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Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha inflitto 3 anni e 6 mesi di carcere a carico di un parrucchiere agrigentino di 47 anni, imputato di maltrattamenti a danno della moglie e del figlio della donna. Lui l’avrebbe ripetutamente picchiata e sottoposta a vessazioni e violenze di vario tipo. Di soprusi sarebbe stato vittima anche il figlio di lei, frutto di una precedente relazione. Peraltro lui avrebbe controllato gli spostamenti della donna con un gps. Risarcirà le vittime che si sono costituite parte civile.

Se il tuo treno è stato cancellato (caso diverso rispetto al treno in ritardo) … ecco cosa fare e quali sono i tuoi diritti.

In caso di treno cancellato, puoi scegliere tra:

  • annullare il viaggio chiedere il rimborso del biglietto (può trattarsi di un rimborso totale o parziale  se relativo alla parte del viaggio non effettuata)
  • se il ritardo causato dal treno cancellato vanifica l’obiettivo del tuo viaggio, si ha diritto a un biglietto di ritorno verso il tuo punto di partenza iniziale oppure ad essere trasportato verso la destinazione finale alla prima opportunità (o in un momento successivo a tua scelta) a condizioni di trasporto comparabili. Ciò comprende mezzi di trasporto alternativi se il treno è bloccato e il servizio è sospeso

In ogni caso il consumatore ha il diritto l’assistenza sotto forma di pasti e bevande (commisurata ai tempi di attesa) se il ritardo è superiore a 1 ora e persino una sistemazione se fosse necessario pernottare.

  • Quando si ha diritto al risarcimento

Se si deve proseguire il viaggio, nonostante il treno sia stato cancellato, accettando un trasporto alternativo si potrebbe avere diritto a un risarcimento:

  • di importo pari al 25% del prezzo del prezzo del biglietto (se il ritardo è superiore a 1 ora e inferiore a 2 ore)
  • di importo pari al 50% del prezzo del prezzo del biglietto (se il ritardo è superiore a 2 ore)

Attenzione: non si ha diritto a un risarcimento se il consumatore ha optato per il rimborso del biglietto, oppure se era stato informato del ritardo causato dalla cancellazione del treno prima dell’acquisto del biglietto.

  • La “circostanza eccezionale”

Nel trasporto ferroviario non esiste ancora il concetto di “circostanza eccezionale” previsto dal trasporto aereo, dove (in alcuni casi) i ritardi dovuti al maltempo potrebbero escludere risarcimenti o compensazioni. Il nuovo regolamento europeo 2021/781 entrerà in vigore a giugno 2023 prevedendo che “un’impresa ferroviaria non dovrebbe essere tenuta a corrispondere un indennizzo qualora sia in grado di dimostrare che il ritardo è stato causato da circostanze straordinarie quali condizioni meteorologiche estreme o gravi catastrofi naturali che mettevano a rischio l’esercizio sicuro del servizio”. 

Al momento, però, si applicano le vecchie regole, secondo le quali tutti i viaggiatori che subiscono disservizi seppur dovuti al maltempo e alle sue gravissime conseguenze, possono chiedere compensazioni.

*Se hai un problema  e non sai cosa fare o come fare,   dillo a Sicilia24h  scrivendo a : unioneconsumatoriagrigento@gmail.com

Manlio Cardella

Sullo stop all’emendamento “Taormina” si infuocano le tensioni nella maggioranza. Botta e risposta a distanza tra Renato Schifani e Gianfranco Miccichè.

