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1.641 i nuovi positivi al Covid in Sicilia, che resta la regione italiana con il più alto numero di contagi, su 21.167 tamponi.

Tasso di contagio che sale al 7,7%.

Le vittime sono state 37 nelle ultime 24 ore ed in totale diventano 3.064.

I positivi sono 47.527 con un aumento di 642 casi.

Negli ospedali i ricoveri sono 1.667, 18 in più rispetto a ieri, dei quali 211 in terapia intensiva, 6 in più rispetto a ieri.

I guariti sono 962.

I nuovi casi per provincia:

Catania 237

Palermo 569

Messina 198

Trapani 325

Siracusa 165

Ragusa 27

Caltanissetta 62

Agrigento 53

Enna 5

Verranno riaperti i termini per consentire ai Comuni siciliani di accedere al Fondo di rotazione dedicato alla progettazione. Il governo Musumeci ha infatti reso nuovamente disponibili circa 2,5 milioni di euro che potranno essere chiesti dalle amministrazioni locali per la progettazione di interventi su scuole, strade, impianti di depurazione e altre opere in linea con il Piano di azione e coesione (Pac) 2014-2020.
La riapertura dei termini è stata decisa su impulso dell’assessorato regionale alle Infrastrutture. Una ricognizione del dipartimento Tecnico aveva verificato, infatti, che alcuni Comuni, dopo l’assegnazione delle somme, avevano rinunciato ai fondi o erano risultati inadempienti. È stato così accertato che le risorse ancora non impegnate e disponibili ammontano a circa 2,5 milioni di euro.
«Attraverso il virtuoso impiego delle risorse della Regione – commenta l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone – vogliamo che nessun cantiere si fermi nonostante l’emergenza pandemica, e anzi, vogliamo aprirne di nuovi. Il governo Musumeci, dopo anni di politiche prive di una visione organica, grazie a questa e altre misure ha dato un impulso positivo all’intera filiera dei lavori pubblici in Sicilia, favorendo così benefici a cascata per tutto il territorio. Con i 2,5 milioni di euro ancora disponibili potremo finanziare, dunque, la progettazione di un’altra trentina di interventi».
Le domande accolte fino ad ora per il Fondo di rotazione per la progettazione sono una settantina, pari a circa la metà di quelle che erano state presentate dai Comuni. I finanziamenti si aggirano intorno ai 5 milioni di euro e serviranno a progettare lavori come la ristrutturazione di edifici scolastici, il recupero di aree urbane, la sistemazione di strade e interventi di messa in sicurezza del territorio.

Il giornalista, politico, scrittore e sindacalista Emanuele Macaluso è morto stanotte a Roma all’Ospedale Gemelli. Era ricoverato per problemi cardiaci aggravati dai postumi di una caduta.  Nato a Caltanissetta il 21 marzo del 1924, fu esponente del Partito comunista sin dai tempi della clandestinità e venne chiamato da Palmiro Togliatti alla Segreteria divenendone uno tra i più giovani componenti. Il 1 maggio del 1947 fu tra i testimoni della strage di Portella della Ginestra quando il bandito Salvatore Giuliano sparò contro la folla uccidendo 11 lavoratori e ferendone molti altri.

Nel 1982 divenne direttore de ‘L’Unità’.

Il cordoglio della Politica: 

“La morte di Emanuele Macaluso mi addolora profondamente. Desidero esprimere i miei sentimenti di vicinanza ai familiari, a quanti, hanno condiviso con Macaluso impegno e ideali, e a coloro che, nel confronto democratico, anche su posizioni diverse, ne hanno apprezzato l’acuta intelligenza e il senso del bene comune. Macaluso è stato un protagonista della storia repubblicana e ha contribuito da dirigente politico e da intellettuale alla crescita democratica del Paese”, scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’Aula del Senato, prima di ascoltare l’intervento del premier Conte che sta per chiedere una nuova fiducia per il suo governo, ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Emanuele Macaluso. Il momento di raccoglimento è stato seguito da un applauso unanime dell’Assemblea in piedi. “Mi associo, a nome del governo, a questo ricordo del senatore Macaluso – ha detto Conte –  credo che anche chi non ha condiviso le idee politiche possa condividere che è stato un grande protagonista della vita politica e culturale italiana”.

