Home / Articoli pubblicati daRedazione Ag (Pagina 1023)

Si riduce notevolmente la percentuale dell’incidenza dei positivi al covid tra gli alunni delle scuole infanzia, elementare e media in Sicilia. L’intervento di Lagalla.

“Continua a diminuire il numero di alunni positivi, e nelle scuole dell’infanzia, elementari e medie non si generano focolai”. Così afferma l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale della Regione siciliana, Roberto Lagalla, commentando gli ultimi dati diffusi dall’Ufficio scolastico regionale. L’incidenza degli studenti attualmente positivi al Covid-19 nelle scuole dell’infanzia, rispetto al totale degli alunni, è dello 0,12 per cento; nelle scuole elementari è dello 0,32 per cento e nelle medie non supera lo 0,47 per cento. I dati, riferiti a 562 scuole siciliane e, quindi, al 96 per cento degli istituti scolastici, mostrano un costante decremento dei valori percentuali. Se, infatti, il 19 novembre l’incidenza di alunni positivi era pari allo 0,46 per cento, l’11 dicembre la stessa incidenza si riduce fino allo 0,32 per cento. E Lagalla commenta: “Si tratta di un dato incoraggiante considerando che questi istituti scolastici hanno svolto regolare attività didattica in presenza. La situazione epidemiologica appena aggiornata è decisamente confortante perché segna un graduale e costante miglioramento. Il risultato si legge anche come esito dell’importante lavoro svolto, sin dalla scorsa estate e con continuità fino a oggi, dall’intera comunità scolastica che, con il sostegno delle istituzioni, ha operato nella più rigorosa osservanza delle direttive regionali e nazionali per il contenimento della diffusione del virus”. L’assessore Lagalla ricorda inoltre il merito dell’attività della task force regionale, voluta dal presidente Musumeci e istituita dall’assessorato alla pubblica istruzione, operando in stretta sinergia con l’Ufficio scolastico regionale, e che ha contribuito a elaborare efficaci misure di contenimento del contagio, tali da garantire reali condizioni di sicurezza dentro le aule scolastiche. A ciò si è aggiunta anche la proficua collaborazione intervenuta tra l’assessorato all’Istruzione e l’assessorato alla Salute. “Inoltre – sottolinea ancora Lagalla – il finanziamento regionale di 18 milioni di euro alle scuole per interventi di edilizia leggera consente l’ulteriore adeguamento delle aule, affinché possano essere garantite le norme di sicurezza anti-Covid. “Non siamo ancora fuori dalla pandemia – conclude l’assessore – ma i dati ci dicono che si è lavorato nella giusta direzione e ci inducono a essere cautamente ottimisti, mantenendo alta l’attenzione e promuovendo l’uso corretto e consapevole dei dispositivi di sicurezza”.

Reati contro la pubblica amministrazione e in materia ambientale, ad opera di una organizzazione criminale attiva nella Sicilia orientale,  sgominata dai carabinieri per la Tutela ambientale e del Comando provinciale di Messina, supportati dai colleghi dell’Arma di Catania e Siracusa.

16 le misure cautelari emesse dal Gip di Messina su richiesta della Dda ed eseguite dai militari in varie province della Sicilia, per reati di associazione per delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, gestione di rifiuti non autorizzata, realizzazione di discariche abusive, invasione di terreni, deviazione di acque, falsità ideologica, falsità materiale, abuso d’ufficio e corruzione.

Anche  Andrea Ingraldo, 64 anni, un imprenditore agricolo originario di Agrigento, tra le 13 persone sottoposte a fermo nell’ambito dell’operazione eseguita dalla Squadra Mobile di Trapani e dagli agenti del Servizio Centrale Operativo.

Ingraldo è proprietario di una nota casa-vacanze a Segesta. L’uomo è stato fermato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e falso aggravato dall’aver agevolato Cosa Nostra.

