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Non è ancora ufficiale: il Giro d’Italia 2020 dovrebbe partire dalla Sicilia ad ottobre. E forse, ad inaugurare la competizione ciclistica potrebbe essere una cronometro a Palermo, prima di una tappa a Monreale. Il Giro, causa Covid, è stato rinviato da maggio scorso al 2021. Invece gli organizzatori sono a lavoro per anticiparlo ad ottobre. Se non vi fosse stata l’emergenza sanitaria, dopo tre tappe in Ungheria, la carovana sarebbe giunta in Sicilia. Il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono, spiega: “Il 12 maggio scorso era prevista la prima tappa italiana, con partenza da Monreale. Adesso aspettiamo la conferma ufficiale che il Giro 2020 ci sarà ad ottobre e che passi da noi. Per Monreale sarebbe una grande opportunità, dopo questo periodo di buio. Arrivati a Monreale, i ciclisti dovrebbe proseguire su viale Regione Siciliana per poi, dopo aver percorso corso Calatafimi, prendere la Palermo-Sciacca e proseguire verso Agrigento”.

Un uomo di 51 anni è stato arrestato dai Carabinieri nel Trapanese allorchè avrebbe commesso ripetuti abusi su tre dei suoi quattro figli, che hanno meno di 14 anni. A suo carico, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Marsala ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza sessuale continuata. Dall’indagine, avviata nel giugno 2018 a seguito di alcune segnalazioni giunte ai Carabinieri della Procura, è emerso che l’uomo avrebbe abusato dei tre figli sin dal 2012. Due anni addietro, dopo i primi accertamenti, i quattro minorenni sono stati trasferiti in una comunità protetta e segreta. Nel frattempo gli inquirenti sono impegnati a valutare anche eventuali responsabilità della madre dei bambini.

Con invito a dedurre notificato, la Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Siciliana contesta al Sindaco Orlando, all’Ingegnere Munafo’, ex Commissario Straordinario della Città Metropolitana di Palermo, ed all’ex Segretario Generale della Città Metropolitana di Palermo, Salvatore Currao, un presunto danno erariale derivante da una serie di irregolarità connesse alla erogazione delle indennità di risultato in favore dello stesso Currao.
La Procura Regionale, in particolar modo, individua due voci di danno.
La prima (87.000,33), addebitata al solo Currao, concerne la presunta indebita percezione della indennità di risultato relativamente alle annualità 2010,2011,2012,2013.
In particolar modo, osserva la Procura, il Segretario Currao avrebbe omesso di denunciare il fatto produttivo del danno, ovverosia la presunta indebita percezione da parte del medesimo degli emolumenti in questione.
Secondo la Pubblica Accusa, l’Ex Segretario Generale era tenuto a segnalare all’Amministrazione di appartenenza l’illecita percezione di tali emolumenti per effetto della mancata attivazione del sistema di valutazione della performance.
La violazione dell’obbligo di denuncia, secondo la Procura Regionale, non consente al Currao di eccepire la prescrizione del danno erariale prevista nell’ipotesi di decorrenza di cinque anni dal fatto dannoso
La seconda voce di danno, relativa alle annualità 2014, 2015, 2016, 2017, viene invece imputata pro quota al Sindaco Orlando (euro 25.905,6), all’Ing. Munafo’ (19.091,33), ed allo stesso Dottore Currao (euro 29.998,19).
Più nel dettaglio, la Procura Regionale imputa al Sindaco Orlando ed all’Ing. Munafo di aver adottato una serie di provvedimenti con cui sarebbe stata riconosciuta al Dottore Currao l’indennità di risultato, senza aver previamente attivato il “c.d. sistema di valutazione della performance”, ovverosia lo specifico procedimento volto alla verifica dell’effettivo raggiungimento degli obbiettivi assegnati al dipendente della P.A..
La Procura Regionale contesta invece al Dottore Currao di non aver assunto alcuna iniziativa utile ad impedire l’indebita percezione del beneficio economico.
L’Ing. Munafo’ ha conferito mandato all’Avv. Girolamo Rubino al fine di dimostrare l’infondatezza delle tesi accusatorie della Procura e, per l’effetto, la piena liceità del proprio operato.

