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Coronavirus, il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, palermitano, lancia la proposta: “Dovremmo fare un lockdown durante le vacanze di Natale come la Germania, ma gli italiani farebbero la rivoluzione”. Il numero uno della fondazione che promuove la ricerca scientifica indipendente e che dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus sta analizzando con costanza e precisione tutti i dati sul contagio in Italia, fa notare: “Purtroppo non siamo pronti a misure così dure, ma serve un piano rigoroso per ridurre i contatti ed evitare che la terza ondata si innesti direttamente nella seconda. Affidare tutto alla responsabilità individuale è un rischio che non possiamo permetterci. Paghiamo mesi di disagio e la gente non vede l’ora di uscire. Mi rendo conto sia impopolare dirlo, ma non è il momento: rischiamo una tempesta perfetta“.

E intanto il governo di Giuseppe Conte valuta un nuovo Dpcm che trasformi tutta l’Italia in zona rossa o arancione da Natale 2020 a Capodanno 2021 o forse addirittura fino al 7 gennaio. La nuova stretta, anticipata ieri mentre si discuteva degli spostamenti tra i comuni e che potrebbe essere invece “a singhiozzo” (ovvero suddifiso in brevi periodi a ridosso delle feste), è stata annunciata ieri durante la riunione dei capodelegazione dopo che i numeri degli ultimi bollettini della Protezione Civile hanno certificato il rallentamento della discesa; in più, spaventano le immagini degli assembramenti nelle vie dello shopping nelle grandi città. E c’è anche chi ipotizza direttamente un lockdown hard a Natale.

 

Vanno al cimitero per portare dei fiori ai congiunti defunti e all’interno della cappella di famiglia trovano una bara nuovissima, saldata di fresco. Non riuscivano a credere ai loro occhi i canicattinesi che, consapevoli del fatto di non aver avuto recentissimi lutti, non capivano la presenza di quella bara. Sconcertati e arrabbiati hanno chiamato la polizia. Al camposanto comunale è accorsa una pattuglia del commissariato di Canicattì.

Gli agenti hanno ascoltato i proprietari della cappella e hanno subito provato a capirci qualcosa. Al cimitero, a quanto pare, nessuno sapeva spiegarsi il perché quella bara fosse finita in una struttura dove non avrebbe dovuto starci. E’ stata identificata e immediatamente contattata l’agenzia di pompe funebri e subito è stata fatta chiarezza. I responsabili dell’agenzia avrebbero riferito ai poliziotti che quella bara era stata temporaneamente sistemata all’interno di una cappella privata, in attesa che la tomba dove doveva essere tumulata – a quanto pare a pochissima distanza – fosse pronta.

Una sistemazione provvisoria dunque, ma non autorizzata perché i proprietari della cappella non ne sapevano appunto nulla. I responsabili dell’agenzia di onoranze funebri si sono, ripetutamente, scusati – dopo aver appunto spiegato – con i proprietari della cappella. Non è stata ravvisata – non ce ne sarebbero le condizioni – alcuna ipotesi di reato, anche perché l’agenzia aveva appunto le chiavi della cappella privata.

A Canicattì, due malviventi, con il volto coperto e armati di coltello, hanno rapinato il distributore di carburanti Db, nei pressi dell’ospedale “Barone Lombardo”. Hanno minacciato un dipendente e gli hanno rubato circa mille euro. Poi sono fuggiti a bordo di una Fiat Punto rubata poco prima a Canicattì. L’auto è stata intercettata e inseguita dalla Polizia fino a quando i due rapinatori hanno abbandonato l’automobile e si sono dileguati a piedi tra i vicoli della città. Indagini sono in corso.

E’ da quasi due mesi che abbiamo incontrato i vertici dell’ASP di Agrigento, per fare il punto sulla situazione sanitaria alla luce della pandemia, spinti da un brutto episodio di una persona che, era rimasta in ambulanza per parecchie ore, in attesa di essere ricoverata per covid all’ospedale di Caltanissetta, tali vertici ci avevano assicurato, che molte cose erano state fatte e molte altre erano da completare, per potere portare a regime il sistema sanità ad Agrigento, che comunque a giorni sarebbe stato aperto anche l’ospedale di Ribera, come presidio covid, perché era già completo, mancava ancora la risoluzione di piccoli problemi tecnici.

