possano utilizzare vaccini che da noi non sono autorizzati. Da questo punto di vista sosteniamo l’azione del ministro Speranza: sicurezza e regole rispettate nella certificazione dei farmaci, ma servono anche rapidità e velocità. I cittadini vogliono vedere la luce in fondo al tunnel, ma non vogliono che sia un miraggio” – conclude. Fino a mercoledì 20 gennaio sono state 94.716 le dosi di vaccino inoculate in Sicilia, ovvero il 71,7% di quelle che sono state consegnate all’Isola, 132.085. Nel dettaglio, hanno avuto il farmaco 48.954 donne e 45.762 uomini. Ancora nei dettagli sul come fronteggiare i ritardi della Pfizer in Sicilia, l’assessorato alla Salute ha dato disposizione ai manager sanitari di riservare il 40% di fiale delle ultime consegne per garantire i richiami, rallentando, volutamente, il ritmo delle prime inoculazioni: dal picco di oltre 8mila al giorno fino a circa mille. E così, con le dosi appena arrivate, 37mila, e con la riserva accumulata negli ultimi giorni, la proiezione è di proseguire senza problemi la copertura di chi aspetta la seconda somministrazione.

La prima giornata di tamponi effettuati al drive-in di Favara, per il tracciamento del covid-19 nelle scuole della città,  si è chiusa con 1.020 tamponi efffettuati e tutti negativi.

I tamponi sono stati effettuati tra alunni e docenti dell’IC Brancati e dell’IC Guarino.

Domattina, puntuali alle ore 8.30 toccherà all’IC Falcone e Borsellino e alle ore 14 dell’IC Bersagliere Urso.

Sulla strage di via D’Amelio, costata la vita al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta, fu “costituita una verità che in un determinato momento storico si è voluta accreditare”, una verità di comodo, dunque, basata su dichiarazioni false: lo scrivono, confermando la tesi del depistaggio dell’inchiesta sull’attentato i giudici della corte d’assise d’appello di Caltanissetta che oggi hanno depositato le motivazioni della sentenza che ha confermato la condanna all’ergastolo per i boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino, imputati di strage e la condanna a 10 anni dei “falsi pentiti” Francesco Andriotta e Calogero Pulci, accusati di calunnia. (