Ad infuocare le tensioni all’interno della maggioranza di centrodestra è stato lo stop alla bozza di emendamento tramite cui il Comune di Taormina, su pressioni del sindaco, Cateno De Luca, avrebbe ricevuto 300 mila euro per la modifica alla ripartizione degli incassi per gli spettacoli al Teatro antico. Schifani ha spiegato: “Questa bozza, ricevuta dal presidente dell’Assemblea Regionale, Gaetano Galvagno, riguardava i contributi ai Comuni che ospitano manifestazioni culturali in parchi o arene di proprietà della Regione: tale schema, ovviamente non per colpa mia, era del tutto inammissibile e privo di coperture. La mia contrarietà è stata sia tecnica che politica, perchè avrebbe abolito una norma che in caso di eliminazione avrebbe provocato un vuoto legislativo: noi facciamo le cose per bene, il nostro interesse è tutelare tutti quei sindaci della Sicilia che in certi momenti hanno bisogno di contributi per sopperire a spese straordinarie. Siamo soliti intervenire per tempo, ma in questo caso una simile bozza di emendamento avrebbe creato caos. Noi lavoriamo a una soluzione corretta”. E non solo: Schifani infatti non ha esitato a manifestare le proprie perplessità sull’operato dell’Assemblea. E ha bacchettato: “A volte assisto a un’attività legislativa del tutto disordinata: una situazione che il presidente Galvagno ha purtroppo ereditato. Sono pronto a collaborare con lui per incanalare i provvedimenti nei giusti limiti della correttezza tecnico-legislativa e procedurale da parte dell’Aula, nell’interesse dei siciliani. Tale situazione è in totale controtendenza rispetto a quella che emerge nelle Commissioni, all’interno delle quali gli emendamenti che comportino spese sono correttamente esaminati con un parere tecnico dalla Commissione Bilancio, mentre in aula questo non avviene perchè si presentano emendamenti senza nessun filtro o valutazione. E poi, anche se sono privi di copertura, sono messi in dotazione creando i buchi nei conti o le impugnative del governo nazionale”. E nel frattempo non si placa lo scontro a distanza tra Renato Schifani e Gianfranco Miccichè. Miccichè, sostenitore del provvedimento per Taormina, ha bollato il presidente come “uno che vive delle sue vendette e dei suoi rancori”. Schifani ha replicato: “Non vorrei che dica certe cose per colpa del caldo incipiente: se dovesse stare male mi auguro di cuore che pensi subito a curarsi”. Immediata la contro-replica di Miccichè: “Io mi devo andare a curare? Dite al Presidente Schifani che abbiamo quasi la stessa età e lui pare mio nonno, forse di cure ne ha più bisogno lui. Presidente: lasci ai suoi scagnozzi il compito delle inutili battute e pensi seriamente a curare i mali della nostra terra, se ne è capace, altrimenti con un atto di onestà e di amore per la Sicilia si dimetta”.

Giuliana Miccichè

Si è sposato oggi con il rito civile il consigliere comunale di Palma di Montechiaro Ugo Farulla, politico promettente a livello provinciale e affermato professionista sanitario.

Ugo Farulla 33 anni , tecnico radiologo e imprenditore nel campo sanitario ,ha sposato la coetanea Cristina Morreale di Favara, Medico Pediatra presso l’Asp di Agrigento.

Il matrimonio con rito civile si è svolto nella suggestiva e incantevole tenuta Savoca a Piazza Armerina alla presenza di circa 200 invitati.

Ha officiato la cerimonia nuziale Matteo Meli, storico amico dello sposo e socio nella Polimed di Palma di Montechiaro una struttura all’avanguardia, un poliambulatorio privato radiologico e che è accreditato pure per le visite cliniche.

Ugo Farulla, imprenditore affermato, rappresenta la nuova generazione 3.0 del Pd agrigentino, da sempre pupillo dell’On. Michele Catanzaro, l’anno scorso è stato eletto in consiglio comunale a Palazzo degli Scolopi con 500 voti e rappresenta all’interno dell’assise comunale una voce autorevole di dissenso al governo Castellino.

Ai novelli sposi gli auguri di tutto lo staff di sicilia24h.it.

Lo prevede la convenzione siglata ieri dal direttore regionale INPS Sicilia, Sergio Saltalamacchia, ed il Commissario dell’ASP di Agrigento, Mario Zappia.

Il “certificato oncologico introduttivo” rappresenta un mezzo efficace per accelerare il processo di valutazione per il riconoscimento delle condizioni di invalidità, perché offre numerosi vantaggi in termini di adeguatezza, equità e uniformità delle valutazioni e consente alla Commissione medica di giungere ad una valutazione tempestiva dello stato invalidante, evitando, in presenza di una diagnosi particolareggiata ed appropriata, il ricorso all’istituto della revisione.

