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Clamoroso colpo di scena nelle indagini sulla morte del migrante morto dopo essere scappato dall’ex Villa Sikania, investito da un’auto. Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio e il pubblico ministero, Chiara Bisso, hanno disposto la riesumazione della salma, per procedere all’autopsia, del migrante eritreo Sied Anwar, 20 anni, investito e ucciso da un’auto nella notte fra il 3 e il 4 settembre.
Al momento l’unico indagato, per l’ipotesi di reato di omicidio stradale e fuga del conducente, è il trentaquattrenne Alfonso Cumella, di Realmonte. La procura gli contesta di non avere tenuto una condotta di guida prudente con particolare riferimento alla velocità. Cumella si è difeso e ha negato pure, in occasione dell’interrogatorio di convalida dell’arresto davanti al gip Francesco Provenzano, di essere fuggito all’alt dei poliziotti che, sostiene l’accusa, gli avrebbero intimato di fermarsi vedendo arrivare la Volkswagen Touareg ad alta velocità. I suoi difensori, gli avvocati Luigi Troja e Giacomo La Russa, hanno sostenuto che “il migrante, come si evince dal video amatoriale agli atti dell’inchiesta, si trovava già a terra, perchè bloccato dagli agenti dopo la fuga, e non era possibile in nessun modo evitare l’impatto”. In relazione all’accusa di essere fuggito dopo lo schianto, è stata prodotta una consulenza tecnica, redatta dall’ingegnere Nicolò Vassallo, che proverebbe l’incompatibilità della ricostruzione accusatoria con la dinamica dei fatti. “La velocità con cui procedeva il mezzo – hanno detto i difensori – non superava i 70 chilometri orari”. A queste tesi si è aggiunta la richiesta del legale dello zio del ragazzo, che chiede di accertare se ci sono altre concause legate al possibile uso eccessivo della forza da parte dei poliziotti intervenuti per bloccare la fuga. Mercoledì pomeriggio sarà conferito l’incarico al medico legale Alberto Alongi.

Io bollettino quotidiano del ministero della Salute dice che è ancora record di contagi in Sicilia. Dove nelle ultime 24 ore si sono registrati 1423 casi di positività, con 402 guariti e 34 morti.

Con i nuovi casi il numero degli attuali positivi raggiunge quota 19.513.

Questa la ripartizione su base provinciale dei nuovi casi:

321 a Palermo,

292 a Catania

292 a Ragusa,

157 a Messina,

121 a Trapani,

91 a Siracusa,

62 ad Agrigento,

47 a Caltanissetta e

40 a Enna.

Così in sindaco di Agrigento Franco Miccichè: “Voglio fare i complimenti miei e di tutta la giunta, agli agrigentini che questa mattina si sono recati al mercatino settimanale di piazza Ugo La Malfa. Hanno rispettato tutte le regole e le limitazioni alla prevenzione dei contagi da Covid-19. Questo comportamento maturo e consapevole ha permesso di mantenere aperti, almeno fino a nuove disposizioni governative, i mercatini rionali, assicurando la sopravvivenza dei lavoratori e un servizio utile e molto apprezzato dalla popolazione. Il rispetto delle norme, in questo e in altri casi, ci permette di proteggere la popolazione e di salvare la piccola economia locale. Un ringraziamento va fatto anche a tutte le forze dell’Ordine e alla Croce Rossa, che hanno operato nella zona controllando gli accessi e il rispetto di queste normative”

Era dentro un sacchetto della spesa ritrovato a Trapani, nell’atrio di un condominio della periferia della città, in via Francesco De Stefano.

A ritrovare il corpo esanime del piccolo con il cranio fracassato è stato un abitante dello stesso condominio che ha avvertito le forze dell’ordine, e secondo la scientifica giunta sul luogo, la madre giovanissima – che abita nel complesso residenziale dove è avvenuta la tragedia – avrebbe potuto lanciare il bimbo appena nato dalla finestra, uccidendolo.

