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“Siamo contrari alla norma che consente il terzo mandato per i sindaci nei Comuni siciliani fino a 15.000 abitanti. C’è l’altissimo rischio che venga impugnata dal Consiglio dei ministri, perché a livello nazionale il limite è di 3.000 abitanti, la Sicilia aveva già varato una deroga elevando questo limite a 5.000 abitanti e portarlo adesso a 15.000 è decisamente troppo. Nella nostra regione i Comuni di tali dimensioni costituiscono più dell’80 per cento del totale. Il vincolo dei due mandati serve proprio a non creare centri di potere nei Comuni e a favorire il ricambio politico e generazionale delle amministrazioni”.

Lo dichiarano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, il capogruppo Nuccio Di Paola insieme ai due componenti della commissione Affari istituzionali all’Ars, Gianina Ciancio e Salvatore Siragusa.

“Il terzo mandato era già un’eccezione – osservano i deputati – da applicare in quei Comuni in cui la ridotta popolazione non agevola il ricambio politico. Se, però, l’eccezione si estende alla stragrande maggioranza dei Comuni della Sicilia, diventa una regola e si discosta ulteriormente dalla norma nazionale, esponendosi chiaramente al rischio di un’impugnativa da parte del governo nazionale. La proposta rappresenta la soluzione sbagliata a un problema che effettivamente esiste: la disaffezione dei cittadini verso la politica. Sempre meno cittadini sono disponibili a candidarsi e a proporsi per le cariche istituzionali, ma questo problema non riguarda certamente solo i Comuni fino a 15.000 abitanti, ma tutti gli enti, e va affrontato diversamente. Non è certo consentendo sempre agli stessi di ricandidarsi che si supera l’ostacolo”, concludono Di Paola, Ciancio e Siragusa.

“Esprimiamo apprezzamento per l’approvazione in I  Commissione all’ARS  della norma che consente il terzo mandato per i sindaci dei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti”. Hanno dichiarato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’ANCI Sicilia.

“Si tratta di una proposta che come  ANCI Sicilia abbiamo avanzato ponendo il  presupposto che tali limitazioni non appaiono giustificate in quanto non trovano corrispondenza in altre cariche istituzionali.

Apprezziamo la posizione assunta dalle diverse forze politiche presenti in Commissione e il fatto che il Governo regionale, per il tramite dell’assessore Zambuto,  abbia espresso parere favorevole. Ci auguriamo adesso che l’Aula – aggiungono Orlando e Alvano – possa esprimersi prontamente con un consenso ampio e trasversale affinché la norma possa trovare applicazione fin dalle prossime elezioni amministrative”.

“Siamo un po’ contenti ma le nostre problematiche dovranno essere affrontate per definire le criticità ed aiutare la categoria che si trova in grande difficoltà”. Lo afferma il leader dell’Aias Giuseppe Richichi in merito alla revoca dei presidi e la costituzione di un tavolo permanente alla Regione con la partecipazione dei grandi e piccoli autotrasportatori e della committenza.

Si sospende così la protesta degli autotrasportatori siciliani. Nella lunghissima riunione al PalaRegione di Catania è stato un delegato dell’assessore regionale ai trasporti Falcone a fare da tramite con le organizzazioni sindacali e con i grandi gruppi della distribuzione alimentare (Lidl, Eurospin, Md E gruppo Arena). La committenza ha garantito che con la ripresa dei trasporti le aziende si impegnano a pagare qualcosa in più agli autotrasportatori.

Le vertenze messe sul piatto delle trattative non si concludono con la riunione di oggi: con il tavolo permanente le istanze degli autotrasportatori saranno affrontate in un confronto romano al quale la Regione ha detto che sarà al fianco della categoria.

La condanna a 10 anni per l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto è stata chiesta dalla pm Claudia Pasciuti al termine della sua requisitoria ne processo d’appello.

