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Dopo le numerose passerelle elettorali mi auguro che l’assessore Razza trovi il tempo per dedicarsi alla sanità siciliana sempre più in difficoltà.

Sono le parole dell’onorevole di “Prima l’Italia”, Vice presidente della commissione sanità e Presidente della commissione di verifica e monitoraggio delle leggi all’Ars Carmelo Pullara

Invero, – spiega Pullara – la fotografia dell’attuale realtà sanitaria in Sicilia appare sempre più triste e sbiadita perchè evidenzia infinite criticità dalle liste di attesa, alla prevenzione da “chi l’ha visto”, passando per ospedali che sembrano più cantieri edili tipo “Lego”, monta e smonta, che strutture costruite con una visione, finendo con direzioni aziendali che si trovano a dover decidere tra il far quadrare i conti e l’assicurare una sanità decorosa nelle province di interesse, considerando che i pronto soccorso sembrano da terzo mondo. In questo quadro desolato ci sono i neo precari appesi ad un filo con il rischio di interrompere il rapporto lavorativo dall’oggi al domani e in attesa di continue proroghe, con una ricaduta lavorativa da un lato e assistenziale dall’altra.

In particolare, ricordo all’assessore Razza che il prossimo 30 giugno, per come previsto nell’atto di indirizzo del marzo scorso, andranno a scadere i rapporti di lavoro con il personale addetto alle USCA.

Inoltre ad oggi, – prosegue Pullara – quasi tutte le Aziende sanitarie hanno prorogato il personale tecnico amministrativo e non sanitario al 30 giugno 2022 piuttosto che al 31 dicembre 2022. Ciò è dovuto al fatto che l’atto di indirizzo, del marzo 2022, ha scaricato sulle direzioni aziendali l’intera responsabilità degli eventuali atti di proroga.

Chiedo all’assessore Razza che si attivi, immediatamente, da un lato autorizzando i direttori generali a prorogare almeno fino al 31 dicembre tutto il personale addetto alle USCA, che ricordo a me stesso trattasi di personale medico e sanitario. In aggiunta provveda a dare giusto impulso alle direzioni aziendali per prorogare, fino al 31 dicembre 2022, il personale tecnico amministrativo e non sanitario, in maniera uniforme su tutto il territorio regionale, dimostrando almeno una volta di avere una sanità unica in Sicilia che già sconta un grande gap con la sanità del nord.

Quanto sopra, – conclude Pullara -anche alla luce delle previsioni di cui all’articolo 13, comma 91 della recente legge finanziaria regionale del 14 maggio 2022, che prevede percorsi di stabilizzazione per il suddetto personale,  evitando così, nelle more della valutazione di costituzionalità da parte del governo nazionale, da un lato, la perdita di una chance lavorativa importante per gli interessati, dall’altra, la perdita di personale già formato dalle Aziende sanitarie.

La Corte dei Conti ha condannato tre dirigenti e un funzionario regionali a risarcire per danno all’erario la Regione. Si tratta di Francesco Sucato, Vincenzo Iuculano e Antonella Natoli, tutti dirigenti del Dipartimento regionale dell’Energia tra l’anno 2014 e l’anno 2016, e Silvio Piombino, funzionario dello stesso Dipartimento. Secondo la Guardia di Finanza il danno all’erario ammonta a 3 milioni e 621mila euro, che sarebbe stato provocato dal mancato controllo di numerose procedure di pignoramento eseguite da ex dipendenti della società Multiservizi a danno del bilancio della Regione. La Multiservizi, posta in liquidazione, non ha erogato il Tfr ai propri ex dipendenti, i quali, nel frattempo assunti dalla Sas, hanno attivato procedure di pignoramento aggredendo il bilancio regionale. Tale tipo di procedura si è resa possibile perché, a sua volta, la Multiservizi è stata creditrice nei confronti della Regione siciliana per 5 milioni e 250mila euro. Ebbene, su tali procedure non sarebbe intervenuta alcuna concreta ed efficace azione di monitoraggio, verifica e contrasto da parte degli uffici regionali, e ciò ha comportato un ingiustificato esborso da parte dell’amministrazione regionale di somme molto al di sopra dell’originario credito. Sucato pagherà 1.774.566 euro, Piombino 253.509 euro, Vincenzo Iuculano e Antonella Natoli 543.234 ciascuno.

