Redazione Palermo, Autore presso Sicilia 24h - Pagina 75 di 321
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“Oggi in Aula un importante intervento del Presidente Musumeci che ha ribadito i risultati del suo governo, a partire dai fondi europei spesi e certificati tutti e rilanciato sui fondi del PNRR da programmare, secondo le direttive che Roma ci ha indicato.” A parlare la portavoce del movimento #diventeràbellissima On. Giusi Savarino.
“Si sono serrati i ranghi della coalizione di maggioranza e ribadito l’importanza dell’ultimo scorcio di legislatura, senza perdersi in polemiche inutili. Sono altre le priorità su cui il governo e la maggioranza devono continuare a concentrarsi, certo confrontandosi col Parlamento, ma senza perdersi nelle beghe di palazzo che non interessano ai siciliani che guardano ai riscontri dei fatti concreti.”

La verifica di governo, dopo aver parlato con i vertici dei partiti della coalizione, ha portato un risultato: nessun partito ha chiesto di sostituire la propria rappresentanza in giunta e tutti hanno dichiarato di voler continuare a sostenere questo governo fino all’ultimo giorno. Significa che il voto all’Ars non è stato frutto di scelte politiche dei partiti”.

Lo ha detto il governatore Nello Musumeci all’Ars, dove è in corso il dibattito – richiesto dalle opposizioni – dopo che il presidente aveva ipotizzato l’azzeramento della Giunta alla luce del voto per i grandi elettori del Capo dello Stato. “Il voto anomalo espresso in quest’Aula è frutto di autonoma iniziativa o esprime un disagio verso un governo che non appare più rappresentativo della maggioranza? O esprime un segnale di insofferenza verso chi presiede questo governo? Ci sono le condizioni per continuare? E da questi interrogativi che è partita la verifica di governo con i partiti offrendo loro la possibilità anche di azzerare la giunta, di modificarla o di tirarsi fuori”.

Le ore successive a quel voto hanno portato alla diretta Facebook in cui Musumeci annunciava l’azzeramento della Giunta. Oggi però il governatore ha precisato che “non c’è stato mai un giorno di crisi. Nessun governo regionale ha garantito stabilità come questo, non solo in termini di ininterrotta attività di governo ma anche in termini di assetto assessoriale e dirigenziale”.

Dopodiché il presidente della Regione ha nuovamente spostato l’attenzione sul Parlamento: “Quest’Aula è stata teatro nel tempo di sgambetti e congiure ordite contro gli uomini di governo. Tutti metodi non edificanti ma quasi fisiologici nel rapporto tra governo e parlamento. Quel pomeriggio però (il giorno dell’elezione dei tre elettori per il Quirinale, ndr), l’Aula era chiamata non a un voto programmatico ma a un voto istituzionale e quel voto ha costituito un’offesa non alla mia modesta persona ma all’istituzione che rappresento per il popolo siciliano. Comprensibile quindi la mia amarezza e la mia ferma condanna, che ribadisco anche ora, verso gli autori che hanno agito con rancore e spirito di vendetta, forse a seguito di qualche mio no a qualche richiesta di natura politica ma dal mio punto di vista non ricevibile”.

Musumeci è poi entrato anche nel merito della ricandidatura “che non è tema di questa Assemblea – ha precisato – ma della coalizione di governo. Serve chiarezza, motivo per cui affronteremo l’argomento col centrodestra nei tempi e nei luoghi opportuni”. Infine le scadenze sulla sessione di bilancio: entro fine marzo il governo trasmetterà gli atti a Palazzo dei Normanni, per dare il tempo all’Ars di esaminare l’ultima manovra della legislatura; in agenda c’è anche il Pnrr e la nuova programmazione dei fondi Ue 2021-27.

Dopo l’intervento di Musumeci all’Ars non sono mancate le reazioni. “Musumeci ricorda un personaggio de ‘I Promessi Sposi’: il conte zio, che per risolvere gli scandali delle città diceva di ‘troncare e sopire'”, ha detto il deputato de I cento passi all’Ars, Claudio Fava. “Nonostante i tentativi di Musumeci, questa resta una crisi”, ha aggiunto. All’attacco anche gli altri espoenti dell’opposizione. Per il capogruppo del Misto, Danilo Lo Giudice, “la verità è che lei ha fatto tutto da solo e da solo si è cacciato nel baratro. Si dimetta, e torniamo al voto”.

A chiedere la fine di questo governo e il ritorno alle urne è anche il capogruppo del M5S Nuccio Di Paola, mentre il deputato del Pd e segretario regionale del partito Anthony Barbagallo ricorda al governatore di aver definito i deputati “scappati di casa, sciagurati, traditori”.

