“Razza e Musumeci si tolgano dalla testa di utilizzare gli 800 milioni del piano di spesa dei fondi del Pnrr per la sanità per fare campagna elettorale in vista delle prossime regionali, la ripartizione delle somme deve passare al vaglio dell’Ars”.
Lo affermano i deputati regionali del M5S all’Ars. componenti della commissione salute dell’Ars, Francesco Cappello, Giorgio Pasqua, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca.
Importanti decisioni in questo senso – dicono i quattro parlamentari – sarebbero già state prese, bypassando, come spesso è successo in passato, il parlamento regionale. Gli investimenti in sanità vanno fatti per migliorare la risposta ai bisogni della salute pubblica e non per ingraziarsi questo o quel territorio. Le decisioni vanno concordate con la commissione competente, con i sindaci dei territori e con le forze sociali, perché così prevede la legge. Domani su questo punto, in occasione della seduta di commissione, l’assessore Razza ci dovrà dare ampie delucidazioni”.
“Un gran numero di Comuni della Sicilia rischiano di scomparire a causa delle loro caratteristiche geomorfologiche ma soprattutto a causa di una gravissima carenza di infrastrutture urbane. Nell’ultimo decennio, in particolare nelle zone montane, abbiamo assistito all’avvio di un processo di desertificazione demografica e di abbandono che ci auguriamo non sia irreversibile.
Incentivare la ripartenza economica e sociale di questi centri è dovere di tutti e favorire, con i finanziamenti adeguati, la nascita di Zone Franche Montane è diventato ormai improrogabile”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia.
“Per arginare l’esodo demografico di interi territori della nostra Isola e per innescare un’auspicabile inversione di tendenza – continua Orlando – é necessario intervenire con provvedimenti e fondi adeguati a compensare gli svantaggi strutturali derivanti dalla condizione di insularità”.
“Salvare l’identità culturale di questi luoghi – conclude Orlando – è un atto dovuto alle nuove generazioni, non sprecare un’occasione unica e irripetibile un dovere di tutti”.
Sono pronte le Ordinanze che definiscono l’organizzazione e le modalità di svolgimento degli Esami di Stato 2022 del primo e del secondo ciclo di istruzione.
Il Ministro Patrizio Bianchi le ha inviate oggi al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione (Cspi), per il previsto parere. Le Ordinanze sono anche state illustrate alle Organizzazioni sindacali. Terminato l’iter amministrativo, saranno poi trasmesse alle competenti commissioni parlamentari, come previsto dall’ultima legge di bilancio.
Nei documenti predisposti è previsto il ritorno delle prove scritte, sia nell’Esame del primo che del secondo ciclo di istruzione, con alcune specifiche.
Le prove scritte si svolgeranno in presenza. Per il solo colloquio, sia nel primo che nel secondo ciclo, è prevista la possibilità della videoconferenza per i candidati impossibilitati a lasciare il loro domicilio, condizione che andrà, comunque, documentata.
L’Esame del primo ciclo
Per l’Esame del primo ciclo sono previste due prove scritte, una di italiano e una relativa alle competenze logico-matematiche, e un colloquio, nel corso del quale saranno accertate anche le competenze relative alla lingua inglese, alla seconda lingua comunitaria e all’insegnamento dell’Educazione civica.
La votazione finale resta in decimi. Si potrà ottenere la lode, con deliberazione all’unanimità della Commissione. Per quanto riguarda l’ammissione all’Esame, la partecipazione alle prove nazionali Invalsi, che comunque si terranno, non sarà requisito di accesso. L’Esame si svolgerà in presenza, nel periodo compreso tra il termine delle lezioni e il 30 giugno 2022.
L’Esame del secondo ciclo
L’Ordinanza prevede che l’Esame sia costituito da una prova scritta di italiano, da una seconda prova sulle discipline di indirizzo, predisposta dalle singole commissioni d’Esame, e da un colloquio.
La sessione d’Esame avrà inizio il 22 giugno 2022 alle 8.30, con la prima prova scritta di italiano, che sarà predisposta su base nazionale. La prova proporrà sette tracce con tre diverse tipologie: analisi e interpretazione del testo letterario, analisi e produzione di un testo argomentativo, riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità.
Il 23 giugno si proseguirà con la seconda prova scritta, diversa per ciascun indirizzo, che avrà per oggetto una sola disciplina tra quelle caratterizzanti il percorso di studi. Le discipline saranno comunicate al termine dell’iter formale delle Ordinanze. La seconda prova sarà predisposta dalle singole commissioni d’Esame, per consentire una maggiore aderenza a quanto effettivamente svolto dalla classe e tenendo conto del percorso svolto dagli studenti in questi anni caratterizzati dalla pandemia.
