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1. Non c’è pandemia che tenga

2. Legge bilancio. Ancora briciole o niente per studenti, precari, personale e docenti

3. Di nuovo Renzi: “togliere l’Università dal diritto amministrativo”

4. Commissione Cultura. Solo con CRUI e CUN?

5. Da 15 scienziati: 25000 nuovi posti in 5 anni

1. Non c’è pandemia che tenga

     La grave mancanza di medici e di infermieri era nota a tutti già prima della pandemia, che l’ha ‘solo’ resa più evidente e drammatica.

     Già a partire dall’aprile 2020 l’ANDU aveva chiesto al Governo e al Parlamento alcuni interventi urgenti:

a. iscrivere, già per il 2020-2021, alle Scuole di specializzazione tutti i laureati in medicina;

b. aumentare a 20.000 gli ingressi a medicina per quest’anno e approvare immediatamente un piano per abolire il numero chiuso nell’arco di 4 anni;

c. riformare radicalmente il sistema nazionale sanitario pubblico.

     Nulla di tutto ciò è stato fatto fino ad ora (v. “Medicina perduta. Cosa fare”).

    E quanto previsto nella prima bozza del Recovery Plan è per l’Università ancora pochissimo e in gran parte ‘orientato’ verso l’industria privata (v., in particolare, pagg. 67-73 della bozza).

2. Legge bilancio. Ancora briciole o niente per studenti, precari, personale e docenti

     Poco o nulla nella Legge di bilancio 2021 (testo) c’è per il diritto allo studio, i precari, il reclutamento, gli avanzamenti di carriera. Invece sono stati stanziati 84 milioni (+44%!) per le università private e 10 milioni per Invitalia, un’agenzia del MEF che si aggiunge ad ANVUR e ANR nel commissariamento dell’Università (comma 550).

     Sul (non) rinnovo del contratto del personale tecnico-amministrativo si è svolta il 10 dicembre scorso la “Assemblea nazionale unitaria ‘università tradita’”, all’indomani dell’incontro con il Ministro, indetta dai sindacati di categoria.

3. Di nuovo Renzi: “togliere l’Università dal diritto amministrativo”

     Al punto 42 delle recenti proposte di Italia Viva si legge:

“Università e ricerca. Occorre decidere quale sia il livello della nostra ambizione su questo punto. Vogliamo togliere l’Università dal diritto amministrativoVogliamo far scegliere il rettore al CdA e non farlo eleggere (il sapere non è democratico, ma meritocratico)vogliamo cambiare governance – reclutamento – valutazione? Vogliamo abolire il valore legale del titolo di studio? Vogliamo limitarci a modificare le classi di laurea? Vogliamo un contratto nazionale del ricercatore che dia certezza di finanziamento a chi fa ricerca in Italia? Dove vogliamo il numero chiuso? Noi chiediamo una discussione pubblica, serrata, seria su questi temi. Perché questo è il settore su cui ci giochiamo il futuro: il capitale umano.

     Le pagine che abbiamo letto sono tutte pagine che non creano divisioni o dissensi: ma serve una svolta, non un generico atto di indirizzo, se vogliamo davvero rilanciare l’università italiana.” (le sottolineature non sono nel testo originale).

     Le intere proposte di Italia Viva sono state illustrate dal Matteo Renzi nella sua conferenza stampa del 28 dicembre 2020.

     Già nel 2015 Matteo Renzi, allora presidente del Consiglio, aveva sostenuto che “occorre sottrarre l’università dai vincoli della pubblica amministrazione restituendole autonomia”, così come avevano sostenuto anche l’allora ministro Stefania Giannini e la allora responsabile del PD Francesca Puglisi (v. qui).

     Ecco in proposito la posizione assunta nell’aprile del 2015 da ADI, ANDU, ARTeD, CIPUR, CISL-Università, CNRU, CNU, CONFSAL-CISAPUNI-SNALS, CoNPAss, CRNSU, Federazione UGL Università, FLC-CGIL, LINK, RETE29Aprile, SNALS-Docenti, UDU, UIL RUA:

     “L’attacco alla Scuola pubblica è perfettamente in linea con quello contro l’Università, in corso da anni, e che ha come deliberato obiettivo quello di cancellare l’idea stessa di un’Università di qualità, democratica, aperta a tutti e diffusa nel Paese.

     La demolizione dell’Università statale sta avvenendo con gli ingenti tagli alle risorse già scarse, l’accentramento esasperato dei poteri a livello nazionale e negli Atenei, la messa ad esaurimento dei ricercatori e il precariato reso ancor più feroce e senza sbocchi dalla legge “Gelmini”, lo svuotamento del diritto allo studio che dovrebbe invece essere garantito anche a chi è privo di mezzi. .

