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Proseguono senza soluzione di continuità le operazioni di vaccinazione anticovid-19 destinate, nella prima fase, al personale sanitario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento. Oltre seimila le dosi somministrate dall’avvio della campagna vaccinale, il due gennaio scorso, sino alla data di ieri, domenica dieci gennaio 2021. Sono 2185 le inoculazioni effettuate al presidio ospedaliero “San Giovanni di Dio” di Agrigento (96, 120, 162, 339, 348, 249, 306, 311, 254 per ciascun giorno di attività), 1311 al “Giovanni Paolo II” di Sciacca (70, 73, 83, 183, 124, 173, 157, 226, 222), 825 al “San Giacomo D’Altopasso” di Licata (70, 96, 35, 168, 24, 84, 114, 78, 156), 821 al “Barone Lombardo” di Canicattì (50, 66, 59, 180, 102, 59, 126, 114, 65), e 759 al “Fratelli Parlapiano” di Ribera (101, -, 72, 186, -, 174, 108, -, 118). Eseguite anche 471 somministrazioni per l’area territoriale ASP (98 il 5 gennaio, 197 il 7, 29 l’8, e 147 il 10). Con l’ausilio costante del personale di rianimazione, l’ASP di Agrigento ha dato avvio anche alla capillare vaccinazione presso le residenze sanitarie assistite della provincia appannaggio sia degli utenti che dei sanitari in servizio.

A cuore del comune di Agrigento, il decoro urbano e dunque ci si appresta a varare un nuovo piano rifiuti per un miglioramento de servizio. E’ il vicesindaco ad illustrare il piano ai giornalisti durante la conferenza stampa.

In cima alla lista delle cose da fare, c’è l’istituzione di un nucleo ambientale che avrà il compito di vigilare sul rispetto delle norme, affinché si possa contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, coadiuvati anche dall’utilizzo delle telecamere.

In accordo con l’Iseda, azienda che si occupa del servizio, sono state varate azioni comuni, come la restituzione dei mastelli danneggiati o rubati, lo spostamento del centro raccolta di rifiuti da piazza Ugo La Malfa alla zona industriale di Agrigento, oltre ad una maggiore attenzione alla raccolta dei rifiuti nelle vie del centro storico, oltre alla pulizia delle strade con l’istituzione di appositi divieti.

Un ruolo importante lo avrà anche la campagna di informazione, con l’ausilio di un’applicazione da installare sul cellulare, utilizzabile anche per inviare direttamente all’amministrazione comunale, eventuali segnalazioni

 

A Favara la sezione del Cif (Centro Italiano Femminile) ha inaugurato la “Casa del Bambino” posta in un locale resto gratuitamente a disposizione dai proprietari in via Vittorio Emanuele, nel centro storico della città. La presidente del Cif comunale, Antonella Morreale, spiega: “Si tratta di un luogo dove le famiglie bisognose possono trovare, oltre ad alimenti di prima necessità, anche giocatoli, vestitini, culle, pannolini, pappine e tutto ciò di cui hanno necessità i bambini da zero a 12 anni. La ‘Casa del Bambino” è stata intitolata a Maria Ghibellini Turco, originaria di Caltanissetta, scomparsa nello scorso mese di maggio dopo avere dedicato la sua vita ai bisognosi, ai bambini, ai malati, alle persone anziane, con il benestare della presidente provinciale del Cif, Carmelina Severino”.