Grazie alla convenzione con l’Inps– ha dichiarato il Commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale Mario Zappia, si vengono a creare tutti i presupposti per garantire, sempre nel rispetto delle necessarie procedure di verifica, una sensibile semplificazione, sia in termini di tempi che di modalità, del procedimento volto all’accertamento dell’invalidità, nei casi di soggetti con patologie oncologiche.”

“In questo contesto estremamente critico per l’accertamento dell’invalidità civile in Sicilia – ha aggiunto il Direttore regionale INPS, Sergio Saltalamacchia – legato principalmente, ma non soltanto, ad una crescita esponenziale delle domande di prestazione, l’unica strada possibile è quella delle sinergie con le strutture interessate e soprattutto con la Sanità.

Si registra, infatti, una evidente difficoltà proprio nella fase dell’accertamento dei requisiti sanitari da parte delle ASP, con un sensibile aumento, anche nel corso del primo quadrimestre del 2023, delle prime domande di invalidità ancora giacenti, mentre, dall’altro lato, si rileva fortunatamente, un evidente miglioramento della situazione nella fase di accertamento.

Il direttore regionale dell’Inps ha auspicato che la Convenzione formalizzata con l’ASP di Agrigento possa essere presto siglata con le altre aziende sanitarie provinciali dell’Isola e con le strutture ospedaliere perché grazie alla certificazione medica introduttiva di esatta provenienza e di esatta prognosi e diagnosi – consente di potere accertare agli atti lo stato invalidante, evitando disagi al cittadino e allo stesso tempo di contrastare il triste fenomeno delle truffe.

Le forze sociali della Sicilia del comparto pesca si sono date appuntamento stamattina nella zona portuale di Sciacca per la giornata di mobilitazione nazionale di tutte le marinerie contro l’ultimo piano d’azione dell’Unione Europea, quello che prevede, entro il 2030, una forte limitazione della pesca a strascico. I sindacati protestano contro quello che hanno definito come “l’ennesimo provvedimento assunto sopra la testa di migliaia di lavoratori”.

Il 20% dell’intera pesca italiana è improntata sulla pesca a strascico, in Italia ci sono 2000 i pescherecci impegnati, 500 in Sicilia, 75 quelli di Sciacca. Al sit in hanno partecipato, oltre ai rappresentanti provinciali e regionali delle associazioni, anche i presidenti delle cooperative di pesca saccensi, il deputato regionale Michele Catanzaro e il sindaco di Sciacca Fabio Termine.

Il Consigliere comunale di Agrigento, Simone Gramaglia, interviene a seguito della diffusa notizia, ancora non smentita, secondo cui la Direzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento avrebbe lanciato una manifestazione d’interesse per affidare in gestione a privati i parcheggi dell’ospedale “San Giovanni di Dio” ad Agrigento. Gli stalli saranno gratuiti per il personale, a pagamento per i visitatori.
Gramaglia afferma: “La Direzione dell’ospedale di Agrigento dovrebbe adoperarsi a migliorare le condizioni di accoglienza dei pazienti agrigentini, e garantire un servizio ospedaliero dignitoso e non vergognoso come appena emerso anche sugli schermi nazionali a “Carta Bianca” su Rai 3. Se davvero la Direzione dell’Azienda sanitaria dovesse imporre il pagamento dei parcheggi in ospedale, allora si tratterebbe della decisione di arricchire un privato a spese dei cittadini vessati da servizi sanitari indegni e costosi.  Imporre agli utenti dell’ospedale di pagare il ticket (o meglio ‘il pizzo’) ad un privato per parcheggiare, risponde oggettivamente solo ad un fine: arricchire un privato, che è in tal caso alla stessa stregua di un parcheggiatore abusivo, trattandosi di un’area pubblica di carattere sanitario. Ravvisare altre finalità o utilità è solo un arrampicarsi sugli specchi e sputare sull’intelligenza dei cittadini. Il Codice della Strada impone che i parcheggi a pagamento nelle aree pubbliche, quindi anche negli ospedali pubblici, debbano essere istituiti dal sindaco dietro delibera di giunta. Ebbene, non risulta alcuna delibera di giunta. E allora come potrebbe la Direzione dell’Azienda sanitaria lanciarsi alla ricerca di un privato a cui garantire un profitto ingiusto sulla pelle dei cittadini. Anche il sindaco Miccichè dovrebbe subito intervenire a fronte di tale presunta scellerata iniziativa. Si attendono riscontri”.