     Inoltre la valutazione (mal concepita e peggio realizzata dall’ANVUR che ha commissariato il Sistema universitario) è diventata una clava per controllare, colpire e demolire, piuttosto che uno strumento per aiutare a far funzionare meglio la ricerca e l’alta formazione nel nostro Paese in una logica di Sistema nazionale.

    E il peggio per l’Università statale sta per arrivare: con la scusa della sburocratizzazione si punta dichiaratamente all’uscita di questa Istituzione dalla Pubblica Amministrazione, ed è già annunciata l’applicazione del JobAct negli Atenei. Ovvero una ulteriore iper-precarizzazione di quasi tutto il personale docente, compreso quello ora in servizio al momento di un eventuale passaggio di carriera.

     L’uscita dell’Università dalla Pubblica Amministrazione, richiesta da anni dalla Confindustria, porterebbe al rafforzamento ulteriore del potere dell’ANVUR e dei Rettori sulla didattica, sulla ricerca e sul reclutamento, le carriere e la retribuzione dei docenti, differenziando totalmente gli Atenei l’uno dall’altro.

     L’obiettivo finale è quello di ridurre a pochissimi gli Atenei “veri”, quelli che svolgono didattica e ricerca, emarginando o cancellando tutti gli altri. E tutto questo nella direzione di un uso ancora più privatistico delle risorse pubbliche concentrate in poche mani.

     Si tratta di un progetto dannoso per l’intero Paese che con la cancellazione dell’Università statale perderebbe un pilastro fondamentale del suo sistema democratico.

4. Commissione Cultura. Solo con CRUI e CUN?

 

     A quanto ci risulta, la Commissione Cultura della Camera, dopo avere auditi il 15 dicembre scorso CRUI e CUN, non ha ancora convocato le Organizzazioni e le Associazioni universitarie per avere anche da loro opinioni sul testo ancora in ‘lavorazione’ nel Comitato ristretto. Questo testo riguarda il reclutamento e lo stato giuridico dei ricercatori delle università e degli enti di ricerca e il dottorato e gli assegni di ricerca (v. “Camera. Finte e vere audizioni?”).

     Nel frattempo il Comitato ristretto ha proseguito la sua attività, mentre il testo fatto avere a CRUI e CUN non ci è ancora noto.

     Ci rifiutiamo di credere che la Commissione, il suo Ufficio di Presidenza e il Comitato ristretto abbiano alla fine scelto come interlocutori ‘speciali’ la CRUI e anche il CUN, non convocando anche quanti erano stati auditi un anno fa assieme a CRUI e CUN. Una scelta che sarebbe nuova negli ultimi decenni solo per il fatto che questa volta avverrebbe in maniera ‘ufficiale’ grazie alla video-registrazione dell’audizione-incontro del 15 dicembre scorso, che tutti possono vedere.

     Ma non sarebbe preoccupante solo il metodo, anche istituzionalmente scorretto, che la Commissione starebbe adottando, ma anche quanto si starebbe decidendo. Infatti, sulla base di quanto emerso nell’audizione del 15 dicembre scorso, sembra che il Comitato ristretto voglia mantenere i ruoli separati di associato e di ordinario (altro che docente unico!), confermare il localismo dei concorsi (cooptazione personale) con la presenza nelle commissioni concorsuali di un membro interno e mantenere anche la foglia di fico delle ASN (inutili concorsi senza posti), prevedere un lungo periodo di precariato (“assegni di ricerca”, sic!) in quantità non limitata, non prendere in considerazione una seria prospettiva di sbocco per gli oltre 50.000 attuali precari (precari usa e getta).

     Pare anche che si voglia prevedere una nuova e ‘micidiale’ figura ultra-precaria attraverso l’introduzione di “Borse di ricerca”, post-laurea e pre-dottorato, di durata tra 3 e 12 mesi per un periodo complessivo non superiore a 18 mesi.

5. Da 15 scienziati: 25000 nuovi posti in 5 anni

     Il 2 gennaio 2021 quindici scienziati hanno inviato al Presidente del Consiglio una seconda lettera. In questa nuova lettera gli scienziati ribadiscono la loro richiesta “di investire 15 miliardi di Euro in 5 anni per mettere la ricerca pubblica di base al passo coi principali Paesi europei” e specificano ora la richiesta che dei 15 miliardi “nel prossimo quinquennio, 4 miliardi di Euro potrebbero permettere concorsi per circa 5000 ricercatori ogni anno. Ciò ridurrebbe in modo significativo il divario che separa la popolazione di ricercatori nelle strutture pubbliche in Italia (…) rispetto a Francia e Germania”.

     Questa sembrerebbe una richiesta non lontana da quella che da anni l’ANDU avanza: bandire almeno 20.000 posti di professore universitario di ruolo in 4 anni (5000 all’anno).

