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Incidente stradale mortale a Marsala, in provincia di Trapani. Un uomo di 46 anni, Nicola Titone, è morto a seguito dello scontro avvenuto tra la sua moto e un furgone di una impresa di spedizioni all’incrocio tra Ventrischi e Sant’Anna. Titone è caduto violentemente sull’asfalto, e le sue condizioni sono apparse subito gravi. Nicola Titone è stato trasportato al pronto soccorso di Marsala, ma è deceduto.

“Aprire si può… sostenere si deve!”: anche ad Agrigento si è svolta una iniziativa di mobilitazione, contro la perdurante crisi provocata dalle restrizioni anticovid, per dirigenti e imprenditori della Cna settore agroalimentare. Una delegazione territoriale, coordinata dal presidente Emanuele Farruggia e dal segretario provinciale Cna Claudio Spoto, ha incontrato il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, e il presidente del Consiglio comunale, Giovanni Civiltà. A loro è stato consegnato un documento con specifiche richieste per sollecitare il decisore politico sugli strumenti da adottare, in tempi rapidi, per evitare che il comparto, ormai allo stremo, chiuda i battenti. In proposito oggi al Videogiornale di Teleacras sono in onda degli interventi video.

Ad Agrigento sono stati assegnati i lavori di riqualificazione dell’ex ospedale di via Atenea. I lavori di recupero dell’ex ospedale sono stati in precedenza inseriti all’interno del progetto “Girgenti”, a sua volta incluso nel Programma straordinario d’intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei capoluoghi di provincia. Responsabili del progetto Girgenti sono l’ingegnere Franco Vitellaro e la dottoressa Francesca Ciulla. Nel caso specifico è stata avviata una collaborazione con l’Università di Palermo. L’anno scorso il Consiglio d’Amministrazione dell’Ateneo palermitano ha approvato il progetto esecutivo dei lavori di restauro e ri-funzionalizzazione dell’ex ospedale di via Atenea per l’importo di 6 milioni e 100mila euro. L’Università di Palermo contribuisce con 2 milioni e 800mila euro, la restante parte sarà a valere sul progetto “Girgenti”. La struttura sarà consolidata e recuperata a norma. Ospiterà due sale da 70 posti ciascuna, un’aula magna, uno spazio per incontri. Sarà un laboratorio culturale, e non sarà necessariamente legato alle attività accademiche in senso stretto, anche se da tempo si ipotizza un trasferimento di almeno una parte delle lezioni dalla periferia in via Atenea. All’interno del progetto, il Comune di Agrigento ha previsto di inserire anche un ascensore urbano di collegamento tra il piazzale della stazione ferroviaria e la via Empedocle. E tale struttura sarà finanziata con gli stessi fondi del progetto “Girgenti”. Ultimati tutti gli adempimenti, venerdì 12 febbraio scorso si è proceduto all’aggiudicazione dei lavori all’impresa che entro 950 giorni naturali e consecutivi, ovvero entro il 23 settembre 2023, dovrà concludere i lavori. Il Comune, come gli compete, vigilerà sul regolare svolgimento dei lavori.

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Agrigento hanno denunciato un uomo di 48 anni, agrigentino, per possesso e detenzione abusiva di armi. I Carabinieri, durante un controllo, hanno sorpreso l’uomo con addosso un pugnale. A seguito di perquisizione domiciliare sono state rinvenute oltre 40 armi bianche di vario tipo (coltelli, frecce, arco, balestre, una katana, un bastone animato, shuriken, tirapugni e altro) immediatamente sequestrate.

Beni per complessivi 68 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia e dalla Guardia di finanza di Caltanissetta a tre imprenditori di Gela nei settori del commercio di autovetture e immobiliare. Destinatari del provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale nisseno, su proposta della locale Procura antimafia, sono Antonio Francesco Luca, di 65 anni, suo fratello Salvatore, di 70 anni, e il figlio di Salvatore, Rocco, di 45 anni. I tre, indagati per concorso esterno in associazione mafiosa, sono ritenuti contigui a Cosa nostra e in affari, in particolare, con esponenti del clan Rinzivillo. Dalle indagini sarebbe emerso il re-investimento da parte degli imprenditori di ingenti capitali di provenienza illecita in numerose società formalmente intestate ai loro familiari, attive nell’edilizia e nel commercio di auto, anche di lusso. Sigilli sono stati posti a due concessionarie d’auto, cinque società immobiliari, due edilizie e una che si occupa di alberghi e ristorazione, 40 terreni e 192 fabbricati, e 47 rapporti bancari o finanziari.

