L’orizzonte degli aeroporti siciliani è stato fissato dal governatore Nello Musumeci: due società, una per la Sicilia occidentale, che gestisca gli scali di Palermo, Trapani e delle isole minori di Lampedusa e Pantelleria, l’altra per la Sicilia orientale che metta insieme Catania e Comiso. Per poi procedere a una probabile privatizzazione. Ma nell’attesa che tutto questo avvenga, e si prevedono tempi lunghi, i due scali minori guardano alla loro imminente sopravvivenza, legata a una necessità impellente: a Trapani, far tornare Ryanair, o comunque una compagnia che garantisca un certo numero di destinazioni turistiche importanti; a Comiso, trattenere Ryanair. In entrambi i casi l’obiettivo passa dalla riproposizione dell’accordo di co-marketing. Se non si procederà ai nuovi bandi entro agosto, le speranze di programmare l’estate del 2019 saranno ridotte al lumicino, con il serio rischio di chiusura degli scali per inattività.
Una prima mossa da parte di Soaco, la società che gestisce Comiso, è stata la manifestazione d’interesse per l’affidamento in gestione dell’aeroporto Pio La Torre. La scadenza era fissata a stamattina alle 10. Le offerte arrivate sono state tre. Di cui una, stando a quanto appreso da MeridioNews, è la Sac, la società pubblica che già gestisce lo scalo di Fontanarossa di Catania e che, tramite la controllata Intersac è già tra i soci di Soaco. Gli altri due nomi, «per motivi di privacy», rimangono al momento top secret. «Ma – spiega Giorgio Cappello, amministratore delegato di Soaco – ci fanno ben sperare, e ci rassicura la solidità del profilo degli interessati». Sembrerebbe quindi che, quantomeno alcuni dei soggetti che hanno presentato l’offerta, vantino già un’esperienza nel settore. Qualcuno aveva visto nell’operazione della Soaco una provocazione, una mossa disperata visto il momento delicato in cui versa lo scalo. «Le risposte invece – continua Cappello – ci dimostrano che il nostro è un territorio appetibile che può generare un incoming di flussi turistici». Il mandato esplorativo non è vincolante, né per Soaco, che dovrebbe procedere adesso a un bando per l’affitto del ramo d’azienda, né per le società che si sono fatte avanti, che ipoteticamente potrebbero anche non presentarsi al bando.
Come si conciliano queste manovre con l’idea di una società unica con Catania delineata da Musumeci? «L’eventuale ipotesi di affitto d’azienda è solo temporanea – spiega Cappello – i tempi per la società unica sono lunghi: serve che il socio di maggioranza di Soaco, Intersac holding, metta a bando le sue azioni e che il nuovo socio sia nelle condizioni di ricapitalizzare l’azienda. Nel frattempo dobbiamo fare di tutto per scongiurare la chiusura e garantire la continuità». Sullo sfondo, ma di vitale importanza, resta il bando per l’accordo di co-marketing. Si tratta dello strumento usato finora per garantire la presenza di Ryanair sia a Trapani che a Comiso. In sostanza i Comuni mettono a bando (usando soldi della Regione, ma non solo) la promozione del loro territorio, attraverso pubblicazioni su riviste, siti, ecc. Così negli ultimi anni la Airport Marketing Service Limited, la società che gestisce il marketing di Ryanair ha potuto contare su decine di milioni di euro. E la low cost ha garantito rotte e turisti.
Il precedente accordo è scaduto a marzo del 2018, ma la Soaco ha contrattato una proroga con la compagnia irlandese fino al 31 ottobre, con possibile prolungamento al 31 marzo 2019. Questo ha finora garantito, a differenza di quanto successo a Trapani, il mantenimento della presenza della low cost. Il nuovo bando, del valore di 8,8 milioni di euro (messi dalla Regione, dal libero consorzio, dalla Camera di commercio e dal Comune di Ragusa), dovrebbe assicurare il futuro dalla stagione estiva 2019. Il condizionale, però, è d’obbligo.
Il progetto è, da oltre un mese, al vaglio dell’assessorato al Turismo che recentemente lo ha passato alla commissione competente dell’Ars. Lo stesso vale per Trapani Birgi. Lungaggini che hanno fatto perdere la pazienza al sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, ente capofila tra i Comuni trapanesi interessati al co-marketing da 17 milioni già stanziati (a cui se ne dovrebbero aggiungere altri quattro per coprire il 2020), per lo scalo della Sicilia occidentale. Stamattina il primo cittadino marsalese ha incontrato i vertici Airgest (la società che gestisce Birgi) per chiedere chiarezza sui tempi di pubblicazione del nuovo bando. Tempi che, però, non dipendono più dalla società di gestione, bensì da quelli dell’assessorato. «Ci hanno detto che la quinta commissione darà il via libera la prossima settimana – dice Di Girolamo – ma ci credo solo quando lo vedrò, perché è passato troppo tempo».
Il passo successivo dovrebbe essere la ricapitalizzazione di Airgest. Secondo fonti della società, l’assemblea potrebbe riunirsi entro il mese di luglio. Nel 2017 lo scalo di Birgi ha chiuso in perdita di oltre un milione di euro, nel 2018 sarà peggio, a causa del ridimensionamento di Ryanair. Di conseguenza, per appianare i debiti e permettere il funzionamento dello scalo, si stima che la ricapitalizzazione possa toccare i dieci milioni di euro, per cui la Regione dovrebbe attingere dall’apposito fondo per le società partecipate inserito nella Finanziaria.