È previsto, poi, il colloquio, che si aprirà con l’analisi di un materiale scelto dalla commissione (un testo, un documento, un problema, un progetto) che sarà sottoposto al candidato. Nel corso del colloquio il candidato dovrà dimostrare di aver acquisito i contenuti e i metodi propri delle singole discipline e di aver maturato le competenze di Educazione civica; analizzerà poi, con una breve relazione o un lavoro multimediale, le esperienze fatte nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. La commissione sarà composta da sei commissari interni e un Presidente esterno.
Entro il 15 maggio 2022 il Consiglio di classe elaborerà il documento con il percorso formativo fatto dagli studenti, gli strumenti di valutazione utilizzati e gli obiettivi raggiunti, ponendo attenzione all’insegnamento trasversale dell’Educazione civica.
La valutazione finale resta in centesimi. Il credito scolastico sarà attribuito fino a un massimo di 40 punti (12 per il terzo anno, 13 per il quarto, 15 per il quinto). Le prove scritte peseranno fino a 40 punti, il colloquio fino a 20. Si potrà ottenere la lode, con deliberazione all’unanimità della Commissione. La partecipazione alle prove nazionali Invalsi, che pure saranno svolte, e lo svolgimento dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento non costituiranno requisito di accesso alle prove.
“Le scelte di oggi – sottolinea il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi – rientrano nel percorso di progressivo ritorno alla normalità che stiamo realizzando. Non siamo ancora fuori dalla pandemia, ma già quest’anno, grazie ai vaccini e alle misure di sicurezza decise dal governo, abbiamo garantito una maggiore continuità della scuola in presenza, fin dal primo giorno. Abbiamo tenuto conto, come era giusto fare, degli ultimi due anni vissuti dai nostri ragazzi. Per questo, ad esempio, nel secondo ciclo, affidiamo la seconda prova scritta alle commissioni interne, che conoscono i percorsi personali degli studenti. Dobbiamo rimetterci in cammino verso la normalità e guardare al futuro, lavorare alla scuola che vogliamo costruire insieme”, conclude.
La Guardia di Finanza, nell’ambito di un’inchiesta avviata a Rimini e poi estesa in altre regioni, compresa la Sicilia, ha scoperto una maxi frode legata alla concessione di fondi a favore di imprese e commercianti danneggiati dalla pandemia. Dei soldi si sarebbero impossessati professionisti, imprenditori e commercialisti non aventi diritto. Complessivamente sono 78 le persone indagate e 35 le misure cautelari. E’ di 440 milioni di euro l’importo complessivo dei fondi illecitamente percepiti attraverso la creazione e la commercializzazione di falsi crediti d’imposta. Effettuate anche decine di perquisizioni. Otto sono le persone ristrette in carcere e altre 4 ai domiciliari. Nei confronti di 20 imprenditori è stata disposta l’interdizione all’esercizio di impresa, e per 3 commercialisti l’interdizione all’esercizio della professione. Loro sarebbero stati parte di un’associazione con base a Rimini ma con ramificazioni in tutta Italia, responsabile di aver creato e commercializzato per un importo di 440 milioni i falsi crediti di imposta, ovvero lo strumento introdotto tra le misure previste dal governo con il decreto “Rilancio” del 2020 per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà. L’esecuzione delle misure è scattata oltre che in Emilia Romagna anche in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto. Sono stati sequestrati i falsi crediti d’imposta, beni e società per il reato di indebita percezione di erogazione a danno dello Stato. Tra gli indagati, 9 hanno presentato l’istanza per ottenere il reddito di cittadinanza.
“Orgoglio, onore e gratitudine”: è il sentimento che la CNA siciliana esprime a Sergio Mattarella, rieletto Presidente della Repubblica. Le dinamiche politiche che hanno portato alla sua permanenza al Quirinale confermano l’altissimo e qualificato profilo della persona e del politico, a cui il Parlamento ha chiesto un generoso sacrificio per assicurare continuità, stabilità e serenità alle Istituzioni e al Paese. Ed il nostro Presidente, con grande senso di responsabilità, equilibrio, sobrietà e rispetto della volontà parlamentare, ha risposto all’appello, anteponendo gli interessi supremi dello Stato alla sua scelta personale di concedersi il meritato riposo dopo una lunga e prestigiosa carriera al servizio delle Istituzioni. Un nuovo settennato sotto la sua competente e solida guida, la cui pubblica reputazione viene riconosciuta e apprezzata anche in campo internazionale, ci rassicura ampiamente, nella piena e convinta consapevolezza che l’Italia ha bisogno di coesione, unità ed autorevolezza nelle sue massime cariche dello Stato, per affrontare le complesse e incombenti sfide sul fronte sanitario, economico e sociale. La storia di Mattarella, il suo percorso umano e politico, la sua lunga esperienza e il suo Cognome, a cui la Sicilia e i siciliani in particolare sono strettamente e indelebilmente legati, rappresentano una assoluta garanzia a presidio della legalità e della Costituzione, oltre che un fermo punto di riferimento per stimolare Governo e Parlamento all’avvio delle riforme anche nell’ottica delle opportunità connesse al PNRR a cui è subordinata la ripresa post pandemica del nostro Paese”.
