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La Commissione regionale antimafia ha ampliato, con un nuovo regolamento d’aula, le cause di incompatibilità rispetto alla presenza nella stessa Commissione, tra le imputazioni legate alle legge Severino e per gli altri reati una condanna definitiva superiore a 2 anni. E ciò non solo per i componenti dell’ufficio di presidenza ma per tutti i componenti della Commissione. Ad esporre il regolamento con le modifiche è stato il presidente Antonello Cracolici, affiancato dai componenti dell’ufficio di presidenza, Ismaele La Vardera e Roberta Schillaci.

“Le sue condizioni sono gravi, la malattia ha avuto un’accelerazione negli ultimi mesi. Non lo definirei un paziente in buone condizioni di salute. Sono certo che continuerà a ricevere tutte le cure di cui ha bisogno. Ieri i carabinieri mi hanno chiesto se posticipare di tre, quattro giorni il ciclo di chemioterapia che avrebbe dovuto fare qui avrebbe avuto conseguenze e io ho firmato l’autorizzazione perchè un ritardo così contenuto non avrà alcun effetto sul suo stato di salute”.

Lo dice a Repubblica online Vittorio Gebbia, responsabile dell’Oncologia medica della clinica La Maddalena, dove il boss Matteo Messina Denaro è stato arrestato ieri mattina. Gebbia ha visitato il boss, alias Andrea Bonafede, nel gennaio 2021 prima di una valutazione multidisciplinare chirurgica. Poi il mafioso ha iniziato la chemio e il 4 maggio 2021 è stato operato per le metastasi al fegato da una equipe chirurgica. Gebbia dice che la prognosi infausta è stata “accolta con grande dignità” dal paziente che aveva, la “piena consapevolezza delle sue condizioni di salute” e “nessun atteggiamento che potesse destare sospetto”.

E’ stata diffusa una foto che ritrae il boss Matteo Messina Denaro insieme ad un medico a Palermo, dove il capomafia ha ricevuto prestazioni sanitarie sotto il falso nome di Andrea Bonafede. L’ex superlatitante, dopo che gli è stato diagnosticato un tumore al colon, il 13 novembre del 2020 è stato operato all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo. Poi il 4 maggio del 2021 è stato operato alla clinica “La Maddalena” a Palermo per rimuovere delle metastasi.

Non si placa lo scontro interno alla maggioranza di centrodestra alla Regione sulla partecipazione della Sicilia al Festival di Cannes. Invocato il “passo indietro” dell’assessore Scarpinato.

Non si attenua affatto lo scontro interno alla maggioranza di centrodestra alla Regione insorto intorno alla partecipazione plurimilionaria della Sicilia al Festival internazionale del cinema di Cannes. Anzi, tutt’altro. Infatti, dopo la capogruppo Marianna Caronia, anche Vincenzo Figuccia, della Lega, rilancia: “Fratelli d’Italia faccia un passo indietro”. E poi spiega: “In questi giorni non sono intervenuto sulla questione che riguarda il bando da 3 milioni e 700mila euro affidati e poi revocati per la mostra al Festival di Cannes. Ma una cosa mi sento di dirla. Io sto con il Presidente Schifani e con i siciliani onesti. E’ giusto che gli organi preposti facciano chiarezza, individuando eventuali responsabili in modo da ritornare velocemente al lavoro che ci aspetta e che affronteremo in questi mesi a partire dalla finanziaria. Fratelli d’Italia faccia un passo indietro, rispettando le posizioni del nostro Presidente Schifani e dell’intera coalizione” – conclude. Dunque, non si tratta di un intervento polemico diretto e personale contro l’assessore nell’occhio del ciclone, ma l’invito ad un gesto di opportunità e buona volontà per rasserenare gli animi. In casa Fratelli d’Italia a Roma adesso vi è silenzio. L’ex assessore regionale al Turismo, Manlio Messina, non avrebbe concordato con i vertici del partito di Giorgia Meloni le sue dichiarazioni nel merito della responsabilità della contrattazione dell’affidamento milionario alla società lussemburghese, addossata da Messina al presidente Schifani in quanto lui assessore al Turismo ad interim nel periodo interessato. Ad ogni modo, Fratelli d’Italia non ha alcuna intenzione di cedere la delega al Turismo in Sicilia. Di conseguenza il bivio che si prospetta è da una parte la resistenza ad oltranza, e dall’altra il passo indietro di Francesco Scarpinato indicando un altro nome al sul posto di assessore al Turismo, ovviamente di Fratelli d’Italia. Sullo sfondo di tutto ciò, Forza Italia all’Ars, Lega e Democrazia Cristiana sono con Schifani, e Fratelli d’Italia, sotto fuoco amico, rivendica il peso politico nella coalizione frutto del risultato elettorale. Più in sintesi: sono in bilico le condizioni di stabilità del governo. In tale ambito gli Autonomisti provano a raffreddare il contenzioso, e l’assessore regionale ai Servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro, afferma: “Piuttosto che comunicare attraverso i mass media l’implicita e non disinteressata appartenenza alla tifoseria, le forze politiche dovrebbero attivarsi per un confronto franco e costruttivo al fine di chiarire e di concordare le importanti scelte da compiere”.