    L’ANDU chiede anche di cambiare radicalmente le attuali modalità di reclutamento prevedendo – anche per tutte le prove precedenti e successive – commissioni nazionali interamente sorteggiate (abolizione della cooptazione personale), chiede inoltre di abolire il precariato senza abolire gli attuali precari, chiede anche l’introduzione di un vero docente unico, etc.

 

== Per esprimere e/o leggere commenti sui temi qui trattati cliccare qui.

  • Per leggere la Proposta dell’ANDU di riforma complessiva dell’Università (diritto allo studio, precariato, docente unico, riforma concorsi, autonomia Sistema nazionale, gestione democratica atenei, etc.) cliccare qui.

  • La storia della devastazione dell’Università può essere approfondita  nel sito dell’ANDU utilizzando la “ricerca avanzata”, in alto a sinistra.

  • Con la recente aggiunta nel sito dell’ANDU di tutte le Agenzie mensili di “Università Democratica” (dal settembre 1984 all’ottobre 1999) è ora più ampiamente documentata sia l’opera di demolizione dell’Università condotta da oltre 40 anni, sia l’opposizione portata avanti da oltre 40 anni prima dal movimento dei precari, poi da quello dei ricercatori e quindi dall’ANDU.

  • Se altri volessero ricevere notizie dall’ANDU, inviino una e-mail ad anduesec@tin.it con oggetto “notizie”.

“La notizia che ben quattro località siciliane, tutte ricadenti nell’area della Sicilia Occidentale, siano state inserite fra i siti atti ad ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari lascia sgomenti ed allarmati.

Il solo fatto che tali aree di straordinario pregio paesaggistico e culturale, luoghi che ospitano produzioni agroalimentari d’eccellenza fra le più rinomate nel mondo, possano essere prese in considerazione per la realizzazione di una siffatta struttura appare fuori da ogni logica.

Senza volere, almeno per il momento, approfondire gli aspetti squisitamente tecnici, appare di tutta evidenza che la realizzazione di un deposito di scorie nucleari infliggerebbe alla Sicilia intera un colpo terribile, colpendola mortalmente in primo luogo in quei settori, Turismo ed Agricoltura, che negli ultimi decenni hanno rappresentato l’unica ancora di salvezza rispetto ad un degrado economico e sociale che appariva inarrestabile.

Il lungo e faticoso lavoro svolto negli anni della Regione e da tutti gli enti, le aziende, gli operatori ed i cittadini per sviluppare le straordinarie risorse dell’Isola ed in particolare di questa sua parte verrebbe definitivamente azzerato.

Un disastro che non può e non deve avvenire.

La DMO “Sicilia Occidentale”, costituita dal Distretto Turistico Sicilia Occidentale e dal Distretto Turistico Valle dei Templi, facendosi portavoce del sentire dell’intera filiera turistica e, in senso più ampio, dei cittadini di Sicilia, fa appello a tutti i rappresentanti istituzionali a tutti i livelli affinché, senza distinzione di schieramento, si impegnino a non permettere che un tale danno venga inferto a questa nostra Terra meravigliosa”.

Lo dichiarano il presidente del Distretto Turistico Sicilia Occidentale Rosalia D’Alì e l’amministratore del Distretto Turistico Valle dei Templi Fabrizio La Gaipa.

Nuovo amaro bollettino della salute per quanto riguarda i contagi del Covid 19 in Sicilia. Oggi, la Trinacria, registra il tristissimo primato di risultare la regione più contagiata in Italia nelle ultime 24 ore.

Sono quasi 1700, infatti, i nuovi casi registrati e più precisamente 1692 su 9767 tamponi processati. Il tasso di positività sale al 17,3%. I decessi sono 29 e i guariti 1350..

Questi i dati nei Comuni capoluogo siciliani: Palermo 485, Catania 449, Messina 207, Siracusa 193, Caltanissetta 91, Trapani 82, Agrigento 73, Ragusa 61 ed Enna 51.

 

 

Tari: 6 milioni in incassati per anni 2015, 2016, 2017

Imu: 13 milioni non incassati per anni 2015, 2016, 2017

Tasi: 3 milioni non incassati per anni 2015, 2016

Queste le cifre per le quali il comune di Agrigento ha inviato avvisi per accertamenti, con l’intento di recuperare l’evasione tributaria. nelle ultime ore, mentre si redigeva il bilancio di previsione di fine anno, sono state tirate le somme.

In tanti si vedranno a breve, recapitare l’avviso per mancato pagamento.

 

 

Ricorrendo l’evidenza della prova, il sostituto procuratore a Sciacca, Michele Marrone, ha disposto il giudizio immediato, scavalcando il filtro dell’udienza preliminare, a carico di Attilio Manici, 34 anni, di Ribera, già arrestato dai Carabinieri perché avrebbe venduto una dose killer di metadone che ha ucciso Alessio Cusumano, 21 anni, scoperto morto all’interno del suo appartamento. Tra le prove vi sono le telefonate tra Manici e Cusumano, poco prima della vendita della dose fatale. Inoltre a casa di Manici sono stati sequestrati metadone e un bilancino di precisione.