Per i pubblici ministeri della Dda Francesca Dessì e Geri Ferrara i sei indagati dell’operazione “Passepartout” devono essere rinviati a giudizio. Si tratta dell’inchiesta che ha svelato un presunto intreccio fra la famiglia mafiosa di Sciacca e una parte della politica. L’udienza preliminare, davanti al gup di Palermo Fabio Pilato, è stata fissata per il prossimo 9 settembre. Fra i principali imputati figura Antonello Nicosia, 48 anni, di Agrigento, assistente parlamentare della deputata di Italia Viva, Giusi Occhionero, accusato di associazione mafiosa. Secondo gli inquirenti Nicosia sarebbe stato il braccio destro del capomafia Accursio Di Mino, tornato libero dopo due condanne per mafia. Insieme avrebbero gestito affari e persino progettato un omicidio. A Nicosia si contesta di avere strumentalizzato la sua funzione di collaboratore parlamentare per accedere in alcune carceri siciliane, venire a contatto con boss e trasmettere all’esterno i messaggi che servivano alla gestione della famiglia mafiosa.

Insieme a Nicosia e Dimino è coinvolta nella vicenda anche la parlamentare Occhionero, accusata di falso con l’aggravante di avere agevolato l’associazione mafiosa.
La deputata, in particolare, avrebbe dichiarato falsamente, in diverse attestazioni indirizzate alle case circondariali di Agrigento, Sciacca e Palermo che, nel dicembre del 2018, Nicosia “prestava una collaborazione professionale diretta, stabile e continuativa”. Dinanzi al Gup sono anche i fratelli Paolo e Luigi Ciaccio, 33 anni e Massimiliano Mandracchia, 47 anni, accusati di favoreggiamento personale con l’aggravante dell’avere agevolato l’associazione mafiosa. I tre avrebbero messo a disposizione locali di propria proprietà e utenze telefoniche per aiutare Nicosia, Dimino e altri associati a eludere le investigazioni e trasmettere messaggi. Nicosia e Dimino si trovano in carcere dal 4 novembre, giorno in cui è scattata l’operazione.

«Voglio manifestare la piena collaborazione all’Arma dei Carabinieri e al neo prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, nella lotta al caporalato e al lavoro “nero” in agricoltura». Lo dichiara Rosalba Cimino, deputata parlamentare del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione Agricoltura, in occasione della cerimonia celebrativa per i 206 anni dalla fondazione dell’Arma dei carabinieri. «Oggi, nel resoconto annuale, è stato toccato un tema importante e spesso trascurato come quello del caporalato. Voglio ringraziare le forze dell’Ordine per l’impegno nella nostra provincia – dichiara Cimino-. Il caporalato è ancora vivo e presente nelle nostre terre, ma grazie alle forze dell’Arma, che negli ultimi anni ha eseguito importanti operazioni per fermare un vero e proprio schiavismo, si sono fatti enormi passi avanti. I numeri sul lavoro “nero” dimostrano come sia importante anche l’appoggio dei cittadini, affinché ogni sfruttamento venga denunciato. Noi, parlamentari della commissione Agricoltura, siamo sempre disposti a collaborare per far vincere la legalità». Il deputato conclude augurando buon lavoro al prefetto e alle forze dell’Arma.

Occorre ricomporre la frattura esistente tra chi amministra e chi ha una visione della società che non si piega alla mera logica del profitto e del consumo. La pandemia, nella sua drammaticità ha messo a nudo le profonde contraddizioni del nostro tempo e ci ha rivelato come ogni grande progetto ha senso se pone al centro l’essere umano con la sua coscienza e la bellezza. In un tempo di guerre non dichiarate quale quello che viviamo, la riflessione ci riconduce all’essenziale e ci invita ad essere visionari; a quella “lucida follia” di chi vuole intepretare l’esistente tentando di amministrare nel rispetto della memoria e tutelando ciò che è prezioso, caro e amato”.

