Nicolò Amodeo Miliziano, deportato in un campo di prigionia in Germania dal 14 settembre del 1943 all’8 maggio del 1945, e Giuseppe Turco, deportato dal 10 settembre del 1943 al 5 settembre del 1946, sono gli insigniti agrigentini delle medaglie d’onore alla memoria, conferite dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il capo dello Stato, su proposta della presidenza del Consiglio dei ministri, concede questi riconoscimenti agli italiani deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. A consegnare le medaglie è stato il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa. Per Nicolò Amodeo Miliziano ha ritirato la medaglia la figlia Mariantonia. Per Giuseppe Turco ha ritirato la figlia Calogera Eleonora.
Una situazione difficile da accettare quella che si consuma all’interno dell’ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento, dove proprio in prossimità del pronto soccorso, giace una vera e propria discarica di rifiuti.
Il vicesindaco Aurelio Trupia dichiara come già da giorni sui social circolino le immagine della situazione all’ospedale che lascerebbero intendere che anche tutta la città sia sommersa dalla spazzatura: “Ma è bene ricordare che siamo su un’area privata con colpe da addebitare tra chi è preposto a fare la differenziata e chi deve invece controllare. Questa è una situazione che si protrae da anni, praticamente da quando è iniziata la raccolta differenziata ad Agrigento, ma la struttura ospedaliera dell’ASP, dopo anni, continua a non differenziare la spazzatura che produce. Il Comune ha multato più volte la Direzione e ha anche avuto diversi incontri per intimargli di mettersi in regola, pena onerose sanzioni economiche. Ogni volta sono state date ampie rassicurazioni rimaste tutte inattuate”
Poi ha continuato: “Questo ingiustificato ritardo ad adeguarsi, costa alle tasche di tutti gli agrigentini circa 60 mila euro l’anno. Il servizio è partito nel 2018 per cui non è difficile capire quanto si è speso e si spende per questa inadempienza. E’ chiaro che Inadempienza che non solo fa abbassare la percentuale della differenziata, e quindi sminuisce i sacrifici dei cittadini agrigentini, ma crea enormi problemi con la piattaforma di conferimento. Spesso gli autocompattatori sono costretti a ritornare con il loro carico, costringendoci, prima a differenziare e poi a riportarlo alla stazione di conferimento, con l’aggravio di costi che questo comporta”.
Poi ha così concluso: “Questa volta non si provvederà a multare l’Azienda Sanitaria Provinciale, ma gli verranno addebitate le spese della bonifica dell’area. L’intervento, infatti, viene effettuato su un’area privata, in sostituzione dell’Azienda Sanitaria. I vertici dell’ASP e dell’Ospedale devono prendere coscienza del danno che comporta questo ritardo a norme comunali, regionali e nazionali e che finora si è andati avanti solo perché il Comune si è fatto carico di tutto. Ma il danno al servizio, alle tasche dei contribuenti e aggiungerei all’immagine dell’Ospedale prima, e della città dopo, è così grave che non si può più proseguire. O ci si adegua o si prenderanno seri provvedimenti. Anche ogni giorno, se sarà il caso”.