In Sicilia tasso di positività record in Italia. L’appello di Orlando alla zona rossa e l’intervento di Cateno De Luca

In Sicilia, anche ad Agrigento con 102 infettati secondo il bollettino di domenica, si registra un aumento vertiginoso dei contagi da coronavirus. Il sindaco di Palermo, nonché presidente dell’Anci, l’Associazione dei Comuni di Sicilia, Leoluca Orlando, lancia un appello alla “zona rossa”, adesso e senza indugi. Le sue parole: “Siamo di fronte al dilagare dell’epidemia, anche a causa dei comportamenti irresponsabili di tanti. Si è registrato un ulteriore aumento dei contagi e, fatto ancor più preoccupante, un indice di positività che sfiora il 20%, con gli ospedali e i pronto soccorso prossimi alla saturazione. Prima che sia troppo tardi, prima che si contino in Sicilia migliaia di morti, torno a chiedere al Governo nazionale di dichiarare la nostra regione zona rossa. In attesa che questo avvenga, chiedo al Presidente della Regione, Musumeci, di provvedere a dichiarare zone rosse tutti i capoluoghi, che sono quelli più esposti, come dimostrano i dati di Catania, Messina, Palermo e Siracusa” – conclude Orlando.

Lancia una iniziativa provocatoria, ma reale, il sindaco di Messina, Cateno De Luca, il quale annuncia che saranno intensificati i controlli per il rispetto delle misure restrittive anti-covid con i droni. De Luca prospetta: “Da oggi intensifichiamo i controlli in città anche con i droni che attiveremo nelle zone più sensibili. Messina ha percentuali preoccupanti per l’emergenza Covid che ci hanno portato in zona rossa, parliamo addirittura di un tasso di positività del 34,5%. A preoccupare è il rapporto dei posti letto occupati in terapia intensiva che è del 70% e quello dei ricoveri ordinari che è del 75%. Sono numeri tra i più alti d’Italia e per questo, rispetto all’ordinanza predisposta dalla Regione, farò ulteriori restrizioni perchè la situazione è allarmante”.

L’assessore regionale alla salute Ruggero Razza, commentando gli ultimi dati dell’emergenza Covid in Sicilia, dove si è raggiunto un tasso di positività del 19.8%, che è il più alto in Italia, dice: “Ci aspettiamo ancora per qualche settimana una crescita del contagio e, quindi, una fase di tensione per le strutture ospedaliere, territoriali e per le aree di emergenza“.

E poi aggiunge: “Nei giorni scorsi tutte le direzioni strategiche hanno ricevuto una nota dell’Assessorato con cui abbiamo richiamato ciascuno alla doverosa attenzione per questa fase e chiesto di verificare tutti gli step di programmazione. Oggi dalla nostra abbiamo il personale raddoppiato sul territorio, ma dobbiamo tenere molta alta l’attenzione e valutare se la curva diventa esponenziale“.

Poi sulla campagna vaccinale dice: “intanto, ci ha visto completare in tutta la Sicilia le scorte, tenuto conto della prima fase di richiami che prudenzialmente è stata accantonata

La donna era ubriaca, aveva danneggiato un vaso, infastidiva i clienti di un bar nella zona del campo sportivo di Agrigento, e avrebbe anche aggredito i poliziotti intervenuti per cercare di sedare la situazione, senza troppe conseguenze.
La 45enne è stata dunque denunciata per le ipotesi di reato di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, considerato che appena gli agenti della volante sono giunti sul posto, la stessa gli si è scagliata contro.

Il questore ha poi firmato un ordine di allontanamento.

Il 22enne agrigentino aveva lasciato le sue impronte digitali, mentre tentava di svaligiare la farmacia nei locali dell’Asp 1 di Agrigento, a viale della Vittoria. E così, a distanza di 5 anni, gli agenti della sez. Volanti della Questura e gli uomini della scientifica hanno dato finalmente un nome e un volto all’autore del furto che, denunciato per furto aggravato, già si trovava in carcere per altre vicende giudiziarie.

 

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Il 70% dei siciliani apprezza la decisione prudenziale, richiesta dal Governo Musumeci, di porre dall’11 gennaio la Sicilia in zona arancione: i cittadini la ritengono oggi una scelta necessaria per prevenire un ulteriore incremento dei contagi. Poco meno di un quarto la considera sbagliata ed eccessiva”.