Così l’Assessore dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonàintervenendo a Palermo alla conferenza stampa per l’assegnazione del premio internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa. “La cultura – ha sottolineato l’assessore Samnà – ha, oggi più che mai, il compito di rappresentare quel “vaccino” che rafforza e fortifica. E alla giornalista che gli ha chiesto se anche lui  come Guzel Jachina, la giovane scrittrice russa vincitrice del premio – ritiene che la cultura sia la stampella del sistema politico, Alberto Samonà ha risposto che essere stampella vuol dire riconoscere che il sistema è claudicante. E in effetti malato è un sistema che si lega alle logiche del consumo e perde di vista il senso dell’uomo, delle cose e della storia. Sarò un assessore visionario – ha affermato Alberto Samonà – ma cercherò di amministrare i Beni culturali della Sicilia percorrendo sentieri che conducano nella direzione di un autentico rinascimento”.

Per i matrimoni, in Sicilia è ancora caos, e per migliaia di coppie, in attesa di convolare a giuste nozze dopo anni di attesa, sono ore di angoscia, senza contare i danni per il settore dei ricevimenti, indotto compreso , che nell’isola muove ogni anni un giro di affari di alcuni miliardi di euro”.
Dal governo regionale, a differenza di quanto accaduto in altre regioni, non sono ancora arrivate precise indicazioni per la ripartenza, costringendo i promessi sposi a palpitare ancora e migliaia di ristoratori, fotografi, videomaker, produttori , venditori di abiti da cerimonia, tipografi, etc a rimanere ancora al palo e a fare i conti con una crisi che rischia di sferrare loro il colpo fatale.
Sulla vicenda chiedono chiarezza i deputati del M5S all’Ars Valentina Zafarana e Nuccio Di Paola, che hanno chiesto un’audizione degli operatori del settore e dei rappresentanti del governo in commissione Attività produttive. Per rendersi conto della gravità della situazione i due parlamentari hanno già incontrato una delegazione di imprenditori che operano nel ramo wedding.
“Musumeci e la sua giunta – dicono Zafarana e Di Paola – hanno totalmente snobbato il settore del wedding, sia nella fase emergenziale che in quella della ripartenza da Covid-19. In queste ore abbiamo incontrato gli operatori del settore che ci hanno manifestato la loro totale delusione per l’assenza di attenzione della Regione Siciliana verso un comparto che ogni anno in Sicilia produce un sostanzioso fatturato. La Commissione Attività produttive ascolti immediatamente cosa hanno da dire questi operatori che non hanno ancora ricevuto nessuna linea guida sulle modalità della ripartenza”.
“Mentre in altre regioni, come la Campania – spiegano i deputati – sono stati emanati precisi protocolli per consentire la ripartenza dei festeggiamenti dei matrimoni e consentire così una programmazione che, come sappiamo nel caso delle nozze, viene avviata anche con anni di anticipo, in Sicilia regna la più totale confusione. Migliaia di giovani coppie che avevano programmato le nozze per questa primavera, estate e autunno oggi brancolano nel buio, così come non sanno niente gli operatori del settore. Pensiamo alle sale ricevimenti, ai fotografi, ai fiorai e tutto l’indotto che ogni anno fa lavorare migliaia di siciliani regalando vere ed uniche emozioni. In commissione Attività produttive cercheremo di capire perché ad oggi nulla è stato fatto”.

Operazione “Mazzetta sicula”: l’ANCI Sicilia si costituirà parte civile nell’eventuale procedimento penale in relazione a quanto emerso sulla gestione della discarica di Lentini.

