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Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, ha firmato nel pomeriggio un’ordinanza con cui ha disposto la sospensione temporanea dell’attività didattica in presenza – da lunedì 22 marzo a mercoledì 24 marzo (compreso) – per effettuare le operazioni di sanificazione.

In questi giorni pertanto, resteranno chiuse:

la scuola dell’infanzia  “Giardino Fiorito” dell’Istituto Anna Frank – sito in via Regione Siciliana – Agrigento;

ICS “Anna Frank” – Sede Centrale, sita in via Matteo Cimarra, 5/A – Agrigento;

ITC “M. Foderà” – Sede Centrale, sita in via Matteo Cimarra, 5/A – Agrigento;

ICS “R. L. Montalcini” – plesso Federico II (sede centrale), sita in via V. De Sica, snc – Villaggio  Mosè – Agrigento;

ICS “S. Quasimodo” – plessi “G. Fava” e “C. Trupia” siti in viale Monserrato, snc – Monserrato.

Emergenza Covid 19. Tale circostanza ha indotto a selezionare una serie di figure atte a collaborare fattivamente con le aziende del SSR e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia.

Un bando di selezione che si è chiuso nei primi giorni del gennaio scorso. Adesso le assunzioni, settore per settore. Sembrerebbe che ad un certo punto, quando è stato pubblicata la selezione, il sistema della piattaforma sia andato in tilt per ragioni che tutti possiamo comprendere. Non sappiamo, invece, se in quella circostanza, sia stato aperto un altro link al quale potere iscriversi.

Pubblichiamo di seguito i nominativi dei vincitori delle selezioni augurando loro un proficuo lavoro.

Assistente amministrativo 

 

Collaboratore amministrativo

 

Assistente tecnico informatico

Collaboratore professionale assistente sociale 

Collaboratore ingegnere professionale 

Educatore Professionale

L’ASP oggi ha comunicato 25 nuovi positivi e tre guariti, a Palma di Montechiaro e il sindaco ordina alla cittadinanza di restare a casa ed il rispetto assoluto della zona rossa: “non è accettabile questa irresponsabilità ed assenza di rispetto per sé e per chi ci sta accanto” – ha detto.

Poi ha continuato: “Sono state allertate le Forze dell’Ordine, che ringraziamo per la loro preziosa collaborazione, ma non occorre una multa per capire che si deve restare a casa!”

SONO VIETATI ASSOLUTAMENTE ASSEMBRAMENTI, RIUNIONI, FESTE DI OGNI GENERE, SIA PUBBLICHE CHE PRIVATE, è consetito uscire di casa SOLO PER URGENZA O NECESSITÀ!

“Rispettiamo tutti i divieti e le raccomandazioni previsti sia dai DPCM, che dalle Ordinanze del Presidente della Regione Siciliana e del Sindaco.

È NECESSARIO SENSO CIVICO E RISPETTO DI SE STESSI E DEGLI ALTRI: RESTATE A CASA!”

 

Hanno 67, 23 2 21 anni, le tre persone tutte di Cattolica Eraclea, che avevano selvaggiamente aggredito un 57enne cattolicese, massacrandolo di botte lo scorso 28 gennaio. Tutti identificati e denunciati dai carabinieri della compagnia di Agrigento, al termine di una ininterrotta attività investigativa coordinata dalla procura della Repubblica.

I tre dovranno rispondere di lesioni personali aggravate in concorso, mentre si indaga ancora per capire il movente, anche se si ipotizza che i tre abbiamo agito per futili motivi, riconducibili a questioni personali.

 

Il Governo  in questi giorni sta valutando l’ipotesi di uno “scivolo” che consentirebbe il conseguimento della pensione anticipata da parte dei dipendenti della Pubblica amministrazione. Con la  riforma del neo ministro Brunetta si andrebbe così in pensione a 62 anni e con 30 anni di contributi. A questo proposito il Presidente di Confasi Sicilia Davide Lercara ritiene che tale opportunità debba essere estesa anche ai lavoratori del settore privato. ” Riteniamo opportuno– afferma Lercara- superare la distinzione tra comparto pubblico e privato e pertanto auspichiamo  l’estensione del beneficio al momento allo studio del Governo anche per i lavoratori dipendenti del settore privato evitando discriminazioni”.

La sig.ra C. A. da diversi anni è titolare di una concessione demaniale marittima per la gestione di uno stabilimento balneare sito nel Lungomare Nettuno del Comune di Porto Empedocle.

Nel dicembre 2011, in vista della scadenza della propria concessione demaniale marittima la titolare ha presentato istanza per il rinnovo.

