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“Siamo soddisfatti per l’approvazione degli emendamenti al collegato da parte dell’Ars che tutelano i lavoratori dell’albo della formazione professionale e danno una parziale risposta agli ex sportellisti. Si tratta di un altro importante passo in avanti verso il rilancio del settore, attraverso il riconoscimento dei diritti e delle competenze di queste due categorie”. Lo dice Graziamaria Pistorino, segretaria regionale della Flc Cgil Sicilia.
“I lavoratori storici della formazione e gli ex sportellisti – aggiunge – rappresentano una risorsa di professionalità per troppi anni sprecata. Adesso, valorizzata e aggiornata, potrà essere sfruttata a garanzia della qualità dell’offerta formativa e come supporto ai Centri per l’impiego per l’attuazione delle politiche attive del lavoro”.
“Certo, questi due provvedimenti – conclude Pistorino – non risolvono definitivamente il nodo delle vertenze occupazionali, né esauriscono il capitolo del rilancio del settore. C’è ancora molto da fare per garantire tutti i lavoratori e per fare in modo che la formazione professionale e le politiche attive del lavoro siano davvero uno strumento al servizio delle esigenze occupazionali dei cittadini e di quelle produttive del tessuto economico siciliano”.

L’assessorato regionale alla Formazione, retto da Roberto Lagalla, l’assessorato al Lavoro, retto da Mariella Ippolito, ed il Comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro, hanno firmato un accordo per garantire legalità e trasparenza nel settore. Si tratta, tecnicamente, di un “Protocollo d’intesa per il coordinato raccordo delle attività ispettive e di vigilanza, concernenti l’applicazione delle disposizioni normative in materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale da parte degli organismi formativi”. Il Comando dei Carabinieri renderà a disposizione 16 unità specializzate aggiuntive per un totale di 67 uomini, utili a garantire un efficiente livello di controllo e analisi dell’intero sistema. In tale modo saranno riavviate le attività della formazione professionale siciliana, all’insegna di un rafforzamento delle attività ispettive, di verifica e monitoraggio di tutti gli adempimenti a carico degli enti. L’assessore Lagalla commenta: “Ringrazio sentitamente il comando dei carabinieri che, attraverso una formazione specifica, disporrà ulteriori unità per potenziare le attività di vigilanza. Questo protocollo d’intesa rappresenta una tutela sia per gli allievi che per gli enti stessi e serve a garantire il rispetto delle regole e la massima trasparenza delle procedure”. E l’assessore Mariella Ippolito afferma: “Formazione e lavoro confermano la loro correlazione sociale in questo governo Regionale che tiene a cuore l’inserimento lavorativo di donne e uomini pronti alle nuove sfide del mercato. A monte di questo processo va assicurato il principio di correttezza e legalità, di cui i Carabinieri per la tutela del lavoro sono garanzia certa”.

In manette sono finiti boss ed estorsori già arrestati a gennaio scorso nell’ambito del maxiblitz ‘Montagna’: erano di nuovo liberi per un difetto di motivazione

I Carabinieri del comando provinciale di Agrigento hanno arrestato dieci capimafia delle cosche agrigentine e palermitane e notificato un obbligo di dimora a un undicesimo indagato. L’operazione è stata coordinata dalla Dda di Palermo. In manette sono finiti boss ed estorsori già arrestati a gennaio scorso nell’ambito del maxiblitz ‘Montagna’ e poi scarcerate dal tribunale del Riesame.

I giudici della Libertà, nei mesi scorsi, avevano annullato per difetto di motivazione ben 13 misure cautelari sostenendo che il gip che aveva disposto i provvedimenti si fosse limitato a fare un copia e incolla della richiesta di arresto depositata dai pm Gery Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra. Una decisione, quella del Riesame, che aveva fatto tornare liberi mafiosi ed estortori. E per mesi vittime e carnefici si sono ritrovati faccia a faccia. La Procura di Palermo ha fatto ricorso contro la decisione del tribunale. La Cassazione, che si sta pronunciando in questi giorni, ha dato ragione ai pm e ha annullato con rinvio già 8 delle 13 scarcerazioni disposte dal Riesame.

 

Dopo il blitz Montagna, rompendo un muro di omertà storico, per la prima volta, decine di commercianti e imprenditori della provincia per anni vittime del racket, hanno iniziato a collaborare con gli inquirenti facendo nomi e cognomi degli esattori del pizzo. Un paradosso accaduto in una provincia che è stata teatro della più grossa operazione antimafia mai fatta nella zona. Cinquantasette arresti, con boss di prima grandezza finiti in cella insieme ad esattori del pizzo, gregari e prestanomi. L’hanno chiamata “operazione Montagna” perché a tappeto sono stati disarticolati i vertici di tutti i clan dell’area montana.

