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Si accorciano le distanze verso la risoluzione della vertenza dei dipendenti dei Consorzi di Bonifica siciliani: ieri l’aula dell’Ars ha approvato l’articolo che stanzierebbe 3,4 milioni di euro come contributo straordinario per porre fine al contenzioso e garantire il regolare pagamento degli stipendi ai lavoratori.
Lo annuncia il capogruppo della DC all’Ars, onorevole Carmelo Pace, da tempo impegnato a risolvere la questione relativa al mancato pagamento delle spettanze ai lavoratori del Consorzio AG 3, causato da una lunga vicenda giudiziaria terminata con il pignoramento presso terzi dei fondi che la Regione destina all’ente. A più riprese, prima con un’interrogazione, poi con un disegno di legge e con un tavolo tecnico, negli ultimi tre mesi è stato proprio l’onorevole Carmelo Pace a sollevare la questione, chiedendo una soluzione per garantire serenità ai lavoratori.
“L’inserimento di un capitolo per un contributo straordinario per liberare le somme da destinare agli emolumenti pregressi dei dipendenti del consorzio di bonifica rappresenta una buona notizia anche per gli imprenditori agricoli e gli operatori del settore agricolo in vista dell’imminente stagione irrigua – sottolinea l’onorevole Carmelo Pace – esprimo gratitudine nei confronti dell’assessore regionale dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale Luca Sammartino per l’attenzione nei confronti di un gruppo di lavoratori in grave difficoltà economica. È un passo importante, ora attendiamo l’approvazione degli altri articoli e il voto finale sulla norma previsto per la prossima settimana”.

Al mattino di oggi, innanzi alla Corte d’Assise di Agrigento, presieduta da Wilma Mazzara, è iniziato il processo per l’omicidio del medico cardiologo di Favara, Gaetano Alaimo, 65 anni, ucciso a Favara lo scorso 29 novembre, a carico dell’imputato Adriano Vetro, 47 anni, di Favara, difeso dagli avvocati Sergio Baldacchino e Santo Lucia, e in presenza delle parti civili, rappresentate dall’avvocato Giuseppe Barba per i familiari, e dall’avvocato Enzo Caponnetto per l’Ordine dei medici. Appena avviato il dibattimento, gli avvocati Sergio Baldacchino e Santo Lucia, tra il recepimento dei propri mezzi di prova, hanno chiesto, in particolare, di disporre su Vetro una perizia psichiatrica, motivando tale richiesta con la produzione di documentazione medica, ovvero la relazione di conclusione di osservazione psichiatrica, redatta dalla Casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, che acclara che Adriano Vetro è affetto da patologie neuropsichiatriche. La Corte ha accolto la richiesta. Prossima udienza il 13 luglio per il giuramento del perito del Tribunale e per l’escussione di due testimoni del Pubblico ministero.

Ieri la Polizia di Stato di Agrigento ha incontrato i bambini e i ragazzi della Parrocchia Beata Maria Vergine della Divina Provvidenza, nel popoloso quartiere della Via Manzoni, impegnati nel GREST parrocchiale organizzato dall’Opera Don Guanella.
I bambini, circa duecento, ed animatori hanno avuto il privilegio di incontrare il Questore Ricifari, agenti della Polizia Stradale di Agrigento a bordo delle loro rombanti moto, una squadra di operatori della Polizia scientifica con la loro valigetta di polveri, pennelli e vetrini e Cheyenne, uno splendido esemplare di pastore tedesco – cane poliziotto di quattro anni, con Fabio suo conduttore appartenente al Reparto Cinofili di Palermo.
Tra un gioco, un inno e qualche applauso si è parlato di legalità e di rispetto delle regole – non divieti, imposizioni o limiti ma norme di comportamento che bisogna adottare sin da piccoli nella vita quotidiana, in famiglia, con gli amici, con i compagni di scuola, nello sport.
Il rispetto delle regole, ha concluso il Questore, è basilare per crescere e vivere bene assieme agli altri.

Ad Agrigento al Viale della Vittoria nella villa Bonfiglio sono in corso i lavori di recupero, riqualificazione e ampliamento del parco giochi per bambini. Sarà inclusivo, privo di barriere architettonico, attrezzato, sicuro, e con un’ampiezza di circa 1500 metri quadri. Il progetto è del Comune di Agrigento, approvato e finanziato dall’assessorato regionale alle Politiche sociali. Il sindaco Franco Miccichè e l’assessore Gerlando Principato spiegano: “Si tratta di un finanziamento concesso nel 2019 che solo nel marzo 2021 è stato rimesso in moto dall’Amministrazione che ha ereditato dalla precedente un progetto con un sostanziale aggravio di somme a carico delle casse del Comune. Infatti l’opera, non essendo stata realizzata nei tempi previsti, ha esposto il Comune ad impegnare somme che, a causa del caro materiali e dell’ aggiornamento del prezziario, sono lievitate a 35.600 euro sui 74.125 euro complessivi dei lavori, rispetto alla cifra iniziale (del 2019) di poco meno di 25.000 euro.