Lo ha annunciato il presidente di ANCI Sicilia, Leoluca Orlando che spiega: “Quest’ ultima vicenda rischia di rappresentare una ulteriore conferma di quanto più volte denunciato negli ultimi anni dall’ANCI Sicilia. La conferma di un sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia fondato sull’oligopolio e su pochi interessi privati,  un sistema che per anni ha favorito alti profitti per i privati rappresentando un danno per strutture e impianti pubblici ed un aggravio di costi per i comuni e quindi anche per i cittadini”.

“Dal 2014  – ha aggiunto il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani – come ANCI Sicilia siamo intervenuti in tutte le sedi competenti per denunciare gli effetti di questo sistema fondato su un “ricatto” in base al quale, nel breve periodo,  l’unica alternativa al conferimento nelle poche discariche operanti  era quella di avere i rifiuti per strada con le evidenti gravi conseguenze anche sul piano sanitario”.

“Per queste ragioni –ha concluso Orlando –  riteniamo che complessivamente i comuni siano stati parte lesa nella vicenda della gestione dei rifiuti e, pertanto, sia doveroso richiedere in questo come in altri eventuali processi di costituirsi parte civile”.

“Oltre 5.5 milioni di euro in arrivo dal Governo ai comuni della provincia di Agrigento e 829.957,81 euro al Libero Consorzio Comunale di Agrigento per far fronte alle spese necessarie per assicurare i servizi fondamentali ai cittadini.” È quanto riferiscono in una nota le deputate della Commissione Finanze della Camera, Azzurra Cancelleri (m5s) e Vita Martinciglio, che spiegano:

“Il Ministero dell’Interno il 28 maggio scorso ha disposto il pagamento a favore dei comuni del 30 per cento del contributo loro spettante per l’anno 2020 per l’esercizio delle funzioni fondamentali.

Le risorse sono state previste dall’articolo 106 del “Decreto Rilancio” per permettere agli enti locali di sopperire alle possibili minori entrate, anche per i servizi pubblici locali, dovute all’emergenza Covid.”

“L’acconto versato in questi giorni – prosegue Cancelleri – è di complessivi 900 milioni di euro per i comuni e di 150 milioni per province e città metropolitane.

Per i Comuni della provincia di Agrigento gli importi sono così ripartiti:

Comuni FONDO PER ESERCIZIO FUNZIONI FONDAMENTALI
Agrigento 891.030,96
Sciacca 450.405,58
Licata 277.954,55
Canicattì 285.017,17
Favara 204.474,49
Palma di Montechiaro 190.375,12
Ribera 165.408,03
Porto Empedocle 95.231,80
Raffadali 105.455,19
Menfi 133.647,06
Ravanusa 134.388,40
Campobello di Licata 113.061,79
Aragona 81.855,24
Racalmuto 64.514,15
Casteltermini 64.005,65
San Giovanni Gemini 81.553,40
Naro 52.613,78
Lampedusa e Linosa 98.488,81
Santa Margherita di Belice 51.089,48
Cammarata 73.392,30
Sambuca di Sicilia 51.601,43
Grotte 39.977,44
Santo Stefano Quisquina 29.808,72
Realmonte 41.108,46
Siculiana 60.220,29
Cattolica Eraclea 36.117,17
Bivona 32.494,04
Caltabellotta 24.774,71
Cianciana 26.274,99
San Biagio Platani 38.766,73
Montevago 15.749,15
Alessandria della Rocca 18.646,96
Castrofilippo 23.981,15
Burgio 16.683,99
Montallegro 15.737,99
Santa Elisabetta 14.945,14
Camastra 18.058,76
Lucca Sicula 12.826,37
Villafranca Sicula 7.848,53
Calamonaci 10.197,50
Sant’Angelo Muxaro 18.861,62
Joppolo Giancaxio 9.754,98
Comitini 6.925,61

 

Tale assegnazione per ciascun ente locale è effettuata in proporzione alle previste tipologie di entrate al 31 dicembre 2019.”

