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Continua ad essere alto il numero dei positivi al covid in Sicilia che è sempre sul filo della zona rossa: oggi sono 1.450 i nuovi positivi su 30.427 tamponi processati, con una incidenza del 4,8%. La Regione è quarta per numero di contagi giornalieri.

Le vittime nelle ultime 24 ore sono state 6 e portano il totale a 5.107. E la fondazione Gimbe col suo periodico report segnala che nella regione nella settimana 7-13 aprile è notevolmente peggiorato l’indicatore relativo ai “casi attualmente positivi per 100 mila abitanti”: sono 506 i casi per 100 mila abitanti un + 9,3% rispetto alla settimana precedente. La percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale, dice Gimbe, è pari al 6,5% (media Italia 6,8%). La Regione siciliana intanto ha siglato un accordo con Federfarma per poter eseguire direttamente in farmacia tamponi antigenici rapidi e test sierologici. Le farmacie associate che aderiranno all’iniziativa, potranno allestire al proprio interno, o in un luogo aperto nelle immediate vicinanze, uno spazio per l’esecuzione dei test nel rispetto della normativa igienico-sanitaria e garantendo, allo stesso tempo, la riservatezza degli utenti. Il presidente della Regione Nello Musumeci annuncia anche un accordo con gli infermieri, “per chiedere a ognuno per il proprio ruolo di andare a cercare direttamente al domicilio l’anziano perché abbiamo bisogno di non abbandonare a se stessa questa fascia di popolazione fragile”. E gli hub vaccinali siciliani si preparano all’Open weekend, da domani a domenica, per accogliere i cittadini (che non rientrano tra i soggetti fragili) di età compresa tra 60 e 79 anni che potranno ricevere la somministrazione di vaccini Vaxzevria (AstraZeneca) senza bisogno di prenotazione.

1.450 nuovi casi di coronavirus su 30.427 tamponi antigenici e molecolari.
I dati arrivano dal report quotidiano diffuso dal ministero della Salute e dalla Protezione civile nazionale.

In Sicilia nelle ultime 24 ore si registrano 6 decessi e 802 guarigioni. Gli attuali positivi sono 24.774, 642 piu’ di ieri. Negli ospedali siciliani i ricoverati in regime ordinario sono 1.218, quelli in terapia intensiva 184

i nuovi contagi per province:

Palermo 315

Catania 475,

Messina 122,

Siracusa 165,

Trapani 99,

Ragusa 40,

Caltanissetta 87,

Agrigento 95,

Enna 52.

Un accordo per poter eseguire direttamente in farmacia tamponi antigenici rapidi e test sierologici.

È quello firmato a Palazzo Orleans dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e dal presidente di Federfarma Sicilia, Gioacchino Nicolosi.
In base all’accordo, le farmacie associate che aderiranno all’iniziativa, potranno allestire al proprio interno, o in un luogo aperto nelle immediate vicinanze, uno spazio per l’esecuzione dei test nel pieno rispetto della normativa igienico-sanitaria e garantendo, allo stesso tempo, la riservatezza degli utenti. Per sottoporsi ai test, i cittadini dovranno comunque prenotare un appuntamento.
Ad eseguire i test, secondo quanto previsto dall’accordo, dovranno essere operatori opportunamente formati e le farmacie potranno avvalersi anche di personale sanitario autorizzato. Subito dopo il tampone o il sierologico, le strutture forniranno l’esito ai cittadini. Il risultato sarà poi trasmesso all’Asp territoriale di competenza. Il prezzo, in base all’accordo, non potrà superare i 15 euro proprio per andare incontro alle esigenze di tutte le fasce di popolazione.
«Con questo accordo facciamo un passo avanti, avvicinandoci alla periferia e al territorio, cercando di convincere sempre più siciliani a sottoporsi ai test. Sono contento dell’ampia disponibilità che hanno voluto dare i farmacisti della nostra Isola» ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
«L’accordo per i tamponi in farmacia permette di dare una risposta immediata alle esigenze della popolazione: potranno essere così raggiunti attraverso le nostre strutture, in maniera diretta, quei cittadini che abitano nei centri più piccoli e che, diversamente, sarebbero costretti a spostarsi» ha dichiarato il presidente di Federfarma Sicilia, Gioacchino Nicolosi.

La “zona rossa” di Favara e Canicattì e le relative misure di contenimento, dureranno fino al prossimo 28 di aprile, così come da ordinanza del governatore della Sicilia, Musumeci. E proprio ieri Il prefetto di Agrigento, ha presieduto due comitati per la sicurezza pubblica per pianificare i vari controlli nei due centri dell’agrigentino, mirati all’attività di contrasto all’inosservanza delle ormai famose regole anti-covid.

