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“Non si può consentire che migliaia e migliaia di migranti, autonomi o con le navi delle ong, possano sbarcare in una terra che è rimasta per mesi in ginocchio e che adesso guarda con una certa prospettiva per potersi riprendere. Roma da questo punto di vista è stata molto impreparata, perché ha affrontato con approssimazione un fenomeno che si preannunciava sin dai mesi di aprile e marzo. Se dipendesse da me, se avessi l’autorità per farlo, io chiuderei i porti, che non significa non dover approntare le necessarie assistenze per chi è in mare, ma questo deve essere fatto tenendo conto della tutela dei cittadini siciliani”.

Lo ha detto a Sky TG24 il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci. “Abbiamo detto al governo nazionale che non intendiamo autorizzare la realizzazione di tendopoli o di baraccopoli per ragioni di sicurezza legate ai cittadini siciliani e ai migranti – ha aggiunto il governatore – il nostro servizio sanitario ha già eseguito diecimila tra test sierologici e tamponi ma siamo stati irremovibili nell’esigenza di avere delle navi per la quarantena, perché non vorremmo che il migrante mettesse piede sulla Sicilia, ma potesse essere assistito sulla nave e nel caso di positività dovrebbe essere ricoverato in apposite strutture.    Lo abbiamo detto, lo abbiamo fatto e speriamo che da Roma si rendano conto che la Sicilia non vuole essere un campo profughi”.

La confisca dei beni per chi provoca incendi boschivi e l’utilizzo di mezzi di sorveglianza militari per l’individuazione dei colpevoli. È questo il contenuto del disegno di legge voto che sarà presentato da Valentina Palmeri (Attiva Sicilia) all’Assemblea Siciliana per l’approvazione e presentazione al Parlamento della Repubblica utilizzando le prerogative concesse dall’ art 18 dello Statuto Siciliano.

“Dobbiamo con ogni mezzo legislativo bloccare questo scempio del fuoco che divora il nostro patrimonio verde – sottolinea Palmeri -. Il danno, anche quest’anno è incalcolabile, basti pensare ai roghi di Monte Cofano e di Montagna Grande. Bisogna ringraziare tutti coloro che si sono impegnati nell’attività di contenimento degli incendi, dalle guardie forestali, ai vigili del fuoco, all’aeronautica militare, alla protezione civile, ma se questi attentati al patrimonio verde continuano incessantemente, vuol dire che è necessaria una svolta legislativa che sappia frenare i fuorilegge”.

Del completamento e della messa in sicurezza della strada che collega Bivona, nell’Agrigentino, con il Comune di Palazzo Adriano si occuperà il Consorzio stabile Santa Chiara Scarl. E’ quanto risulta dalle procedure di aggiudicazione definite dall’Ufficio contro il dissesto idrogeologico guidato da Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana, e diretto da Maurizio Croce.

La notizia è tra quelle più attese dal comprensorio che abbraccia le due province di Agrigento e di Palermo, con un intervento di vera e propria riqualificazione del sistema viario intercomunale. Il Consorzio che si è aggiudicato l’opera – in ragione di un ribasso pari al 26,1 per cento e per un importo di poco superiore al milione e 260 mila euro – effettuerà la manutenzione straordinaria e la sistemazione dell’importante arteria.

Si chiude cosi una vicenda nata oltre trent’anni addietro e che ha vissuto i ritardi e le lentezze delle più comuni pratiche burocratiche. Pesanti i disagi in questi decenni per un’utenza del tracciato che è molto numerosa perché si trova in un punto nevralgico, in un’area con varie attività produttive legate alla zootecnia e all’artigianato e che ha dovuto fare i conti con fossi sulla carreggiata, con gli avvallamenti e con le profonde lesioni nel manto stradale che le stagioni invernali rendevano ancora più insidiose.