Secondo gli inquirenti della Direzione Distrettuale di Palermo, l’imprenditore agricolo si sarebbe messo a completa a disposizione del boss Nicolò Pidone, fermato pure lui stamattina con l’accusa di essere il reggente della famiglia mafiosa di Segesta-Calatafimi.  Le investigazioni svolte hanno consentito di accertare le condotte realizzate da Giuseppe Aceste, cugino del boss Pidone nonché dipendente dell’azienda, al fine di procurarsi l’assunzione presso l’impresa agricola riconducibile all’imprenditore Andrea Ingraldo, impresa con sede legale a Trapani ma con un’unità locale a Calatafimi Segesta.

Il 4 marzo 2020 Giuseppe Aceste si recava presso il casolare in contrada Sasi, per informare Nicolò Pidone che sarebbe stato assunto e che avrebbe beneficiato dei versamenti. Pratica interrotta, ma solo momentaneamente, dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 e dal lockdown che sarebbe scattato qualche giorno più tardi. Ma, poco dopo la cessazione delle note misure restrittive, ovverosia il 9 e l’11 giugno 2020, il capo mafia sollecitava Giuseppe Aceste a contattare nuovamente l’imprenditore Andrea Ingraldo per dare corso alla propria assunzione.

12 giugno: intercettazione tra Aceste e Ingraldo

Aceste: “Ma comunque insomma non è questo …
Ingraldo: “il problema però non è questo … cioè come forse ti ha parlato Nino”
Aceste“si mi ha accennato la cosa … ma non ti preoccupare”
Ingraldo: “e si … io non mi devo preoccupare ma  (ride)”
Aceste: “non ti preoccupare 
Ingraldo“ehh va bene …
Aceste: “se hai problemi basta che lo dici e noi non ti nuociamo più …”
Ingraldo“no che … no che nuocere … ehhh…cioè io ho bisogno di voi…che c’entra.
Aceste“no … non ti nuociamo più nel senso ahh … e se hai problemi di soldi non ti preoccupare dico uhh … lo risolviamo il problema 
Ingraldo: “no questo si cioè perché se no … ehhh … io vedo anche cioè … cerco di prevedere come tutti un po’ il futuro 
Aceste“certo…certo”
Ingraldo“il futuro e se … nel futuro pure poi non ci sono … non c’è corrispondenza”
Aceste: “riscontri dico … certo…certo”
Ingraldo“è logico … come tutti noi ehh giustamente”

Secondo gli inquirenti l’imprenditore agricolo avrebbe dato piena disponibilità nell’assumere in azienda il boss in maniera tale da far rivalutare dal Magistrato di sorveglianza la pericolosità sociale al fine del rinnovo dell’applicazione della misura di sicurezza. Pidone riferiva all’Aceste di avere necessità di un documento che dimostrasse l’effettività della sua assunzione.

Il 10 dicembre scorso, l’incontro tra il boss e l’imprenditore viene ripreso dalle telecamere: nello stesso Pidone ringraziava Ingraldo per essersi messo “a disposizione” e contestualmente i due sottoscrivevano i documenti.

Ingraldo: “va bene ..mi ha fatto piacere vederti.. va bene così …ti auguro un buon Natale…
Pidone: “io te lo auguro pure …
Ingraldo: “speriamo che le cose ti vanno bene…e che…
Pidone: “sto cercando..io ho passato un pò di guailo ha capitono?..”
Ingraldo: “si..si..si..ma il passato è…”
Pidone: “ora sto cercando di…inc…(si sovrappongono le voci)
Ingraldo: “il passato è passato…”
Pidone: “il passato è passato …ormai …”
Ingraldo: “tutti facciamo degli errori… “

Ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 18 persone ritenute appartenenti o riconducibili ai clan Laudani e Santapaola, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, usura, turbativa d’asta, favoreggiamento personale, detenzione e porto di armi da fuoco.

Ordinanza eseguita questa mattina da oltre 100 finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania, con la collaborazione dello Scico.

