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L’assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Roberto Lagalla, interviene a seguito dell’approvazione delle Linee Guida ministeriali, modificate su proposta delle Regioni, per il riavvio dell’anno scolastico. Lagalla afferma: “Il testo risulta più completo ed equilibrato rispetto a quello originariamente proposto dal governo e, per quanto riguarda la Sicilia, rappresenterà il fondamentale punto di riferimento per le decisioni che, su scala regionale e d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, dovranno essere assunte entro il prossimo 10 luglio. Il risultato odierno è da considerare particolarmente rilevante per effetto delle ulteriori risorse, pari a 1 miliardo, reperite anche per il reclutamento di nuova docenza e personale scolastico, nonché per le misure adottate in materia di distanziamento che prevedono separazioni interpersonali più compatibili con un più largo uso delle strutture scolastiche esistenti e disponibili”.

L’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Saguto”: la Corte d’Appello di Caltanissetta ha confermato la sentenza del giudice per le udienze preliminari del Tribunale nisseno che in primo grado, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato a 2 anni e 4 mesi per falso e assolto dall’accusa di abuso d’ufficio e rivelazione di segreto Fabio Licata, ex magistrato della sezione Misure di prevenzione di Palermo. Confermata anche l’assoluzione in primo grado, dalla contestazione di abuso d’ufficio, dell’altro imputato, il consigliere di corte d’appello ed ex membro del Csm Tommaso Virga. Il processo è frutto delle indagini su presunti illeciti nella gestione della sezione Misure di prevenzione presieduta da Silvana Saguto, sotto processo per corruzione e tuttora imputata innanzi al tribunale nella tranche principale del procedimento.

Il fatto è accaduto la scorsa notte. Un marittimo a bordo del traghetto della Tirrenia “Vincenzo Florio” che collega Palermo con Napoli, per cause in corso di accertamento, è caduto in mare. Scattato subito l’allarme, quando all’appello dell’equipaggio mancava il suo nome, sono iniziate le ricerche da parte della Capitaneria di porto, della Guardia Costiera e i Vigili del Fuoco che dopo ore di ricerche sono riusciti a recuperare l’uomo, ancora in vita, a circa sei miglia dal porto palermitano.

 

La Sicilia potenzia le terapie intensive e sub intensive. E’ la misura di rafforzamento, prevista dal decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020, che interviene sulla Rete ospedaliera in emergenza Covid adottata dal governo regionale.
Sono complessivamente 1.070, infatti, i nuovi posti letto: circa duecento nelle terapie intensive – che passano così dai 529, previsti dalla rete ospedaliera varata dal decreto assessoriale 22/2019, ai 720 del nuovo provvedimento – e altri 350 di terapia sub-intensiva, di cui la metà potrà essere immediatamente convertita in cure intensive in caso di necessità a causa della pandemia.

 

“E’ la dimostrazione – commenta il presidente della Regione, Nello Musumeci – che non abbassiamo la guardia. Si tratta, infatti, del prosieguo di un’azione più articolata avviata fin da subito per contrastare il virus. In Sicilia, lo ricordo, i medici non sono mai stati sul punto di scegliere quale vita salvare: durante questa emergenza, nei nostri ospedali c’è sempre stato un letto per chi ne avesse bisogno. Ovviamente, ci auguriamo di non dovere mai adoperare nessuno di questi nuovi posti, ma in caso di necessità saremo pronti anche stavolta”.

Il provvedimento dell’assessore alla Salute Ruggero Razza recepisce, di fatto, quanto definito a livello nazionale nell’ambito del contrasto costante al Covid-19, ma i nuovi posti letto potranno comunque restare nella disponibilità della Sanità siciliana anche successivamente.

Nello specifico, il decreto – predisposto da Mario La Rocca, dirigente generale del dipartimento della Programmazione strategica dell’assessorato – prevede che i manager delle Aziende sanitarie regionali realizzino gli interventi tenendo conto della sicurezza di medici e operatori sanitari. La misura punta, ovviamente, al potenziamento dei percorsi di contenimento delle infezioni ospedaliere per i soggetti più fragili: saranno, infatti, diversificate le aree di accoglienza dei pazienti.

L’investimento complessivo è di circa 131 milioni di euro, di cui 56 per le terapie intensiva e 53 per la sub-intensiva. Per la ristrutturazione dei Pronto soccorso, con la separazione dei percorsi assistenziali e le aree di permanenza, invece, sono stanziati 21 milioni di euro.

Ecco i dati dei posti letto in terapia intensiva programmati per provincia.

Agrigento passa da 24 della rete ospedaliera a 38 (e 30 in subintensiva).
Caltanissetta da 22 a 36 (18).
Catania da 144 a 171 (88).
Enna da 12 a 28 (8).
Messina da 70 a 106 (48).
Palermo da 164 a 212 (96).
Ragusa da 30 a 40 (22).
Siracusa da 37 a 53 (16).
Trapani da 26 a 36 (24).