L’accusa ha chiesto un aumento della pena, oltre che per la Saguto, condannata a 8 anni e 6 mesi in primo grado, anche per l’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara (8 anni e 3 mesi), per il marito della Saguto Lorenzo Caramma (6 anni e 10 mesi), Carmelo Provenzano (7 anni e 2 mesi), Roberto Nicola Santangelo (6 anni, 4 mesi), Per gli altri imputati chiesta la conferma della sentenza di primo grado.

(ANSA)

Nel 2016-2017 aveva inizio l’indagine penale che avrebbe poi portato a processo, tra gli altri, l’ex Sindaco di Bagheria, il pentastellato Patrizio Cinque e l’ing. Manlio Munafò all’epoca Commissario Straordinario della Città Metropolitana di Palermo con l’accusa di aver commesso, in concorso, il delitto di cui all’art. 353 bis del codice penale, ossia di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente per l’affidamento del servizio di gestione del Palazzetto dello Sport di Bagheria.
In particolare, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe stato confezionato “su misura” il contenuto del bando di gara nonché i tempi e le modalità della procedura selettiva allo scopo di favorire l’associazione sportiva N.A.P., in partenariato con il Comune di Bagheria.
Tesi contestata in giudizio dalla difesa dell’ex Commissario Straordinario ing. Munafo’, difeso dagli Avv.ti Girolamo Rubino e Marcello Montalbano.
In particolare, secondo i legali Rubino e Montalbano, dall’istruttoria dibattimentale non sarebbe emerso alcun accordo volto a favorire l’aggiudicazione dell’associazione sportiva N.A.P; trattandosi, invece, di un avviso a scopo informativo, finalizzato ad individuare eventuali operatori economici pubblici, privati o in partenariato tra loro, interessati all’affidamento in gestione del Palasport di Bagheria.
Il Tribunale di Termini Imerese dinanzi al quale si è celebrato il processo, accertata l’assenza di elementi che potessero indurre a ritenere commesso il reato contestato, ha assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” l’ing. Munafò all’epoca Commissario Straordinario della Città Metropolitana di Palermo.

Il Tribunale di Termini Imerese, accogliendo quanto richiesto dalla Procura, ha condannato a 30 anni di carcere Loredana Graziano, 35 anni, imputata di avere avvelenato con il cianuro il marito, Sebastiano Rosella Musico, 40 anni, pizzaiolo, morto il 22 gennaio del 2019. Lui era uno sportivo e godeva di ottima salute. Il decesso era avvenuto tra forti spasmi e dolori lancinanti. Secondo la perizia tossicologica, depositata dal consulente del pubblico ministero, nel corpo del ristoratore c’era cianuro, un tipo di veleno non facile da reperire in commercio. Di infarto, invece, parlò il medico legale, ma i parenti non si sono mai rassegnati a tale tesi. Secondo quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri della compagnia di Termini Imerese, e dalle perizie tossicologiche, l’uomo è stato ucciso, avvelenato con il cianuro. Prima la donna avrebbe somministrato nel cibo al marito un farmaco anti coagulante, il Coumadin, con effetti tossici in caso di sovra-dosaggio. Non avendo ottenuto il risultato, avrebbe adottato la soluzione finale: una dose di cianuro.

In provincia di Palermo, a Carini, nel centro storico, nel dicembre del 2020 fu commesso un maxi furto a danno di un’abitazione: 100.000 euro in contanti, e gioielli e orologi di pregio del valore di circa 60.000 euro. Dopo 14 mesi di indagini i Carabinieri hanno arrestato i presunti responsabili. Sono 9 gli indagati: 4 sono ristretti in carcere, a 2 è stato imposto l’obbligo di firma, e agli 3 l’obbligo di dimora. Rispondono di estorsione, furto aggravato, riciclaggio e favoreggiamento. L’estorsione è contestata perché gli indagati si sarebbero rivolti con minacce ai derubati perché in possesso di elementi utili agli investigatori per il recupero della refurtiva.

