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Non sarebbero i resti di Antonio e Stefano Maiorana quelli trovati nella diga Garcia tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre dello scorso anno. Gli esami della Scientifica dei Carabinieri avrebbero escluso che le ossa trovate sul fondo della diga Garcia siano dei due imprenditori palermitani di cui non vi è più traccia dal 2007. Adesso bisogna accertare di chi sono i corpi di due persone con una corda e un grosso masso di cemento accanto. Sono stati trovati anche le parti di una scarpa e una maglietta. I resti sono affiorati quando il livello dell’acqua si è abbassato. I due sarebbero morti attorno al 2000 e quindi prima della scomparsa dei due imprenditori avvenuta a Isola delle Femmine. A coordinare l’inchiesta è la Procura di Termini Imerese diretta dal procuratore Ambrogio Cartosio.

A Sciacca quasi 2mila metri di suolo del Demanio sono stati sottoposti a sequestro penale da parte dei militari del Nucleo operativo di polizia ambientale della Guardia costiera, coordinati dalla locale Procura, perchè ritenuti occupati abusivamente da un’impresa edile. La Guardia Costiera e i magistrati, in particolare, hanno accertato “l’arbitraria occupazione, che si protraeva da diversi anni in assenza di qualsivoglia titolo concessorio, di un’area demaniale di 1.546 metri quadri circa e di una struttura di 166 metri quadri circa praticamente a ridosso del mare, utilizzate per lo stoccaggio di numeroso materiale edile destinato a successiva vendita, anch’esso sottoposto a vincolo giudiziario”. Al titolare dell’impresa edile sono stati contestati reati connessi all’occupazione arbitraria e abusiva di spazio demaniale marittimo, violazioni al Codice dei beni culturali (per opere che sarebbero state eseguite in assenza di autorizzazione) e varie inosservanze alle regole connesse alla corretta gestione dei rifiuti. E ciò perché, durante l’ispezione, sono emerse numerose aree in cui erano stati depositati rifiuti in modo non consono.

Dei sei indagati nell’ambito dell’inchiesta sul business dell’accoglienza, che ha colpito i vertici della Omnia di Favara, quattro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia, svoltosi nelle scorse ore, davanti al gip di Agrigento, Francesco Provenzano.

Un altro indagato ha chiesto lo slittamento dell’interrogatorio mentre un sesto – il ragioniere Massimo Accurso Tagano – si è difeso dalle accuse rispondendo di occuparsi soltanto della contabilità e non della gestione della società.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dal sostituto Elenia Manno, ipotizza l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di truffe ai danni dello Stato, realizzate nell’ambito della gestione di un ente, che, in partenariato con numerosi Comuni della provincia, si occupa di accoglienza e ospitalità di extracomunitari richiedenti asilo.

Gli indagati, coinvolti a vario titolo nella gestione amministrativa, contabile e operativa dell’associazione di promozione sociale Omnia Academy con sede a Favara, avrebbero ottenuto contributi e finanziamenti pubblici per oltre un milione e trecentomila euro, pari alla somma delle rette giornalmente ottenute per l’accoglienza di migranti fittiziamente presenti nelle varie strutture gestite dall’associazione e alle spese in realtà non sostenute e illecitamente fatturate ai danni dei vari enti locali preposti all’erogazione dei contributi, nell’ambito dei progetti Sprar.

L’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento annuncia che è in corso la procedura di stabilizzazione del personale che opera all’interno degli istituti penitenziari. Il cosiddetto decreto Madia del 2017 e le successive integrazioni di legge consentono di normalizzare progressivamente anche il rapporto di lavoro del personale sanitario impegnato nelle carceri. Il commissario Mario Zappia commenta: “E’ motivo di soddisfazione comunicare che l’Azienda sanitaria di Agrigento risulta fra le prime aziende siciliane ad aver avviato l’iter di stabilizzazione del personale che opera in carcere. Si tratta di un atto dovuto che mira a donare serenità sia ai lavoratori che alle loro famiglie, ed esprime piena considerazione nei confronti di chi svolge un importante e difficile servizio di assistenza”.

Vietato distrarsi con il cellulare mentre si guida: la Polizia Stradale agrigentina ha intensificato i controlli. Nei giorni scorsi si è svolta la campagna di sicurezza stradale durata tre giorni e dedicata in modo particolare al contrasto dell’uso dello smartphone alla guida. Sono state impiegate 13 pattuglie della Polizia Stradale di Agrigento e dei Distaccamenti di Canicattì e Sciacca, che hanno contestato 21 sanzioni amministrative su 49 veicoli controllati, con la decurtazione di 105 punti – patente. Inoltre, lungo la strada statale 640 è stato utilizzato il nuovo Telelaser Trucam, di ultima generazione, dotato di videocamera, in grado di generare brevi video, come prova a supporto delle infrazioni accertate. E così sono state accertate 7 contravvenzioni con velocità massime rilevate di 201 e 213 chilometri all’ora, e con la decurtazione complessiva di 50 punti-patente.