Si prospetta un avvicendamento nella giunta regionale presieduta da Nello Musumeci. Alberto Pierobon fuori, e dentro una donna. Così è emerso a seguito di un incontro tra Musumeci e i dirigenti dell’Udc. L’assessore regionale ai Servizi primari dovrebbe restituire la delega a breve. Al suo posto, l’Udc, rappresentato nel governo anche da Mimmo Turano, assessore alle Attività produttive, dovrebbe indicare una donna, come sollecitato dal presidente che ai dirigenti di partito avrebbe spiegato la necessità di anticipare la sentenza del Tar che tra dieci giorni si pronuncerà sul ricorso col quale è contestato allo stesso Musumeci il mancato rispetto della parità di genere. Secondo fonti di partito, Musumeci avrebbe elogiato l’attività amministrativa dell’assessore Pierobon riconoscendogli il lavoro svolto sul piano rifiuti, e avrebbe ipotizzato per il tecnico veneto un ruolo di esperto per non disperdere il patrimonio di competenze acquisito in tre anni.

La Procura antimafia di Palermo, tramite i pubblici ministeri Francesca Dessì e Geri Ferrara, ha proposto al Tribunale la condanna a 20 anni di carcere ciascuno a carico di Antonello Nicosia, 49 anni, di Sciacca, ex assistente parlamentare della deputata, Giusi Occhionero, imputato in abbreviato di associazione mafiosa, e del presunto mafioso Accursio Di Mino, 62 anni, di Sciacca, imputato anche lui di associazione mafiosa. E poi 2 anni e 4 mesi sono stati proposti a carico di Luigi Ciaccio, 34 anni, e 2 anni e 2 mesi per il fratello gemello Paolo Ciaccio, anche loro di Sciacca, imputati di favoreggiamento personale con l’aggravante dell’avere agevolato l’associazione mafiosa. I due avrebbero reso a disposizione locali di proprietà e utenze telefoniche per aiutare Nicosia, Di Mino e altri associati ad eludere le investigazioni. A Nicosia e Di Mino si contesta invece di avere gestito affari illeciti e di avere progettato persino un omicidio. A Nicosia, inoltre, si contesta di avere strumentalizzato la sua funzione di collaboratore parlamentare della Occhionero per entrare in alcune carceri siciliane, parlare con i mafiosi detenuti e trasmettere all’esterno i messaggi.

Antonio Cottone, Presindente di Fipe Confcommercio Palermo, così nel giorno in cui la Sicilia entra in zona gialla e torna il movimento di clienti che hanno ricominciato a frequentare i locali e i bar, alla ricerca di un ritorno alla normalità, ma sempre nel rispetto dei protocolli sanitari e del distanziamento sociale: “Il passaggio da arancione a giallo per noi imprenditori della ristorazione significa un importante cambiamento perché possiamo intanto rialzare le saracinesche e riaccendere di nuovo i fornelli dopo oltre 100 di inattività”

“In termini di incassi – spiega -, purtroppo, non faremo il salto di qualità perché il 70% del nostro fatturato in genere si sviluppa la sera, i coperti sono ridotti e va ricordato che la maggior parte degli uffici, e quindi degli impiegati che usufruiscono della pausa pranzo, è in smart working”

“Da oggi abbiamo aperto a pranzo e fino alle 18, ma è la vittoria di Pirro – sottolinea Cottone – anche perché come sappiamo in Sicilia, per esempio, i clienti degli aperitivi non arrivano nei locali prima delle 19 e comunque abbiamo una massa di locali come le pizzerie che potranno continuare a lavorare soltanto con asporto fino alle 22 e con i domicili”.

Il rappresentante dei ristoratori spiega che le organizzazioni del settore stanno sollecitando “una rimodulazione delle colorazioni, nel senso che in zona arancione chiediamo l’apertura fino alle 18 e in zona gialla il prolungamento fino alle 22 o secondo l’orario stabilito per un eventuale coprifuoco. Confidiamo nella sensibilità del nuovo governo che ci possa permettere di ricominciare gradatamente a lavorare considerate sempre le oscillazioni della curva pandemica” – conclude

Nei confronti del rappresentante legale dello stabilimento industriale Laterizi Akraga, nel quartiere Piane Gatta, al centro di segnalazioni su un presunto inquinamento ambientale, la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori Cecilia Baravelli e Maria Barbara Grazia Cifalinò.

Si ipotizzano i reati di inquinamento ambientale e attività di gestione rifiuti non autorizzata.

Questa mattina i Carabinieri del Centro Anticrimine Natura e i tecnici dell’Arpa e i vigili del fuoco, hanno effettuato una ispezione dei luoghi, su richiesta della Procura.

 

Angela Iacono, 51 anni, di Cattolica Eraclea, è morta in ospedale, dopo settimane di ricovero, dopo aver contratto il covid. E’ lei la prima vittima del comune agrigentino.

A dare la notizia il sindaco di Cattolia Eraclea, Santo Borsellino:  “Cari Concittadini, oggi, con grande dispiacere e dolore, ci uniamo al cordoglio per la scomparsa prematura di Angela Iacono, persona perbene e una grande mamma,  deceduta dopo alcune settimane di ricovero in ospedale,per aver contratto il Covid-19. Sappiate che questa vostra tragedia familiare è anche un lutto per tutti noi, che colpisce profondamente la nostra comunità. Io, con tutta l’Amministrazione comunale, del Consiglio Comunale ed a nome di tutta la comunità: esprimiamo al marito, ai figli, ai genitori, ai fratelli e ai parenti tutti, le più sentite condoglianze.”