E’ due mesi da quell’incontro, ma ad oggi non si intravede minimamente l’apertura di questo nosocomio

Apertura ritenuta strategica e importante per l’intero territorio, per evitare promiscuità e relativi contagi tra vari ammalati

Ricordiamo a tali vertici, che in provincia in questo ultimo scorso, sono aumentati gli infettati di covid e se a questo aggiungiamo, che gli assembramenti tra le persone sono aumentate su tutte le piazze italiane con bar e ristoranti stracolmi e che sicuramente durante le feste qualcuno non osserverà determinate regole  subito dopo le feste gli infettati aumenteranno, tra l’altro si comincia a vociferare che si prevede, prima di essere distribuito il vaccino della Pfizer, una terza ondata di infettati e se non siamo preparati a tutto ciò, sicuramente ci ritroveremo con le strutture ospedaliere stracolme di ammalati con problemi di promiscuità e  di non potere fare ricoverare parecchie persone in stato di necessità.

Ricordiamo altresì all’Assessore regionale alla sanità e ai reggenti dell’Asp di Agrigento, che l’ospedale covid di Ribera doveva essere completato e consegnato al personale sanitario nel mese di ottobre, siamo già arrivati a fine anno e ancora non si intravede tale consegna.

Reputiamo tale atto, un atto di sottovalutazione di grande leggerezza e di disorganizzazione, che potrebbe costare le vita a qualcuno e creare situazioni di grave rischio.

Esortiamo pertanto, chi di dovere, a fare il proprio dovere molto in fretta, visto i notevoli ritardi, ed a consegnare nel più breve tempo possibile l’ospedale di Ribera, alla sua funzionalità per cui e stato destinato, per il bene di tutta la nostra provincia.

Il responsabile del TDM, il responsabile di Cittadinanzattiva di Agrigento dei consumatori utenti e cittadini

Ancora un imprenditore agrigentino finito nel mirino dei delinquenti. Due cartucce per fucile da caccia, e una piccola croce realizzata con delle stecchette di legno, sono state lasciate, in una strada di Agrigento, sul parabrezza dell’auto di un imprenditore, dirigente di Libero Futuro. La scoperta dell’inquietante messaggio, in mattinata, mentre l’uomo stava recuperando il veicolo per andare al lavoro.

“La nostra associazione – dice Gerlando Gibilaro, presidente di Libero Futuro – respinge al mittente il messaggio di morte e tutta unita si stringe intorno al collega con l’impegno di intensificare la propria azione di denuncia contro i mafiosi, e i malfattori dei quali ancora non riusciamo a liberarci. Il nostro collega – aggiunge Gibilaro – negli anni scorsi ha collaborato con le forze dell’ordine e, assistito da Libero Futuro, si è costituito parte civile in un processo che lo ha riconosciuto come vittima e ha condannato i mafiosi. Ci auguriamo che molti altri seguano il suo esempio e si uniscano a noi in questa lotta per la legalità e la libertà d’impresa”.

È intitolato “Siamo insieme per Natale” il nuovo video promozionale che il Sindaco e gli amministratori del comune di San Giovanni Gemini hanno scelto come messaggio di auguri per i cittadini.
Il video, che si propone di lanciare un messaggio di solidarietà, in un Natale certamente diverso per la situazione sanitaria attuale, è stato realizzato attraverso un percorso nelle vie del gusto e dei prodotti tipici del territorio, che richiamano la tradizione e incoraggiano le attività commerciali.
Il desiderio di ritrovarsi in famiglia, al cui richiamo nessuno sa resistere è il tema del messaggio, presentato attraverso i gesti semplici ma emozionanti di due bimbi e della loro mamma, che desiderano trascorrere il Natale con il nonno.
Il territorio rappresenta il filo conduttore che unisce tutti noi. In esso ritroviamo la nostra famiglia, le abitudini, gli odori e i gusti che ci hanno accompagnato nella crescita, le sensazioni non scritte ma percepite che ci conducono sempre ai luoghi di origine.
La laboriosità e l’intraprendenza dei sangiovannesi hanno consentito che un territorio fertile per natura, producesse il meglio di sé, portando sulla tavola prodotti della terra e degli allevamenti assolutamente unici, che hanno incoraggiato e rafforzato tutta la comunità, e che trovano la condivisione di tanti siciliani.
Il video, di matrice assolutamente autoctona, richiama il senso della famiglia e i valori della tradizione, che si sono rivelati fattori indispensabili per superare le difficoltà di un anno, il 2020, che resterà scolpito nelle nostre menti e nei nostri cuori.

