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La Società “G.P. s.r.l.”, avente sede a Palermo, nel 2011, acquistava l’impianto di distribuzione carburante sito in Palermo, in Piazza Mandorle, attivo,  senza alcuna interruzione, sin dal 1952.

Tale impianto, infatti, non era mai stato interessato da interventi che ne avessero modificato l’aspetto né, tantomeno, le competenti autorità avevano mai rilevato un’ubicazione tale da costituire intralcio o pericolo per la circolazione stradale.

Ebbene, a seguito della suddetta acquisizione, la “G.P. s.r.l.” al fine di regolarizzare formalmente la posizione dell’impianto – che, secondo il c.d. “Piano carburanti” del 1999, rientrava tra gli “impianti da trasferire”, ma che nei fatti non era mai stato oggetto di una procedura di trasferimento – presentava al SUAP del comune Palermo una domanda di riclassificazione dello stesso in “impianto in modifiche e limitazioni”, ai sensi dell’art. 7 delle Norme di Attuazione del Piano carburanti.

In riscontro alla suddetta domanda, il Servizio di Pianificazione urbana del Comune di Palermo, nel marzo 2013, invitava la G.P. s.r.l. ad integrare la proposta di riclassificazione; adempimento che veniva integralmente ottemperato con il deposito di nuova perizia giurata in cui veniva asseverata la piena compatibilità dell’impianto alle norme di attuazione del c.d. “Piano Carburanti”.

Ciò malgrado, il SUAP del Comune di Palermo, appena un anno dopo, denegava la richiesta della G.P. s.r.l., intimando l’immediato sgombero dell’impianto e, nello stesso senso, il Servizio di Pianificazione urbana del Comune di Palermo, con nota n.927585/14, esprimeva parere negativo sulla detta riclassificazione, smentendo la propria precedente richiesta di integrazione documentale.

Pertanto, la GP s.r.l. proponeva ricorso davanti al Tar Palermo, evidenziando l’erroneità della classificazione in essere, osservando, altresì, che vi fosse la possibilità di mantenere l’impianto nell’attuale ubicazione, apportando soluzioni tecniche e progettuali.

Ciononostante, il T.a.r. Palermo, con sentenza n. 2565/19, rigettava il ricorso della G.P. s.r.l., ritenendo che la società non avesse maturato un legittimo affidamento meritevole di tutela.

Ed allora, la G.p. s.r.l., proponeva ricorso in appello davanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa, con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino e Lucia Alfieri, chiedendo l’annullamento della sentenza n. 2565/19, previa sospensione dell’esecutività della stessa e, di conseguenza, dei provvedimenti di diniego alla riclassificazione.

In particolare, gli Avvocati Rubino e Alfieri, sostenevano l’erroneità della suddetta sentenza, in quanto: 1) il Giudice di primo grado, esorbitando dal proprio sindacato, aveva rivalutato autonomamente la questione ai sensi dell’art. 4 N.A. “Piano Carburanti”, sostituendosi all’Amministrazione (che fondava il diniego in applicazione dell’art. 7, N.A. “Piano Carburanti”) nell’individuazione delle motivazioni per il diniego alla riclassificazione; 2) la classificazione di cui al piano carburanti (“impianto da trasferire”) risultava erronea, in quanto qualsivoglia intralcio alla circolazione stradale era rimovibile mediante l’attuazione delle modifiche indicate dall’Amministrazione comunale e recepite dalla G.p. s.r.l. in sede progettuale.

Il Comune di Palermo, costituitosi in giudizio, affermava che il trasferimento dell’impianto sarebbe dovuto avvenire entro sei mesi dall’adozione del “Piano Carburanti” del ‘99 e che solo in quella occasione la G.p. s.r.l. avrebbe potuto contestare la detta classificazione.