Principato e Miccichè

Non abbiamo voluto continuare a esporre a rischi i bambini, costretti a giocare in una struttura al limite della normativa vigente, che avremmo dovuto necessariamente chiudere. Sarebbe stata una sconfitta nostra e della città. Abbiamo deciso di intervenire e realizzare un nuovo parco giochi, sicuro ed accessibile a tutti, anche se è stata necessaria un’integrazione non indifferente al finanziamento. Il nuovo parco giochi di Villa Bonfiglio si aggiunge ai parchi giochi già realizzati nelle frazioni di Giardina Gallotti e di Montaperto”.

Il ministero della Sanità risarcirà con 900mila euro i quattro eredi di un’anziana di 86 anni morta a seguito dell’aggravarsi in cirrosi dell’epatite C che aveva contratto dopo delle trasfusioni di sangue a cui è stata sottoposta nel 1973. Così ha sentenziato il Tribunale civile di Catania, investito da una causa iniziata nel 2018 dagli eredi della donna, assistiti dall’avvocato Silvio Vignera, che commenta: “Il Tribunale di Catania ha ancora una volta applicato l’importante principio secondo cui la responsabilità colposa dell’amministrazione statale, anche per casi di epatite, è sussistente già dalla fine degli anni ’60, per non avere adottato le misure idonee a prevenire e impedire la trasmissione di malattie mediante il sangue infetto”.

Il Tribunale di Agrigento ha emesso dichiarazione di non doversi procedere nei confronti dell’ex. Sindaco di Porto Empedocle, G. C.. Lo stesso era accusato, dalla Procura di Agrigento, di aver acquistato o ricevuto due anfore biansate in terracotta risalenti al III-II sec. a. C. e al III-V sec. d. C.. I fatti, secondo l’accusa risalirebbero al 10 luglio 2018 quando a seguito di una pubblicazione immobiliare della villa abitata dall’ex Sindaco ed a seguito di una attività di monitoraggio della rete internet finalizzata al contrasto delle violazioni di legge in materia di beni culturali, gli operanti in servizio presso il Nucleo dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, notavano un’anfora in terracotta con concrezioni marine poggiata su un supporto metallico. A seguito della conferma della Sovrintendenza per i beni Culturali che trattavasi di un reperto archeologico i Carabinieri si recavano presso l’abitazione dell’ex Sindaco il quale alla richiesta e questi l’ex Sindaco consegnava sia l’anfora individuata sia altra in suo possesso. A seguito di cio lo stesso veniva denunciato alla Procura della Repubblica e, quindi si instaurava il processo innanzi al Tribunale di Agrigento, presieduto dalla dott.ssa Fulvia Veneziano. L’ex Sindaco di Porto Empedocle, G. C., difeso dall’avvocato Giuseppe Aiello riusciva a dimostrare, di avere ereditato le due anfore dalla madre deceduta nel 2015 e che le stesse furono pescate dal nonno dell’imputato, di mestiere pescatore, a metà degli anni 60 e, quindi, tramandati da questi alla figlia che negli ultimi anni della sua vita aveva convissuto con l’ex. Sindaco. Tale versione, oltre che narrata dall’imputato, è stata confermata da tutti i testi interrogato dall’avv. Aiello e, quindi, a conclusione del processo il Tribunale di Agrigento ha emesso una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione del reato in favore dell’ex Sindaco di Porto Empedocle. Le anfore, naturalmente sono rientrate nel patrimonio inalienabile dello Stato.

L’Assessore ai quartieri di Agrigento Marco Vullo esprime vivo compiacimento al processo di rigenerazione urbana di Villaseta con la terza fase del progetto con ulteriori 10 milioni di euro che vedrà un vero e proprio cambiamento urbano, sociale e di svolta per i residenti.

Il tutto si innesta e innesca con le prime due azioni di riqualificazione per circa 2 milioni di euro che sono nella fase operativa dal restyling del centro commerciale Concordia alla ristrutturazione dell’ex comando dei vigili urbani che diventerà un centro di aggregazione sociale in aggiunta alla biblioteca e la falegnameria sociale.

