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Si va verso la proroga dei contratti per il personale medico, sanitario e amministrativo che in questi mesi ha lavorato presso le strutture contro il Covid in Sicilia.
E’ quanto emerso stamattina in VI Commissione (Sanità) dell’Assemblea Regionale Siciliana, dove, rispondendo ad una specifica sollecitazione della deputta leghista Marianna Caronia, l’assessore Ruggero Razza ha affermato che entro la metà del mese, previo un nuovo confronto con la Commissione e sulla base delle indicazioni venute dalla Conferenza Stato-Regioni, la Giunta regionale adotterà un provvedimento per la proroga dei contratti, finalizzata a proseguire le attività di contrasto e prevenzione del Covid-19, in particolare le attività di tracciamento dei positivi, lo screening tramite tamponi, la somministrazione dei vaccini, l’attività di USCA.
Soddisfazione per quanto riferito dall’Assessore è stata espressa dalla stessa Caronia che ha sottolineato come “non si può disperdere il patrimonio di competenze e professionalità acquisite in due anni di pandemia e va comunque mantenuto alto il livello di attenzione rispetto alla possibile recrudescenza del virus.”
La Caronia ha chiesto anche all’Assessore che sia predisposto un piano per il progressivo ritorno alla normale funzionalità dei reparti Covid, in presenza del calo del numero dei positivi e soprattutto dei sintomatici.

“In questi due anni – ha detto la deputata della Lega – la pandemia ha costretto a mettere in secondo piano tante attività sanitarie ed ospedaliere, con una ricaduta negativa sulla qualità dell’assistenza per migliaia di cittadini, soprattutto quelli appartenenti a categorie più fragili e affetti da patologie croniche. Fermo restando che non si può considerare finita l’emergenza, allo stesso tempo è però indispensabile andare oltre l’attuale impostazione, per garantire cure a tutti con un’adeguata programmazione dell’utilizzo delle strutture e del personale.”

 “Ogni audizione in Commissione Antimafia fa emergere nuovi particolari che testimoniano una gestione opaca dell’AST, la società dei trasporti siciliana. E’ inopportuno che il direttore generale sia presente nell’attuale assetto societario nonostante sia indagato, così come attualmente indagato è un membro del vecchio CDA. Il governo regionale revochi il CDA e avvii un’ispezione”. A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci, a margine della Commissione sul fenomeno della mafia all’ARS, riunitasi ancora una volta sulla vicenda AST.

“I motivi per revocare il vecchio consiglio d’amministrazione dell’AST – spiega Schillaci –  ai sensi dello stesso Statuto della società e della legge regionale numero 9 del 2015, c’erano tutti, ma inspiegabilmente, non si comprende perché un CDA inadempiente, intempestivo e omissivo su azioni strategiche, sia rimasto bellamente al suo posto. Si chiede all’assessore Armao di aprire un focus sulla questione dei 100 mila euro che sarebbero spariti dalle casse AST e su un’altra serie di fatti e inadempienze gestionali che vanno emergendo in questi giorni” – conclude Schillaci.

“L’inasprimento delle pene nei confronti di chi arreca danno al patrimonio culturale e di chi ruba o traffica reperti e opere d’arte, è un segnale importante, perché la cultura nel nostro Paese non è un inutile orpello, ma elemento fondante essenziale della nostra identità profonda”.

A sottolinearlo è l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà (Lega), che commenta in questo modo la nuova legge approvata all’unanimità dalla Camera, che introduce – fra l’altro – il reato di furto di bene culturale e inasprisce le pene previste per i reati di devastazione e saccheggio di opere d’arte, parchi archeologici, musei e paesaggio, oltre che per riciclaggio e ricettazione riferiti all’arte.

“Bene anche l’avere introdotto i delitti di distruzione, danneggiamento, imbrattamento e deturpamento di beni culturali e paesaggistici – aggiunge Samonà – perché in questo modo si danno nuovi strumenti di prevenzione e di repressione delle condotte illecite e si va nella direzione di un raccordo con il grande lavoro svolto dalle forze dell’ordine, fra cui non si può non citare il Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri, che, in Sicilia, svolge un’azione determinante per la salvaguardia dei nostri beni culturali e del paesaggio”.

