Redazione Palermo, Autore presso Sicilia 24h - Pagina 61 di 321
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In commissione Territorio e Ambiente all’Assemblea Regionale, presieduta da Giusi Savarino, è stato affrontato l’argomento dell’annunciato insediamento di una discarica in contrada Grotticelle, in territorio di Naro e in prossimità di Castrofilippo e Canicattì. I tre sindaci dei Comuni interessati, invitati in Commissione, hanno manifestato la loro netta contrarietà, preoccupati della ricaduta negativa che la discarica potrebbe avere per le coltivazioni (anche e soprattutto biologiche) a cui i terreni sono vocati. In particolare, il sindaco di Naro, Maria Grazia Brandara, ha ribadito che il sito sul quale si ipotizza l’insediamento della discarica, è stato autorizzato ed utilizzato come cava di calcare, con obbligo di recupero ambientale dopo l’ultimazione dell’attività estrattiva. Il recupero ambientale prescritto è “il rinverdimento delle scarpate e l’impianto di un uliveto”. Pertanto, Naro ed il suo sindaco attendono che rispettata tale previsione e che inizino presto i lavori non già della discarica ma quelli di una fruttuosa e salutare piantumazione di alberi. In tale direzione di recupero è orientata anche l’azione della stesso commissione.

L’assessore Zambuto ha firmato il decreto di indizione dei comizi per le elezioni Amministrative. I dettagli sul voto, i Comuni alle urne e i referendum sulla giustizia.

L’assessore regionale agli Enti Locali, Marco Zambuto, ha firmato il decreto d’indizione dei comizi per le elezioni Amministrative che si svolgeranno in Sicilia domenica 12 giugno, dalle ore 7 alle 23, con eventuale ballottaggio domenica 26 giugno. Saranno 120 i Comuni al voto. Alle urne 1.710.451 cittadini, quindi oltre un quarto della popolazione dell’isola. Dei 120 Comuni sono 107 quelli al voto con il sistema maggioritario senza ballottaggio perché sotto i 15mila abitanti. E sono 13, invece, dove si vota con il proporzionale con ballottaggio perché sopra i 15mila abitanti. E si tratta di Palermo, Messina, Erice, Avola, Scicli, Pozzallo, Scordia, Paternò, Palagonia, Aci Catena, Niscemi, e poi Sciacca e Palma di Montechiaro in provincia di Agrigento. I consiglieri comunali da eleggere sono 1.520 e le sezioni elettorali che saranno costituite sono 1.747. Le liste dei candidati a sindaco e al Consiglio comunale sono da presentare da venerdì 13 a mercoledì 18 maggio, fino alle ore 12. Si vota a Palermo e in altri 27 Comuni della provincia. Poi nella provincia di Trapani si vota solo a Erice e Petrosino. Poi si vota a Messina e in altri 37 Comuni della provincia. Poi nel Catanese sono al voto 19 Comuni. Poi 6 Comuni nella provincia di Ragusa: Pozzallo, Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Monterosso Almo, Pozzallo, Santa Croce Camerina e Scicli. Poi 5 nella provincia di Siracusa: Avola, Canicattini Bagni, Cassaro, Melilli e Solarino. Poi in provincia di Caltanissetta si vota in 7 Comuni: ad Acquaviva Platani, Butera, Campofranco, Marianopoli, Niscemi, Resuttano e Sommatino. In provincia di Enna sono 4: Nissoria, Regalbuto, Sperlinga e Villarosa. E in provincia di Agrigento i Comuni al voto sono 10: Sciacca, Aragona, Bivona, Campobello di Licata, Cattolica Eraclea, Comitini, Lampedusa e Linosa, Palma di Montechiaro, Santa Margherita di Belice e Villafranca Sicula. Ad Aragona, Bivona, Cattolica Eraclea, Lampedusa e Linosa, e Santa Margherita Belice si eleggono 12 consiglieri. A Campobello di Licata e a Palma di Montechiaro si eleggono 16 consiglieri. A Comitini e Villafranca Sicula 10. A Sciacca 24. Lo scrutinio delle schede inizierà a conclusione dello spoglio delle schede relative ai cinque referendum sulla giustizia, che si svolgeranno nello stesso giorno, l’election day. Si tratta dei quesiti su riforma del Csm, separazione delle carriere dei magistrati, riforma della custodia cautelare e abolizione della legge Severino. Il quinto quesito è l’equa valutazione dei magistrati, ovvero l’inserimento non solo di magistrati ma anche dei rappresentanti dell’Università e dell’Avvocatura nei Consigli giudiziari che valutano la competenza e la professionalità dei magistrati. Come è noto sono stati dichiarati inammissibili dalla Corte Costituzionale i referendum sulla cannabis, sull’eutanasia e quello sulla responsabilità dei magistrati.