La Corte d’Appello di Palermo ha ridotto alcune condanne inflitte in primo grado agli imputati nell’ambito dell’inchiesta antidroga “Street food”, ruotante intorno ad una rete di rifornimento da Palermo e di spaccio di hashish e cocaina tra Menfi, Santa Margherita Belìce e Montevago fino a Poggioreale. A Giuseppe Sanzone, 43 anni, di Menfi, pena ridotta da 5 anni a 2 anni e 2 mesi. A Daniel Tabbone, 26 anni, di Menfi, da 3 anni a 1 anno e 9 mesi. A Kevin Governale, 27 anni, di Santa Margherita Belìce, da 1 anno a 6 mesi.

Incidente stradale mortale a Cefalù, in provincia di Palermo. Lo scontro tra un’automobile Citroen, guidata da un giovane di 22 anni, e uno scooter ha provocato la morte di un uomo di 65 anni, Giovanni Lo Menso. Le indagini, tese a ricostruire la dinamica di quanto e perché accaduto, sono condotte dai Carabinieri. Il motociclista è stato soccorso dai sanitari del 118 e trasportato all’ospedale “Giglio”, dove è deceduto a causa delle gravi ferite subite.

Maria Falcone commenta la sentenza appena emessa dalla Cassazione nel merito della strage di Capaci. E afferma: “La sentenza della Cassazione, che conferma l’imponente lavoro investigativo fatto dalla Procura coordinata da Sergio Lari e le condanne inflitte dai giudici di Caltanissetta ai boss Salvatore Madonia, Lorenzo Tinnirello, Giorgio Pizzo e Cosimo Lo Nigro, accerta pienamente le responsabilità di Cosa Nostra nella fase esecutiva della strage di Capaci, sancendo in via definitiva il ruolo del mandamento mafioso di Brancaccio. Il verdetto, inoltre, apre allo scenario della convergenza di interessi nell’attentato, prospettato nella sentenza della Corte d’Assise, sulla base di due elementi accertati dai magistrati: il ‘sondaggio’ che, ha raccontato il pentito Giuffrè, fu fatto da Cosa Nostra presso ambienti politici e imprenditoriali prima dell’attentato, e il diktat di Riina che, a marzo del 1992, disse ai suoi di fermare la missione romana che avrebbe dovuto eliminare Giovanni Falcone perché a Palermo c’erano cose più importanti da fare. Sono elementi che fanno pensare appunto a una convergenza di ambienti esterni alla mafia nell’interesse ad uccidere Giovanni. L’augurio adesso è che su questa strada si possa fare piena chiarezza sia sulla strage di Capaci che su quella di Via D’Amelio, che tanti punti oscuri ancora presenta”.

Comincia ad avere un quadro più chiaro quello che sarà l’assetto amministrativo al Comune di Palermo.

Centrodestra unito e soprattutto Lagalla hanno dilagato nel Comune capoluogo che ha coinvolto i palermitani per il rinnovo degli organi politici.

Un premio straordinario lo ha raggiunto Totò Cuffaro, ex governatore della Sicilia e per il quale, in questa campagna elettorale, non sono state lesinate polemiche e anche insulti causati dal suo appoggio proprio al vincitore Roberto Lagalla.