Giuliana Miccichè

Maurizio De Lucia, Procuratore di Palermo: “Siamo orgogliosi di quanto fatto questa mattina perché abbiamo catturato l’ultimo stragista. Era un debito che la Repubblica aveva nei confronti delle vittime ed in parte oggi è stato saldato. La mia presenza e quella del procuratore aggiunto Guido è anche una testimonianza di riconoscimento e di affetto verso l’Arma dei Carabinieri e verso coloro i quali sono intervenuti stamattina. Non sono state utilizzate le manette e non è stata usata violenza come si usa in un Paese democratico. Abbiamo assicurato allo Stato un pericolosissimo latitante. Allo stato non ci sono elementi che ci facciano pensare a complicità della clinica. I documenti utilizzati dal latitante erano apparentemente legittimi e legali ma ci sono comunque accertamenti in corso. Il soggetto che è stato arrestato per favoreggiamento della latitanza di Messina Denaro è un nome noto per omonimia in ambienti mafiosi. È un perfetto sconosciuto ed è compatibile con il profilo di un accompagnatore di latitanti. Matteo Messina Denaro non parla e non abbiamo avuto indicazioni da lui. Siamo davanti ad un obiettivo primario e la cattura viene prima di qualsiasi cosa. L’indagine si basa su due pilastri: le intercettazioni, che sono irrinunciabili e indispensabili nel contrasto alla mafia e senza le quali non si possono fare indagini di questo tipo; lo sviluppo investigativo dei Ros a diversi livelli dalle indagini tradizionali a quelle tecnologiche. Nel ventunesimo secolo la gente si muove con criteri smart e le nostre indagini devono esserlo altrettanto.”

Generale Pasquale Angelo Santo, comandante Ros: “Un percorso investigativo durato anni. Nell’ultimo periodo abbiamo acquisito elementi che ci hanno portato a concentrarci sull’aspetto legato alla salute e alla sua malattia e che stesse frequentando una struttura per potersi curare. Il lavoro è stato caratterizzato dalla rapidità, dalla riservatezza e dal modo con cui in poche settimane abbiamo messo in fila elementi per individuare la data di oggi. Il ricercato si sarebbe dovuto sottoporre a terapie cliniche. La Procura di Palermo ha autorizzato le attività tecniche fino al punto del blitz. La ricerca del latitante è stata concentrata nelle prime ore del mattino e attraverso alcune verifiche lo abbiamo identificato e arrestato. Questo è il risultato del lavoro di tanti carabinieri, del loro sacrificio e di quello delle loro famiglie. I nostri militari hanno trascorso, ad esempio, le ultime vacanze natalizie in ufficio senza mai fermarsi.

Paolo Guido, procuratore aggiunto Palermo: “L’aspetto sanitario è stato rilevante, indubbiamente. È stato uno degli eventi che ha costretto il latitante ad esporsi. Non abbiamo trovato un uomo distrutto anzi in apparente buona salute, ben curato. Lo abbiamo trovato con una rete che fino a qualche ora fa lo ha sorretto e alimentato la sua latitanza. Dover fare i conti con la salute è grazie a Dio un fatto democratico. Non poteva affidarsi a personaggi distanti dal contesto territoriale ma ci sono indagini in corso.”

Colonnello Luigi Arcidiacono: “L’intervento che abbiamo effettuato oggi si basa su più fasi. Avevamo avuto notizia che il latitante era arrivato nella struttura sanitaria ed è scattato il dispositivo in una zona ritenuta sensibile. Il latitante non ha opposto alcuna resistenza, si è subito dichiarato anche se guardandolo ci siamo accorti che fosse lui. Era quello che ci aspettavamo di trovare. Non abbiamo avuto contezza di una fuga ma sicuramente avrà cercato vie di uscita alla vista del dispositivo.”

A Palermo è stato ritrovato il turista finlandese di cui non vi è stata più traccia da ottobre. Alcune persone lo hanno segnalato nella zona tra il Cep e viale Michelangelo, e poi è stato sorpreso a vagabondare dentro l’ex istituto Salvemini. Si sono rasserenati i genitori finlandesi di Tommy Hirvinen, 29 anni, nato a Helsinki, trasferitosi in autunno a Palermo per avviare un Bed and breakfast. La famiglia ha presentato denuncia alla polizia, e si è rivolta anche ad un’agenzia di investigazioni privata. E ha spiegato: “Tommy soffre di una patologia che mantiene sotto controllo grazie ad alcuni farmaci. A causa della malattia, sarebbe stato varie volte nei pronto soccorso degli ospedali Villa Sofia e Ingrassia, dai quali sarebbe scappato rinunciando alle cure. In un’occasione sarebbe stato trasportato in ospedale dopo avere subito delle percosse, forse in seguito a una lite. Il suo telefono risulta sempre irraggiungibile e si ipotizza che possa non essere pienamente lucido”.