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Partire dalla riforma della Pubblica Amministrazione regionale e dalla valorizzazione del personale per realizzare i progetti del Pnr e non perdere investimenti miliardari che rappresentano l’ultima chance per la Sicilia. E’ questo il tema del convegno organizzato dalla Cisal Sicilia e dalla federazione Siad-Csa-Cisal che si è svolto oggi a Palermo, fra Palazzo dei Normanni e la Fondazione Federico II, nel corso del quale il sindacato ha presentato al Governo e all’Ars un Ddl e un progetto organico per la riforma dell’Amministrazione isolana.

“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta l’ultima vera occasione di sviluppo per la Sicilia e la bocciatura dei primi progetti non promette nulla di buono – ha detto il segretario regionale della Cisal Giuseppe Badagliacca – I Comuni sono allo stremo, l’economia stenta a decollare e servono investimenti strutturali per metterci al passo con il resto d’Italia: un quadro difficile a cui la Regione non può far fronte con una macchina burocratica ingessata e non al passo con i tempi o con assunzioni non mirate. Riformare la Pubblica Amministrazione e valorizzare il personale è indispensabile, così come avviare un dialogo costruttivo con l’Agenzia nazionale per la Coesione territoriale che sostituirà chi si dimostrerà inadempiente. La Sicilia dovrà competere per ottenere il massimo dei fondi e dobbiamo farci trovare pronti”.

Il convegno, moderato dal Direttore di BlogSicilia Manlio Viola e a cui ha preso parte l’Assessore regionale alle Autonomie locali Marco Zambuto, ha visto gli interventi del Dirigente dell’Agenzia per la Coesione Territoriale Domenico Repetto, del Direttore generale della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso, del Presidente dell’Organismo indipendente di valutazione della Regione Siciliana Amalia Panebianco, del Presidente dell’Asael Matteo Cocchiara, del Professore Raffaele Scuderi, docente di Economia applicata all’Università Kore di Enna, e di Claudio Costantino della Pwc Tls Avvocati e Commercialisti.

“La riforma dell’Amministrazione regionale prevista dalla legge 10 del 2000 si è rivelata un flop – dice il presidente regionale del Siad-Csa-Cisal Angelo Lo Curto – I procedimenti amministrativi si sono complicati, non è stato completato il decentramento delle competenze agli Enti locali e il personale è demotivato: le ultime progressioni di carriera risalgono a oltre 30 anni fa, l’età media ha superato i 50 anni, molti svolgono mansioni superiori non riconosciute per coprire i buchi e i pensionamenti rendono la situazione ingestibile”. Da qui le difficoltà della Regione nell’affrontare le sfide della programmazione Ue e del Pnrr che invece richiedono un’organizzazione moderna e  all’avanguardia anche a servizio degli Enti locali a corto di tecnici: “Non ci convincono le assunzioni a tempo determinato nell’ambito del Pnr o nei Centri per l’Impiego, mentre mancano figure fondamentali come ingegneri, esperti in programmazione, avvocati, restauratori, periti specializzati. Inutile rammaricarsi delle morti bianche, quando in tutta la Provincia di Palermo ci sono solo due Ispettori del lavoro”.

Le proposte di riforma della P.A.

La Cisal ha presentato al Governo Musumeci e all’Ars un pacchetto di riforme della Pubblica Amministrazione regionale che, partendo dal superamento dei vincoli imposti dall’Accordo sul disavanzo del gennaio scorso, comprenda il rinnovo del contratto 2019/2021, la riclassificazione, la revisione delle progressioni orizzontali, la rimodulazione delle strutture operative, la valorizzazione del merito e del personale in servizio, l’eliminazione della terza fascia dirigenziale, la creazione dell’area delle Elevate qualificazioni, il potenziamento delle attività di vigilanza e controllo, la ridefinizione del salario accessorio, la regolamentazione del lavoro agile.

“Una Pubblica Amministrazione moderna ed efficiente è fondamentale per realizzare riforme, investimenti e far ripartire la ripresa economica e non a caso è uno degli asset del Pnrr – spiega Badagliacca – Invece in Sicilia facciamo i conti con i vincoli imposti dagli accordi sul disavanzo che impediscono di cambiare il volto della macchina regionale, una contraddizione che rischia di vanificare ogni speranza di spendere bene i fondi europei”. “Il sindacato vuole offrire un contributo alla modernizzazione della Pubblica Amministrazione – aggiunge Lo Curto – E’ venuto il momento di un nuovo patto con i lavoratori che sono stanchi di essere demonizzati o usati come capro espiatorio: sono invece la chiave di volta per il rilancio della Sicilia”. Sì alle assunzioni, ma quali?