Buone invece le condizioni di un altro neonato trovato ieri a Ragusa, per caso, in un contenitore dei rifiuti. In ospedale, ora aspetta una famiglia per l’affido

Investimenti per quasi cinquanta milioni di euro in cinque anni, questo prevede il programma inviato dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento all’Assessorato regionale alle Autonomie Locali e agli Assessorati regionali alle Infrastrutture e alla Pubblica Istruzione. Si tratta dei fondi individuati dal decreto interassessoriale n° 150 del 10 giugno 2020.

Il programma predisposto dai settori Edilizia scolastica e Infrastrutture stradali, inviato dal Commissario Straordinario Alberto Girolamo Di Pisa,prevede interventi di progettazione e lavori per adeguamento antisismico, impiantistico e funzionale di alcuni istituti scolastici di proprietà del Libero Consorzio e lavori di manutenzione straordinaria lungo le strade provinciali della zona Ovest, della zona Est oltre ai lavori di manutenzione straordinaria lungo le strade provincialiex consortili ed ex regionali.

Il quaranta per cento delle somme per le strade provinciali sarà utilizzato per la zona Ovest, un altro quaranta per cento per la zona Est ed il 20 per cento delle risorse disponibili per le strade provinciali ex consortili ed ex regionali.

Per il 2020 sono stati individuati interventi per circa due milioni di euro da utilizzare per l’accordo quadro relativo alle strade provinciali del Libero Consorzio e per il Liceo Classico “Pirandello” di Bivona.

Dal 2021 al 2025 l’importo richiesto ammonta a 9.509.594,61 per ogni annualità che comprende sia gli interventi per le strade provinciali che per l’edilizia scolastica.

Gli interventi programmati, nel quinquennio, dal settore Edilizia Scolastica riguardano l’I.I.S.-Istituto magistrale “F. Crispi” di Piazza Zamenhof a Ribera, l’I.I.S.-Liceo Classico “Pirandello” di via Montemaggiore  contrada Paratore a Bivona, L’I.I.S.-Liceo Sperimentale “F. Crispi” di via Circonvallazione aRibera, l’Istituto d’Arte “Bonaccia” di via De Gasperi a Sciacca e l’Istituto Alberghiero di Contrada Tonnara aSciacca.

L’Asp di Agrigento ha confermato con bollettino ufficiale i nuovi 39 casi di coronavirus, ma non viene riportato il dato dei tamponi effettuati, che resta fermo a 28.942. 

I dati, sono in continuo aggiornamento.

I Nuovo ricoveri sono 4, 37 i soggetti in quarantena e 23 i guariti. Due i decessi registrati dall’Asp di Agrigento: a uno di loro è stata riscontrata la positività al Covid-19 post-mortem.

Le piazze italiane, anche in Sicilia, sono gremite da titolari di bar e ristoranti, in protesta perché indispettiti e furibondi a seguito della chiusura totale in zona rossa, o parziale nell’arancione e nella gialla, imposta dal nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Sul piede di guerra vi sono anche tanti genitori di alunni delle scuole dell’infanzia, elementari e medie, costretti a frequentare in presenza le lezioni, diversamente dagli studenti delle scuole superiori, per i quali è stata disposta la didattica a distanza. Infatti, sia nel caso di bar e ristoranti, che delle scuole inferiori, è sollevata una incongruenza che oggettivamente sarebbe più che condivisibile, ovvero: se la chiusura di bar e ristoranti mira a scongiurare assembramenti e diffusione del contagio, ci si domanda legittimamente se tali assembramenti non ricorrano pericolosamente anche innanzi alle scuole aperte, negli spazi scolastici comuni, e poi in tanti mercati rionali che diversi sindaci, come ad esempio ad Agrigento, hanno autorizzato a proseguire le proprie attività di esposizione e di vendita della merce. Tuttavia, se nei mercati la presenza delle forze dell’ordine garantisce o dovrebbe garantire il rispetto delle prescrizioni contro il contagio, ciò invece non è praticabile all’esterno o all’interno delle scuole. Peraltro, tra le scuole inferiori incombe anche un altro problema: l’obbligo di indossare la mascherina. Non tutti, soprattutto i più piccoli, dai 6 anni in su, sono capaci di tollerare l’occlusione della mascherina per diverse ore. Alcuni bambini, ad esempio, soffrono di asma, o di allergie, e l’uso della mascherina per parecchio tempo aggrava tali patologie. Sarebbero opportune quindi delle modifiche al Dpcm, valido fino al prossimo 3 dicembre. Alla scadenza dunque tali incongruenze si auspica siano risolte alleviando un pesante disagio a danno di alcune fasce sociali.