Il progetto prevede che nei cinque chilometri circa su cui si interverrà – la lunghezza complessiva è poco più di 9 chilometri – saranno eseguiti tutti i lavori di adeguamento alle più recenti soluzioni in materia di infrastrutture viarie di montagna. Tra queste, la regolarizzazione planoaltimetrica e la risagomatura di alcune sezioni stradali. Si procederà quindi con il rifacimento della sovrastruttura stradale e con la realizzazione degli arginelli in terra. In ultima analisi, la sistemazione della rete di drenaggio.

«Si sblocca finalmente, dopo oltre tre anni, la graduatoria relativa all’Avviso 8 della Formazione professionale. Un bando che mette in campo 136 milioni di euro, finanziando 176 enti siciliani, con il coinvolgimento di migliaia di lavoratori. E’ stato un lungo ed estenuante contenzioso, dopo il primo ricorso amministrativo che risale al 2017, a seguito di molti errori presenti nel bando predisposto dal precedente governo nel 2016. Era un impegno che avevamo preso e lo stiamo mantenendo».

Lo dichiara il governatore Nello Musumeci, annunciando la pubblicazione sul portale istituzionale della Regione Siciliana della nuova graduatoria, adeguata ai criteri contenuti nell’ordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa, da parte del dipartimento della Formazione professionale, guidato da Patrizia Valenti. I giudici amministrativi avevano messo in discussione i punteggi relativi a due criteri: uno riguardava il numero dei corsi conclusi rispetto a quelli finanziati, l’altro quello degli allievi formati in proporzione agli iscritti.

Dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione, gli enti di formazione avranno 30 giorni di tempo per trasferire sulla piattaforma dedicata la progettazione esecutiva relativa ai percorsi formativi. Conclusa questa fase, l’amministrazione regionale potrà procedere alla predisposizione del decreto d’impegno. L’Avviso permetterà così di rendere disponibili 136 milioni di euro, che potranno essere finalmente utilizzati per avviare nuovi percorsi di formazione professionale. In aggiunta, al termine della seduta del governo regionale, il presidente Musumeci, dopo un complesso iter amministrativo, ha autorizzato la liquidazione dei 15 milioni di euro del Fondo di garanzia per la formazione professionale, inserendolo tra gli interventi prioritari per l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione.

«Al momento del mio insediamento – dichiara l’assessore Roberto Lagalla – a causa dello stallo creato dal blocco dell’Avviso 8, l’intero sistema della Formazione professionale era completamente fermo, con evidenti e notevoli danni per i lavoratori e per gli enti coinvolti. Grazie a un lungo e sinergico lavoro con tutte le parti coinvolte e grazie al supporto del presidente Musumeci, siamo riusciti a riavviare l’intero comparto attraverso nuove proposte formative e modificandone il funzionamento già con l’Avviso 2, pubblicato nel 2018, per mezzo del quale è stato possibile rimettere in moto la “macchina”, con conseguenti opportunità occupazionali. Abbiamo riformulato, secondo i criteri stabiliti dal Cga, la graduatoria grazie alla quale sarà possibile attivare ulteriori percorsi formativi rivolti a una platea di circa 10 mila studenti e soprattutto riassorbire un’ulteriore quota di lavoratori non ancora impegnati nel sistema».

Circa 22 milioni di euro per 104 teatri pubblici siciliani.   È questo il finanziamento previsto dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana per l’ammodernamento e il recupero di importanti strutture teatrali, dislocate in tutte e nove le province dell’Isola.Nei giorni scorsi l’Assessorato ha, infatti, avviato la fase conclusiva di un iter di finanziamento che consentirà di portare a buon fine i progetti di riqualificazione di molti teatri: un grosso intervento economico che permetterà di migliorare significativamente i teatri pubblici della Sicilia rendendone più moderne e funzionali le strutture, alcune delle quali storiche e di grande pregio artistico e architettonico. Oltre sei milioni e mezzo di euro sono, invece, previsti per altre 35 strutture teatrali di proprietà privata.