La proposta della Cisal comprende anche lo sblocco del turnover con un piano assunzionale in linea con le reali esigenze della macchina amministrativa regionale: no ad altri addetti nei Centri per l’Impiego, che si aggiungerebbero ai 1.750 già in servizio su un totale di 7.934 operatori nazionali, sì a Ispettori del lavoro, ingegneri, avvocati, esperti in programmazione dei fondi Ue, dirigenti altamente specializzati, periti, restauratori, tecnici della motorizzazione, tecnici per i Geni Civili, addetti alla tutela e alla vigilanza dei Beni culturali.

“Anzitutto chiediamo una reale valorizzazione del personale interno che ha competenze e capacità ad oggi non adeguatamente riconosciute mediante la riclassificazione – spiega il sindacato – ma il fabbisogno del personale va commisurato alle reali esigenze della Pubblica Amministrazione. Già oggi la Sicilia ha quasi un quarto degli addetti ai Centri per l’impiego di tutta Italia, non ha senso assumerne altri quando ci sono profili che a breve saranno del tutto scoperti. E sebbene il Pnrr preveda l’assunzione di tecnici solo per qualche anno, la Sicilia deve invece puntare su assunzioni a tempo indeterminato o i concorsi rischiano di rivelarsi un flop, come già accaduto nel resto d’Italia”.

Bloccare la messa in onda della fiction Mediaset “Lady Corleone”: è l’impegno chiesto al presidente della Regione Siciliana con un ordine del giorno proposto da Angela Foti, vicepresidente dell’Ars e deputata regionale di Attiva Sicilia, e firmato da tutti i gruppi politici dell’Assemblea. Il caso è stato sollevato da Attiva Sicilia e dall’Unione dei siciliani.

“La Sicilia – si legge nell’ordine del giorno – che ha purtroppo visto nella sua storia una rilevante presenza mafiosa, ha anche conosciuto una straordinaria presenza anti-mafiosa con decine e decine di martiri ed eroi civili caduti combattendo contro la mafia. La Sicilia di Falcone e Borsellino, di Padre Puglisi e di tanti altri siciliani di valore”. Eppure nella fiction si ripeterà il “cliché stereotipato che accosta implicitamente la parola ‘Corleone’, cittadina siciliana, alla mafia. Un accostamento che rappresenta l’ennesimo danno d’immagine per la Sicilia, nonché una mortificazione per l’intera comunità corleonese, fatta anche di donne e uomini onesti che faticano a scrollarsi di dosso pagine pesanti che vogliono lasciarsi alle spalle”.

“Il governo regionale faccia pressioni per far cambiare almeno il titolo della fiction”, chiede Foti.

“Dopo il voto in Commissione Bilancio e quello di ieri sera in Aula, non posso che essere soddisfatto dell’esito dei lavori. Con equità abbiamo garantito in maniera trasversale, gli impegni assunti. Penso a Sicilia digitale, con lo sblocco dei pagamenti per dipendenti e lavoratori interinali fino a chiusura d’anno. Gli IACP potranno realizzare progetti costruttivi per l’edilizia residenziale. Per i consorzi di bonifica e forestali sono stati previsti 30 milioni di euro per garantire gli stipendi fino alla fine dell’anno – per il Consorzio di bonifica di Palermo è stato sanato un contenzioso che durava da 30 anni.  Per il personale in seno a Sas sono stati destinati 1,1 milioni di euro per gli stipendi e tredicesima dei dipendenti. All’IRCAC è stata prolungata la durata degli ammortamenti per garantire le agevolazioni agli aventi diritto. Abbiamo pensato anche alla missione Speranza e Carità di Biagio Conte, a cui sono stati destinati 50 mila euro per l’importante opera che svolge in ambito sociale.

È stato aggiunto 1 milione per i custodi dei musei siciliani, a tutto vantaggio della rotazione del personale anche nel periodo festivo. Garantiti gli emolumenti per i lavoratori ex Keller, a vantaggio di una maggiore vigilanza stradale. Sono stati destinati 700 mila euro per le cooperative taxi siciliane, riconoscendo loro un essenziale servizio pubblico. Abbiamo evitato il taglio di oltre 10 milioni ai Comuni, permettendo loro di chiudere i bilanci. Abbiamo ottenuto la copertura finanziaria per il sussidio al personale ex Pip di Emergenza Palermo e garantito una tantum di mille euro ai lavoratori Asu. Ritengo pertanto che sia l’esito dei lavori in II Commissione che quelli in Aula riflettano un lavoro di serietà, a garanzia sia del pubblico impiego, che di categorie spesso ai margini, a cui è stato destinato un ristoro che deve trasformarsi in opportunità”.