“Come già avvenuto in altre occasioni, vogliamo formulare un plauso per l’accurato lavoro inquirente compiuto da Procura e Dia di Messina riguardo i presunti affidamenti truccati al Consorzio autostrade siciliane. Bene che i fari della magistratura restino puntati su un ente che deve lasciarsi definitivamente alle spalle le epoche di malagestione, clientele ed inefficienza. I fatti contestati da ultimo, infatti, riguardano il 2015 e sono assai risalenti rispetto al nuovo assetto della governance dell’ente voluto dal Governo Musumeci”.

Lo dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, commentando l’inchiesta “Fuori dal tunnel” della Procura di Messina. 

“Per quanto riguarda il dibattito sulle concessioni autostradali e le parole del viceministro Giancarlo Cancelleri sul Cas – prosegue Falcone – da parte nostra non vi è alcuna preclusione. Se il Governo nazionale ritiene che la revoca sia la soluzione, facciano pure, così non ci sarà più spazio per le polemiche. Non sarà certo la Regione Siciliana ad ostacolare l’intervento di Roma e le decisioni del viceministro che, certamente, saranno risolutive delle problematiche notorie e di vecchia data che affliggono il Cas”. 

Riccardo Di Stefano, palermitano, classe 1986, è stato eletto oggi dal Consiglio Nazionale con 143 voti favorevoli su un totale di 209 votanti. Entra di diritto nella squadra senior come vicepresidente di Confindustria.
 I Giovani Imprenditori rappresentano da sempre un laboratorio di innovazione, di proposta e di impegno – ha commentato Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria –. Al neo presidente Di Stefano e alla sua squadra l’augurio, in questa direzione, di essere sempre coraggiosi nelle proposte e nelle azioni per garantire e rafforzare quell’importante contributo di visione e di concretezza che serve alle nostre imprese. Una grande Paese ha bisogno di grande coraggio”.
 
Otto vicepresidenti completano la squadra di presidenza 2020 – 2023: Licia  Angeli (Confindustria Romagna), Maria Anghileri (Confindustria Lecco Sondrio), Eleonora Anselmi (Confindustria Toscana Sud – Arezzo), Mario Aprile (Confindustria Bari B.A.T.), Francesco Fumagalli (Confindustria Toscana Sud – Arezzo), Andrea Marangione (Unione Industriale Torino), Pasquale Sessa (Confindustria Salerno), Alessandro Somaschini (Confindustria Bergamo).
 
Di Stefano, nel corso del suo discorso di insediamento, ha affermato che “Il Movimento dei Giovani Imprenditori di Confindustria si fonda sull’idea di promuovere un’Italia visionaria e internazionale, come le sue imprese. Ora come non mai, noi imprenditori dobbiamo essere collettore delle migliori energie del Paese, interpreti del cambiamento per rendere l’Italia moderna, innovativa, sostenibile e inclusiva”.
 
Laurea in Giurisprudenza di Palermo e Dottorato di Ricerca in Economia civile presso l’Università LUMSA, Riccardo Di Stefano è stato Vice Presidente nazionale nella squadra del Presidente Alessio Rossi dal 2017 ad oggi, occupandosi di Education, Capitale Umano, e Formazione Interna, sviluppando progetti di formazione come GI Academy, una vera e propria scuola di managerialità, e AltaScuola per Giovani Imprenditori, dedicata alla valorizzazione dei giovani talenti imprenditoriali.
 
L’impegno nel mondo dell’education ha radici profonde nella carriera di Di Stefano, che inizia il suo percorso professionale proprio nel settore della formazione internazionale. Da qui all’attività di famiglia, Riccardo diventa membro del Consiglio di Amministrazione dell’azienda Officina Lodato S.r.l., nata nel 1957, con sede a Palermo e a Roma, nel settore dell’impiantistica civile ed industriale. È proprio grazie al confronto con il Movimento dei Giovani Imprenditori che Di Stefano decide di proseguire il proprio percorso imprenditoriale fondando la propria attività, Meditermica srl, impresa attiva nel settore delle forniture all’ingrosso di materiale termoidraulico per aziende e operatori del settore.
 
Gli incarichi di Riccardo Di Stefano nel Sistema Confindustria iniziano nel Gruppo Giovani della Territoriale di Palermo. A livello nazionale, si appassiona alla rivista del Movimento Quale Impresa, entrando a far parte del Comitato di Redazione. Nel 2017 diventa Vice Presidente nazionale del Movimento, guidato da Alessio Rossi, che ha salutato il nuovo presidente ricordando che “Giovani imprenditori si resta tutta la vita, come il nostro attuale presidente Bonomi, che viene proprio da questo percorso. Tornerò spesso, per trovare quell’energia positiva e quella voglia di migliorare che solo qui si possono trovare. A Riccardo lascio il timone di un Movimento pronto ad affrontare tutte le sfide che i prossimi anni ci metteranno davanti”.