“Ringrazio il Governo per questo importante segnale di attenzione nei confronti degli enti locali, che in questi difficili mesi hanno aiutato i cittadini ad affrontare una crisi sanitaria ed economica non prevedibile e senza precedenti.

Le risorse stanziate nel Decreto Rilancio nel Fondo per l’esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali sono in totale 3.5 miliardi di euro; sono felice che la prima parte dei contributi sia stata già sbloccata, servirà a dare ossigeno ai nostri territori.” Conclude la deputata Vita Martinciglio.

“Il senatore Candiani mente sapendo di mentire distorcendo la verità. E su questo non è possibile tacere. Già nel febbraio scorso, in seguito ad un incontro con il leader della Lega, Matteo Salvini, eravamo stati reintegrati nel partito, ma le pressioni della dirigenza locale ha fatto sì che tale decisione fosse elusa. Probabilmente perché il nostro lavoro sul territorio dava fastidio a chi, invece, aveva interessi di casta e di gestione ad personam del partito. Motivo per il quale è stato più semplice toglierci di mezzo, ‘politicamente parlando’. Se questo è il modo di gestire localmente un partito, che invece dovrebbe muoversi su linee democratiche e a tutela del territorio, il finale del film è già scritto”.

È quanto affermano Andrea Aiello, vicepresidente e consigliere della V circoscrizione di Palermo e Anna Zizzo, consigliera comunale di Bagheria, in riferimento alle dichiarazioni del commissario regionale di Sicilia della Lega, Stefano Candiani, sull’adesione dei due consiglieri a cui stanno facendo seguito decine di amministratori, ai ‘Circoli della Lega dei Meridionali’, il movimento civico guidato da Salvatore Albelice.

“Il nostro percorso politico nella Lega – aggiungono Aiello e Zizzo – è iniziato sin da quando il partito non aveva ancora raggiunto quei risultati elettorali, poi ottenuti con le Europee, grazie anche al nostro lavoro svolto nel territorio di Palermo e della provincia. L’operato da parte dei delegati del commissario Candiani ha dato a tutti noi la certezza che il partito in Sicilia ha subito una vera e propria metamorfosi”.

“È seguito, quindi, da parte nostra il tentativo di aprire un dibattito interno per porre nuovamente al centro l’azione a difesa di cittadini e territori. Abbiamo atteso per mesi una presa di coscienza del problema, che non è mai arrivata. Ciò che, invece, è arrivata è stata l’espulsione dal partito solo per aver posto un tema legittimo all’interno di una gestione politica che ci vedeva sempre ai margini e priva di dialettica”.

“Dunque, preso atto dell’indisponibilità a dare seguito alle precise indicazioni di Salvini e senza una reale guida e visione per la nostra terra, abbiamo compreso che non potevamo più attendere tempi e logiche inspiegabili. Senza polemica abbiamo preso atto della situazione di stallo e deciso un nuovo percorso nel massimo rispetto di tutti”.

“Chi invece ha cercato e cerca ancora lo scontro e il dileggio, con dichiarazioni probabilmente portate alla sua attenzione da parte di qualche attento suggeritore, è stato proprio il commissario regionale della Lega siciliana Candiani. E in tutto questo la sua operazione denigratoria non farà altro che spronarci ancora di più per continuare su questo percorso, liberi sempre da qualsiasi condizionamento. Perché nella nostra visione della politica prima viene la tutela del ‘bene comune’ e poi, eventualmente, il nostro personale percorso politico. Il commissario regionale della Lega siciliana se ne faccia una ragione, sforzandosi di lavorare di più per la Sicilia ma dicendo meno bugie”.

“Il nostro progetto – hanno concluso i consiglieri – a differenza del suo, invece, è coesivo e non divisivo e si muove sempre all’interno del centrodestra, con l’obiettivo di dare un contributo, come movimento civico, ad un’alleanza politica di coalizione che veda presente tutti i partiti riconducibili a quell’area”.