Un plafond da 50 milioni di euro per mutui finalizzati a investimenti di rilancio del patrimonio culturale dell’Isola. I presidenti della Regione Siciliana, Nello Musumeci, dell’Irfis- Finanziaria per lo Sviluppo della Sicilia spa, Giacomo Gargano, e dell’Istituto per il Credito Sportivo, Andrea Abodi, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per sviluppare una collaborazione che punti alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale regionale.
L’accordo rafforza l’impegno comune, nei rispettivi ruoli, per migliorare l’offerta di cultura in tutte le sue forme, attraverso interventi dedicati alle infrastrutture culturali materiali e immateriali della Sicilia. Con il “Fondo per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano” e i relativi strumenti finanziari messi a disposizione dal ministero della Cultura, infatti, anche nella Regione Siciliana aumentano le opportunità di rendere i luoghi culturali più decorosi, sicuri, sostenibili, accessibili e intelligenti, intervenendo positivamente anche sui contenuti e sulla loro digitalizzazione. 
«Con un proficuo rapporto di collaborazione fra enti – sottolinea il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – riusciamo a favorire l’accesso al credito a tutti coloro che desiderano investire nella tutela e nella promozione del bene più prezioso che la Sicilia possiede, quel patrimonio storico, culturale e artistico che tutto il mondo ci invidia. Questa iniziativa si inserisce a pieno titolo nell’opera di valorizzazione dei “tesori” culturali siciliani che il nostro governo sta portando avanti, anche grazie alla sinergia tra pubblico e privato».
«La convenzione siglata – aggiunge il presidente dell’Irfis, Giacomo Gargano – è uno strumento importante per lo sviluppo della nostra Isola, per il miglioramento delle condizioni di tanti immobili e beni storici vincolati. Questo intervento interesserà soggetti pubblici e privati e permetterà cospicui investimenti per interventi di salvaguardia e valorizzazione infrastrutturale».
«La firma dell’accordo con Regione Siciliana e Irfis – afferma il presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Andrea Abodi – rappresenta una linea di continuità nella collaborazione già avviata, per la quale ringrazio il presidente Musumeci e l’istituzione che guida, che si consolida dopo la sottoscrizione dell’omologo accordo sull’impiantistica sportiva. Siamo orgogliosi di poter dare il nostro contributo alla valorizzazione del patrimonio culturale siciliano, confidando di offrire un ulteriore strumento utile per lo sviluppo e la crescita del territorio, piccole isole comprese, e delle comunità che lo animano, attraverso la cultura. Ringrazio anche il presidente Gargano e l’Irfis che ospita nella sua sede anche gli uffici dell’Istituto per il Credito Sportivo, testimoniando concretamente il valore della collaborazione, non solo dichiarata, ma praticata quotidianamente».
La convenzione, con validità triennale, prevede: 
– lo stanziamento di un primo plafond di 50 milioni di euro da parte di dell’Istituto per il Credito Sportivo, per la concessione di finanziamenti finalizzati a investimenti relativi alla tutela e alla valorizzazione di luoghi e immobili destinati ad attività culturali, o strumentali ad esse, e di beni storici vincolati. Particolare importanza sarà riservata ai temi dell’efficienza energetica, dell’abbattimento delle barriere architettoniche, della messa a norma e in sicurezza degli edifici e dell’implementazione tecnologica delle infrastrutture;
– la concessione di un contributo in conto interessi del 2 per cento, a valere sul “Fondo per la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale”;
– la previsione di un “Fondo regionale per contributi in conto interessi”, che potrà essere costituito presso l’Istituto, con le modalità e nei limiti previsti dai provvedimenti dei competenti organi regionali.

A capo della presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga che a Modena al mattino di oggi è stata bersaglio di un’operazione di polizia e carabinieri, che hanno eseguito 19 misure di custodia cautelare, vi sarebbero stati i fratelli Gabriele, Andrea e Cristian Scarantino, ovvero i tre nipoti di Vincenzo Scarantino, il falso pentito della strage di via D’Amelio contro il giudice Paolo Borsellino. I tre sarebbero i promotori ed organizzatori dell’associazione con compiti di gestione e reclutamento degli associati a delinquere. Si sarebbero occupati anche di ricercare i fornitori e i luoghi di stoccaggio dello stupefacente.