Ma anche il presidente del Parlamento europeo Davide Sassoli ricorda il politico scomparso: “”Se non scrivo i miei pensieri mi sento morire”, ripeteva. E così Emanuele Macaluso ha lavorato, riflettuto, fino alla fine dei suoi giorni. Diciamo addio a un pezzo importante di storia della sinistra italiana. Storia politica, culturale, ideale nel senso più nobile della parola”.

“Ho incontrato Macaluso solo negli ultimi anni della sua vita, apprezzando lo straordinario esempio di cultura, ironia, vis polemica. Un grande siciliano, una perdita per la sinistra italiana”, dice il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

“Mi mancherà Emanuele Macaluso. Un uomo di rara intelligenza, impegnato fino all’ultimo a dare la sua lettura del mondo e dell’Italia. Un pezzo di storia della Repubblica che ci lascia”, e’ il ricordo del ministro della Salute Roberto Speranza.

Ciao Emanuele, ciao compagno, ciao maestro. Sei stato quello che dovrebbe essere sempre la sinistra, popolo e pensiero, indignazione e speranza, riscatto e realismo. Le parole e la politica sono state le tue armi per cambiare il mondo e tu puoi dire che hai saputo cambiarlo”. Così Andrea Orlando, vice segretario del Pd.

“Ho conosciuto Emanuele Macaluso alla presentazione di un documentario sui minatori siciliani a Montecitorio. Il suo intervento su lavoro e giustizia sociale fu intenso e appassionato. È stato un protagonista assoluto della politica. Ci mancherà il suo sguardo libero e lucido”, dice il presidente della Camera Roberto Fico.

“A nome della Cgil e mio personale esprimo il più profondo cordoglio per la scomparsa di Emanuele Macaluso. La sua vita e il suo straordinario impegno politico sono profondamente legati alla storia della sinistra, del sindacato e della democrazia del nostro Paese”, dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “La sua vita ci fa ripercorrere e riscoprire le lotte della sinistra e del sindacato che rappresentano tanta parte della storia della democrazia italiana. La sua curiosità e il suo impegno, così presenti fino ai suoi ultimi giorni, ci danno nuova speranza per cambiare la società in cui viviamo”. Macaluso “è stato espressione di una generazione che si è misurata e cresciuta nella lotta contro il fascismo e nelle lotte sociali per il riscatto delle lavoratrici e dei lavoratori.
Giovanissimo, si afferma come capo della Cgil siciliana e guida in prima persona i contadini nell’occupazione delle terre e nella lotta contro gli agrari, che costò la vita a decine e decine di sindacalisti. In queste lotte ci si scontrava non solo con i grandi proprietari delle terre ma anche con Cosa Nostra, a cui molto spesso gli agrari erano legati”. “Sono queste esperienze, maturate nel vivo delle lotte sociali nella sua terra – prosegue Landini – che hanno fatto di Macaluso un dirigente di primissimo piano del Pci, vicino a Togliatti negli anni ’60 e poi, con Berlinguer, direttore dell’Unità. Cultura e lucidità di analisi sono stati tratti distintivi di Macaluso. E proprio per questa ragione non poteva non cogliere e analizzare con sofferenza la crisi della sinistra degli ultimi anni”

Gli assessori  Marco Vullo e Giovanni Vaccaro si dichiarano soddisfatti per l’approvazione in Giunta dei progetti Puc che hanno proposto l’atto in questione dopo avere avuto una interlocuzione con l’assessorato Regionale al Lavoro e d’intesa con il Dirigente Comunale dei Servizi Sociali Gaetano Di Giovanni.

Sbloccata dunque una soluzione che ormai da diverso tempo era divenuta di stallo. Infatti già dal marzo del 2019 era possibile attivare le procedure per la realizzazione dei Progetti utili per la Collettività attraverso l’impiego dei soggetti titolari del reddito di cittadinanza che tra l’altro era un obbligo di legge. Gli assessori Vullo e Vaccaro dichiarano che “attraverso un lavoro di sinergia tra l’assessorato ai Servizi Sociali e quello al Verde Pubblico tutto è stato superato; i progetti riguardano soprattutto l’impiego di personale per interventi al decoro urbano e verde pubblico che si coniuga perfettamente con lo spirito della norma che mira all’inserimento dei soggetti nel tessuto sociale cittadino attraverso interventi di pubblica utilità”.