La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Palermo ha sequestrato 5 chili e 800 grammi di cocaina nascosti in un’automobile sottoposta a controllo nei pressi dello svincolo autostradale di Buonfornello, in direzione Palermo. Le Fiamme gialle hanno identificato le due persone a bordo, che si sono mostrate particolarmente agitate. Grazie al fiuto del cane antidroga J-Az del Gruppo Pronto Impiego di Palermo, sono stati trovati svariati panetti, in un doppiofondo ricavato nel portellone posteriore. Lo stupefacente, immesso sul mercato, avrebbe fruttato al dettaglio ricavi per oltre 500mila euro. I due corrieri stati ristretti nel carcere Pagliarelli, a disposizione della Procura di Termini Imerese.

“Abbiamo spesso convocato in IV commissione i vertici dell’Ast per verificare la loro azione e il loro piano industriale, le criticità emerse ci hanno allarmato.”
A parlare la Presidente della commissione ambiente on. Giusi Savarino, che continua:“abbiamo sempre esercitato un controllo attento sull’Ast, nei limiti delle nostre funzioni e, com’è successo nell’ultima audizione il 28 luglio, segnalato irregolarità alla commissione antimafia affinché approfondisse, come nei loro compiti. Nell’ultima seduta della commissione ambiente infatti,” aggiunge la Presidente Savarino: “erano emerse criticità nelle assunzioni attraverso la società interinale, come segnalato anche dal collega Sergio Tancredi e dall’Ugl regionale. Il Presidente Tafuri si era impegnato in quella sede a superare l’uso dell’agenzia interinale, ritenuto dalla commissione un abuso eccessivo, in quanto il suo utilizzo può essere giustificato solo per brevi periodi e non certo per una mole così massiccia di operatori.
Ed inoltre, erano emerse preoccupanti criticità nel ramo societario Ast aeroservizi nella gestione dell’aeroporto di Lampedusa, con gravi ripercussioni nei rapporti con Enac, tanto da scaturire in inchieste e denunce penali. La pesante situazione creatasi, ha portato Enac ad avviare l’iter per revocare l’autorizzazione alla gestione dell’aeroporto di Ast, allarmando lavoratori e un’intera comunità lampedusana, come emerso dall’audizione del Sindaco. Per questi motivi siamo intervenuti approvando una risoluzione, con la quale si è chiesto al governo regionale, per il tramite dell’assessore alle infrastrutture e trasporti, di adottare misure idonee a salvaguardare quello scalo, anche attraverso un piano industriale alternativo, che veda concentrato in un’altra società più competente la gestione.
Mi risulta che il governo Musumeci abbia conseguentemente approvato una delibera di giunta in cui dava indicazione all’Ast di cedere il ramo aziendale ad Airgest, che ha uno skill riconosciuto e solido.
Anche su questa tema abbiamo mandato atti, registrazioni e verbali alla commissione antimafia. Non mi risulta, al momento, che si sia mai convocata sul tema.”
On. Giusi Savarino
Presidente commissione territorio, trasporti e ambiente

La Commissione Sanità all’Assemblea Regionale, presieduta da Margherita La Rocca Ruvolo, ha audito l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, nel merito della proposta di spesa, firmata dallo stesso Razza, dei fondi del Pnrr destinati alla Sicilia per interventi nella Sanità. Ebbene, a tal proposito La Rocca Ruvolo riferisce: “L’assessore ha presentato il nuovo piano della rete sanitaria territoriale che sarà finanziato con i fondi del Pnrr, con le modifiche apportate in considerazione delle richieste avanzate dalla commissione Salute. Tra le novità, per quanto riguarda la provincia di Agrigento, vi è l’inserimento di tre progetti per Case di Comunità a Cattolica Eraclea, Cammarata e Raffadali, che non erano presenti nella prima bozza del piano. Per Sciacca e Ribera la situazione resta invariata. Nell’Agrigentino sono previste 18 Case di Comunità ad Agrigento, Aragona, Bivona, Cammarata, Canicattì, Casteltermini, Cattolica Eraclea, Favara, Licata, Menfi, Naro, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, Ribera, Sciacca. Quattro le Centrali operative territoriali: Agrigento, Canicattì, Licata, Ribera. Tre, invece, gli Ospedali di Comunità: Agrigento, Bivona e Santa Margherita Belìce”.