Cosche come quella di Raffadali, Aragona, Sant’Angelo Muxaro e San Biagio Platani, Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cammarata e San Giovanni Gemini sono rimaste “orfane” dei loro capi, come Antonino Vizzì e Luigi Pullara, fino alle scarcerazioni disposte dal Riesame. Paradossalmente, invece, è rimasto in carcere Giuseppe Quaranta, ex capomafia di Favara che, dalla fine di gennaio, ha cominciato a collaborare con i magistrati . Le sue dichiarazioni e le ammissioni delle vittime del pizzo sono elementi nuovi usati dalla Procura per gli arresti di oggi.

L’indagine, coordinata dal Procuratore Francesco Lo Voi, racconta di una mafia che parla un linguaggio antico, perpetua organigrammi tradizionali, fa affari con la droga e le estorsioni e si vanta di esistere “fin dalla storia del mondo”. Ma non disdegna business nuovi. Ovunque ci siano fondi pubblici su cui mettere mano i clan accorrono. Dall’inchiesta è emerso, infatti, tra l’altro che il capomafia di Cammarata Calogerino Giambrone avrebbe cercato di infilarsi nella gestione di una coop, la San Francesco di Agrigento, che si occupa di accoglienza di migranti.

Queste le persone arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Agrigento: Antonino Vizzì, 63 anni, ritenuto reggente della “famiglia” di Raffadali; Vincenzo Pellitteri, 66 anni, ritenuto reggente della “famiglia” di Chiusa Sclafani; Franco D’Ugo, 52 anni, del clan di Palazzo Adriano; Giovanni Gattuso, 62 anni, ritenuto reggente della “famiglia” di Castronovo di Sicilia; Vincenzo Cipolla, 56 anni, della cosca di San Biagio Platani; Raffaele La Rosa, 59 anni, ritenuto appartenente alla “famiglia” di San Biagio Platani; Raffaele Salvatore Fragapane, 40 anni, ritenuto appartenente alla “famiglia” di Santa Elisabetta; Luigi Pullara, 54 anni, ritenuto esponente di vertice della “famiglia” di Favara; Angelo Di Giovanni, 46 anni, ritenuto appartenente alla “famiglia” di Favara e Giuseppe Vella, 37 anni, della “famiglia” di Favara.

Dopo 57 giorni dall’approvazione dell’ultimo disegno di legge (la finanziaria, varata lo scorso 30 aprile) l’Ars torna a esaminare e una legge, anzi due. Oggi l’aula ha infatti approvato il ddl “Norme per la valorizzazione del patrimonio storico culturale dei siti legati alla Seconda Guerra Mondiale in Sicilia nel 75esimo anniversario dell’Operazione Husky, ed il ddl “Interventi per i soggetti con problemi specifici di apprendimento”. Il primo ha ottenuti 47 voti, il secondo 45.
    Durante la seduta è stata inoltre votata la decisione di considerare “urgente” la trattazione del disegno di legge sui rifiuti, su richiesta di Giampiero Trizzino (M5S). L’aula si riunirà di nuovo domani alle 16.
  

 

E’ stata approvata oggi dall’Assemblea regionale siciliana la nuova legge sugli “interventi a sostegno dei soggetti con disturbi  specifici di apprendimento” a prima firma del presidente della commissione Salute Margherita La Rocca Ruvolo.

“Abbiamo così dato risposte concrete a famiglie e ad associazioni che avevano chiesto di prestare particolare attenzione a un problema che molto spesso si sottovaluta. L’obiettivo  – ha detto Margherita La Rocca Ruvolo illustrando il ddl in aula – è quello di garantire ai dislessici pari opportunità di apprendimento e di successo formativo, rendendo effettivo il loro diritto allo studio e non pregiudicando il loro futuro inserimento sociale e professionale. La legge prevede interventi sia sul piano sociale che scolastico, fornisce risorse specifiche per la scuola e le famiglie creando un apposito capitolo di bilancio. Tutti segnali forti per dare così un sostegno reale a chi, giornalmente, si adopera per contrastare la dislessia”.

“E’ previsto inoltre – ha aggiunto – che la Regione adotti ogni misura necessaria per adeguare i propri servizi sanitari alle problematiche relative alle difficoltà specifiche di apprendimento, fornendo le strutture di neuropsichiatria infantile di appropriati strumenti riabilitativi e di personale qualificato e, in particolare, di neuropsichiatri infantili, psicologi con formazione specifica in valutazione neuropsicologica delle difficoltà di apprendimento, logopedisti, educatori professionali”.