Altra fumata nera per il centrodestra, che non riesce a trovare un accordo sul candidato sindaco a Palermo e sulle regionali d’autunno in Sicilia.

Gli incontri e i colloqui di oggi ai massimi livelli non hanno prodotto passi in avanti, anzi la coalizione rimane impantana nella palude.

“La Lega e FdI ci hanno messo in una impasse, colpa dei capricci di Nello Musumeci che aveva detto di volere fare una sola legislatura e invece s’impunta sulla ricandidatura, questa paralisi del centrodestra è negativa”, sbotta il leader di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, al telefono con l’ANSA.

ANSA

La Corte d’Appello di Palermo ha condannato 11 imputati di associazione mafiosa, estorsioni, danneggiamenti e altri reati collegati alle attività della cosca di Brancaccio. Sei imputati sono stati assolti. A Luigi Fabio Scimò, presunto capo della cosca, sono stati inflitti 22 anni e 10 mesi di reclusione in continuazione con altri reati. Poi 16 anni e 8 mesi a Salvatore Testa, uno dei presunti organizzatori della raccolta delle estorsioni, indicato come il reggente fino a luglio 2019 della cosca di Corso dei Mille. Poi 13 anni e 4 mesi a Giovanni De Simone, in affari con Scimò e Testa. 12 anni a Pietro Di Marzo, che sarebbe stato in contatto con la famiglia Barbaro di Platì (Reggio Calabria) per l’acquisto di hashish. Poi 11 anni e 4 mesi a Patrizio Militello, 4 anni e 6 mesi a Carlo Testa, 4 anni e 4 mesi a Pietro Luisi. Ed ancora: 11 anni e 8 mesi ad Aldo Militello, 8 anni a Lorenzo Mineo, 2 anni a Enrico Urso, e 2 anni a Vincenzo Machì. Urso avrebbe reso disposizione per i summit del mandamento di Brancaccio un appartamento di via Fratelli Campo 33.

Come pubblicato ieri, a Palermo un’operazione antidroga dei Carabinieri nel quartiere Kalsa ha provocato l’arresto di otto indagati. Ebbene, dall’inchiesta è emerso che Ottavio Abbate, detenuto per estorsione nel carcere “Pasquale Di Lorenzo” ad Agrigento, anche dalla prigione avrebbe controllato lo spaccio di droga nello stesso quartiere Kalsa. Lui avrebbe usato schede telefoniche intestate a cittadini del Bangladesh per impartire disposizioni sulle questioni legate al mandamento mafioso, e, in particolare, su somme di denaro che gli sarebbero state dovute. Le richieste di saldo sarebbero state perentorie, da soddisfare senza indugi.

La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Palermo ha arrestato 8 indagati di, vario titolo, associazione a delinquere, esercizio abusivo dell’attività assicurativa, accesso abusivo alle banche dati e truffa assicurativa. Nel mirino delle indagini sono state 238 polizze ritenute irregolari. Gli indagati avrebbero indotto a versare i soldi previsti per la stipula della polizza. Poi avrebbero alterato i dati per pagare all’assicurazione un premio minore. Dunque avrebbero intascato la differenza tra quanto versato dal contribuente e quanto realmente incassato dall’assicurazione. In altri casi, dopo avere intascato i soldi, la polizza Rca sarebbe stata annullata immediatamente, cancellando quindi la copertura assicurativa dell’automobile. Per compiere le truffe sarebbero stati usati falsi attestati di residenza dei contraenti nei Comuni che hanno un parametro tariffario più vantaggioso. E sarebbero stati alterati i certificati dello stato di famiglia affinchè il titolare della polizza risultasse convivente con persone rientranti in classi di merito più favorevoli. Effettuati anche accessi non autorizzati alla banca dati dell’associazione nazionale delle imprese assicuratrici. Quattro degli arrestati beneficiano del reddito di cittadinanza.