E già sono scattate le sanzioni per una decina di giovani, che si trovavano in piazze dove non era consentito sostare. A sollevare le sanzioni i carabinieri della tenenza comandata da Fabio Armetta. I vari controlli hanno riguardato anche le attività commerciali con sanzioni adottate per alcuni titolari di bar. Disposta la chiusura di un esercizio commerciale per un mese, da parte della Guardia di finanza, oltre alle regolari sanzione previste per le violazioni del Dpcm in vigore.

 

La scuola in Sicilia si conferma un luogo sicuro, dove la diffusione del virus è fortemente ridotta e dove prosegue un costante monitoraggio dei possibili contagi, grazie ai tamponi effettuati dalle Usca scolastiche e alle corsie prioritarie per le scuole istituite negli hub in tutta l’Isola”.

A parlare è l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, illustrando i nuovi risultati dello screening sulla popolazione scolastica. Dal 14 gennaio all’11 aprile, compresi i giorni delle vacanze pasquali, sono stati effettuati 255.588 tamponi su studenti e personale delle scuole e sono stati riscontrati 1290 soggetti positivi al Covid, pari allo 0,50%.

In particolare questo il quadro per provincia: Agrigento, 7.603 tamponi (52 positivi); Caltanissetta, 11.805 (57); Catania, 60.021 (292); Enna, 18.067 (147); Messina, 16.025 (81); Palermo, 67.541 (218); Ragusa, 18.959 (84); Siracusa, 25.480 (100); Trapani, 30.087 (259).

Dalla Regione sottolineano: “Nella prosecuzione dell’anno scolastico, il governo Musumeci continuerà a seguire, salvo situazioni specifiche di particolare criticità infettiva diffusiva, le indicazioni del decreto legge nazionale: in “zona rossa” lezioni in presenza fino alla prima media, in “zona arancione e gialla” attività didattica in aula anche per seconda e terza media e per le scuole superiori (in quest’ultimo caso con percentuali di presenza in classe fra il 50% e il 75% della popolazione scolastica)”

L’assessore Lagalla interviene anche sul tema delle vaccinazioni anti Covid dei docenti e sostiene la richiesta delle organizzazioni sindacali e di categorie di proseguire con l’immunizzazione di tutto il personale scolastico. “In Sicilia il 68% degli operatori scolastici ha già ricevuto la prima dose e completerà il percorso vaccinale – sottolinea – Pur ritenendo comprensibile l’orientamento del commissario nazionale Covid di vaccinare per fasce d’età, è assolutamente evidente che alcuni processi già iniziati meriterebbero di essere conclusi, come nelle scuole, al fine di garantire una immunizzazione maggiore. Sarebbe, dunque, opportuno raggiungere anche il restante terzo di personale scolastico che non si è ancora sottoposto al vaccino”.

 

La vice presidente del Consiglio comunale di Agrigento, Valentina Cirino, interviene a seguito dell’annuncio che a breve, a fronte delle richieste del sindaco Miccichè e dell’onorevole Di Mauro, saranno realizzate due nuove fermate ferroviarie a Fontanelle e a San Michele del treno Palermo – Agrigento. Valentina Cirino afferma: “Sarebbe auspicabile che nella prossima programmazione dei servizi di trasporto ferroviario tra Ferrovie dello Stato e Regione Sicilia si concordino delle risorse per la realizzazione di un treno da destinare a metropolitana di superficie per collegare il centro della città, oltre che con l’Ospedale San Giovanni di Dio e Fontanelle, anche con la Valle dei Templi e con il porto di Porto Empedocle. Agrigento sconta gravi carenze infrastrutturali, a scapito della valorizzazione turistica e culturale. Con la metropolitana di superficie andremmo a valorizzare il turismo integrando anche un circuito meno conosciuto come la Casa di Pirandello con i nostri beni archeologici”.

A seguito del Congresso del Circolo del Partito Democratico di Agrigento, in cui è stato eletto segretario cittadino Silvio Torregrossa, si è riunito il Comitato Direttivo dello stesso Circolo. Ed il Partito Democratico della città di Agrigento prospetta: “Un’attenzione particolare si dovrà dare a tutti quelli che vorranno entrare a pieno titolo, tesserandosi, all’interno del Circolo del Pd. Naturalmente questo quadro di ampia apertura, in piena aderenza con l’orientamento del neo eletto Segretario nazionale Enrico Letta, dovrà coinvolgere politicamente anche quelle forze politiche che sono i naturali interlocutori del Pd: ovvero Leu Articolo 1, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, e Azione, anche in vista di possibili alleanze elettorali. I temi sui quali il Circolo del Pd dovrà impegnarsi sono molteplici, e, tra l’altro, la situazione di estrema precarietà economica e sociale ad Agrigento, con un particolare riferimento alla gravissima disoccupazione giovanile, e poi gli effetti della pandemia sulla già carente economia cittadina”.