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa, condividendo le tesi degli Avvocati Rubino e Alfieri, con Ordinanza n. 488 del 22.06.2020, ha accolto l’istanza cautelare presentata con il ricorso in appello dalla G.P. s.r.l., sospendendo l’esecutività della sentenza del T.a.r. Palermo che aveva denegato la riclassificazione richiesta, e affermando che l’ubicazione del detto impianto di Piazza Mandorle, operativo dal 1952, non comporta alcun pregiudizio per la circolazione stradale.

Per effetto della suddetta pronuncia, l’impianto di distribuzione di carburante in questione potrà regolarmente rimanere operativo nella sua attuale e storica ubicazione.

Un fine settimana drammatico nelle spiagge siciliane questo che è appena trascorso e la categoria Oasi balneari di Confartigianato Sicilia chiede un incontro urgente all’assessorato regionale Territorio e Ambiente.

“Con il mare agitato purtroppo non è stata una domenica felice per i bagnanti. Una ragazza si è dispersa tra le onde a Balestrate e un uomo è morto a Cefalù. Occorre con urgenza pensare a un piano per le spiagge libere della Sicilia”. Sono queste le parole di Giovanni Cimino, coordinatore regionale della categoria Oasi balnerari.

“Ho partecipato personalmente al tentativo di salvataggio dell’uomo di 55 anni morto a Cefalù – spiega Cimino – ma purtroppo dopo 40 minuti di massaggio cardiaco non c’è stato nulla da fare. L’ambulanza è arrivata nel giro di 15 minuti, il tempo necessario per dimenarsi nel traffico estivo. Ma 15 minuti in certe situazioni sono un’enormità. Ed è per questo che vogliamo chiedere alla Regione che nei fine settimana e nel mese di agosto, un’ambulanza stazioni sul lungomare delle principale citta marinare prese d’assalto dai turisti. Si potrebbe scegliere una fascia oraria, magari dalle 10 alle 19”.

Da chiarire anche il capitolo assembramenti. “Ieri la spiaggia libera di Cefalù – denuncia Cimino – era sovraffollata. E non possiamo permetterci, in un momento in cui siamo ancora in emergenza Covid-19, che l’ingresso nelle spiagge libere non sia tenuto sotto controllo. Chiederemo quindi alla Regione di ascoltare al più presto le associazioni di categoria per individuare tutti insieme ma, soprattutto nel più breve tempo possibile, nuove regole per garantire migliori, più efficaci e immediate operazioni di salvataggio e per definire al meglio la gestione delle spiagge libere”.

“Spiace doverlo dire ma l’Ufficio politico regionale di Forza Italia in Sicilia è un organismo inutile e inconcludente, in cui si perde solo tempo. Apprendo dalla stampa di fantomatiche riunioni del Coordinamento regionale, delle quali non si conosce né il luogo né la data, in cui sarebbero state prese decisioni rilevanti per la vita stessa del partito e della classe dirigente regionale”. Lo afferma il deputato di Forza Italia al Parlamento Europeo, on. Giuseppe Milazzo.

“Ero convito – continua l’Eurodeputato – di far parte di diritto del Coordinamento regionale. Mi trovo invece nelle condizioni di partecipare a riunioni dell’Ufficio politico dove non si decide nulla, salvo poi apprendere che il Coordinamento medesimo di cui faccio parte si sarebbe riunito non so quando, per stabilire e affidare ruoli chiave per portare avanti la linea del partito in Sicilia”.

“Senza polemica nei confronti di nessuno, sia di chi conferisce incarichi che di chi li riceve – conclude Milazzo – ribadisco che un partito deve organizzarsi nella collegialità: personalmente mi sono sentito escluso. Prendo atto che il parere dell’unico parlamentare europeo di Forza Italia si ritenga non essere utile. A questi miei amici, con i quali mi lega un rapporto di gratitudine e di appartenenza, mi trovo costretto ad augurargli buon lavoro, dispiaciuto di non aver potuto offrire il mio modesto contributo. Continuerò a lavorare per questo partito in solitario”.

