Home / Articoli pubblicati daRedazione Ag (Pagina 1073)

Si è concluso con 4 condanne e 3 assoluzioni, dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Agrigento Alessandro Quattrocchi il processo per reati in materia fiscale e tributaria e, solamente per uno degli imputati, anche di truffa aggravata. Il giudice ha condannato a 3 anni e 8 mesi Giuseppe Inclima e l’albergatore Stefano D’Alessandro; 2 anni sono stati inflitti ad Alfonso Barbello ed Elio Giuseppe Formica. Assolti, invece, Salvatore Borsellino, Stefano Moncada e Gerlando Gibilaro. Le contestazioni della Procura, che chiedeva pesanti condanne, risalgono al 2011-2012. Il giudice ha disposto la trasmissione degli atti in Procura per due testi le cui dichiarazioni non sono state ritenute totalmente vere.

Di Franco Pullara

 

Domani, dopo due giorni di fermo, riprenderà la raccolta dei rifiuti a Favara grazie alla generosità e al senso di responsabilità degli operatori ecologici che tornano al lavoro senza nessuna prospettiva di ricevere gli stipendi.

Stasera hanno deciso di riprendere l’attività per lo stato di grave pericolo per la salute pubblica in città. Lo fanno dopo aver scritto una lettera al Prefetto che hanno affidato alla stampa.

Questa la lettera: “Eccellenza Signor Prefetto,

Noi operatori ecologici, in servizio a Favara dopo due giorni di astensione dall’attività lavorativa,  abbiamo deciso in considerazione dell’attuale periodo di pandemia di riprendere il lavoro domani stesso.

Siamo padri e madri di famiglia che non riceviamo lo stipendio da due mesi e il fenomeno si ripete costantemente costringendoci ad indebitarci per sostenere le nostre famiglie, siamo anche cittadini consapevoli dei rischi del contagio e della necessità di mantenere l’igiene in città.

Il nostro vuole essere uno schiaffo morale a tutti i soggetti responsabili del disagio che viviamo ormai da anni.

Con le tasche vuote e con le tante esigenze delle nostre famiglie riprendiamo l’attività, nella speranza che il nostro sacrificio sia considerato da Sua Eccellenza, dai cittadini di Favara, dall’Amministrazione comunale e dai nostri datori di lavoro.

Siamo in grande difficoltà economica e ci aspettiamo il dovuto e la tutela della legge.

Ci auguriamo di non tornare mai più a protestare per ottenere il diritto alla giusta e puntuale remunerazione. Vogliamo ancora credere che nel giro di poco entreremo in possesso dei nostri soldi per dare serenità alle nostre famiglie

Con questa nostra speranza chiudiamo la lettera aperta a Sua Eccellenza il Prefetto di Agrigento”.

Noi abbiamo sentito Alfonso Buscemi segretario provinciale della Cgil che assicura l’impegno delle tre sigle sindacali nella soluzione di una problematica che non fa onore a nessuno e che sta mettendo a dura prova i lavoratori e le loro famiglie.

La Polizia di Stato di Agrigento ha proceduto all’arresto di dodici cittadini extracomunitari tutti tunisini destinatari di decreto di espulsione, ma rientrati in Italia entro i previsti cinque anni dall’effettivo rimpatrio e altri otto, poichè destinatari di decreto di respingimento con divieto di reingresso nel territorio italiano e nell’area Schengel; gli uomini della Squadra Mobile di Agrigento, su disposizione dell’A.G., hanno sottoposto i migranti agli arresti domiciliari ad Agrigento. Sempre la Polizia di Stato ha denunciato un uomo di 79 amni nato a Vittoria per aver effettuato l’acquisto di un attrezzo agricolo (fresa) tra privati ed aver utilizzato per il pagamento un assegno risultato falso. L’episodio si era verificato nelle giornate scorse a Casteltermini, dove l’uomo si era recato per ritirare l’oggetto. Gli agenti della Sezione Volanti ricevevano la denuncia dei truffati e deferiva l’uomo, sul quale gravano numerosi precedenti di polizia, all’A.G. per il reato di truffa.