Nel PNRR della sanità sono stanziati per la Sicilia quasi 800 milioni di euro, un’opportunità irripetibile se fossero spesi efficacemente ed in modo efficiente. Tuttavia, il piano inviato dall’assessore Razza al Ministero, dopo una serie di incomprensioni, scambi di lettere, fughe di notizie tra Assessorato, ARS e uffici romani, sembra più rivolto ad accontentare i clientes, grandi e piccoli, anziché avere una visione complessiva e razionale. Così capita che tra case e ospedali di comunità, molti fondi saranno destinati ad acquisire o costruire nuovi immobili anziché ristrutturare o utilizzare quelli pubblici, che alcuni ospedali finiranno in piccolissimi centri, che una volta completate le strutture non sarà garantita la presenza del personale. Insomma, il Piano regionale che dovrà essere approvato entro giugno, non è detto che migliorerà le condizioni della sanità siciliana.

Intanto, al Policlinico di Palermo emergono scandali ed un uso familistico degli incarichi e delle carriere, in molti ospedali il personale è stremato, i pronti soccorsi sottodimensionati e affidati alla buona volontà di medici ed infermieri, ormai impossibilitati ad utilizzare ferie e ad esercitare i più elementari diritti sul lavoro.  In tutto questo, rimane l’incognita del Covid e delle nuove varianti che, inevitabilmente, ricominceranno a diffondersi e che la sanità regionale dovrà essere pronta ad affrontare. Perciò, sarebbe quanto mai necessario sia stabilizzare i novemila precari che hanno supportato le ASP e i commissariati per l’emergenza, sia prevedere un piano di assunzioni di personale infermieristico e medico, il vero assente dal PNRR riguardante la sanità. Perché possiamo avere le più belle e funzionali strutture ospedaliere e sanitarie, semmai saranno effettivamente realizzate, ma senza nuovo personale in grado di farle operare al meglio, rischiamo solo di costruire centinaia di piccole cattedrali nel deserto, ingolfare gli uffici e affaticare il personale con la riorganizzazione, disorientare i cittadini con i nuovi distaccamenti, senza poi portare dei reali benefici alla popolazione.

Al di là dei nominalismi, infatti, l’obiettivo deve essere quello di aumentare i posti letto negli ospedali, migliorare le condizioni delle degenze, creare dei percorsi di cura per le persone fragili e gli anziani, tagliare le liste d’attesa e avere una sanità pubblica più efficiente. Ma tutto questo si può ottenere solo dando più spazio alla trasparenza e alla partecipazione dei cittadini nella gestione territoriale della sanità, al coordinamento tra comunità locali e i centri decisionali, investendo sul personale e sulle competenze. Invece, oggi più che mai, tutte le decisioni sono accentrate o affidate a direttori generali inamovibili ed impermeabili alle richieste che arrivano dal personale e dal territorio. Insomma o i fondi del PNRR saranno effettivamente spesi per innovare e ristrutturare anche la gestione della sanità (come il cambiamento anche nominalistico sottende) oppure rischiamo di sacrificare questa straordinaria opportunità sull’altare del piccolo ritorno elettoralistico e clientelare, senza migliorare concretamente la vita delle cittadine e dei cittadini siciliani.