“La Sicilia sia dichiarata zona gialla”. È un coro all’unisono quello che parte dalle associazioni datoriali Sicindustria, Confindustria Catania, Confindustria Siracusa, Confcommercio Sicilia, Confesercenti Sicilia, Confapi Sicilia, Legacoop, Confcooperative, Unci, Agci, Unicoop Sicilia, Ance Sicilia, CNA Sicilia, Conflavoro PMI Sicilia, Assoimopresa, Confagricoltura.

Le organizzazioni, riunite tutte insieme, rivolgono un appello al Governo nazionale e alla Regione Siciliana in testa ma anche a tutti gli enti e le istituzioni della Sanità, e a tutti gli organismi attori dello sviluppo: “In un momento drammatico come quello che le nostre imprese stanno vivendo, occorre senso di responsabilità fuori dai giochi di appartenenza politica. Vengano messe in campo tutte le procedure e tutte le attività necessarie, tutte le prassi e i protocolli per far sì che la Sicilia venga riportata nel novero delle regioni cosiddette gialle, occorre prendere tutte le misure che consentano da un lato di tutelare la salute e dall’altro di affrontare il tema della tenuta del nostro sistema economico e sociale”.

Con sentenza dello scorso 9 ottobre il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha dichiarato il fallimento della Essequattro s.r.l., società facente capo alla holding proprietaria della catena di negozi con il marchio “Centro Convenienza”.

Per quasi un anno i punti vendita Centro Convenienza avevano continuato a vendere mobili e ad acquisire ordini, nonostante le centinaia di diffide già pendenti per mancata consegna dei beni. Qualche cliente aveva anche notificato un decreto ingiuntivo alla società, ma senza riuscire ad ottenere il pagamento.

Con la dichiarazione ufficiale di fallimento da parte del Tribunale inizia una nuova fase: ora, entro il 9 febbraio 2021, i creditori della società (e quindi anche chi ha acquistato mobili mai ricevuti), hanno la possibilità di presentare domanda di insinuazione al passivo fallimentare per tentare di recuperare almeno parte della cifra pagata.

Nel corso dell’ultimo anno e mezzo Federconsumatori ha assistito centinaia di clienti dei vari punti vendita disseminati in tutto il territorio regionale, che avevano acquistato mobili che non erano poi mai stati consegnati (in molti casi anche stipulando finanziamenti). Federconsumatori è pronta ad assistere gli ex clienti del Centro Convenienza anche in questa ulteriore fase, offrendo consulenza per la redazione e l’invio delle domande.

Non promettiamo alcun rimborso sicuro ai clienti di Centro Convenienza – afferma la Coordinatrice della Consulta Giuridica Regionale di Federconsumatori, Gaia Matteini – perché siamo una associazione seria, che tutela i consumatori e non dà false speranze. Sappiamo che sarà difficile ottenere un risultato pieno, ma è nostro obbligo morale aiutare chi ha perso migliaia di euro, attivando tutti i rimedi che la legge offre“.

Coloro che fossero interessati potranno contattare, entro e non oltre il mese di dicembre, la sede di Federconsumatori più vicina: sulla home page del sito www.federconsumatorisicilia.it è disponibile l’elenco completo delle sedi, con i rispettivi recapiti e orari di apertura.

Ai consumatori posso dire che Federconsumatori ha le competenze per fare tutto ciò che la legge prevede in casi del genere – aggiunge il presidente regionale Alfio La Rosa – e che siamo a loro disposizione perché è nel nostro DNA assistere il cittadino-consumatore specialmente in casi come questo“.