La Cassazione ha dichiarato non ammissibile il ricorso presentato da Alfonso Caruana, imputato di narcotraffico. L’uomo, originario di Siculiana, sarebbe stato a capo di un clan impegnato nel traffico di droga. Caruana, 74 anni, soprannominato il boss dei due mondi, è attualmente detenuto. La Cassazione, in particolare, ha dichiarato inammissibile il ricorso che i legali hanno presentato contro la sentenza pronunciata nel 2019 dalla Corte d’Appello di Torino. Caruana dovrà scontare altri 18 anni di reclusione.

l Ministero dell’Interno ha proposto un ricorso in Cassazione per ottenere la cassazione del decreto decisorio con cui la Corte d’appello di Caltanissetta, confermando un precedente decreto emesso in primo grado dal Tribunale di Caltanissetta, aveva respinto la proposta di irrogazione della misura della incandidabilità nei confronti dell’ex Sindaco di San Cataldo Modaffari e dei suoi assessori. In proposito, però, l’ex Sindaco, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, ha già notificato un controricorso in Cassazione con cui ha sollevato ben sei eccezioni di carattere processuale, che se accolte determinerebbero l’inammissibilità (e dunque la soccombenza) del Ministero dell’Interno. Rubino e Valenza hanno eccepito l’infondatezza nel merito del ricorso proposto dal Ministero, evidenziando che anche alla luce della giurisprudenza della Corte Europea dei diritto dell’Uomo la valutazione posta in essere dalla Corte d’appello di Caltanissetta (ed anche dal Tribunale di Caltanissetta) è stata condotta correttamente, in considerazione del fatto che la giurisprudenza sopra ricordata impone di analizzare la motivazione dei provvedimenti dell’Amministrazione punto per punto, e cioè tenendo conto di tutti i singoli aspetti che vengono in rilievo ai fini della valutazione della condotta del Sindaco e degli assessori.
Infine l’ex Sindaco ed un suo assessore, difesi da Rubino e Valenza, hanno eccepito anche che tutte le contestazioni mosse nei confronti dell’operato dei dipendenti dell’Amministrazione non possono riverberarsi nei confronti del Sindaco e dei suoi assessori, che svolgono un mandato di natura politica, separato rispetto all’attività dei funzionari.

DI MARIO GAZIANO
“Io sperIamo che me la cavo”.
È il bel titolo del bellissimo film del 1992 di Lina Wertmuller, con un grandioso Paolo Villaggio.
Soggetto dall’omonimo romanzo di Marcello D’Orta.
Un titolo accattivante , ma soprattutto un sibilo dentro le orecchie di noi over settanta, e non solo.
Anche dei sessantenni e di chi è sorpreso dal Covid 19.
Un nemico inaspettato, insospettato, traditore.
E ora a chiederci: in che area siamo finiti:
gialla, arancione, rossa?
Ora che la vela della nostra esistenza è rattoppata ed è diventata, essa stessa, metafora della nostra preoccupata terza età.
Proprio così come scriveva Ernest Hemingway nel suo bellissimo romanzo “Il vecchio e il mare”.
Eppure con quella “vela” pensavamo di viaggiare le ultime acque con la serenità, l’esperienza, la saggezza da tramandare.
E invece no!
Costretti ad inseguire le ultime notizie : le percentuali di tamponi e di contagi, tutti gli ologrammi che intristiscono e generano malinconie,terrore e solitudine.
La solitudine con cui avevamo un patto onesto di concordata serenità e di condivisa umanità.
Proprio così come ci aveva insegnato Garcia Marquez in “Cent’anni di solitudine”.
E invece qui, costretti in un casa che amiamo, ma – con l’obbligo-
ci toglie libertà e respiro.
E rinunciamo pure alle parole: in attesa di una telefonata, di un wazzapp, di un messaggio: consolatori.
Maledetto Covid 19: creato dall’uomo contro l’uomo.
E dubiti di questo terzo millennio, dubiti delle capacità di chi deve programmare la nuova guerra antivirus.
Soli. Tristi. Perplessi.
Gli over settanta.
Ubbidienti. Rinunciatari,
Esaurita la voglia delle mille battaglie dei nostri vent’anni, trent’anni e quaranta e cinquanta: politiche, sociali e culturali.
Sentire non “essenziali” i nostri canoni di cultura a cui abbiamo sempre creduto : tra cinema, teatro, concerti, happening…, risulta ributtante e riluttante.
Cosa fare?, a chi ricorrere: noi che fummo forti, ora disarmati, in balià di eventi che non controlliamo, di cui non siamo più parte, solo soggetti muti.
E torna il pensiero sibilante: “speriamo che me la cavo”.
E ,incredibilmente, Paolo Villaggio diventa l’ultimo nostro referente,a cui affidare speranze e sogni ormai imbiancati.

