Redazione Palermo, Autore presso Sicilia 24h - Pagina 84 di 320
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Come qualunque persona di buon senso poteva immaginare e come c’era da aspettarsi (visti i numeri in Sudafrica e negli altri Paesi Europei), la nuova ondata del COVID-19 sta mettendo in ginocchio le strutture sanitarie dell’Isola. Dopo due anni dall’inizio della Pandemia si parla ancora di emergenza e Governo nazionale e regionale si trovano spiazzati di fronte all’aumento dei casi e della conseguente ospedalizzazione. Se la sorpresa poteva essere quantomeno giustificata all’inizio, oggi è doveroso parlare di grave irresponsabilità e incapacità di chi sta gestendo l’emergenza Covid-19. Tuttavia, al di là delle responsabilità personali nei governi Draghi (sostenuto da centrodestra, M5S e PD) e Musumeci (sostenuto da centrodestra e Fratelli d’Italia), essa è figlia dell’ideologia dominante che sacrifica le vite umane sull’altare del nuovo dio incarnato: il Profitto.

Da due anni a questa parte, infatti, non si sono creati nuovi posti letto, non si sono assunti nuovi medici e infermieri (se non in minima parte e precari, ovvero licenziabili il prima possibile), non si sono diminuiti gli alunni per classi, costruiti nuovi impianti di areazione (fondamentali per evitare il contagio), non si sono aumentati i trasporti pubblici e così via. Eppure c’erano le risorse economiche e il tempo, ma queste misure precauzionali valorizzavano il Pubblico e la prevenzione, a scapito del profitto e delle misure emergenziali e quindi della possibilità di derogare a qualsiasi regola o diritto. Al contrario, si è preferito scaricare il peso delle conseguenze della Pandemia sui cittadini, colpevolizzandoli e costruendo via via nuovi capri espiatori, favorendo le condizioni di una nuova emergenza e di un nuovo stato di eccezione.

Adesso, in ritardo e solo sulla carta, l’assessore Razza annuncia 650 nuovi posti negli ospedali che in realtà non è dato sapere se si aggiungono a quelli esistenti oppure se è la solita partita di giro, dove si trasformano i già scarsi posti letto di altre patologie in posti covid-19. Un’ennesima presa in giro sulla pelle dei cittadini. Il governo siciliano al pari di quello di Roma, in questi due anni, avrebbe potuto adottare misure, con nuovi posti letto permanenti (riaprendo i tanti ospedali chiusi), l’assunzione di nuovo personale, la fine delle politiche di esternalizzazione, con mascherine fpp2 gratuite per la categorie più esposte, in grado di far fronte adeguatamente a nuove ondate pandemiche e che comunque sarebbero servite per investire sulla sanità pubblica siciliana, ma si è preferito aspettare sperando in irrealistici tempi migliori che, puntualmente, non sono arrivati.

Al contempo la sanità pubblica e medici ed infermieri in prima linea sono ormai allo stremo, dopo decenni di tagli ai posti letto, al personale e di privatizzazioni portate avanti da centrosinistra e centrodestra si continua a navigare a vista e ad immaginare che il mercato possa risolvere tutti i problemi senza la guida e la programmazione pubblica. Purtroppo, questa miopia e questa incapacità che hanno chiarissime responsabilità saranno pagate, a caro prezzo, dai cittadini siciliani e dal personale sanitario che rischiano di trovarsi, ancora una volta, davanti alla drammatica scelta di dover decidere chi salvare e chi lasciar morire a causa della scarsità di mezzi a loro disposizione.

“Il Pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio è al collasso, a rischio ci sono la salute dei cittadini e degli unici due medici costretti ad operare in condizioni proibitive ed estenuanti, l’assessore alla Salute Razza e il governatore Musumeci devono urgentemente trovare delle soluzioni per le criticità che ormai sono insostenibili”.

Così il parlamentare all’Assemblea regionale siciliana del Movimento Cinque Stelle Giovanni Di Caro sulle note criticità del nosocomio di Agrigento che si sono ulteriormente aggravate con la forte risalita dei contagi da Covid.