“Altro compito della Regione – ha proseguito la presidente della sesta commissione dell’Ars – sarà quello di predisporre una campagna di screening e monitoraggio su tutto il territorio regionale. L’individuazione delle strutture sanitarie pubbliche e private specializzate accreditate, preposte ad effettuare la diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento e le ulteriori iniziative volte ad assicurare l’identificazione precoce dei soggetti che ne sono affetti, dovrà avvenire applicando il piano socio sanitario regionale. La nuova legge prevede anche l’istituzione di un comitato tecnico-scientifico sui disturbi specifici dell’apprendimento con scopo formativo del personale scolastico dirigente e docente, degli operatori della formazione e degli operatori sociosanitari, e funzione di promozione di screening, oltre che di documentazione, coordinamento e raccordo degli interventi”.

“Il demanio marittimo deve essere occasione di sviluppo per la Sicilia, inammissibile questa situazione di stallo che si è creata.” – a parlare è l’On. Giusi Savarino presidente della IV Commissione Territorio Ambiente e Mobilità durante l’audizione congiunta con la III Commissione attività produttive, avente ad oggetto le concessioni demaniali marittime e l’applicazione della direttiva Bolkestein. – “Serve un quadro normativo chiaro e procedure snelle per l’adozione dei PUDM. Innanzitutto va eliminato l’equivoco sull’applicabilità al settore della Bolkestein” – prosegue la presidente Savarino- “in verità gli stabilimenti balneari non svolgono un servizio pubblico, ma bensì un servizio privato su un bene pubblico e pertanto dovrebbero essere esonerati dall’applicazione della direttiva. Ma è indubbio che alcuni principi comunitari dovranno essere recepiti nella normativa, quali trasparenza, pubblicità, pluralismo e libera concorrenza.”
Al termine della commissione congiunta, i Presidenti On. Savarino e On. Ragusa si dichiarano soddisfatti per il lavoro svolto e assumono degli impegni. “Abbiamo deciso di portare in aula una mozione che impegni il Governo Nazionale a varare una celere riforma della normativa sul demanio, tenendo conto delle nostre indicazioni e delle sollecitazioni venute dal settore, oltre 3000 aziende siciliane” 
E ancora: “Contemporaneamente lavoreremo per modificare la nostra normativa regionale e snellire le procedure.”
L’on. Ragusa dichiara “Saremo a fianco delle imprese che vogliono investire, aprendo a tutti e facendo delle nostre spiagge volano di sviluppo e lavoro.”
La Savarino aggiunge “È nostro obiettivo quello di garantire la trasparenza ed il pluralismo nell’affidamento delle concessioni, evitando il crearsi o il perpetuarsi di qualsiasi forma di monopolio. Meglio dare più concessioni da massimo 3000 mq a più soggetti che intere spiagge ad un solo che poi le sub concede ad altri. La libera concorrenza migliora i servizi. Il nostro lavoro continuerà nelle prossime settimane occupandoci specificamente anche dei porti.”
Nel corso dell’audizione e’ anche emerso l’ipotesi di ammanchi nell’ultimo quinquennio che ammonterebbero a centinaia di milioni di euro frutto di canoni non riscossi. “Abbiamo chiesto un report sui canoni inevasi. Incalzeremo gli uffici competenti affinché’ si attivino ad incassare e recuperare celermente queste somme che costituirebbero un grave danno per una regione in crisi economica come la nostra.”

Nel 2017 aumentano del 6% i poveri in Sicilia rispetto all’anno precedente. Lo rivela il report dell’Istat sulla povertà in Italia. Le famiglie che vivono in condizioni di povertà relativa sono il 29% (erano il 22,8% nel 2016), in pratica il doppio della media nazionale (12,3%), il 5,3% in più rispetto alla media del Mezzogiorno (24,7).
    L’Isola è al secondo posto della graduatoria nazionale per numero di nuclei familiari indigenti, peggio fa solo dalla Calabria, dove il 35,4% delle famiglie è in povertà. Seguono Campania (24,4%), Puglia (21,6%), Basilicata (21,8) e Sardegna (17,3).