Nel mosaico dei sottosegretari appena nominati nel Governo Draghi vi sono quattro siciliani. Tre sono del Movimento 5 Stelle: Giancarlo Cancelleri, riconfermato al ministero Infrastrutture e Trasporti, Barbara Floridia, alla Pubblica Istruzione, e Manlio Di Stefano agli Esteri. E poi vi è Giorgio Mulè, alla Difesa, e che sarebbe in quota Forza Italia, anche se Gianfranco Miccichè al partito avrebbe consegnato i nomi di Gabriella Giammanco e Gaetano Armao. In tanti hanno sperato fino all’ultimo di entrare nella lista di sottogoverno, ma sono stati stoppati dal gioco a incastro dei veti e degli equilibri politici. Così sono fuori ad esempio Davide Faraone, di Italia dei valori, Steni Di Piazza, del Movimento 5 Stelle, ed anche Roberto Lagalla, molto gradito al ministro Patrizio Bianchi ma senza sponsor di peso tra i partiti. Ha sperato anche Saverio Romano, di “Noi per l’Italia

“All’inizio della terza settimana dalla riapertura della scuola in presenza, ci chiediamo come sia la situazione negli istituti superiori della regione Sicilia”. La Confasi Scuola ha posto la questione all’assessore alla Pubblica Istruzione Roberto Lagalla, sottolineando come “alcuni istituti, diversamente da quanto previsto nelle norme, hanno la totalità di presenza degli studenti in classe (invece del 50%). “Siamo preoccupati – afferma Ornella Rizzo, componente del comparto scuola di Confasi- soprattutto in considerazione delle varianti a maggior contagiosità, se tale scelta sia sicura per la salute degli insegnanti e degli studenti”-

Stabile la curva dei contagi in Sicilia. Da lunedì a scuola anche fino al 75% in presenza. A Palermo a regime l’hub vaccinale alla Fiera del Mediterraneo.

Sono 542 i nuovi positivi al Covid-19 che si registrano in Sicilia. Con 26.440 tamponi processati, l’incidenza è di poco superiore al 2%. La regione si trova oggi al decimo posto nel numero dei nuovi contagi giornalieri. Le vittime sono state 21 e portano il totale a 4.060. Gli attualmente positivi sono 27.690 con un decremento di 967 casi. Negli ospedali continuano a diminuire i ricoveri che adesso sono 946, 7 in meno. Scendono anche i ricoveri in terapia intensiva: 130, 5 in meno. La distribuzione nelle province vede Palermo con 237 casi, Catania 102, Messina 40, Trapani 9, Siracusa 54, Ragusa 3, Caltanissetta 58, Agrigento 22, Enna 17. Nel frattempo, ad un anno esatto dal primo caso di Covid registrato in Sicilia, quello di una turista bergamasca di 66 anni in vacanza con il marito, a Palermo nasce il primo grande hub per le vaccinazioni, mentre gli studenti delle scuole superiori cominciano a sperare in un ritorno alla “normalità”. Infatti, da lunedì prossimo, primo marzo, la didattica in presenza potrà raggiungere il 75%, come prevede una circolare dell’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla. Ed il presidente della Regione commenta: “Inizia la stagione della speranza e sono convinto che soltanto con i vaccini potremo tirarci fuori da questa maledetta vicenda”. Nell’hub per i vaccini nel padiglione 20 dell’ex Fiera del Mediterraneo di Palermo, a regime si potranno somministrare circa 10mila dosi al giorno. E’ una risposta concreta all’emergenza creata dalla pandemia. Quello di Palermo è il primo dei 9 hub vaccinali che saranno aperti nei prossimi giorni dalla Regione Siciliana, uno in ogni capoluogo. Sono cento complessivamente gli operatori – tra medici, infermieri e personale tecnico ed amministrativo – a lavorare su due turni in 60 postazioni modulari che potranno arrivare a 120. E Musumeci aggiunge: “Finora abbiamo somministrato vaccini a 300mila siciliani, e la salvezza sta soltanto nella possibilità di immunizzare la stragrande maggioranza dei nostri concittadini, almeno l’80%. Auspico che arrivi una sufficiente quantità di dosi per poter somministrare ogni giorno migliaia di vaccini” – conclude. L’anniversario del primo caso di contagio costituisce anche l’occasione per tracciare un bilancio dell’emergenza Covid in Sicilia. Un anno dopo sono stati reclutati quasi 10mila operatori sanitari, sono nati i Covid hospital, i posti di terapia intensiva sono 833, più che raddoppiati rispetto ai 368 iniziali; dal 27 dicembre è partita la campagna vaccinale con circa 300mila persone immunizzate. Purtroppo si registrano oltre 4mila vittime mentre sono quasi 150mila i siciliani che hanno contratto il virus, 117mila dei quali sono già guariti.

Il comandante generale dei carabinieri, Teo Luzi, insieme al capo di Stato Maggiore dell’Arma, generale Mario Cinque, ha incontrato presso il Comando generale una rappresentanza dei militari del 13° Reggimento con il comandante, colonnello Saverio Ceglie. I carabinieri sono arrivati a Roma per accogliere e scortare le spoglie dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi ieri in Congo.

Tra loro anche l’appuntato Salvatore Di Giorgio che si è offerto volontario per andare a sostituire il collega deceduto in Congo. Gli stessi militari domani faranno il servizio d’onore ai funerali di Stato presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli. Il comandante generale ha voluto testimoniare personalmente «la propria vicinanza a tutto il personale del 13° Reggimento e alle famiglie che danno la forza e la serenità d’animo a mariti, padri e figli che si trovano a operare in Italia e all’estero»

L’appuntato Di Giorgio, con il quale il generale Luzi si è intrattenuto, 39enne siciliano con diverse esperienze in molteplici teatri operativi ed in possesso di numerose qualifiche di settore, nei prossimi giorni partirà per la Repubblica Democratica del Congo.