“Molteplici sono le criticità che attanagliano l’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, in particolare – si legge in una interrogazione parlamentare dell’8 aprile 2019 della quale sonno stato primo firmatario – la carenza di risorse umane e tecnologiche, che ostacolano la tutela della salute, l’equità dell’accesso ai servizi sanitari, la copertura e l’uniformità assistenziale agli utenti; il Pronto soccorso – allora come ora – risulta spesso essere affollato e lunghe sono le ore d’attesa che devono con pazienza sopportare i cittadini per le loro esigenze di salute; alcuni utenti, costretti in barella, sono stati messi in attesa nel corridoio, dovendo perciò subire gli ulteriori prevedibili disagi, legati al fatto che un’area destinata al transito delle persone non è certamente organizzata ed idonea, anche dal punto di vista igienicosanitario, per l’accoglienza”.

“Il quadro emergenziale delle criticità – dichiara il deputato Giovanni Di Caro – da come si evince dall’interrogazione che non ha mai avuto risposte dal governo regionale, a distanza di quasi tre anni non solo non è mai mutato ma con l’insorgere della pandemia si è ulteriormente intensificato. Serve incrementare il personale sanitario in organico con l’assunzione di nuovi medici e infermieri, il governo – conclude Di Caro – si impegni seriamente a risolvere i problemi del Pronto soccorso di Agrigento”.

“Auspico che chi stamattina ha imbrattato la Scala dei Turchi, uno dei luoghi naturalistici e paesaggistici più belli della Sicilia, sia presto assicurato alla giustizia e paghi per questo odioso atto di vandalismo: una ferita al paesaggio, alla bellezza e alla Sicilia”.

Lo ha scritto sui suoi canali social l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà (Lega).

“Il governo regionale in maniera responsabile ha deciso di modificare il calendario scolastico regionale al fine di sospendere per altri tre giorni, fino al 12 gennaio, le attività didattiche in attesa di verificare lo sviluppo e l’evoluzione dei contagi. Una scelta che condividiamo pienamente”. Lo dicono i segretari regionali della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, e della Fp Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo, a margine della riunione della Task force regionale di stamattina.
“Emerge da parte di tutti i soggetti (governo regionale, Anci, dirigenti scolastici e sindacato) – aggiungono – la consapevolezza che non ci sono le condizioni per ripartire lunedì”.


E’ appena finita la task force da parte della Regione Siciliana che ha visto la partecipazione degli assessori Razza e lagalla, una folta rappresentanza di studenti, presidi e professori.

Nel corso della riunione si è deciso che l’apertura della scuole in Sicilia verrà rinviata di tre giorni e quindi prorogata fino fino a mercoledi prossimo. Alla riunione hanno partecipato anche le organizzazioni sindacali.

Dunque il rinvio dell’apertura delle scuole in presenza e dell’istituzione della Dad “a tutela della salute. Mercoledi prossimo è prevista un’altra riunione task force.

 

 

 

La Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha confermato l’assoluzione di Giovanna Di Pisa, 67 anni, e Calogero Marretta, 51 anni, madre e figlio, imputati dell’omicidio di Vito Damiano, 84 anni, un anziano assassinato con 14 coltellate a Prizzi, in provincia di Palermo, il 16 settembre del 2007. Nel giudizio d’Appello lo stesso procuratore generale, Francesca Lo Verso, ha proposto l’assoluzione. Vito Damiano avrebbe sorpreso madre e figlia intenti a rubare oggetti di sua proprietà, tra cui un fucile calibro 12 ed alcune cartucce. E a seguito di ciò sarebbe stato ucciso.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, da persona informata sui fatti è adesso indagato per omissione d’atti d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura sulle circa 900 bare insepolte al cimitero dei Rotoli. L’anno scorso un presunto pagamento di tangenti ha coinvolto l’ex direttore del cimitero dei Rotoli, Cosimo De Roberto. E adesso incombe la richiesta di rinvio a giudizio per 10 indagati. Il forno crematorio è guasto da quasi due anni. I familiari dei defunti da tempo denunciano lo scandalo e lo scorso novembre anche l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, è intervenuto sottolineando il grave sconforto di migliaia di persone che non possono seppellire i propri cari.