Diego Di Simone, ex ispettore della Squadra mobile di Palermo, in primo grado, in abbreviato, al processo sul cosiddetto “Sistema Montante”, è stato condannato dal Tribunale di Caltanissetta a 6 anni e 4 mesi di reclusione allorchè si sarebbe associato con Antonello Montante per commettere più delitti contro la pubblica amministrazione, accesso abusivo a sistema informatico e corruzione. Ebbene, adesso, nelle more del processo d’Appello, Diego Di Simone ha affermato: “Sul mio conto vengono sempre dette cose non vere. Non sono mai stato il capo della sicurezza di Montante bensì ho ricoperto il ruolo di capo della sicurezza nazionale di Confindustria, che mi sembra una cosa assai diversa. Nei miei 20 anni di attività di polizia giudiziaria svolta nella Polizia di Stato non sono mai stato assegnato all’ufficio scorte e tutela. Ho svolto attività di indagini contro la criminalità e la mafia a Palermo. Non mi sono proposto a Confindustria, ma sono stato portato da un altissimo dirigente della polizia di Stato a ricoprire il delicato ruolo nell’organizzazione degli industriali. Tutto questo è agli atti del processo. L’Ufficio che si è occupato della tutela del delegato per la legalità di Confindustria, Antonello Montante, è l’Ispettorato di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, alle dirette dipendenze del capo della Polizia”.

A Villabate, in provincia di Palermo, lungo Viale Europa, un’automobile Volkswagen, per cause in corso di accertamento, si è schiantata contro alcune auto parcheggiate e poi contro il muro di un negozio. Il conducente, Salvatore Scirè, 39 anni, palermitano, padre di due bambini, è morto. I sanitari del 118, subito intervenuti sul posto, hanno tentato inutilmente di rianimarlo. Sull’asfalto non vi è nessun segno di frenata. Si presume che Scirè sia stato colto da un malore improvviso o da un colpo di sonno. I rilievi sono stati effettuati da Polizia Municipale e Carabinieri. Si tratta del secondo incidente stradale mortale a Villabate nell’ultimo mese. Il 4 febbraio scorso, infatti, è morto Mario Di Peri, 22 anni, vittima di uno scontro tra due motociclette a Bonagia a Palermo.

Sono stati assegnati all’Arnas Civico gli incarichi di direzione dei nove Dipartimenti di area Sanitaria previsti dal nuovo atto aziendale. La selezione interna era partita con un avviso il 29 ottobre del 2021, rivolto ai direttori di UOC afferenti ai relativi dipartimenti.

Insanitas ha ora avuto notizia del conferimento delle direzioni, avvenuto da parte del direttore generale Roberto Colletti con una delibera del 4 marzo su proposta del direttore sanitario Salvatore Requirez (entrambi nella foto) che ha effettuato una valutazione curriculare dei candidati.

La guida dei Dipartimenti è per tre anni rinnovabili. I neo direttori mantengono l’incarico di struttura complessa di cui sono titolari.

Ecco i direttori (tra parentesi gli altri candidati)

Dipartimento di Emergenza-Urgenza: Agostino (Massimo) Geraci (Salvatore Cottone, Roberto Sciortino e Fabio Genco).
Dipartimento di Oncologia: Pierenrico Marchesa (Livio Blasi).
Dipartimento di Medicina Clinica: Salvatore Corrao (Alberto Maringhini e Francesco Di Gesù).
Dipartimento Diagnostica Avanzata e Servizi: Tommaso Aronica (Nunzia Scibetta).
Dipartimento Materno-Infantile: Vito Chiantera (Marcello Vitaliti).
Dipartimento di Pediatria: Giovanni Corsello (Mirella Collura e Paolo D’Angelo).
Dipartimento Testa-Collo: Vincenzo Immordino.
Dipartimento Diagnostica per immagini e Interventistica: Domenico Messana (Gaspare Arnone).
Dipartimento Cardio-Vascolare: Francesco Talarico.

Un incidente mortale è avvenuto all’alba di stamane a Villabate (Pa) in Viale Europa: una Volkswagen Golf ha speronato diverse auto parcheggiate prima di schiantarsi contro il muro di un negozio.

Il conducente, Salvatore Scirè, 39 anni, palermitano, è morto nonostante l’intervento dei sanitari del 118.

Sull’asfalto nessun segno di frenata, si presume un malore improvviso o un colpo di sonno. Le indagini sono condotte dagli agenti della polizia municipale di Villabate coordinate dal comandante Giuseppe Tuzzolino. Sul luogo dell’incidente sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Villabate.

Numerose le iniziative avviate dai comuni siciliani, in queste ultime ore, a sostegno della popolazione Ucraina e per l’accoglienza dei profughi.

“L’ANCI Sicilia nel rinnovare la propria disponibilità a mettere in campo tutte le forze possibili per offrire assistenza e ospitalità, nel pieno rispetto delle normative vigenti per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid 19,  sottolinea che, oltre alle iniziative avviate dalle singole amministrazioni, molte delle quali hanno attivato delle mail cui inviare richieste e informazioni, da questo pomeriggio sul sito istituzionale dell’Associazione verrà attivato un form specifico per aderire all’appello e aiutare concretamente la popolazione ucraina. Il form, rivolto ai comuni e, per il loro tramite, anche ad associazioni e privati, sarà reso disponibile nell’home page del sito  www.anci.sicilia.it.”.