Cuffaro ha brillantemente superato la soglia del 5% portando in Consiglio comunale ben tre esponenti della Nuova DC. Cuffaro, in proposito, ha dichiarato:  “Esprimo massima soddisfazione per il risultato raggiunto dalla DC; voglio ringraziare e complimentarmi con tutti i candidati in Consiglio comunale e nelle circoscrizioni. La DC è nata giovane e donna e da oggi ha una nuova classe dirigente”

 

A Palermo la Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Inps, ha scoperto e denunciato 46 percettori del reddito di cittadinanza che avrebbero inserito dati falsi nella domanda per ottenere il sussidio. Sono tutti stranieri che avrebbero dichiarato di essere residenti in Italia da almeno dieci anni, come secondo requisito indispensabile. I finanzieri hanno acquisito i certificati storici di residenza dai vari Comuni, e tramite le banche dati sono risaliti al giorno di ingresso nel territorio italiano indicato dall’Ufficio Immigrazione della Polizia. I controlli incrociati avrebbero confermato le dichiarazioni false. I 46 furbetti sono stati segnalati all’Inps. Il beneficio sarà revocato, e saranno recuperati oltre 200 mila euro.

Dopo il trionfo di Roberto Lagalla sindaco di Palermo, adesso il cantiere politico volge in prospettiva verso le elezioni Regionali a novembre. Contrasti al momento insanabili nel centrodestra. Il commissario regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, ha già dichiarato: “Con Musumeci non andremo, comunque vada. Spero nell’unità del centrodestra, a noi candidato va bene chiunque, ma Musumeci ha rotto questa coalizione. Fratelli d’Italia sarà primo partito della coalizione, noi di Forza Italia speriamo di arrivare al 10 per cento. Qui il problema è tenere unita la coalizione. Noi non vogliamo Musumeci candidato. La Meloni è troppo intelligente per volere spaccare la coalizione. Vogliamo il centrodestra unito. Chiediamo alla Meloni di sedersi attorno a un tavolo e individuare insieme un candidato, qualunque esso sia. Chiediamo formalmente che il centrodestra di non avere un candidato così divisivo come Musumeci che costringerebbe il centrodestra a perdere. Musumeci ha lavorato cinque anni contro i partiti della sua alleanza. Non è possibile, dopo essere stati massacrati da lui, trovare una convergenza sul suo nome”. E Ignazio La Russa, senatore di Fratelli d’Italia, ha replicato: “Chi pensa già alle Regionali sappia che la vittoria di Lagalla, che come noi si è subito espresso a favore del governatore Nello Musumeci, rafforza la candidatura del presidente uscente. Oltretutto, Nello Musumeci è anche il candidato migliore per rintuzzare ogni tentativo di strumentale provocazione sul tema dell’antimafia. Nessuno più di lui, già presidente della commissione Antimafia con i voti di tutta l’Assemblea, può dare garanzie in questo senso”.

Operazione antimafia in uno dei mandamenti storici di Cosa Nostra a Palermo, quello di Santa Maria di Gesù.

I Carabinieri del Ros, con il supporto dei militari del comando provinciale di Palermo, del nucleo carabinieri cinofili e del nucleo elicotteri hanno arrestato 24 persone, accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, rapina e trasferimento fraudolento di valori.

Secondo le indagini, farebbero parte della famiglia mafiosa di Villagrazia e Santa Maria di Gesù, alla periferia orientale della città. L’ordinanza di custodia cautelare (21 in carcere e tre ai domiciliari) è stata emessa dal gip di Palermo su richiesta della locale Dda. Le indagini, sono state coordinate dal procuratore Aggiunto Paolo Guido e dai sostituti procuratori Dario Scaletta e Luisa Bettiol.

(ANSA)

Roberto Lagalla è il nuovo sindaco di Palermo. Supportato del Centrodestra ha il 40% dei voti, soglia obbligatoria per essere eletto già al primo turno in Sicilia. Si afferma davanti allo sfidante del centrosinistra, Franco Miceli. Le proiezioni di Swg, con copertura del 5% e margine di errore al 2,1%, danno Lagalla al 45%, contro il 28,3% di Miceli. L’altro candidato, Fabrizio Ferrandelli, è dato invece al 14,60%. Anche