“L’inchiesta giudiziaria odierna, i continui episodi di corruttele, i troppi cantieri infiniti dimostrano che sul Consorzio Autostrade Siciliane ci sono troppe ombre che pesano sulle tasche e sulla vita dei siciliani. Solo l’assessore Falcone qualifica il Cas come un gioiello di famiglia, dato che ad oggi il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Chiedo che si apra un’inchiesta in commissione antimafia”. A dichiararlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Antonio De Luca, componente della Commissione Regionale antimafia a proposito dell’inchiesta della DIA di Messina sugli appalti al CAS il Consorzio Autostrade Siciliane. “Da anni incalziamo la Regione – aggiunge la deputata messinese Valentina Zafarana – a mettere ordine in un consorzio che viene gestito come un carrozzone che non adempie ai più elementari compiti per cui è nato, come la manutenzione delle strade e che per di più ha accumulato debiti per milioni di euro”.

“La cosa che più dispiace – concludono De Luca e Zafarana – è che questo governo regionale è sempre in prima linea quando si tratta di far polemica e criticare il governo nazionale sulle infrastrutture, quando invece chiude gli occhi sulle continue e pesanti inadempienze di casa propria”.

Scuole, imprese e operatori economici. Sono questi i primi interventi attorno ai quali ruota la prima parte della riprogrammazione delle risorse del Fesr e del Poc, apprezzata oggi dal governo Musumeci per dare attuazione alle norme di sostegno post Covid contenute nella Legge finanziaria regionale. Quattrocento milioni di euro, che si aggiungono agli altri cento milioni già messi in campo per l’assistenza alimentare alle famiglie più disagiate.
«E’ un primo passo – evidenzia il presidente della Regione, Nello Musumeci – dello schema di accordo con lo Stato, condiviso con il dipartimento per le Politiche di coesione del ministero per il Sud».
Il documento del governo adesso andrà all’Ars per il parere delle commissioni Ue e Bilancio per poi essere inviato a Roma e Bruxelles.
Contestualmente, la Giunta ha proceduto alla nomina del nuovo dirigente generale del dipartimento regionale della Programmazione, a seguito di un interpello esterno. Si tratta di Federico Lasco, attuale dirigente a Roma dell’Agenzia per la Coesione territoriale, con un’esperienza pluriennale nel campo della programmazione comunitaria.

L’emergenza immigrazione al tempo del Covid 19 tiene sempre più banco nel dibattito politico. “Come purtroppo dimostrano i fatti non serviva “consultare gli stessi esperti di Trump”, bastava avere il coraggio di dire ciò che il buon senso fa comprendere”. Così l’ onorevole Giusi Savarino, a distanza di qualche settimana, risponde alla polemica dell’eurodeputato Pietro Bartolo.
“Già nel mese di Maggio avevo dato voce alle preoccupazioni dei miei conterranei, sostenendo che senza gli opportuni controlli sui migranti, si sarebbe potuto aprire un nuovo focolaio. E non avrei voluto mai dirlo, ma avevo ragione. Ora 28 positivi ai tamponi fatti ai migranti. Non sono assolutamente razzista ne insensibile al dramma di chi scappa dall’Africa, rischiando la vita, spesso affidandosi a scafisti speculatori. Sento però di dover tutelare la loro e la salute dei miei concittadini, che hanno pagato un caro prezzo per bloccare la pandemia e la Sicilia è ormai covid free. Menomale che grazie alla caparbietà e determinazione del Presidente Musumeci abbiamo ottenuto che la quarantena per i migranti si effettuasse in isolamento in nave, senza rischi di contagi per i siciliani. Mi chiedo però che fine fanno quelli che sfuggono ai controlli arrivando di notte sulle nostre spiagge con imbarcazioni fantasma? Chi li controlla? Vanno fermati prima e può farlo solo il premier Conte e il suo governo. Spero che lo Stato non ignori il nostro appello. Le nostre coste devono essere pattugliate di più ed in maniera più efficace. Roma faccia la sua parte, stavolta la posta in gioco è troppo alta!”

“Grazie al governo Conte il pasticcio tutto siciliano della mancanza di liquidità delle ex province regionali potrà essere risolto entro il 30 giugno. E’ stata emanata dall’assessore regionale alle autonomie locali infatti la circolare che da la possibilità alle ex province regionali, oggi commissariate di poter richiedere liquidità per 19, 5 milioni di euro da utilizzare per la manutenzione e la messa in sicurezza di strade per 9.6 milioni di euro e di 9,9 milioni di euro per gli interventi di manutenzione delle scuole”.
A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle Valentina Zafarana e Antonio De Luca a proposito delle ex province regionali. “Governo e parlamento – spiegano i due deputati Ars – hanno dato attenzione massima ad una vertenza che è frutto di un pasticcio tutto siciliano, ovvero quello della riforma delle province, che non è mai stata completata e che anzi ha provocato un disastro di tipo gestionale per i lavoratori e le competenze delle ex province regionali. Grazie alla legge del 30 Dicembre 2018, quindi alla finanziaria 2019 le nostre province riceveranno una bella iniezione di liquidità. Città Metropolitane e province dovranno mandare i programmi di intervento entro il 30 giugno all’assessorato regionale alle autonomie locali. Implicito l’appello agli Enti a fare in fretta” – concludono i deputati.