“Il finanziamento di un numero così importante di teatri – sottolinea l’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – rilancia la centralità del teatro stesso come segno distintivo, cuore pulsante di una comunità, ma anche luogo di cultura e socializzazione.
L’imponente stanziamento destinato testimonia l’impegno del Governo regionale nella conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale siciliano e l’attenzione verso la cultura teatrale. I teatri sono, infatti, i luoghi della narrazione del Mito e della quotidianità, gli spazi in cui si rappresentano la realtà e la cultura di un popolo. Durante quest’anno, poi – evidenzia Samonà – grazie all’impegno del Governo Musumeci i teatri, le aree archeologiche e i beni culturali in generale, hanno costituito i luoghi fisici del ritorno alla normalità, offrendo anche a tanti artisti siciliani la possibilità di tornare a calcare le scene dopo mesi di fermo: luoghi che ci ricordano che la creatività e la bellezza sono il vero motore che tutto muove, le relazioni interpersonali ma anche l’economia, che proprio la cultura, in questo anno di crisi internazionale, sta contribuendo a rimettere in moto”

La marcia incessante dell’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi verso la risalita del numero dei passeggeri rischia un nuovo stop. Stavolta non è il Covid a mettere a rischio gli sforzi fatti in un anno dalla Regione siciliana, socio di maggioranza, e dal management di Airgest, società di gestione, ma l’inadempienza di alcuni comuni trapanesi debitori ancora nei confronti di Ryanair, di 200 mila euro del precedente accordo di co-marketing 2014-2017.

«Ho ricevuto una telefonata dal referente di Ryanair – ha fatto sapere il presidente di AirgestSalvatore Ombra – che lamentava di non aver ancora ricevuto il saldo del debito pregresso, più volte promesso e sempre rinviato. Questo ha irrigidito la compagnia aerea tanto da mettere in dubbio il prosieguo delle sue attività su Trapani Birgi. Non posso non esprimere il mio più profondo disappunto – ha concluso Ombra – per chi, per così poco, rischia di vanificare l’impegno della Regione e il nostro».

Le rotte attuali e un bando per tre anni di attività a rischio

Dalla ripresa di Salvatore Ombra della presidenza della società di gestione dell’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani BirgiRyanair, a cui lo scalo deve il momento d’oro della sua storia recente con circa due milioni di passeggeri raggiunti, è stata oggetto di un serrato corteggiamento da parte dell’attuale gestione per riportare la compagnia di Dublino ad investire nel sito, recuperando la fiducia della low cost più famosa. In cambio del saldo di una parte del debito erano state confermate ed ampliate le rotte operate Ryanair su Trapani che attualmente sono BergamoPisaBologna, Karlsruhe Baden Baden. Inoltre, Ryanair si è appena aggiudicata il bando, finanziato con fondi regionali, per altri tre anni di intensa attività.

Tutti i comuni debitori nei confronti della compagni aerea irlandese

«Tutto – afferma Salvatore Ombra – è adesso messo a rischio dai comuni di PantelleriaCastelvetranoCampobello di MazaraPoggioreale e, indirettamente da tutto il territorio, visto che la Camera di Commercio di Trapani e altri comuni si erano impegnati a coprire le mancanze degli inadempienti. Mi confronterò – spiega Salvatore Ombra – con il presidente Nello Musumeci sulle azioni da intraprendere per risolvere questo nuovo inghippo, che non dipende da noi, ma che minaccia seriamente il futuro dell’aeroporto e del diritto dei trapanesi di volare».

Il debito di 200 mila euro residuo si riferisce al contratto siglato dai comuni della provincia di Trapani congiuntamente alla CCIAA, capofila e sottoscrittore, per garantire le rotte Ryanair nel periodo 2014-2017. Il vettore ha regolarmente onorato i suoi impegni mentre i comuni sono ancora manchevoli nei suoi confronti.

“Il sistema dei rifiuti in Sicilia è al collasso, bersagliato da inchieste giudiziarie che ne hanno messo in luce tutti i propri limiti: è necessario rivedere l’intera filiera e puntare a chiudere il ciclo in modo definitivo con termovalorizzatori di ultima generazione, sicuramente più sicuri e meno inquinanti delle discariche in cui si annidano interessi poco leciti”. Lo dice il segretario della Fiadel-Cisal siciliana Giuseppe Badagliacca.