Blitz nel territorio di Matteo Messina Denaro: i Carabinieri del Ros, supportati in fase operativa dai militari del Comando provinciale di Trapani, hanno arrestato cinque persone. In carcere Felice Milazzo, 76 anni, ritenuto il capomafia di Poggioreale – Salaparuta, Mariano e Salvatore Lipari, di 54 e 28 anni. Arresti domiciliari per altri due presunti componenti della famiglia: gli anziani Erasmo Milazzo, 80 anni, e Salvatore Lipari, 82 anni. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti dopo che la Corte di Cassazione ha reso definitiva l’ordinanza del Tribunale del Riesame, che ha accolto il ricorso della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. L’indagine, intitolata “Elima”, è iniziata nel 2017 al fine di smantellare la rete di protezione di Messina Denaro. La famiglia mafiosa di Salaparuta-Poggioreale è parte del mandamento di Castelvetrano. Sono emersi contatti con altri boss di Trapani e Palermo e la disponibilità di armi da parte degli indagati.

“Solidarietà a Cateno De Luca e a tutti i sindaci siciliani dei Comuni dove ricadono parchi e siti archeologici per aver sperimentato sulla pelle dei loro cittadini, il rancore del presidente della Regione che ha bloccato un emendamento alla manovra in discussione all’Ars, minacciando le sue dimissioni”.

Lo scrive in una nota l’ex presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che in mattinata ha avuto un colloquio con il sindaco di Taormina.

“Cateno De Luca, sindaco di Taormina – aggiunge Miccichè – sta portando avanti, una battaglia giusta per tutti quei territori siciliani, luoghi di siti archeologici che non ricevono ristori a fronte delle spese necessarie per assicurare la sicurezza e il decoro urbano. Il Parlamento siciliano non può essere paralizzato”.

“Il Presidente della Regione – conclude Miccichè – è una persona che vive delle sue vendette e dei suoi rancori. Non gliene frega niente del bene della Sicilia, ma dovrebbe ricordarsi, tutte le mattine, di lavorare per la Sicilia e per il bene dei suoi cittadini, così come pensavano che avrebbe fatto quelli che lo hanno candidato e quelli che lo hanno votato.”

(ANSA).

Si accorciano le distanze verso la risoluzione della vertenza dei dipendenti dei Consorzi di Bonifica siciliani: ieri l’aula dell’Ars ha approvato l’articolo che stanzierebbe 3,4 milioni di euro come contributo straordinario per porre fine al contenzioso e garantire il regolare pagamento degli stipendi ai lavoratori.
Lo annuncia il capogruppo della DC all’Ars, onorevole Carmelo Pace, da tempo impegnato a risolvere la questione relativa al mancato pagamento delle spettanze ai lavoratori del Consorzio AG 3, causato da una lunga vicenda giudiziaria terminata con il pignoramento presso terzi dei fondi che la Regione destina all’ente. A più riprese, prima con un’interrogazione, poi con un disegno di legge e con un tavolo tecnico, negli ultimi tre mesi è stato proprio l’onorevole Carmelo Pace a sollevare la questione, chiedendo una soluzione per garantire serenità ai lavoratori.
“L’inserimento di un capitolo per un contributo straordinario per liberare le somme da destinare agli emolumenti pregressi dei dipendenti del consorzio di bonifica rappresenta una buona notizia anche per gli imprenditori agricoli e gli operatori del settore agricolo in vista dell’imminente stagione irrigua – sottolinea l’onorevole Carmelo Pace – esprimo gratitudine nei confronti dell’assessore regionale dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale Luca Sammartino per l’attenzione nei confronti di un gruppo di lavoratori in grave difficoltà economica. È un passo importante, ora attendiamo l’approvazione degli altri articoli e il voto finale sulla norma previsto per la prossima settimana”.