Sono sei i progetti utili alla collettività che sono stati approvati dalla Giunta Micciché a favore dei beneficiari del reddito di cittadinanza residenti ad Agrigento, tra manutenzione e cura delle aree verdi comunali, ripristino intonaci, tinteggiatura, scerbatura stradale del centro e dei quartieri periferici. E poi ancora, pulizia degli ambienti, servizio di portineria e accoglienza utenti, lavoro di segreteria e smistamento documenti, a supporto di tutti gli uffici della casa comunale. Complessivamente saranno circa 250 i cittadini, percettori del reddito di cittadinanza, che saranno impiegati.

Si è concluso il periodo di quarantena per l’equipaggio della Open Arms ormeggiata a largo di Porto Empedocle. “Nessuno è risultato positivo”, ha comunicato il fondatore della ong spagnola, Oscar Camps. Il team, che ha trascorso il Natale in mare, aveva soccorso, nell’ambito della ‘Missione 79’, 265 migranti. “La quarantena è finita, torniamo in mare”, annuncia la ong.

Ad Agrigento, a San Leone, le mareggiate provocano quasi sempre la rottura di un tubo fognario poggiato sulla riva della spiaggia di Mare Nostrum. A seguito di una video-conferenza tra Girgenti Acque e Comune di Agrigento è stato deciso, dopo un sopralluogo in programma giovedì prossimo, di collocare una barriera frangiflutti così da risolvere provvisoriamente il problema in attesa che sia attivato il depuratore del Villaggio Mosè e non vi sarà più bisogno di tale condotta. In proposito alle barriere in mare esprime netta contrarietà il Circolo Rabat di Legambiente, tramite il coordinatore Daniele Gucciardo che afferma: “Non è una posizione preconcetta ma è basata su dati scientifici incontrovertibili, talmente validi che da anni non si realizzano più barriere frangiflutti per proteggere la costa dall’erosione, perchè il rimedio è peggiore del male che si vuol contrastare. Il depuratore consortile del Villaggio Mosè non entrerà in funzione prima di un lustro e le riparazioni d’emergenza durano già da troppo tempo, circa 15 anni, ed è quindi sicuramente importante risolvere il problema, perchè oltre all’inquinamento causato dalle continue rotture, in tutti questi anni le riparazioni, che hanno avuto un costo totale non indifferente, sono state pagate dagli utenti. Proponiamo la creazione di una gabbionata con blocchi prefabbricati sull’arenile tanto facilmente collocabili, quanto facilmente asportabili, oppure, come suggeriamo dal 2010, di trasferire sulla strada tale tratto di condotta”.

Gli agenti delle sezione Volanti della Questura di Agrigento sono dovuti intervenire sull’assembramento verificatosi davanti alla sede centrale delle Poste dove una cinquantina di persone sostavano in attesa del proprio turno.

Un gruppo di gente troppo nutrito che ha necessitato dell’intervento delle forze dell’ordine che hanno pregato le persone che non avevano urgenza a tornare in un altro momento.

 

Circa 50 famiglie residenti nei quartieri di Villaseta e Monserrato, si sono viste notificare dalla Procura di Agrigento, a mezzo carabinieri,  l’avviso di conclusione di indagini circa i ripetuti furti d’acqua avvenuti attraverso allacci abusivi. Le famiglie che risiedono in abitazioni per la maggior parte di proprietà dell’Istituto Autonomo di case popolari, avrebbero dunque sottratto un imprecisato quantitativo di acqua per alimentare le proprie abitazioni.

 

 

La Polizia ha eseguito a Messina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Domenico Virga, 58 anni, indagato di omicidio. Virga, presunto uomo di spicco del mandamento mafioso di San Mauro Castelverde-Gangi, è ritenuto responsabile come mandante dell’omicidio di Francesco Costanza, commesso tra San Fratello ed Acquedolci, nel Messinese, il 29 settembre del 2001. Costanza, secondo diversi pentiti, sarebbe stato ucciso perché avrebbe tentato di estorcere danaro a imprese impegnate in lavori nel comprensorio territoriale ai confini tra le province di Palermo e Messina, alcune delle quali riferibili all’imprenditore Michele Aiello di Bagheria, ritenuto vicinissimo al capo di Cosa Nostra dell’epoca, Bernardo Provenzano.