“Sul concorso dei Centri per l’Impiego si sta consumando l’ennesimo pasticcio burocratico e a pagarne le conseguenze saranno non solo i lavoratori regionali, esclusi illegittimamente, ma anche i tanti giovani che sperano in un posto pubblico. L’unico modo per salvare il concorso è finanziare la riqualificazione dei dipendenti, così come abbiamo spiegato all’assessore regionale alle Autonomie locali Marco Zambuto; ci auguriamo che il Governo intervenga subito stornando 44 milioni dai finanziamenti statali”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal, a margine dell’incontro tenutosi questa mattina fra l’assessore Zambuto e i sindacati sul rinnovo del contratto dei regionali.

“I 4 milioni promessi dal Governo non basteranno per il rinnovo del contratto dei regionali e per la loro riqualificazione – spiegano Badagliacca e Lo Curto – Peraltro la scelta di escludere i regionali dal concorso per i Centri per l’Impiego, incomprensibile alla luce dell’autonomia statutaria siciliana, penalizzerà due volte i lavoratori: non potranno partecipare e vedranno occupare tutti i posti liberi, rendendo vane le progressioni. In tanti sono pronti a fare ricorso e l’unico modo per evitare la paralisi e la perdita dei finanziamenti statali è garantire le progressioni agli interni: la legge infatti elimina la riserva del 30% nei concorsi solo perché indica come unico mezzo possibile le promozioni. Da qui la nostra proposta: si storni il 30% dei 146 milioni stanziati da Roma, pari a 43,9 milioni, e si usino per le progressioni, cioè sempre per gli interni, premiando chi da anni garantisce i servizi ai cittadini fra mille difficoltà e senza i dovuti riconoscimenti. In caso contrario, la pioggia di ricorsi sarà inevitabile e catastrofica”.

“Gli eccessivi aumenti del costo dell’energia rischiano di  mettere in ginocchio i comuni che, molto presto, non saranno più in grado di assicurare i servizi essenziali ai cittadini. La protesta simbolica di spegnere le luci in un palazzo rappresentativo per le nostre comunità,  il 10 febbraio alle ore 20.00, servirà ad attirare l’attenzione di cittadini e istituzioni su un’ulteriore e grave tegola finanziaria che colpirà presto  i nostri comuni”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia.

“Come abbiamo anticipato in una nota inviata, nei giorni scorsi,  al presidente della Regione, Nello Musumeci, e agli assessori regionali delle Attività produttive e delle Autonomie locali, Girolamo Turano e Marco Zambuto – aggiunge Orlando – i rilevanti rincari dei costi dell’energia elettrica e del gas stanno rappresentando una reale minaccia non solo per gli equilibri, già precari, degli enti locali ma anche per quelli delle Società partecipate, con particolare riferimento a quelle che gestiscono il servizio idrico integrato. Queste ultime, infatti, ove volessero operare un “ribaltamento” dei costi sugli utenti, non potrebbero procedere con immediatezza dovendo intervenire su una tariffa sottoposta all’approvazione dell’ARERA. Una situazione che sta avendo, inoltre, una pesante ricaduta anche sulla sostenibilità dei servizi offerti ai cittadini, in particolare sugli  impianti sportivi, sia privati che pubblici, molti dei quali hanno bilanci già duramente colpiti dalle lunghe chiusure per il Covid e che, a causa degli aumenti dei costi di gestione, rischiano la chiusura definitiva”.

“Per questi motivi – conclude il presidente dell’ANCI Sicilia – riteniamo importante avviare, prima possibile, un tavolo di confronto Stato- Regione- Enti Locali finalizzato a  trovare soluzioni adeguate e condivise che garantiscano ai cittadini la continuità nei servizi essenziali”.

 

In riferimento al caso del pagamento dei funerali ai familiari delle vittime della strage di Ravanusa, il capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, rassicura: “Il milione di euro già stanziato dal governo regionale potrà essere usato per coprire le spese dei funerali della tragica esplosione avvenuta a Ravanusa. A giorni i fondi saranno accreditati. Nel frattempo il sindaco è stato invitato ad anticipare le somme che saranno rifuse a stretto giro di posta. La presidenza della Regione Siciliana ha già disposto da diverse settimane, per il tramite del dipartimento della Protezione civile regionale, un contributo di un milione di euro a favore del Comune di Ravanusa, che si aggiunge al milione destinato dall’Assemblea regionale, su proposta della deputata locale Savarino, in sede di variazione di bilancio, prima di Natale. La risorsa è destinata alla copertura delle spese connesse all’emergenza conseguente la tragedia. Con tali fondi, che saranno accreditati nei prossimi giorni subito dopo le procedure contabili, è possibile far fronte anche alle spese per il funerale. Il Comune può quindi, se lo ritiene, procedere ad anticipare o assumere formale impegno con i creditori”.