Cgil, Cisl, Uil continuano a tenere viva la vertenza Italcementi tentando di evitare l’annunciato disimpegno dell’impresa per approdare ad una soluzione, già esperita, che permetta il passaggio di consegne tra un’azienda e l’altra.
I Segretari generali di Cgil Agrigento, Cisl Agirgento, Caltanissetta, Enna, Uil Agirgento, Alfonso Buscemi, Emanuele Gallo, Gero Acquisto hanno inoltrato una lettera al Prefetto di Agrigento, D.ssa Maria Rita Cocciufa, che la scorsa settimana aveva auspicato la costituzione di un tavolo tecnico nel tentativo estremo di attenuare le ricadute rivenienti dalla dismissione del sito industriale di Porto Empedocle.
La missiva dei sindacati richiama la loro precedente nota dello scorso 30 giugno, inoltrata sempre alla D.ssa Cocciufa, con la quale ripercorrono 8 anni di negoziazioni, mediazioni, accordi e protocolli sottoscritti come quelli del 19 ottobre del 2017 e del 25 febbraio del 2020 che «avevano portato all’intesa tra Italcementi e Ricav pronta a subentrare nello stabilimento di Porto Empedocle salvaguardando produzione e livelli occupazionali».
Buscemi, Gallo e Acquisto, ritornano sui passaggi di quel patto scandito da significativi ritardi. «Lo scorso 25 maggio – scrivono i Segretari generali di Cgil, Cisl, Uil – Italcementi presentava uno studio di fattibilità chiedendo l’approvazione dell’Amministrazione comunale necessaria per consentire, all’impresa subentrante, la presentazione di un progetto preliminare. Per numerosi mesi l’istanza è rimasta nei cassetti comunali. Solo dopo infinite proteste l’amministrazione comunale ha chiesto all’Ufficio Tecnico un parere poi rilasciato su di un progetto inesistente. E’ così iniziato un estenuante scambio epistolare tra comune di Porto Empedocle e Italcementi irriguardoso del dramma delle famiglie dei lavoratori. Il risultato di quanto evidenziato è che oggi ci troviamo senza alcun atto trasmesso dal sindaco Ida Carmina ai consiglieri comunali ».
Cgil, Cisl, Uil di Agrigento temono che il sindaco di Porto Empedocle abbia smentito con i fatti l’apposizione della sua firma su quel protocollo d’intesa siglato tra istituzioni e Italcementi. «Siamo fortemente preoccupati che l’ostruzionismo politico locale – rimarcano i segretari generali Buscemi, Gallo, Acquisto – possa indurre le due aziende a ritirare progetto e buone intenzioni beffando i lavoratori di Italcementi che continuano a credere nelle valore degli impegni assunti. Per questo motivo chiediamo a sua Eccellenza il Prefetto, D.ssa Cocciufa, di convocare il Sindaco di Porto Empedocle, il presidente del consiglio comunale Marilù Caci, Italcementi e Ricav. Riteniamo fondamentale questo passaggio per capire finalmente chi ha a cuore il bene dei lavoratori o la morte del progetto di subentro nel sito empedoclino».