La Procura della Repubblica di Enna ha avviato un’inchiesta a seguito della morte del tecnico radiologo, Gaetano Bagli, 48 anni, in servizio all’ospedale di Piazza Armerina, deceduto dopo una settimana dalla somministrazione della seconda dose di vaccino Pzifer. Il medico, che da alcuni mesi era guarito da una patologia oncologica, ha ricevuto la seconda dose del vaccino insieme agli altri operatori dell’ospedale. Lo scorso 10 aprile, mentre era in servizio, il tecnico radiologo si è improvvisamente accasciato ed è morto poco dopo al pronto soccorso dello stesso ospedale. Al termine dei funerali, i Carabinieri del Nas hanno sequestrato la salma su disposizione della Procura di Enna che ha disposto l’esame autoptico per accertare le cause del decesso.

di Franco Pullara

Lo Stato è anche l’amministrazione comunale, ma i favaresi vittime di inauditi disservizi non osano pensare che la guida amministrativa locale sia lo Stato, si rifiutano, e allora la saltano e prefigurano nel Prefetto e nella Magistratura le istituzioni che tutelano realmente gli interessi dei cittadini. Del resto, la stessa politica, dopo aver rotto il giocattolo, corre ai ripari tirando per la giacca il Rappresentante del Governo nazionale in Provincia.

L’avvocato Giuseppe Di Miceli il 9 aprile scorso aveva posto alla Prefettura e alla Procura della Repubblica le particolari problematiche. Oggi ritorna a rappresentare sempre agli stessi destinatari “il sentimento di abbandono di un popolo, quello Favarese, che esprimeva tutta la sua preoccupazione per l’atteggiamento delle Istituzioni Locali a trovare una soluzione al dramma ambientale e salutare, in cui versa la Città di Favara per la mancata raccolta dei rifiuti, da parte degli Operatori Ecologici che protestavano per il fatto di non ricevere lo stipendio dovuto. Questa circostanza nonostante vada avanti da più di un anno, che ha generato il danno Ambientale in parola e che ha trovato l’erogazione solo degli acconti, garantendo un servizio a singhiozzo, solo grazie all’intervento diplomatico della Prefettura, come quello intercorso in questi giorni”.

“Proprio per quest’ultimo intervento, ed in considerazione della dichiarazione del Presidente della Regione Sicilia di Zona Rossa del territorio comunale di Favara per la pandemia in atto, ha fatto si che gli stessi operatori interrompessero il proprio sciopero ancor prima che gli fosse erogato il dovuto, dando respiro ad una cittadinanza stremata sia dalla pandemia che dai rifiuti”.

“Bene, anzi benissimo, le Maggiori Istituzioni – continua Di Miceli – hanno fatto sentire la loro presenza nel territorio e gli Operatori Ecologici e i Cittadini si sono subito attivati per contrastare, insieme, il disagio patito”.

Adesso si spera “che la controversia tra l’Amministrazione del Comune di Favara e l’ATI che gestisce il servizio di raccolta – conclude – non sia solo un problema rinviato”.

A Favara, anche l’amministrazione comunale è lo Stato, ma recentemente, tre mesi fa, sette anni fa e in troppe occasioni più datate a liberare la città dai rifiuti e la popolazione dall’umiliazione è la Prefettura. Ci vuole poco a tirare le dovute conclusioni.

LA CORTE COSTITUZIONALE dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 18, settimo comma, secondo periodo, della legge 20 maggio 1970, n. 300 (Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento), come modificato dall’art. 1, comma 42, lettera b), della legge 28 giugno 2012, n. 92 (Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita), nella parte in cui prevede che il giudice, quando accerti la manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento per giustificato motivo oggettivo, «può altresì applicare» – invece che “applica altresì” la disciplina di cui al medesimo art. 18, quarto comma. Disarmonico”, “lesivo del principio di eguaglianza”, La Corte Costituzionale non ha usato mezzi termini dichiarando incostituzionale la modifica operata dalla legge Fornero sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Le motivazioni della Consulta, Sentenza 59/2021 (ECLI:IT:COST:2021:59 : GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE IN VIA INCIDENTALE le stesse che hanno guidato le lotte di SGB  contro la legge Fornero e l’attacco all’articolo 18. Grazie a questa sentenza i lavoratori e le lavoratrici tornano ad avere un reale elemento di tutela contro i licenziamenti illegittimi, oggi ancora più necessaria a causa degli effetti che la pandemia.