I provvedimenti restrittivi – 10 in carcere ed otto ai domiciliari – sono stati emessi dal Gip presso il locale Tribunale su richiesta della Dda della Procura etnea.

I militari hanno inoltre sequestrato le quote sociali ed il patrimonio di una società di trasporti per un valore di circa un milione di euro.
Tutti i particolari dell’operazione saranno illustrati in una conferenza stampa in programma alle 10 nella sede del Nucleo di Polizia economico – finanziaria di Catania, in via Crociferi.

 

È stato trovato in possesso di un coltello a serramanico della lunghezza di complessivi 17 centimetri. E’ un cinquantottenne il licatese che è stato denunciato, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Agrigento. L’ipotesi di reato contestata è porto abusivo di arma.
Il coltellaccio, con sette centimetri di lama, è saltato fuori durante la perquisizione personale alla quale è stato sottoposto il cinquantottenne che è incappato in un posto di controllo dei poliziotti del commissariato di Licata. Avrebbe dovuto essere un ordinario controllo per prevenire e reprimere i reati, ma anche per garantire il pieno rispetto delle regole anti-Covid. In realtà, durante quel posto di blocco, i poliziotti si sono insospettiti perché l’uomo ha iniziato a manifestare insofferenza e nervosismo. Ecco perché gli agenti, per non lasciare di fatto nulla al caso, hanno deciso di procedere a perquisizione personale. Ed è proprio durante questa verifica che è saltato fuori il coltellaccio. Il licatese non ha saputo, o forse non ha voluto, fornire spiegazioni,  né giustificazioni sul perché fosse in possesso di un coltello lungo complessivamente 17 centimetri di cui sette di lama. L’arma bianca è stata, naturalmente, subito sequestrata. Il cinquantottenne è stato invece denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento per porto abusivo di arma.

Carenza di medici al pronto soccorso, prorogati 24 incarichi per 6 mesi
„Prorogati, per altri sei mesi, gli incarichi libero professionali a 24 medici già assunti, a tempo determinato, per fronteggiare la carenza di personale e per garantire inderogabili esigenze di sanità pubblica, anche per effetto del protrarsi dello stato d’emergenza derivante dall’infezione pandemica da Covid-19. A firmare la disposizione è stato il commissario straordinario dell’Asp di Agrigento, Mario Zappia. Del resto, tutti i responsabili dei pronto soccorso di Agrigento, Licata, Canicattì e Sciacca avevano richiesto, ognuno per la parte di propria competenza, la proroga.

Carenza di medici al pronto soccorso, prorogati 24 incarichi per 6 mesi
„Ma qual è la reale situazione dei pronto soccorso degli ospedali della provincia? I posti previsti nella dotazione organica aziendale sono 53. Ben 41 risultavano vacanti e disponibili e solo otto sono stati ricoperti a tempo indeterminato a seguito della procedura di stabilizzazione e di mobilità regionale e interregionale. Lo scorso maggio è stato indetto un ulteriore avviso pubblico per la stabilizzazione del personale della dirigenza e del comparto e, in particolare, nonostante per la disciplina di Medicina e Chirurgia di accettazione e di urgenza, sia stata prevista la coperta di 14 posti, nessuno è stato coperto per mancanza di candidati aventi titolo alla stabilizzazione. Nel marzo sempre di quest’anno, inoltre, era stato fatto un concorso, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato di 16 posti che, in atto, risulta in avanzato stato di definizione essendo già scaduti i termini di presentazione delle istanze e avviata l’ammissione dei candidati e nomina della relativa commissione d’esame. Resta però, appunto, la grave carenza di dirigenti sanitari per Medicina e Chirurgia di accettazione e di urgenza nei presidi ospedalieri dell’Asp e le gravi difficoltà – è stato evidenziato dalla stessa azienda sanitaria provinciale – a reclutare medici. Una situazione che ha indotto la direzione strategica a ricorrere all’indizione di avvisi pubblici per conferire incarichi libero professionali di medici da destinare ai pronto soccorso delle strutture ospedaliere dell’Agrigentino. E questo, appunto, per superare le gravi carenze di organico ed evitare situazioni di interruzione di pubblico servizio.