Caro Presidente, sincere congratulazioni dalla CNA. Siamo fieri ed orgogliosi che la più alta carica dello Stato continui ad essere rappresentata dalla saggezza e sapienza di un illustre siciliano.
“Esprimiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro al riconfermato Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ringraziandolo per il suo costante impegno a difesa della Costituzione e dei valori democratici del nostro Paese”. Ha dichiarato Leoluca Orlando presidente dell’ANCI Sicilia.
“Rivolgiamo al Presidente – continua Orlando – la nostra più profonda riconoscenza per la sua rinnovata disponibilità a ricoprire la prima carica dello Stato e per la sua instancabile opera al servizio delle istituzioni”.
Le attività di un panificio a Palermo sarebbero state una copertura per il traffico illegale di sostanze stupefacenti. Ecco perché è stato disposto un sequestro a carico delle proprietà di Paolo Di Maggio, Paolo Dragotto e Michele Spartico, titolari di un panificio in via Brunelleschi. L’azienda è stata sequestrata insieme a due beni immobili, tre motocicli, due autovetture, otto conti correnti bancari e un libretto di risparmio, per un valore di circa un milione di euro. Le indagini della Squadra Mobile di Palermo, coordinate dalla Procura, hanno rilevato la pericolosità dei tre, che avrebbero distribuito quantità di hashish, marijuana e cocaina, acquistate in Campania, lungo l’asse Palermo-Trapani tra il 2016 e il 2019. Determinanti sono state le indagini patrimoniali condotte dalla Divisione Anticrimine della Questura che hanno accertato un flusso incostante di entrate e uscite.
Rosario Cannella, 67 anni, di Villafrati, in provincia di Palermo, coinvolto in un incidente stradale un mese e mezzo addietro, è morto all’ospedale Villa Sofia a Palermo dove è stato ricoverato. L’incidente è avvenuto a Villafrati in corso San Marco. Cannella ha parcheggiato il suo trattore per andare in tabaccheria a comprare le sigarette. Ha attraversato la strada ed è stato travolto da un’automobile, una Fiat Bravo, guidata da un uomo di 31 anni, iscritto nel registro degli indagati.
Emessa la sentenza d’Appello a carico di 21 tra presunti boss e gregari del clan di Brancaccio a Palermo. Si tratta dell’inchiesta cosiddetta “Maredolce”.
Mafia, repressione e sentenze a processo. La sezione della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Vittorio Anania, ha ridotto le condanne a 7 dei 21 imputati giudicati in abbreviato nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Maredolce”, a carico del clan di Brancaccio. Gli sconti di pena sono stati concessi ad Antonino Marino, da 10 anni a 7 anni, 11 mesi e 10 giorni. Poi Roberto Mangano, da 6 a 5 anni. Pietro D’Amico da 5 a 3 anni e 4 mesi. Giuseppe Frangiamore da 2 anni e 8 mesi a 1 anno, 9 mesi e 10 giorni. Poi Giovanni Pilo da 6 anni a 5 anni e 4 mesi. A Giacomo Teresi sono stati inflitti 18 anni di reclusione ma in continuazione con una precedente condanna. Sentenza di primo grado confermata per Pietro Tagliavia, presunto capo del clan di Brancaccio e figlio di Francesco Tagliavia, coinvolto nelle stragi mafiose del ’92 e del ’93, che sconterà 14 anni di carcere. Poi Francesco Paolo Clemente 12 anni, Giuseppe Ficarra 10 anni, Giuseppe Lo Porto 8 anni, Santo Carlo Di Giuseppe 12 anni, Giovanni Vinci 10 anni, Giovanni Mangano 8 anni, Giuseppe Michelangelo Di Fatta 12 anni, Massimo Altieri 2 anni e 8 mesi, Gaetano Lo Coco 2 anni e 8 mesi, Maurizio Puleo 4 anni, Stefano Tomaselli 3 anni e 4 mesi, Francesco Paolo Mandalà 2 anni e 8 mesi, e Rosalia Orlando anche lei 2 anni e 8 mesi. Giuseppe Lo Porto è fratello di Giovanni, l’operatore umanitario rapito da Al Qaeda e ucciso nel 2015, nel corso del blitz con cui un commando statunitense avrebbe voluto liberare lui e altri due ostaggi.