Sono stati segnalati in particolare problemi interpretativi in ordine all’art.10 dell’Ordinanza del Presidente della Regione Siciliana n.18 del 30.4.2020.
“L’Ordinanza – rileva la Protezione civile – recita “È autorizzato nelle superiori giornate domenicali il servizio di consegna a domicilio e di asporto dei prodotti alimentari e affini”.
Ciò significa che nelle giornate domenicali tutti gli esercizi commerciali che praticano servizio a domicilio o di asporto sono autorizzati ad essere aperti per poter fornire il suddetto servizio. Ne consegue che bar, pasticcerie, ristoranti, ed esercizi similari che vendono prodotti alimentari o affini quali: prodotti da forno, rosticceria, cibi cotti, pasticceria e similari possono garantire il servizio evitando gli assembramenti e garantendo il rispetto delle distanze interpersonali. Le persone che vorranno fruire del servizio dovranno, comunque, indossare le mascherine quando in fila per l’asporto. Per la suddetta ammessa finalità ne consegue che è possibile l’eventuale spostamento da fuori comune.
Inoltre, a ulteriore chiarimento della circolare 14 dell’8 maggio si precisa che l’Art.7 del Decreto Legge 9 marzo 2020, n.14 prevede che le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 2, lettera h), del decreto-legge 23 febbraio 2020, n.6, non si applica agli operatori sanitari e a quelli dei servizi pubblici essenziali che vengono sottoposti a sorveglianza.
I medesimi operatori sospendono l’attività nel caso di sintomatologia respiratoria o esito positivo per COVID-19. Si significa, pertanto, che tutti gli appartenenti alle Forze Armate, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco o operatori che svolgono servizi essenziali che sono sottoposti a sorveglianza non devono sottostare a isolamento fiduciario all’ingresso in Sicilia, anche in caso di licenza, se sono
sottoposti a sorveglianza sanitaria. In caso contrario, dovranno sottoporsi alle disposizioni previste dall’art.11 dell’Ordinanza n.18 del 30 aprile 2020 del Presidente della Regione Siciliana”.
Rosalba Cimino, portavoce in parlamento del Movimento 5 Stelle, accende i riflettori sui ritardi della Regione Sicilia nella lavorazione delle pratiche necessarie all’erogazione della Cig in deroga. La deputata alla Camera, insieme ad altri parlamentari siciliani ha depositato sul tema un’interrogazione a Montecitorio con l’obiettivo di fare chiarezza su quanto sta accadendo sull’isola. A sottoscrivere l’atto, nel dettaglio, il deputato Andrea Giarrizzo, primo firmatario, Angela Raffa, Dedalo Pignatone, Roberta Alaimo, Antonella Papiro, Valentina D’orso, Caterina Licatini, Eugenio Saitta, Azzurra Cancelleri, Simona Suriano, Giuseppe Chiazzese, Vita Martinciglio e Paolo Ficara. «Questi ritardi sono inaccettabili – dicono i deputati firmatari dell’interrogazione- in un momento di crisi come questo, la politica avrebbe dovuto lavorare ancora più duramente, tenendo in considerazione le necessità urgenti di questi lavoratori e delle loro famiglie. Così, adesso, chiediamo al Ministero del Lavoro di intervenire al fine di capire quali motivazioni sottendono tali ritardi. Per accorciare i tempi – continuano – si poteva pensare di trasferire il personale, dedicando alla gestione delle pratiche anche il personale degli altri dipartimenti, visti i 13 mila dipendenti in capo alla stessa Regione. In piena pandemia – concludono i 5 stelle – oltre al danno, si è aggiunta anche la beffa, con migliaia di lavoratori siciliani penalizzati a causa di ritardi imputabili solo alla Regione e costretti a subire tempi di attesa più lunghi per beneficiare degli aiuti messi a disposizione dal decreto Cura Italia».
“E’ necessario dare risposte concrete e immediate ai 140mila siciliani che, a causa dello stop alle loro attività, attendono la cassa integrazione in deroga e chiediamo al Governo della Regione l’adozione di provvedimenti straordinari finalizzati a ridurre il ritardo causato dal cattivo funzionamento del sistema informatico regionale, che, come ha dichiarato lo stesso presidente Musumeci nella conferenza stampa di ieri, ha rallentato notevolmente le procedure per l’invio dei dati all’INPS che avrebbe già dovuto procedere con l’accreditamento delle somme dovute”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia.
“Uno dei principali obiettivi del ‘Cura Italia’ – continua il presidente Orlando- è stato quello di dare aiuti immediati a lavoratori e famiglie in crisi a causa dell’emergenza coronavirus e la tempestività nell’erogazione della cassa integrazione è, oggi più che mai, determinante per garantire la sopravvivenza di moltissime aziende a rischio chiusura definitiva. Si intervenga quindi con tutte le iniziative necessarie a superare lo stallo e a dare certezze ai lavoratori e alle loro famiglie”.
“Vogliamo sperare che a giugno, se si apre il passaggio da una Regione all’altra, si possa attivare un minimo di turismo. Se supereremo questo limite di blocco, in Sicilia saremo felici di ricevere chi proviene dalle altre regioni d’Italia, certo non possiamo pensare a un turismo straniero: ovviamente chi arriverà nell’isola si dovrà sottoporre alla misurazione della temperatura, dovrà mostrare l’autocertificazione e dovrà rispettare tutte le misure di sicurezza”.
Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, a RadioUno. “Al governo chiediamo linee generali all’interno delle quali i governatori, che concordano tutti sulla necessità di riaprire, si possono muovere in base alle esigenze dei territori”.
“Un contributo a fondo perduto a sostegno delle imprese colpite dagli effetti devastanti della pandemia”.
A chiederlo, in una lettera indirizzata al presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, e ai sindaci, è la CNA, che si fa carico del dramma economico che stanno vivendo le attività produttive, fortemente penalizzate dalla chiusura forzata nell’ambito del contenimento per la diffusione del contagio. “Anche agli enti locali, in una fase straordinaria come quella che stiamo attraversando, – spiegano i vertici regionali della Confederazione – chiediamo uno sforzo, un segnale di vicinanza e di sostegno verso il tessuto produttivo, che rappresenta per ciascuna comunità il vero motore. E non possiamo correre il rischio che, in mancanza di carburante, non riaccenda più. E oggi il carburante si chiama liquidità, ma non quella stanziata sotto forma di prestito, che si traduce in ulteriore debito per le imprese. Quello che serve per ripartire è un rifornimento rapido e senza costi: né attuali e né futuri. Gli artigiani e i commercianti, ormai al collasso dopo quasi due mesi e mezzo di incassi zero, costi solo rinviati e ristoro con il contagocce, attendono risposte non convenzionali che una burocrazia elefantiaca ostacola, impendendo di fatto anche alle inadeguate misure economiche, messe in campo dai Governi, nazionale regionale, di arrivare velocemente a destinazione. In questa ottica, riteniamo che i Comuni, nonostante le loro difficoltà di bilanci, possano e debbano contribuire per scongiurare il rischio di una crisi irreversibile. Come? Considerato che la Cassa Depositi e Prestiti prima e gli Istituti Bancari dopo hanno sospeso per un anno il pagamento della quota capitale dei mutui contratti dagli enti locali – concludono il presidente Battiato e il segretario Giglione – i Comuni potranno destinare il risparmio di spesa ottenuto, a beneficio delle imprese locali che, a causa dell’emergenza sanitaria, hanno riportato perdite di fatturato”.
Superare l’emergenza socio-economica e sanitaria: questo il tema principale su cui si confronteranno lunedì 11 maggio, a partire dalle 15 in videoconferenza, i 390 sindaci dell’Isola.
Lo ha deciso il Consiglio regionale dell’ANCI Sicilia durante un incontro svoltosi ieri sera.
Nel corso dell’assemblea saranno definite le proposte del sistema delle Autonomie locali da sottoporre alle istituzioni regionali, nazionali ed europee.
#salute dei cittadini
#sostegno alle famiglie
#ripartenza attività produttive
In favore degli operatori che si occupano di assistenza all’igiene personale degli studenti disabili nelle scuole siciliane, che non stanno lavorando e sono rimasti senza stipendio a causa dell’emergenza coronavirus, interviene la deputata regionale Roberta Schillaci, del Movimento 5 Stelle, che ha chiesto un’audizione, in commissione Lavoro, degli assessori Scavone (Lavoro), Grasso (Enti locali) e delle parti sociali.
“L’obiettivo – spiega Schillaci – è capire quali strumenti di sostegno il governo regionale intenda mettere in campo per sostenere questo comparto. Si tratta di dipendenti a tempo determinato di cooperative affidatarie del servizio assistenziale, fermo per via della sospensione dell’attività didattica in presenza. Le cooperative non li pagano, non è stato definito un sostegno temporaneo e per gran parte di loro il contratto è in scadenza il prossimo 16 maggio. Una situazione di grande disagio per le famiglie, a secco da oltre due mesi”.
“In presenza dei rappresentanti sindacali, convocati in audizione – prosegue Schillaci – l’assessore Scavone dovrà dirci quali azioni abbia già intrapreso o intenda intraprendere per risolvere il problema. Le cooperative hanno avuto affidati i servizi dai Comuni, dalle Città metropolitane o dai Liberi consorzi comunali, in base alla tipologia di istituti scolastici. Come già ricordato in una mia interrogazione del 16 aprile, l’art. 48 del Dl 18/2020 (Cura Italia) prevede che durante la sospensione dei servizi educativi e scolastici e dei servizi sociosanitari, le pubbliche amministrazioni siano autorizzate al pagamento dei gestori privati per il periodo della sospensione, e prevede anche una possibile riconversione del servizio, che potrebbe essere svolto a domicilio, a tutto vantaggio dei ragazzi disabili e delle proprie famiglie. Inoltre la finanziaria regionale (art. 5), approvata qualche giorno fa, ha esteso la platea dei soggetti beneficiari dei provvedimenti per iniziative sociali e per strumenti di sostegno al reddito, tra cui proprio gli assistenti di base impegnati nelle scuole. Tutte disposizioni che dovrebbe essere immediatamente applicate”.
L’assessore regionale Roberto Lagalla, in riferimento al recente atto vandalico che ha danneggiato l’Istituto scolastico Pertini di Brancaccio, esprime solidarietà alla preside Antonella Di Bartolo e dichiara:
“Anche a nome del governo regionale, esprimo profonda vicinanza alla preside e alla comunità scolastica della scuola Pertini di Brancaccio, fatta oggetto di un gravissimo atto vandalico che offende tutti noi e si accanisce contro bambini e ragazzi incolpevoli, privati di importanti strumenti di apprendimento e conoscenza. Il governo della Regione sarà accanto alla scuola nel suo percorso di ricostruzione per sanare una ferita generata da mani malavitose e indegne di appartenere alla società civile”.
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