Lo afferma in una nota il deputato regionale di Forza Italia, Riccardo Savona, Presidente della Commissione Bilancio all’Ars.  

“Non c’è alcun dubbio, la chiusura dei centri vaccinali ospedalieri decisa da Razza è l’ennesima scelta sbagliata di questo governo del nulla. Se l’intento dell’assessore era anche quello di risparmiare, poteva andare a rivedere le spese degli hub, che costano tantissimo e in proporzione rendono molto, ma molto meno delle strutture che il governo vuole chiudere”.

Lo affermano i deputati del M5S  Giorgio Pasqua, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca, componenti della commissione Salute dell’Ars

“Ancora una volta – dicono i deputati – davanti ad un bivio, come spessissimo gli accade, il governo Musumeci sceglie di imboccare la strada sbagliata,tra l’altro generando notevole confusione in un momento  in cui  sono necessarie disposizioni univoche e chiare. Sarebbe stato molto più opportuno  se il solerte assessore alla Salute  avesse fatto qualcosa sul fronte delle vaccinazioni di prossimità, cioè quelle che dovrebbero fare medici di famiglia e pediatri di base, dove si registra l’immobilismo più totale”-

“A Razza – aggiungono i parlamentari 5 stelle – ricordiamo che  i centri vaccinali ospedalieri sono i soli che garantiscono una discreta sicurezza per le cosiddette vaccinazioni protette, che non possono essere fatte negli hub, in quanto non affiancati da una rianimazione”.

“Ci auguriamo – concludono – che Razza torni sui propri passi,magari pensando ad una rivisitazione dell’organizzazione dei mega hub, i cui costi sono veramente notevoli e dove potrebbero essere individuate parecchie  spese da tagliare senza incidere negativamente sulla campagna vaccinale”.

“Le discariche sono piene, al presidente Musumeci non resta che ammettere il fallimento e dichiarare lo stato di emergenza”: lo dichiarano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito (componenti della commissione Ambiente e Territorio) insieme ai colleghi Nuccio di Paola e Ketty Damante. I deputati sottolineano come “l’unica strategia del governo regionale è quella di portare i rifiuti all’estero, dopo aver trascorso quattro anni senza programmi, senza progetti e senza aver costruito nuovi impianti per lo smaltimento. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e a pagarne le spese sono i territori, con montagne di rifiuti che restano abbandonate nelle città. Critica la situazione in alcune discariche pubbliche, già sature, che non possono sobbarcarsi il carico aggiuntivo delle altre province. Tra queste Enna o peggio ancora Gela: qui, in contrada Timpazzo, sono già stati superati i livelli di contaminazione. Lo ha certificato l’Arpa, che ha anche inviato gli atti alla magistratura. In questo scenario – proseguono i deputati – il presidente della Regione chiede ai gestori delle discariche ulteriori sforzi per ricevere i rifiuti, ma sa benissimo che l’unica soluzione rimasta è spedirli all’estero, con costi aggiuntivi per le casse pubbliche. Intanto, in questo modo il problema non si risolve mai, piuttosto si aggrava e le soluzioni vengono ancora una volta rinviate al futuro. È il frutto di una politica che ha abbandonato i palazzi degli assessorati. La gestione dei rifiuti, così come altre, viene governata dai dirigenti, costretti a gestire l’emergenza, in mancanza di alcuna visione politica”, concludono i deputati.

I sindaci sono ancora sul piede di guerra al fine di risolvere gli ostacoli finanziari che impediscono la conclusione dei bilanci e le carenze di personale. Il governo della Regione condivide le istanze dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni. Il presidente, Nello Musumeci, afferma: “Il governo della Regione fa sua la protesta dell’Anci Sicilia di fronte a una paventata crisi istituzionale che rischia di condannare i Comuni allo stallo. Sono già intervenuto personalmente col presidente Mario Draghi, oltre ai reiterati incontri che l’assessore all’Economia Gaetano Armao ha chiesto e ottenuto con i ministeri dell’Economia e delle Finanze e dell’Interno. Da Roma attendiamo adesso un riscontro concreto che dia un minimo di ossigeno ai Comuni siciliani, e ci auguriamo che sia approvata la norma che prevede il differimento al 30 novembre del termine per l’approvazione dei bilanci”.