Sono 87 i progetti dei Comuni siciliani ammessi a valutazione dalla Regione per realizzare nuovi centri comunali di raccolta rifiuti o potenziare quelli esistenti. Il dipartimento regionale Acqua e rifiuti ha pubblicato gli elenchi delle istanze ammissibili e di quelle escluse per destinare 21,4 milioni di euro del Po Fesr 2014-2020. Adesso la commissione di valutazione stilerà una graduatoria sulla base dei criteri previsti dal bando.
I centri comunali di raccolta rientrano tra le iniziative del governo Musumeci per migliorare la raccolta differenziata nei Comuni. Gli enti esclusi potranno nel frattempo presentare le proprie osservazioni.
L’assessore regionale Alberto Pierobon spiega che “questa misura, che stiamo cercando di portare a compimento tra mille difficoltà burocratiche, contribuirà a migliorare la raccolta differenziata e il servizio per i cittadini. Proveremo a stanziare altre risorse che, assieme alle economie di gara, consentiranno di dare risposte a più iniziative possibili”.
Il bando a firma del direttore Salvo Cocina metteva a disposizione circa 16 milioni per la costruzione dei nuovi impianti e 5 milioni per migliorare quelli già esistenti.
I Ccr dovranno rispettare le norme a tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e non dovranno creare rischi per aria, suolo, acqua, fauna e flora, e non creare rumori e odori. Dovranno anche essere previste adeguata viabilità, pavimentazione impermeabilizzata, recinzione e barriere.

Via libera anche ai cosiddetti “sport di contatto” come calcio, calcio a 5, pallacanestro e così via. L’assessore regionale per il Turismo, lo Sport e lo Spettacolo Manlio Messina, d’intesa con l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, ha firmato, giovedì scorso, il decreto che consente la ripresa del libero svolgimento delle attività sportive, “Il presente decreto – si legge nel documento – conserva la propria efficacia e validità fino a eventuale differente valutazione dell’andamento epidemiologico nell’Isola e, comunque, fino a nuova disposizione”. Il decreto degli assessori Messina e Razza è stato notificato per conoscenza anche all’Anci Sicilia, alle aziende sanitarie e alle federazioni sportive di settore.
“Con questo provvedimento il governo Musumeci vuol dare una risposta alle diverse federazioni e ai tantissimi appassionati che da tempo ci chiedevano di poter sbloccare una serie di discipline sportive – commentano Messina e Razza – lo facciamo seguendo le linee del governo nazionale ma anche del dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico che ha rilevato che la Regione Siciliana annovera un amatrice di “basso rischio” in base ai tre set di indicatori (vedi decreto Ministero Salute 30 aprile 2020) relativi alla “capacità di monitoraggio”, alla “capacità di accertamento diagnostico e di gestione di contatti” e alla “stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari”.
Il decreto fa seguito all’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci dello scorso 13 giugno che ha stabilito, tra l’altro, che da oggi si possano svolgere le attività sportive di contatto, “previo decreto attuativo dell’assessore regionale allo Sport, d’intesa con l’assessore regionale alla Salute”.

Tragedia nella notte a Palermo. Un 17enne, Agostino Cardovino del quartiere Noce, è stato investito in viale Regione Siciliana ed è morto sul colpo. L’incidente, come confermano dagli uffici della sezione Infortunistica della polizia municipale, è avvenuto intorno alle 3,50 sulla corsia centrale in direzione Catania all’altezza di Mediaworld.

La vittima, stando ad una prima ricostruzione,è stata travolta da un’auto, una Dacia Logan rossa guidata dalla 21enne C.F., mentre attraversava la strada per fare ritorno a casa, in via Rosso di S. Secondo. Ancora non è chiara la dinamica dell’incidente. Sul posto sono intervenuti il personale dell’Infortunistica e i sanitari del 118 ma per il giovane non c’è stato nulla da fare.