Lo ha detto Leoluca Orlando, presidente dell’ANCI Sicilia che, questa mattina, insieme con il segretario generale Mario Emanuele Alvano, ha preso parte alla riunione convocata dal presidente Musumeci per dare seguito alle esigenze manifestate dal Console generale dell’Ucraina a Napoli, Maksym Kovalenko, finalizzate a pianificare ogni misura idonea per l’accoglienza dei profughi sul territorio regionale.

“La nostra iniziativa – conclude Orlando – servirà a raccogliere tutte le disponibilità offerte dai comuni per favorire un più ampio coordinamento da parte della  Regione e delle prefetture”.

Un giovane avvocato palermitano – A.G. – ha partecipato al concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamento a tempo determinato di 8.171 unità (di cui 410 presso la Corte d’Appello di Palermo) da adibire all’ufficio per il processo.
In esito alla prova concorsuale, il suddetto avvocato non è stato inserito nella graduatoria degli idonei, avendo conseguito un punteggio di pochissimo inferiore a quello minimo (21).
Il mancato superamento della prova e il conseguente mancato inserimento nella graduatoria degli idonei è dipeso dalla non corretta valutazione della risposta fornita ad un quesito ambiguo in materia di “il piano triennale dei fabbisogni”.
Ed infatti, ove la P.A. avesse neutralizzato il suddetto quesito ambiguo, il candidato avrebbe conseguito un punteggio utile al superamento della prova scritta e all’inserimento in graduatoria.
Il giovane, pertanto, ha proposto, con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, un ricorso innanzi al TAR Lazio Roma, chiedendo l’annullamento degli atti della procedura concorsuale.
Con il ricorso è stato rilevato che i quesiti sottoposti ai candidati devono essere caratterizzati da certezza ed univocità della soluzione giacchè la selezione dei capaci e dei meritevoli deve passare attraverso un test attendibile e corretto.
A sostegno delle censure mosse con il ricorso, gli avv.ti Rubino e Impiduglia hanno citato un recente precedente secondo il quale non “appare rispondente ai principi di imparzialità e buon andamento dell’Amministrazione addebitare ai candidati la mancata individuazione della risposta che meno si discosta dalla soluzione corretta”.
Il TAR Lazio Roma, con sentenza breve, ha accolto il ricorso patrocinato dagli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, rilevando che, con riferimento al quesito contestato, nessuna delle tre alternative offerte ai candidati trova riscontro nel tenore testuale della disposizione normativa richiamata.
In esecuzione della suddetta sentenza l’Amministrazione dovrà rivalutare la posizione del ricorrente, e ciò “mediante una serie di possibili correttivi che rientrano nell’alveo delle proprie valutazioni discrezionali (a mero titolo di esempio: annullare il quesito e di rimodulare la soglia di sufficienza, oppure riconoscere il punteggio di 0,75, oltre al recupero della penalità di 0,375, come se anche la risposta data dal ricorrente fosse stata esatta)”.
Il ricorrente, pertanto, potrà ottenere l’inserimento nell’elenco degli idonei ed aspirare all’assunzione in servizio per effetto dello scorrimenti della graduatoria che verrà a breve attuata, data la rinuncia di taluni vincitori.

La Corte d’Assise di Palermo ha condannato Maria Grazia Demma, ispettrice della Polizia municipale, a 4 anni e 9 mesi di reclusione, e la figlia Simona Fichera a 3 anni e 3 mesi. Le due donne hanno gestito due case di riposo a Palermo e sono imputate di maltrattamenti e abbandono di persona incapace. E’ stata assolta, invece, la badante Franca Silvana Gnoffo. La Procura, nel corso della requisitoria, ha chiesto 9 anni e mezzo per la madre, 8 anni per la figlia, e 3 anni per la badante. Le due case di riposo “Anni d’Oro” e “Arcobaleno” sono state sequestrate dalla Polizia nel 2015. I poliziotti trovarono nelle due strutture anziani denutriti, puniti, legati e storditi da psicofarmaci. I 17 assistiti sono stati inoltre trovati disidratati e sottopeso come riportato nei referti dei medici che hanno visitato i pazienti dopo l’intervento della Polizia. A denunciare il tutto è stata una delle impiegate che si è rivolta agli inquirenti. Successivamente anche altre due impiegate, stanche di assistere ai soprusi sugli ospiti e alle vessazioni, hanno raccontato ciò che sarebbe accaduto nelle case di riposo. E la Polizia ha piazzato telecamere e cimici, che hanno testimoniato e confermato le accuse.