 

La mattina del 13 dicembre, mia Nonna (a za maricchia) scendeva prestissimo, a piedi dal “POIO” (quartiere san Michele) dove abitava e ci portava la “Cuccia” ancora calda. Era una tradizione che mia nonna tutti gli anni preparasse la Cuccia d santa Lucia e dopo la portasse a casa nostra e alle sue vicine di casa.
prima di andare a scuola quel giorno facevamo colazione con la Cuccia condita con zucchero e un po’ di ricotta freschissima.
Dopo la morte di mia Nonna avvenuta nel 1963 mia madre continuò la tradizione tramandata da sua madre. Per preparare la cuccia occorrevano almeno tre giorni. Gli ingredienti: il frumento e i ceci prima si pulivano dalle impurità, poi si mettevano in capienti pentole in acqua per farli ammorbidire e la sera prima si mettevano dentro una pentola sul fornello a gas e per diverse ore. la mattina quando era pronta si mangiava nelle ciotole con zucchero e ricotta e il resto mia madre la distribuiva ai vicini di casa. La festa di santa Lucia era molto sentita i quegli anni. La tradizione voleva che oltre la preparazione della cuccia quel giorno, essendo bandita la consumazione di pane e pasta, a pranzo e a cena in tutte le case si doveva mangiare il riso. A pranzo il riso bollito con la salsa di pomidoro con cipollette e broccolo, a cena le arancine con il ragù. Di fatto la festa di santa Lucia era il vero prologo alle feste natalizie che allegramente si passavano in famiglia fino al giorno della befana. Nessuno quel giorno comprava pane e consumava pasta. La devozione alla santa che protegge la vista era molto sentita e tra un misto di religione e superstizione il popolo rispettava la regola imposta negli anni. Oggi tutto è cambiato in meno di 40 anni, pochissime persone fanno la cuccia. Il mercato ha imposto ormai la cuccia venduta dalle pasticcerie come un dolce tipico della giornata. La cuccia semplice quasi nessuno la mangia più. Ci sono tantissime varianti: con il miele o con il cioccolato e con i canditi e ricotta. A pranzo e a cena quasi nessuno rispetta più la regola del digiuno della pasta e del pane e altri farinacei. La tradizione ormai è solo commerciale. Tutti a mangiare le arancine in diverse combinazioni. Il riso bollito con lo squisito sugo di pomidoro, cipollette e broccolo rosso fa parte dei lontani ricordi di noi over sessanta.

Entra nel vivo l’edizione 2020 di Miss Agrigento, le 16 ragazze hanno posato per i due fotografi ufficiali, Lillo Arcieri e Peppe Spoto, nei giorni 9 e 10 di dicembre per un primo shooting fotografico, realizzato seguendo scrupolosamente le normative anti covid, tant’è che le candidate hanno posato singolarmente e alla presenza di un numero ristretto di operatori di ripresa, naturalmente tutti protetti da apposite mascherine.

Le sedici ragazze sono: Alessandra, Allegra, Amina, Asia, Aurora, Beatrice, Darlyn, Giada Ciulla, Giada Corallo, Jasmine, Natalia, Sharon, Siria, Sofia, Valeria e Vanessa, tutte motivate e bellissime, pronte per i prossimi appuntamenti, due sfilate individuali che si effettueranno nei giorni 15 e 16 dicembre, mentre domenica 20 saranno impegnate in una singolare iniziativa, un tour shooting con un bus dedicato, che accompagnerà tutto l’enturage di Miss Agrigento in giro per la città di Agrigento toccando la Torre Carlo V a Porto Empedocle, il belvedere Piazzale Giglia di San Leone, il centro storico e la Valle dei Templi, siti dove le ragazze si fermeranno per posare per i fotografi associati alla manifestazione.

Tutto avviene sotto l’attentissima supervisione dell’organizzatore, Mario Pardo, mentre la coordinatrice, Renata Kropiwnicka, si occuperà di tranquillizzare e coccolare le finaliste, tutto sommato Miss Agrigento è solo un gioco.

Nel frattempo la giuria osserva da remoto le ragazze sul sito www.missagrigento.it per prepararsi ad esprimere le proprie valutazioni e consentire la proclamazione della vincitrice che verrà fatta alle ore 23:00 dell’ultimo dell’anno, 31 dicembre, sullo stesso sito, dalle ore 12:00 del 14 alle ore 24:00 del 26 dicembre, saranno aperte le votazioni per aggiudicare la prima delle fasce messe in palio, MISS AGRIGENTO WEB.

Sono 808 i nuovi casi di Covid19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore su 7.094 tamponi eseguiti. I decessi sono 21, che portano il totale a 1.967.

Salgono così a 35.719 gli attuali positivi. Di questi sono ricoverati 1424 siciliani,  1226 dei quali in regime ordinario, 198 in terapia intensiva. I guariti sono 829.

Questo il quadro nei Comuni capoluoghi siciliani: Catania 328 nuovi casi, Palermo 151, Messina 83, Agrigento 74, Siracusa 52, Ragusa 35, Caltanissetta 33, Trapani 25, Enna 13.