«In questo drammatico momento di crisi economica, conseguente alla pandemia Covid 19, lo Stato ha adottato delle misure che si stanno rivelando incongrue, essenzialmente sotto due profili. Il primo riguarda l’aspetto finanziario: 5 miliardi e mezzo per regioni, comuni e province su 80 miliardi di deficit concesso a livello europeo sono davvero poca cosa, c’è il rischio concreto di non poter assicurare ai cittadini i servizi essenziali di cui hanno diritto. E ieri la Conferenza delle Regioni lo ha precisato al Governo chiedendo l’assunzione di impegni urgenti. Il secondo, più clamoroso, è quello di avere adottato soluzioni eguali per l’intero territorio nazionale in un Paese diviso socialmente ed economicamente. E così le regioni del sud e specialmente le isole pagano un prezzo molto più alto per la carenza di misure adeguate e specifiche». Cosi, in una nota, il vicepresidente della Regione e assessore dell’Economia, Gaetano Armao.
«È innegabile – prosegue – che il sistema economico delle imprese come quello delle famiglie siano completamente diversi tra Nord e Sud. Ecco perché la Regione Siciliana si è dotata di una legge di Stabilità che ha concentrato la destinazione delle risorse proprio sul tessuto imprenditoriale e sulle famiglie lasciate fuori da interventi statali non calibrati sui veri bisogni della Sicilia».
«Coglie nel segno l’appello del Presidente Silvio Berlusconi, uomo d’impresa prima che statista, che evidenzia l’inadeguatezza delle misure adottate a livello nazionale per le imprese e il lavoro, chiedendo al Governo di invertire la rotta dall’accesso al credito, all’equilibrio dei conti, alla semplificazione delle procedure e al pagamento dei debiti da parte della pubblica amministrazione», sottolinea il vicepresidente siciliano.
«Ci vuole una grande svolta per affrontare la crisi, flessibile e coraggiosa, con lo sguardo rivolto alle imprese, consci che è il tessuto imprenditoriale che realizza produttività e crescita e dà il lavoro vero. Solo così potremmo dare una spinta concreta alla ripresa perché con il sistema dei sussidi, soprattutto per quelli per pochi privilegiati, non andremo da nessuna parte», conclude Armao.

Il gruppo parlamentare del M5S all’Ars esprime la massima solidarietà e vicinanza all’ex ministro della Salute Giulia Grillo, vittima di minacce su Facebook.

“Ci stringiamo attorno all’amica e compagna di tante battaglie – affermano i deputati – nella speranza che questo clima d’odio, che nei social trova purtroppo terreno fertile,  possa avere presto fine”.

Levata di scudi contro “Fly to Palermo, book 4 nights, get 1 night free”, l’iniziativa sottoscritta dal Comune di Palermo, dalla Gesap, la società di gestione dell’aeroporto Falcone Borsellino, e da una sola associazione di categoria cittadina del settore alberghiero che, di fatto “esclude intere porzioni della filiera turistica, destabilizzando il mercato, alimentando conflitti sociali e nuove forme di abusivismo”. A sostenerlo sono Federturismo Sicindustria, Legacoop Sicilia, Confesercenti Sicilia e Fiavet.

“Siamo contenti che il Comune di Palermo si sia reso conto della necessità di sostenere il comparto. Ci chiediamo, però, se sia davvero convinto che la soluzione sia quella di favorire alcuni alberghi a scapito di tutti gli altri e, al tempo stesso, azzerare con un colpo di penna il ruolo di agenzie di viaggi e tour operator”, dice Toti Piscopo, presidente di Federturismo Sicindustria Palermo. “Dispiace che sia stata persa una occasione – continua Piscopo – per operare nell’interesse generale, in un settore trasversale come quello del turismo, la cui crescita è fortemente condizionata dalla piena condivisione e armonia di tutti soggetti che concorrono alla filiera. Certo gli effetti del lockdown sono stati devastanti e continuano a esserlo e sembra che i tempi del ‘siamo tutti sulla stessa barca’ abbiano lasciato il posto al ‘si salvi chi può’. Distinguendo fra figli e figliastri si corre però il rischio di alimentare ulteriori conflitti sociali tra categorie produttive, favorendo alcune strutture alberghiere a discapito di altre e colpendo le agenzie di viaggio e i tour operator”.