In Italia peggio dell’Isola soltanto la Calabria

Autorizzato da Viminale approdo del cargo da giorni in rada

(ANSA) – POZZALLO (RAGUSA), 26 GIU – E’ attraccata nel porto di Pozzallo, poco dopo la mezzanotte, la nave portacontainer danese Alexander Maersk, ferma da venerdì scorso davanti alle coste ragusane con 108 migranti soccorsi nei giorni scorsi nel Mediterraneo.(ANSA).

E’ attraccata nel porto di Pozzallo, poco dopo la mezzanotte, la nave portacontainer danese Alexander Maersk, ferma da venerdì scorso davanti alle coste ragusane con 108 migranti soccorsi nei giorni scorsi nel Mediterraneo.

Il comandante della nave ha chiesto l’aiuto di un rimorchiatore e di un pilota a bordo per le operazioni di attracco. La portacontainer ha infatti una lunghezza di 113 metri e le operazioni di attracco sono particolarmente complesse, soprattutto per un equipaggio che non conosce lo scalo. Dalla nave è sceso per primo il medico marittimo Vincenzo Morello, che ha verificato la situazione sanitaria dei migranti ed ha assicurato che tutto è “sotto controllo”. Subito dopo cominceranno le operazioni di sbarco dei migranti che verranno successivamente trasferiti in un hot spot per la loro identificazione.

Dal ministero dell’Interno era arrivata l’autorizzazione al cargo Alexander Maersk, fermo da giorni davanti a Pozzallo, di poter attraccare al porto del Ragusano. Lo rende noto il sindaco Roberto Ammatuna sottolineando che “finisce così l’incubo per 110 migranti che ospita a bordo che potranno essere accolti ed assistiti nel migliore dei modi”. 

Sulla banchina del porto di Pozzallo è pronta la macchina per accogliere i migranti a bordo della nave cargo battente bandiera danese dopo il via libera del ministero dell’Interno. Una motovedetta della Guardia Costiera ha accompagnato i medici a bordo della nave che si trova nella rada per il monitoraggio sanitario dei migranti prima di procedere allo sbarco. Anche un rimorchiatore si è mosso per favorire l’ingresso del mercantile nel porto considerata la sua enorme stazza.  

“Non posso non manifestare la mia soddisfazione per la positiva conclusione della vicenda – afferma il sindaco di Pozzallo – perché si è avverato l’auspicio contenuto nel mio appello”. “Era una decisione attesa non solo da parte mia ma anche da tutta la città – continua Roberto Ammatuna – che ha vissuto con apprensione l’evolversi della situazione”.

Ammatuna “ringrazia il ministro Salvini per aver accettato la richiesta umanitaria che ho inoltrato e sono sicuro che la decisione assunta sia quella giusta”. “La macchina organizzativa è già attivata – sottolinea il sindaco di Pozzallo – ed accoglieremo con l’umanità di sempre queste persone che hanno sofferto, cercando di dare loro la dovuta assistenza e restituirgli il sorriso. Un ringraziamento va alla Prefettura, alle forze dell’ordine, alla Capitaneria di Porto ed ai volontari per l’impegno profuso; un ringraziamento particolare va inoltre al comandante e all’equipaggio della nave Alexander Maersk per l’umanità dimostrata”. “Oggi – conclude Ammatuna – è un giorno importante, perché oltre alla lieta conclusione della vicenda è stato dimostrato che la solidarietà è ancora un sentimento diffuso”.

Dalle prime ore di stamane la Dia di Messina, supportata dal centro operativo di Catania, sta apponendo i sigilli al patrimonio nella disponibilità di un imprenditore della ristorazione ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa dei cosiddetti barcellonesi. Il sequestro, tuttora in corso, che interessa il capitale sociale di imprese, immobili e conti, anche intestati a terze persone, è stato eseguito su disposizione della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Messina, su proposta del procuratore della Dda Maurizio De Lucia e del direttore della Dia Giuseppe Governale.
    Una conferenza stampa è prevista alle 10.30 nella la sede della Dia di Messina alla presenza di De Lucia e dell’aggiunto Vito Di Giorgio.

S’è azionata durante pulizia. Donna romena rischia perdere arto

Una romena di 27 anni, impiegata in un un negozio di pasta fresca a San Vito Lo Capo, rischia di perdere il braccio, rimasto incastrato in una macchina per la lavorazione dell’impasto. Le pale si sono azionate mentre la donna stava pulendo l’attrezzo. Per liberare la romena è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco.
    La lavoratrice è stata portata in elisoccorso al reparto di Chirurgia plastica dell’ospedale Civico di Palermo.
    L’incidente è avvenuto intorno alle 13 nel negozio “A Busiata”, al civico 10 di via Farini, nella località turistica del Trapanese.