Dallo scorso 29 ottobre è disponibile in tutte le librerie il nuovo libro dello scrittore agrigentino ed editorialista del “Messaggero” e del “Corriere della Sera”, Matteo Collura. Il titolo è “Baci a occhi aperti”, La Sicilia nei racconti di una vita”. Lo stesso Matteo Collura commenta: “Questo libro è nato dalla richiesta di alcuni miei lettori. Perché non scrivi un altro libro sulla Sicilia? Pressappoco questa, la domanda. Un altro libro sulla Sicilia? Dopo tutti quelli che ho già pubblicato, mi è sembrato troppo. Così ho pensato di mettere insieme, nella maniera più ordinata e leggibile, quanto ne ho scritto sinora, togliendo qualcosa e aggiungendo qualcos’altro. Del resto, l’età che mi ritrovo autorizza una simile presunzione. Col vantaggio di avere accontentato coloro i quali mi hanno chiesto, appunto, un altro libro sulla Sicilia. Cosa sono i “baci a occhi aperti”? Sono i tanti baci che ho dato alla Sicilia sempre costringendomi a non chiudere gli occhi, assaporandone il piacere. In ogni parte di questo libro appare evidente (o dovrebbe apparire, perché questa è stata la mia costante intenzione) lo sforzo di descrivere la Sicilia per quello che è, tenendo a freno l’orgoglio d’esservi nato e l’amore che si ha – specie se siciliani – per la terra d’origine. Provo a dirlo così: è come se nel baciarla, la Sicilia, mi fossi sforzato di tenere gli occhi aperti, continuando, pur nella voluttà, a notarne guasti e difetti”.

La nave “Allegra” si trova al momento ormeggiata presso Lampedusa ed è attualmente in corso l’imbarco – ai fini dello svolgimento del periodo di quarantena – dei migranti approdati sull’isola nel corso degli ultimi giorni. Come noto, prima dell’imbarco i migranti, già preidentificati dalle Forze dell’Ordine al momento dell’arrivo, vengono sottoposti a fotosegnalamento (con l’acquisizione delle impronte digitali) ed alle verifiche di pubblica sicurezza di competenza della Polizia di Stato.
Gli stessi sono altresì sottoposti a visita medica, per l’accertamento delle condizioni di salute, nonché al tampone per escludere la positività al COVID-19. Gli ospiti risultati negativi vengono imbarcati sulla nave quarantena in corti separate, in modo da escludere qualunque promiscuità tra gruppi diversi e contenere ulteriormente il rischio di contagio. I soggetti risultati positivi al COVID-19 vengono invece accolti in ambienti specifici in condizioni di assoluto isolamento, in modo da evitare ogni contatto, nel pieno rispetto delle disposizioni vigenti in materia.
I servizi di accoglienza e mediazione a bordo sono garantiti dalla Croce Rossa Italiana, sulla base di un protocollo sottoscritto con il Ministero dell’Interno. I minori stranieri non accompagnati, invece, vengono trasferiti direttamente sulla terra ferma mediante nave di linea, e sono destinati ad appositi centri di accoglienza per lo svolgimento della quarantena. Contemporaneamente all’alleggerimento delle presenze nel centro, proseguono infine presso l’hotspot dell’isola i lavori di ristrutturazione, che consentiranno dalla prossima settimana di disporre nuovamente di un edificio interamente ristrutturato così migliorando al contempo le condizioni di accoglienza degli ospiti e il rispetto delle misure di distanziamento. Nel corso della settimana saranno inoltre completati i lavori di rifacimento della recinzione esterna, così da rafforzare ulteriormente le condizioni di sicurezza della struttura.

Il presidente della Regione, Nello Musumeci, interviene a seguito della inclusione della Sicilia nelle zone “arancioni”, finalizzate ad arginare il contagio del coronavirus. Musumeci afferma: “La scelta del governo nazionale di relegare la Sicilia a ‘zona arancione’ appare assurda e irragionevole. L’ho detto e ripetuto al ministro della Salute Speranza, che ha voluto adottare la grave decisione senza alcuna preventiva intesa con la Regione e al di fuori di ogni legittima spiegazione scientifica. Un dato per tutti: la Campania ha avuto oltre 4mila nuovi positivi; la Sicilia poco più di mille. La Campania ha quasi 55mila positivi, la Sicilia 18mila. Vogliamo parlare del Lazio? Ricovera oggi 2.317 positivi a fronte dei 1.100 siciliani, con 217 in terapia intensiva a fronte dei nostri 148. Eppure, Campania e Lazio sono assegnate a ‘zona gialla’. Perché questa spasmodica voglia di colpire anzitempo centinaia di migliaia di imprese siciliane? Al governo Conte chiediamo di modificare il provvedimento, perché ingiusto e ingiustificato. Le furbizie non pagano”.