“Le condizioni drammatiche della filiera turistica– dice Filippo Parrino, presidente di Legacoop Sicilia – ci obbligano a non cadere nella autoreferenzialità, nessuno si salva da solo, e noi non vogliamo assolutamente fare polemica su fughe in avanti e protagonismi inutili che indeboliscono ulteriormente la filiera. Chiediamo al sindaco Leoluca Orlando di convocare le associazioni, la Gesap e l’autorità portuale, per mettere subito in campo proposte condivise ed efficaci per il rilancio della filiera turistica e della città di Palermo”.

“Con questa operazione – ribadisce Marco Mineo, presidente di Assohotel Palermo di Confesercenti – vengono completamente tagliati fuori tour operator e agenzie di viaggio. Si tratta di una scelta di dubbio gusto che evidenzia un cambio di prospettiva che, in futuro, può ulteriormente danneggiare il settore. Anche alla luce di tali scelte, restiamo fortemente convinti che la soluzione più corretta continui a essere una valutazione ad ampio raggio, che sfugga dalle logiche dell’immediato e che soprattutto porti beneficio a tutte le forze in campo e non soltanto ad alcune. Per questo – sottolinea Mineo – non solo le associazioni di categoria, ma anche e soprattutto le istituzioni, dovrebbero avere chiaro che le idee di marketing devono comunque essere condivise con tutti gli attori di questo palcoscenico”.

“Siamo stupiti da questa scelta – conclude Anna Maria Ulisse, presidente di Assoviaggi Sicilia di Confesercenti – agenzie di viaggio e tour operator vengono messi da parte nonostante il loro ruolo promo-commerciale, fondamentale in un momento come quello attuale. Iniziative del genere sembrano alimentare una lotta tra poveri, all’interno di un settore che stava già lavorando, insieme alle altre associazioni, ad un progetto che in questo modo è stato scavalcato”.

“Condividiamo l’idea del Comune di Palermo di valorizzare il nostro territorio come meta turistica, ma registriamo il deciso passo indietro compiuto dall’amministrazione considerato che il percorso tracciato è frutto di un’iniziativa che ha visto coinvolta nella fase progettuale solo una sigla”, concludono Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti Sicilia, e Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet.

Ieri l’annuncio proposta da parte del presidente della Regione Nello Musumeci; oggi, l’assessore regionale alla Funzione Pubblica ha definito il piano di azione.

Lo smart working ha le ore contate, i dipendenti regionali torneranno nei propri uffici il prossimo 29 giugno.

L’assessore Grasso ha precisato: “In questa fase bisognerà aggiornare i documenti per la valutazione del rischio, insomma capire se bisogna mettere ad esempio un separé nelle stanze o acquistare qualche mascherina in più. Ho detto agli assessori e ai dirigenti generali che per l’aggiornamento del documento sul rischio possono contare sul nostro supporto tecnico. Ma alcuni dipartimenti sono già pronti”.

Dopo avere avuto un incontro con i sindacati lo scorso 10 giugno, la Grasso aveva evidenziato come già il 20% del personale è già a lavoro presso tutti i dipartimenti.

“Da parte mia – conclude l’assessore Grasso – c’è la massima disponibilità a incontrare nuovamente i sindacati, con i quali in questi mesi c’è stata sempre una grande collaborazione. Voglio però rassicurarli su un punto: questa è solo un’accelerazione sui numeri di un rientro che comunque era già stato programmato nell’incontro del 10 giugno”.