
Pensionamenti e concorsi in ritardo riducono il numero dei dirigenti a disposizione: 274 istituti su 850 saranno guidati part-time. Record a Enna: solo in cinque casi non c’è un reggente. A Palermo 82 vertici “sdoppiati” su 208
Anno scolastico al via, nell’Isola, con l’emergenza reggenze: nel 2018/2019, una scuola su tre sarà costretta a condividere il preside per tutto l’anno. Tra venerdì e sabato, gli ex Provveditorati agli studi (ora ambiti territoriali provinciali) hanno pubblicato gli incarichi di reggenza conferiti ai presidi che si sono candidati a gestire, oltre alla propria, un’altra scuola. Dove la poltrona più importante è vacante perché il capo d’istituto titolare è andato in pensione, è stato trasferito in un’altra scuola, è distaccato e assegnato ad altro incarico o perché l’istituto è sottodimensionato (cioè ha meno di 600 alunni, che diventano 400 per le piccole isole e le comunità montane).
In totale sono 137 le reggenze affidate ad altrettanti dirigenti scolastici che, per un compenso mensile che si aggira attorno ai 500 euro, ha deciso di sobbarcarsi il peso di due scuole anziché una. Un manipolo di volontari che consente alle scuole senza nocchiero di funzionare. I 137 funamboli, che dovranno fare la spola tra i diversi plessi dei due istituti affidati, gestiranno in totale 274 istituzioni scolastiche: un terzo delle 850 esistenti nell’Isola.
E la situazione rischia di aggravarsi il prossimo anno. Perché il concorso a preside avviato a luglio, col quizzone da 100 domande a risposta multipla, avrà un iter piuttosto lungo. «Le scuole sono sempre più allo sbando. Già è difficile gestire una scuola, figuriamoci due», sbotta Francesca Bellia, a capo della Cisl scuola regionale. «Nonostante l’impegno di accorciare i tempi del concorso a preside — prosegue — tenendo conto che servirà superare ancora una prova scritta, l’orale e un corso dirigenziale di formazione e tirocinio, avremo l’esito definitivo non prima dell’anno prossimo. In questo modo, il dato delle reggenze crescerà ancora per un altro anno. Questo ci preoccupa molto».
Le province con più presidi in condominio sono quelle di Enna e Palermo. Nella provincia al centro della Sicilia la situazione è surreale: su 35 istituzioni scolastiche solo 5 avranno un preside “in esclusiva”. Va un po’ meglio a Palermo e provincia, ma solo per poco: le reggenze sono 41, dunque 82 scuole su 208 avranno un preside “in condominio”.
Ma cosa vuol dire dirigere due scuole? «Intanto — spiega Anna Maria Catalano, preside del liceo scientifico Cannizzaro di Palermo, reggente dell’istituto comprensivo Karol Wojty?a, all’Acquasanta — significa raddoppiare tutti gli impegni istituzionali: collegi dei docenti, consigli d’istituto, contrattazioni con i sindacati e scrutini. Quest’ultimo è un momento delicato perché occorre predisporre calendari compatibili per essere presente a tutti gli scrutini. Naturalmente non si può presenziare a tutto, ma alcuni adempimenti non si possono delegare e occorre quindi essere presenti. Per fare andare avanti le cose, è necessaria la collaborazione del personale. Ma spesso, quando la scuola è sottodimensionata, non c’è neppure il segretario: anche in questo caso c’è un reggente. Una circostanza che triplica i problemi. La reggenza, poi, raddoppia le responsabilità che sono già tante in una sola scuola». E quando la scuola è articolata in tanti plessi la situazione si complica ulteriormente. «Più plessi non si possono governare a distanza. Quello che riesci a fare è adempiere burocraticamente alla maggior parte delle cose. Ma dirigere una scuola non vuol dire questo, occorrerebbe essere presente. Una cosa che non riesci a fare».