Il procedimento di rinnovo in questione, dopo un articolato e complesso iter amministrativo è rimasto pendente per diversi anni.

Frattanto, durante tutto il complesso iter amministrativo per il rinnovo della predetta cdm, la concessione demaniale si è prorogata d’ufficio fino al 31.12.2020 mediante i provvedimenti del Legislatore in sede di conversione in legge del D.L. 113/2016.

Inoltre, la titolare dello stabilimento in questione nel mese di agosto 2020, ha presentato ulteriore richiesta per l’estensione della validità della concessione demaniale marittima fino al 31.12.2033 ai sensi della L.R. n. 24/2019.

Tuttavia, l’Amministrazione demaniale, nel settembre 2020 ha comunicato il rigetto della domanda di rinnovo della concessione demaniale richiesto nel lontano 2011, asserendo talune difformità rispetto al progetto approvato.

A questo punto la Ditta ha presentato ricorso gerarchico contestando le ragioni del diniego.

Successivamente, la stessa Amministrazione demaniale, senza nemmeno attendere la definizione del ricorso gerarchico, ha intimato la chiusura dello stabilimento balneare in questione e la riduzione in pristino dei luoghi.

Avverso l’ordine di sgombero ed il successivo provvedimento di rigetto del ricorso gerarchico, la titolare dello stabilimento balneare, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino, Vincenzo Airo’, Lorena Tacci, ha promosso impugnativa innanzi al TAR Palermo per chiederne l’annullamento, previa la sospensiva.

In particolare gli Avv.ti Rubino, Airo’ e Tacci, hanno dedotto l’illegittimità dell’operato dell’Amministrazione demaniale per non aver tenuto conto della formazione della proroga d’ufficio della concessione demaniale e della violazione del principio di proporzionalità.

Il TAR Palermo, in accoglimento delle tesi degli Avv.ti Rubino, Airo’ e Tacci, ha accolto la domanda cautelare ritenendo che: “a una prima sommaria cognizione, il ricorso appare assistito da adeguato fumus boni juris, in relazione sia all’avvenuta proroga ex lege della concessione demaniale in capo alla ricorrente sia alla probabile violazione dei canoni di gradualità e proporzionalità nell’applicazione del provvedimento sanzionatorio tenuto conto anche del fatto che il provvedimento gravato è stato emesso senza un previo aggiornato sopralluogo in sito”.

Per effetto del pronunciamento del TAR Palermo la sig. C.A. potrà continuare a mantenere il proprio stabilimento balneare e non dovrà demolirlo.

A Palermo, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari, Alfredo Montalto, ha condannato all’ergastolo il boss Nino Madonia, imputato del duplice omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, uccisi il 5 agosto del 1989. Del duplice omicidio è imputato anche il boss Gaetano Scotto che, a differenza di Madonia, ha scelto il rito ordinario ed è stato rinviato a giudizio, così come il terzo imputato, Francesco Paolo Rizzuto, presunto responsabile solo di favoreggiamento. Nino Agostino, agente di polizia formalmente assegnato alle Volanti, collaborava con i Servizi segreti alle indagini per la cattura dei boss latitanti di mafia. Insieme ad Emanuele Piazza, anche lui assassinato, Giovanni Aiello, morto d’infarto nel 2019, Guido Paolilli, agente di polizia, e ad altri componenti allora di vertice dei Servizi di sicurezza, Agostino sarebbe stato parte di una struttura di intelligence che avrebbe mantenuto rapporti, a volte opachi, con alcuni esponenti di Cosa nostra. Agostino avrebbe compreso le reali finalità della struttura a cui apparteneva, e avrebbe deciso di allontanarsene poco prima del matrimonio. E sarebbe stata una scelta che ha pagato con la vita.

Un pub chiuso e diverse multe per violazioni anticovid, un ubriaco alla guida denunciato, e un arresto per allaccio abusivo alla rete del gas metano. Sono i risultati ottenuti negli ultimi giorni, nel corso dei controlli, coordinati dalla Compagnia dei carabinieri di Canicattì, finalizzati al contrasto della diffusione della pandemia di Covid-19, ed al rispetto della vigente normativa anti-contagio.

Ad Aragona i militari dell’Arma hanno chiuso un pub in pieno centro cittadino. Il noto locale già l’estate scorsa era assurto alle cronache per avere organizzato, durante la pandemia degli affollati aperitivi in piazza. Nell’ultima ispezione contestati a 4 avventori il mancato rispetto delle prescrizioni anticovid. E’ stata disposta la chiusura dell’esercizio per 5 giorni, ed elevate multe per 2.000 euro.