I Carabinieri, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Palermo, hanno arrestato ai domiciliari due medici a Palermo: un ex primario di Chirurgia del Policlinico Giaccone, e la figlia, medico chirurgo-plastico all’Azienda Civico. Nel 2019 un medico del Policlinico ha presentato una denuncia segnalando comportamenti illeciti del direttore di un Dipartimento, accusandolo di avere influenzato un concorso universitario per la nomina di un professore ordinario. Sono state avviate le indagini. I concorsi sarebbero stati truccati o tramite i criteri di valutazione oppure carpendo informazioni utili dai componenti delle commissioni o indicando agli stessi componenti i candidati da privilegiare. L’ex primario avrebbe inoltre attestato falsamente la sua partecipazione ad interventi chirurgici, compiuti in realtà da altri medici. E poi, autorizzato a svolgere attività professionale intra-moenia, avrebbe commesso numerosi illeciti appropriandosi di somme di denaro comprese tra i 100 e i 200 euro, ovvero i compensi pagati da 68 pazienti per visite eseguite tra luglio 2019 ed ottobre 2020, senza riversare all’Azienda Sanitaria la percentuale ad essa spettante. E’ stata disposta inoltre l’interdizione dai pubblici uffici per 1 anno, con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di altri 11 indagati.

Le condizioni lavorative peggiorano, è necessario investire sul soccorso tecnico urgente( il progetto Sicilia in 72 ore è sicuramente bello, ma a noi sembrano le solite chiacchiere sedative)! Sulla sicurezza e la salvaguardia dei lavoratori e cittadini, investendo su mezzi attrezzature e uomini per l'autonomia totale della Sicilia...... Allo stato attuale, ribadiamo, tante chiacchiere, pochi fatti!
È necessario aumentare l'organico e riclassificare alcune sedi nevralgiche, mettere in condizioni igienico sanitarie altre..... ( vedi Caltagirone, Paternò, Piazza Armerina, da SD3 a categoria massima SD5... Pantelleria, sud Catania e Nord, in condizioni igienico sanitario pessime, così come l'aeroporto di Catania! Indispensabile Investire sui sommozzatori di Catania).
La Repubblica italiana è fondata sul soccorso tecnico urgente, i vigili del fuoco sono il soccorso tecnico urgente! ma a quanto pare i lavoratori Siciliani vengono maltrattati e rimangono, senza buoni pasto, con pagamenti dello straordinario ad elemosina ( quello del cas è Totalmente sparito) ci riempiono di belle parole e speranze ma, di medaglie e pacche sulle spalle ne siamo nauseati e di conseguenza abbiamo dichiarato lo stato di agitazione regionale, l'amministrazione latita e noi agiamo! la regione promette in piena campagna elettorale, ma noi non abbocchiamo! 
Non ci resta che farci sentire!
DOVETE FARE DI PIÙ PER I VIGILI DEL FUOCO.
Meno medaglie, più sicurezza e rispetto!!!!
Carmelo Barbagallo Coordinatore regionale Usb vigili del fuoco Sicilia

Il “caos emerso nelle procedure di rinnovo o mancato rinnovo dei contratti del personale assunto per l’emergenza Covid ormai è chiaro che non è così caotico: si tratta di veri e propri cappi elettorali cui tenere appesi i lavoratori in vista delle prossime scadenze elettorali amministrative e regionali, soprattutto a Palermo dove le anomalie sono più eclatanti.
Il tutto, evidentemente, senza alcuna programmazione sanitaria e a totale danno del sistema di cura e assistenza, dei malati e dei lavoratori.”
Lo ha detto Marianna Caronia intervenendo oggi in Commissione all’ARS, dove ha in particolare sottolineato “il caso più grave, costituito dall’ospedale Cervello, che sulla carta rimane l’unico Covid Center della città e, paradossalmente, è l’unico ospedale dove si taglia il personale Covid mentre i reparti restano pieni.”
“Se per qualcuno al Cervello non c’è più bisogno di personale specifico per il Covid-19 – conclude Caronia – allora si riattivino al più presto e completamente le attività ordinarie, dalla ginecologia alla neonatologia al brest Center, restituendo così i servizi ai cittadini.
Altrimenti si dica chiaramente, lo dica l’assessorato regionale, che nelle scelte sui rinnovi dei contratti Covid non si è applicato alcun criterio di programmazione sanitaria.”