 
 

Ad Agrigento venerdì prossimo, 18 dicembre, innanzi al palazzo di giustizia in via Mazzini, alle ore 13:30, si svolgerà un flash mob dei precari della giustizia, ovvero i magistrati onorari. Nella nota di annuncio della manifestazione di protesta, ricorrente in tutta Italia, si legge: “I magistrati onorari del circondario di Agrigento prendono atto dell’inattività del governo nel voler fattivamente risolvere l’annosa problematica della magistratura onoraria italiana, con l’ulteriore rinvio a gennaio dell’esame, in commissione giustizia del Senato di un testo di legge riformatore della materia. Il testo, peraltro, tende a precarizzare ulteriormente la categoria”. Il flash mob è organizzato anche in supporto dei colleghi ancora impegnati nello sciopero della fame, tre a Palermo e uno a Parma.

A Lampedusa, nell’arco di poche ore, a fronte anche delle condizioni meteo migliorate, sono approdati tre barconi con a bordo poco meno di 300 persone complessivamente. Sono sbarcate anche delle donne, alcune delle quali incinte, e dei bambini. Tutti sono stati condotti all’hotspot di contrada Imbriacola da dove nel frattempo 51 migranti sono stati trasferiti con il traghetto di linea a Porto Empedocle. Nel Centro d’accoglienza dimorano adesso circa 350 migranti.

Ad Agrigento, tra San Leone e Villaggio Mosè, in via Teatro Tenda, lo scorso 22 febbraio, nottetempo, un uomo di 32 anni, Giuseppe Terrosi, passeggero sui sedili posteriori di una Peugeot 207, è morto allorchè al conducente del mezzo è sfuggito il controllo e l’automobile si è schiantata contro un muretto di cinta. Gli altri due a bordo hanno subito ferite e sono stati soccorsi in Ospedale. Essendo risultato ubriaco a seguito degli accertamenti sanitari eseguiti in ospedale, il conducente del mezzo è stato arrestato ai domiciliari su disposizione della Procura di Agrigento. Si tratta di Maurizio Modica, 49 anni, di Agrigento. Ebbene adesso la Procura di Agrigento, tramite la sostituto procuratore Sara Varazi, ha notificato a Modica l’avviso di conclusione delle indagini per omicidio stradale. Adesso Modica ha 20 giorni di tempo per eventualmente presentare contro-deduzioni a difesa, dopodiché si procederà con la richiesta di rinvio a giudizio.

“Il dibattito sui fondi europei e la vicenda dei pescatori da oltre cento giorni sequestrati in Libia confermano in maniera evidente il fallimento dell’attuale Governo italiano”.

È quanto ha affermato l’europarlamentare della Lega Francesca Donato, durante il suo intervento alla sessione plenaria del Parlamento Europeo.

“Altro che ‘modello Italia’ come per mesi ripetuto da Giuseppe Conte: la situazione è drammatica, l’Italia conta 70 miliardi non spesi e fermi in tesoreria, il più alto numero di decessi per Covid nonostante i lockdown e l’aumento esponenziale dei disoccupati. A questo, si aggiunge l’incapacità di riportare a casa i 18 pescatori partiti dalla Sicilia e sequestrati in Libia da tre mesi senza un’accusa, mentre il governo turco ha fatto liberare da Haftar i propri pescatori dopo solo una settimana”.

“Se l’Ue davvero non vuole lasciare nessuno indietro – ha detto infine l’europarlamentare – chieda al ministro Di Maio e al presidente Conte di dimettersi e intervenga direttamente per liberare i pescatori di Mazara. È la Sicilia che ve lo chiede, riportateli a casa”.