È quanto emerge da un’indagine condotta nelle ultime 24 ore dall’Istituto Demopolis, che ha misurato “a caldo” l’impatto sull’opinione pubblica regionale della scelta del Governo Regionale di attuare in Sicilia misure più stringenti, dopo il recente aumento della curva dei contagi a seguito delle festività di fine anno.
In termini analitici, tra i siciliani risulta alta l’adesione alla scelta prudenziale: il 40% ritiene corretta la zona arancione per l’Isola; nel timore della terza ondata tra gennaio e febbraio, un terzo degli intervistati avrebbe ulteriormente inasprito le misure di contenimento, con l’istituzione della zona rossa. Il 21% avrebbe preferito invece una Sicilia tinta di giallo, per tutelare la mobilità e le attività produttive.
“La preoccupazione dei siciliani per la diffusione del Coronavirus nell’Isola – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – è tornata a crescere negli ultimi giorni, passando dal 75% del 22 dicembre all’83% di oggi. La scelta di misure più stringenti per il contenimento del virus appaiono motivate, agli occhi dell’opinione pubblica, anche dalla necessaria tutela della campagna di vaccinazione appena iniziata: per più di 7 siciliani su 10, l’arrivo dei vaccini contro il Covid rappresenta una grande opportunità per uscire dalla pandemia nel 2021”.
Nell’opinione pubblica siciliana è alto il consenso alle scelte istituzionali assunte nelle ultime ore dal Ministero della Salute e dal Governo Regionale per contrastare l’emergenza pandemica, con l’istituzione di una zona “arancione rafforzata”.
Condivisa da quasi 8 siciliani su 10 è la linea della severità rispetto agli arrivi nell’Isola. Il 78% degli intervistati apprezza la scelta, prevista dall’ordinanza del Presidente della Regione Musumeci, di proseguire l’esperienza attuata per le festività di fine anno, mantenendo nel mese di gennaio uno screening mirato sul Covid per chi arriva in Sicilia (con l’obbligo di tracciamento e di tamponi).
Sebbene si tratti di interventi d’impatto pesante sul tessuto sociale, si dimostrano condivise anche le misure riguardanti la scuola in Sicilia, previste dal Governo Regionale. Il 60% valuta positivamente la decisione di tenere a casa i più piccoli, con la didattica a distanza fino al 16 gennaio per Elementari e Medie, prolungabile a discrezione dei Sindaci. Oltre 7 siciliani su 10, intervistati da Demopolis, concordano sul mantenimento della Dad fino al 30 gennaio per le Scuole Superiori e le Università.

Ha fatto il buon padre di famiglia, il medico e anche il sindaco questa sera il dott. Miccichè nei luoghi della Movida di San Leone. Appresa la notizia degli assembramenti, dopo aver avvertito il prefetto di quanto stava succedendo, è andato fra i giovani che in quel momento affollavano l’area di piazza Giglia. Vi ha trovato una pattuglia della Polizia Municipale e insieme a loro ha spiegato ai ragazzi i rischi di quegli assembramenti, che non sono solo le multe salate, ma la possibilità di trasmettersi inconsapevolmente il virus e di portarlo in casa ai genitori o ai nonni, che essendo più cagionevoli di salute possono finire in ospedale se non morire. Ha ricordato che oggi siamo al record assoluto con 116 contagiati e ha detto loro di evitare queste situazioni che portano solo a far aumentare il numero di persone ammalate se non decedute. Hanno la maturità per capire e adeguarsi. Ma in caso contrario si procederà con la mano pesate: blitz, multe e denunce. E questo non per punire, ma nell’interesse della popolazione.

A Canicattì i poliziotti del locale commissariato, coordinati da Cesare Castelli, e della Squadra Mobile, diretta da Giovanni Minardi, hanno arrestato Gioacchino Cigna, 21 anni, per detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso di una perquisizione domiciliare, il giovane è stato sorpreso in possesso di 300 grammi di marijuana nascosti in una scatola di scarpe e in un frullatore. La marijuana sarebbe del tipo “light”, bocciata di recente come illegale dalla Cassazione.