Ci sarà anche l’agrigentino, Diego Gaetano Lo Bue, impegnato, domani, 7 gennaio, nel contest on line “Pizza Designart”, un confronto tra tutti i migliori pizzaioli italiani e non solo, che fanno della pizza una vera e propria opera d’arte. Lo Bue, originario di Casteltermini, ma residente in Svizzera da un anno, per l’occasione delizierà la giuria con una grande sorpresa.

“In questo contest – dice Diego – saranno presenti i migliori pizzaioli design d’Europa, proprio per questo motivo occorre prepararsi a dovere. E’ un grande stimolo per il sottoscritto confrontarsi con tanti colleghi bravi e preparati”.

Iscrizioni on line al via, ieri, per l’anno scolastico 2021-2022. Le famiglie avranno tempo fino al prossimo 25 gennaio per iscrivere i propri figli alle classi prime delle scuole primarie e secondarie di I e II grado. Come ogni anno il Ministero ha messo a disposizione delle famiglie un sito dedicato www.iscrizioni.istruzione.it con tutte le informazioni utili per lo svolgimento della procedura e con una sezione specifica per le domande frequenti. E iscrizioni vuol dire anche open day che quest’anno, a causa della pandemia, si svolgeranno on line: un modo per gli istituti per rendere note le attività che vengono svolte durante l’anno scolastico e anche per presentare il personale docente. Alle prese con le iscrizioni e l’open day anche l’istituto Rita Levi Montalcini di Agrigento , diretto da Luigi Costanza, che comprende ben 8 plessi tra villaggio Mosè, Peruzzo e San Leone. “In consiglio d’istituto per le iscrizioni- dice Costanza- abbiamo approvato dei criteri oggettivi. Hanno precedenza assoluta gli alunni residenti al villaggio Mosè , Peruzzo e San leone , poi, se hanno fratelli o sorelle che provengono dal nostro istituto e ,poi ancora , la vicinanza dal plesso richiesto. Negli anni precedenti , purtroppo , non siamo riusciti ad accettare tutte le iscrizioni. Se ci dovessero confermare i nuovi locali dati in comodato d’uso in quest’anno scolastico – conclude io dirigente del Montalcini – la situazione si potrebbe normalizzare permettendoci di accogliere più studenti”.

Altro incidente stradale mortale in Sicilia. Un ragazzo di 14 anni, Andrea Alabiso, è morto a Comiso, in provincia di Ragusa, in via Biscari. Al ragazzo, in sella alla sua moto, è sfuggito il controllo del mezzo a due ruote, e si è ribaltato fuori strada schiantandosi contro un palo e un muretto. Andrea Alabiso è stato intento a rientrare a casa insieme ai genitori, che lo seguivano in automobile. Il 14enne è stato caricato in ambulanza, ma è morto poco dopo l’arrivo all’ospedale Guzzardi di Vittoria.

Non vi sono solo i furbetti del reddito di cittadinanza. I Carabinieri hanno denunciato 28 furbetti dei buoni spesa di età compresa tra i 25 e i 68 anni, residenti tra Viagrande e Aci Bonaccorsi, nel Catanese. I 28 avrebbero falsificato le carte per beneficiare dei ristori contro la povertà, accedendo alla graduatoria e percepire buoni spesa per l’acquisto di generi alimentari, emessi dallo Stato allo scopo di fornire un ristoro agli indigenti che, nel corso dell’emergenza Covid, non hanno ricevuto nessun altro tipo di sostegno pubblico. I 28 risponderanno di falsità in scrittura privata, rilascio di dichiarazioni mendaci, produzione di atti falsi, e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Finalmente, con l’avvento del nuovo anno, è stato attivato il servizio di raccolta rifiuti differenziata porta a porta nella la zona recentemente interessata dalla rettifica dei confini cosiddetta “Favara Ovest”. Così annuncia l’assessore alla nettezza urbana di Favara, Giuseppe Bennica, che aggiunge: “Pertanto tutti i cittadini residenti in tale quartiere dovranno osservare il calendario di raccolta comunale in vigore nel Comune di Favara. Tutti i servizi, compreso lo spazzamento delle strade ed il ritiro dei rifiuti quindi non incideranno più nelle casse del Comune di Agrigento”. Essendo venuto meno il quartiere Favara Ovest, l’Amministrazione comunale di Agrigento ha chiesto al raggruppamento d’imprese che hanno in appalto la nettezza urbana ad Agrigento di potenziare i servizi in altre zone della città dove è necessario”.