I sindaci siciliani in fibrillazione sono impegnati, come annunciato, negli incontri con i rispetti Prefetti nelle province di tutta l’Isola. A margine di ciò, il presidente dell’Anci, l’Associazione dei Comuni di Sicilia, Leoluca Orlando, spiega: “Rappresentiamo ai Prefetti le condizioni di insostenibilità dal punto di vista finanziario e del personale di tutti i Comuni siciliani, per chiedere risposte concrete al Governo nazionale, ovvero quelle risposte che il Governo nazionale ha dichiarato di essere intenzionato a dare ma che non sono mai arrivate. Descriviamo ai Prefetti la drammaticità delle condizioni dei nostri Comuni, reiterando la nostra disponibilità a dimissioni di massa per fare comprendere che non si tratta di problemi che riguardano un Comune o l’altro ma di problemi che riguardano l’intero sistema degli Enti locali siciliani, che pagano le conseguenze del mancato raccordo tra la speciale Autonomia siciliana e il Governo nazionale con la conseguenza che da Reggio Calabria in su i Comuni ricevono interventi finanziari e hanno una normativa diversa da quella con cui siamo costretti a confrontarci in Sicilia”.

A Palermo è morta all’ospedale “Di Cristina” una ragazzina di 13 anni. I sanitari hanno dichiarato la morte cerebrale. I genitori hanno deciso di donare gli organi. La Procura ha disposto l’autopsia. Le indagini per risalire alle cause della morte sono coordinate dal procuratore aggiunto Ennio Patrigni, e sono condotte dalla Squadra Mobile diretta da Rodolfo Ruperti. I medici legali del Policlinico eseguiranno anche gli esami tossicologici per verificare quali sostanze la ragazzina abbia assunto nelle ore precedenti alla crisi fatale, forse dei sedativi per fronteggiare una patologia da cui sarebbe stata affetta.

L’Assemblea regionale siciliana ha assegnato un contributo una tantum fino a 1.000 euro ciascuno per i lavoratori ASU (Attività socialmente utili) impiegati nei diversi enti della Sicilia. Il costo complessivo per le casse della Regione è di circa 5 milioni di euro. La deputata Marianna Caronia commenta: “Mentre continua il nostro impegno per giungere alla definitiva stabilizzazione di questi lavoratori, abbiamo intanto deciso di deliberare un contributo che rende un giusto riconoscimento per l’impegno che, come tanti altri, hanno messo in questi mesi di pandemia, pur avendo una situazione contrattuale estremamente fragile e incerta”. E l’Assemblea ha inoltre approvato l’emendamento presentato dal Governo regionale, su proposta dell’assessore regionale dei Beni culturali, Alberto Samonà, e dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao, che ha autorizzato per l’esercizio finanziario 2021 l’importo di poco più di un milione di euro per le attività lavorative svolte dal personale di custodia finalizzate a garantire la regolare fruizione degli istituti culturali della Regione. Il personale utilizzato per i servizi di vigilanza e sicurezza all’interno dei Parchi archeologici regionali, dei Musei e delle strutture culturali della Regione, riceverà quanto dovuto per le prestazioni accessorie eseguite durante i giorni festivi del 2021.

 Il personale utilizzato per i servizi di vigilanza e sicurezza all’interno dei Parchi archeologici regionali, dei Musei e delle strutture culturali della Regione, riceverà quanto dovuto per le prestazioni accessorie eseguite durante i giorni festivi del 2021.
Il Parlamento regionale ha appena approvato, infatti, l’emendamento presentato dal Governo regionale su proposta dell’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, 
Alberto Samonà con l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, che ha autorizzato per l’esercizio finanziario 2021 l’importo di poco più di un milione di euro per le attività lavorative svolte dal personale di custodia finalizzate a garantire la regolare fruizione degli istituti culturali della Regione.
Lo rende noto l’assessore dei Beni culturali
 Alberto Samonà che esprime al Parlamento regionale “sincero apprezzamento per il senso di responsabilità mostrato nell’approvazione di una disposizione che ci consente di fornire una risposta al personale che ha continuato a garantire la copertura dei servizi di sorveglianza e custodia dei luoghi della cultura della Regione Siciliana, senza interruzioni e nell’interesse di tutti. I beni culturali – continua l’assessore Samonà – sono il vero oro nero della Sicilia e il personale che ne garantisce la custodia è essenziale alla fruizione di questo immenso patrimonio”.