La decisione della Pfizer di licenziare 130 lavoratori va contrastata con assoluta fermezza. Non solo non vengono reinvestiti in loco una parte degli enormi utili ricavati dalla vendita dei vaccini anti Covid, ma addirittura si procede nel programma di nuovi interventi a danno dei diritti dei lavoratori dipendenti. Il governo Draghi e la Giunta regionale hanno il dovere di intervenire immediatamente per trovare una soluzione che veda il potenziamento delle attività produttive dello stabilimento catanese. Invitiamo il sindacato a organizzare senza remore una mobilitazione non rituale, che, seguendo l’esempio delle lotte del collettivo dei lavoratori Gkn, porti a risultati efficaci e non contingenti.

“È inspiegabile l’allentamento delle misure di contenimento del contagio per le fasce d’età per le quali non sussiste l’obbligo di vaccinazione e nel caso dei bambini della scuola dell’infanzia anche l’obbligo dell’uso delle mascherine”. Lo dicono Katia Perna, della segreteria della Flc Cgil Sicilia, e Francesco Pignataro, coordinatore regionale dei dirigenti scolastici della Flc Cgil Sicilia, commentando le ultime misure varate dal governo.

“Di fatto – spiegano – si annullano quelle misure che finora, pur tra mille difficoltà, hanno permesso di tutelare gli alunni più piccoli. Scompare, infatti, la quarantena di dieci giorni e si introduce anche nella scuola primaria la distinzione tra alunni vaccinati e non vaccinati, già in atto nelle scuole superiori di primo e di secondo grado. Per loro le disposizioni di isolamento (che riguarderanno l’intera classe nella scuola dell’infanzia ed esclusivamente i bambini non vaccinati nella scuola primaria) saranno applicati solo dopo l’accertamento nell’arco di cinque giorni di cinque casi positivi, a differenza di quanto previsto nelle scuole superiori, dove basta un secondo caso positivo accertato per applicare le stesse procedure”.

“Ci troviamo ancora una volta – aggiungono Perna e Pignataro – di fronte a scelte che non tengono conto della realtà: le classi della scuola dell’infanzia sono già dimezzate a causa delle assenze per paura del contagio e i numeri di positivi tra i più piccoli sono elevati. Scelte che contribuiscono ad aggravare il carico di lavoro affidato alle scuole e, in particolare, ai dirigenti scolastici chiamati, in costante condizione di supplenza alle mancanze degli enti preposti, a eseguire compiti che vanno ben oltre le loro competenze e il loro profilo contrattuale: dalla progettazione di lavori di edilizia leggera, alla gestione di tracciamenti sempre più difficili e alla raccolta di certificazioni e persino di autocertificazioni sullo stato di salute”.

“Anche la procedura ideata per richiedere le mascherine sulla base del fabbisogno di ogni singola scuola – continuano – risulta farraginosa e poco chiara. Mentre ancora si attendono dal Commissario straordinario le forniture di mascherine ffp2, a seguito del monitoraggio richiesto all’inizio di gennaio, si chiede ai dirigenti di stimare il fabbisogno presunto di mascherine dello stesso tipo per il personale e per gli studenti in regime di auto-sorveglianza, aggiungendo a questa stima un 10% in più e di effettuare direttamente gli ordini stando attenti che siano accompagnati da un’attestazione che ne ‘comprovi l’esigenza’”.

“A ciò si aggiunga che il decreto pubblicato sulla gazzetta ufficiale in prossimità del week-end, quando la maggior parte delle scuole è chiusa – proseguono Perna e Pignataro – interviene con effetto immediato sui numerosi provvedimenti in corso, senza che dai Dipartimenti di prevenzione giungano indicazioni tempestive su come convertire le disposizioni già in atto e con la difficoltà per i dirigenti, per i quali da due anni il diritto alla disconnessione è una chimera, di avvertire tempestivamente le famiglie”.

“Abbiamo affermato con forza la necessità di garantire la scuola in presenza – concludono – ma chiediamo tutela e sicurezza per chi a scuola vive e lavora e che si ponga fine alla pratica di scaricare sulle scuole e sui loro dirigenti responsabilità e compiti che appartengono ad altri soggetti”.

Per il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, “prendiamo atto, ancora una volta, che chi prende decisioni in merito al sistema d’istruzione del nostro Paese, dimostra di essere lontano anni luce dalla realtà quotidiana delle nostre scuole”.