“Quello che temevamo si sta puntualmente verificando. Ricevo da centinaia di sindaci e da moltissimi presidi sollecitazioni per rinviare la ripresa delle attività scolastiche prevista dal governo centrale per lunedì 10 gennaio. Avevamo anticipato al ministro che con queste norme nazionali sulla riapertura delle scuole sarebbe stato il caos, va ricordato infatti che in zona gialla le Regioni non hanno autonomia nel determinare la sospensione delle attività scolastiche. Ho appena scritto al presidente Draghi rappresentando la gravità della situazione delle ultime ore e ribadito le stesse perplessità da noi espresse nel confronto Stato-Regioni dei giorni scorsi.
Valuteremo attentamente nelle prossime ore l’evolversi del contagio per valutare eventuali ulteriori provvedimenti”.
Questa unanota del presidente della Regione Nello Musumeci che ha inviato al Premier Mario Dragh.

“Sono certa di interpretare un sentimento condiviso nel movimento #diventeràbellissima esprimendo soddisfazione per l’assoluzione dell’ex Presidente Raffaele Lombardo, un politico di spessore, un amico. Personalmente non ho mai avuto dubbi sulla sua estraneità alle contestazioni fattagli, oggi trova giustizia, certo dopo dieci anni di sofferenze per lui e per la sua famiglia.”

Lo dichiara l’on. Giusi Savarino di Diventerà Bellissima dopo l’assoluzione dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo.

Vincenzo Provenzano sottolinea: «Rischiamo a una catastrofe, qui all’ospedale di Partinico non ci sono più posti, arrivano da ogni parte».

«Serve immediatamente un lockdown tra 15 e 20 giorni. Chiudiamo tutto, altrimenti rischiamo a una catastrofe». Vincenzo Provenzano  direttore dell’unità operativa Medicina e diabetologia e direttore medico del Covid Hospital di Partinico lancia un appello. Davanti all’impennata dei contagi trainata dalla nuova variante Omicron fuori dal nosocomio è stata montata la notte scorsa una tensostruttura.

«Qui abbiamo dovuto aprire un altro piano, non ci sono più posti. Stiamo riempiendo tutto, arrivano da ogni parte”, dice Provenzano, aggiungendo: «Sono l’80 per cento i non vaccinati, il restante 20 per cento è formato da vaccinati con seconda dose da più di quattro mesi ma con patologie pregresse. Questa variante per chi non è vaccinato è pericolosissima. Chi dice il contrario non ha mai lavorato in un reparto Covid».

Inoltre, aggiunge: «Continuare a ripetere che la variante Omicron è poco più di un raffreddore è un errore . Non è affatto meno virulenta. Lo è nei soggetti vaccinati con terza dose, che rischiano, però, di essere, in quanto paucisintomatici, vettori del contagio, rendendo praticamente impossibile la tracciabilità». In chi non è vaccinato la malattia è “devastante”, anche tra i giovani. «Non si tratta più solo di un’infezione respiratoria, ma di una patologia multiorgano- avverte Provenzano- Chi non è protetto dal vaccino si infetta in maniera grave. Abbiamo avuto, persino, il caso di un giovane di 30 anni che ha rischiato di morire per un’occlusione».

Oltre ai contagi c’è anche il problema dei sanitari positivi. Medici e infermieri che si trovano in isolamento a casa. «Un’emergenza altrettanto grave- conclude Provenzano- Tanti continuano a infettarsi, con una simile velocità di contagio mi chiedo chi rimarrà a curare i pazienti in corsia? Chiudiamo tutto, per almeno due settimane, per scongiurare una catastrofe».