“Siamo nella fase di conclusione dell’iter progettuale del programma di rigenerazione urbana dell’ultima fase di finanziamento che interesserà il corpo più importante del quartiere di Villaseta.

I lavori di riqualificazione partiranno dal parcheggio di Cugno Vela e proseguiranno fino al centro. Il tutto darà un nuovo volto al quartiere in una strategia di integrazione sociale e di miglioramento della qualità della vita per i ragazzini, gli anziani per le opere che andranno a realizzarsi. Nuovi marciapiedi, verde pubblico, nuova pavimentazione e vialetti e altre opere di abbellimento.

Voglio sottolineare ancora una volta che l’Amministrazione comunale di Agrigento ha dimostrato grande interesse a tutti i quartieri della città, Villaseta è l’apripista di un processo virtuoso e di rilancio e per questo ringrazio il Sindaco Miccichè e il collega Assessore Principato per il lavoro svolto da un punto di vista tecnico e urbanistico del progetto e la collaborazione che hanno fornito le forze sane di Villaseta per i risvolti sociali: (la parrocchia, le associazioni presenti nel territorio, la scuola e i cittadini residenti).

Questo lavoro di sinergia e di confronto è stato fondamentale per ridisegnare la nuova visione di Villaseta, dal centro di aggregazione sociale, dalla mobilità, dall’ecologia e dagli spazi verdi, a breve i risultati saranno tangibili e di ampio respiro.

A breve annuncio convocherò una assemblea aperta con le parti attive del quartiere che sono sempre stati partecipi in questo processo di rigenerazione urbana per confrontarci sulle scelte che il territorio vuole fare, vedi ad esempio l’arredo urbano o altre opere finalizzate alla linea di finanziamento del progetto.

E’ un primo grande traguardo che condivido con tutti i residenti per essere stato presente da cittadino del quartiere, da consigliere comunale e adesso da amministratore in questo processo di crescita e di riscatto sociale e ambientale ed è da sprone a fare sempre meglio.”

Il solstizio d’estate arriva con un’ondata di caldo torrido sull’Italia, dominata dall’anticiclone africano che si protrarrà fino a venerdì.Tra le città più calde c’è Agrigento, 36°C,  insieme ad  Oristano, Bolzano, Carbonia, Forlì, Ferrara, Firenze, Modena, Nuoro, Pistoia, Prato, Ravenna, Sassari e Terni, Foggia, Roma, Rovigo, Siena e Taranto. Da sabato, 24 giugno, le temperature dovrebbero tornare più gradevoli. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, annuncia picchi di temperatura superiori ai 40°C. In questi giorni si avvertirà anche una forte umidità, ma senza piogge, che renderà l’afa ancora più insopportabile.

Un barchino di 6 metri è affondato al largo di Lampedusa, in area Sar, durante la notte. La Guardia Costiera ha salvato 44 migranti, fra cui 6 donne. Secondo le testimonianze dei superstiti, all’appello mancherebbero alcuni compagni di viaggio, forse tre. I naufraghi sono stati sbarcati a molo Favarolo, all’alba, e hanno riferito di essere originari di Burkina Faso, Camerun, Gambia, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Sudan e Algeria, d’essere salpati da Sfax, in Tunisia, alle ore 21 di lunedì, e d’aver pagato 3 mila dinari libici per la traversata. Oltre ai 44 naufraghi salvati, a Lampedusa sono sbarcati altri 38 migranti, fra cui una donna, soccorsi ancora dalla Guardia Costiera. Ieri sono stati contati complessivamente 14 sbarchi con un totale di 564 persone. Al mattino di oggi nel Centro d’accoglienza sono stati contati 620 ospiti. 200 sono a bordo della motonave Galaxy attesa in serata a Porto Empedocle.

A Ventimiglia, al confine con la Francia, la Polizia ha arrestato un latitante licatese di 47 anni, O C sono le iniziali del nome, pluripregiudicato e in fuga perché inseguito da un mandato di arresto per scontare una sentenza definitiva a 10 anni di reclusione effetto di un cumulo di pena per numerosi reati commessi dal 2005 al 2011, tra Licata, Canicattì, Agrigento, Gela, Butera, e anche nel nord Italia e all’estero in Francia, tra associazione per delinquere, maltrattamenti in famiglia, porto di armi e oggetti atti ad offendere, danneggiamento, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, droga, estorsione, ricettazione, truffa aggravata, violazione di domicilio, lesioni personali e rapina.