“Da anni chiediamo alle istituzioni di affrontare in modo radicale il problema – dice Badagliacca – ma ancora oggi ci ritroviamo con impianti pubblici quasi inesistenti, discariche sature, personale da ricollocare, interessi poco limpidi, eccessiva presenza dei privati lì dove, invece, sarebbe necessaria un ruolo forte del pubblico per garantire il bene comune. La cieca ostinazione di chi dice no ai termovalorizzatori condanna la Sicilia a mantenere il sistema delle discariche: un sistema inquinante, costoso, dannoso per l’ambiente e i cittadini, destinato a esaurirsi o a consumare nuovo suolo e che soprattutto non chiude il ciclo dei rifiuti, visto che ci limitiamo a metterli sotto terra. I termovalorizzatori di ultima generazione, diffusi in tutto il mondo, consentirebbero invece di completare un ciclo di cui la raccolta differenziata deve essere il perno principale, evitando i viaggi dei rifiuti da un angolo all’altro della Sicilia. Le inchieste dimostrano che il sistema attuale non solo non funziona, ma danneggia tutti i siciliani onesti: chiediamo al Governo regionale e all’Ars di aprire un serio dibattito su come disegnare il futuro della nostra Regione, altrimenti saremo condannati a sotterrare per sempre l’immondizia”.

Sono 45 i nuovi casi di Covid 19 in Sicilia nelle ultime 24 ore, dieci dei quali a Palermo sono tutti migranti. Il numero più alto si registra a Catania con 23 nuovi casi, la maggior parte individuati attraverso il contact tracing mentre alcuni sono stati trovati positivi al coronavirus nel corso di controlli legati ad attività ospedaliera. Sette nuovi positivi a Ragusa, 2 a Messina e uno ad Agrigento, Siracusa e Trapani. I dati sono stati comunicati dal sistema regionale alla Protezione Civile e resi noti attraverso la scheda report quotidiana del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. I tamponi eseguiti sono stati 2859. C’è un guarito e un ricoverato in più che porta i pazienti in ospedale a 61.

(ANSA)

Ritornano i treni storici della Fondazione FS Italiane (Gruppo FS Italiane) in Sicilia. Sono quattro gli appuntamenti alla scoperta di una terra magica e suggestiva, ricca di saperi e tradizioni, previsti per il mese di agosto, ventiquattro in tutto quelli che sino a dicembre permetteranno di scoprire in treno d’epoca itinerari mozzafiato fra colori, sapori e bellezza. Un’ ulteriore testimonianza del sostegno del Gruppo FS al turismo nazionale per la ripartenza del Paese.

L’appuntamento è per sabato 22 agosto con i primi due imperdibili appuntamenti: “Il treno dei templi” da Palermo a Porto Empedocle e “Il treno della ceramica” da Catania a Caltagirone.

Il treno dei templi partirà dalla stazione di Palermo Centrale alle 13.50 e arriverà ad Agrigento Centrale alle 16.16: da qui si potrà proseguire lungo la Ferrovia turistica dei templi, l’unica in Europa ad attraversare un sito archeologico di fama internazionale e inserito dall’UNESCO nella lista dei patrimoni dell’Umanità. Alla fermata Tempio Vulcano, nel cuore del parco archeologico, alle ore 17.01 i passeggeri potranno scegliere se visitare il Giardino della Kolymbethra con un tour guidato a cura del FAI e aperitivo con musica allestito nell’area spettacolo oppure proseguire fino alla stazione Porto Empedocle Succursale dove è in programma una visita guidata gratuita nei luoghi di Andrea Camilleri tra i vicoli della Vigata letteraria, a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Porto Empedocle. Dalla stazione di Porto Empedocle Succursale si riparte alle 18.35 con destinazione Tempio di Vulcano per assistere allo spettacolo teatrale “Al passo coi templi – Frammenti al tramonto” con la regia di Marco Savatteri. Il treno turistico ripartirà alle ore 19.52 diretto ad Agrigento Centrale e Palermo Centrale.

Il treno della ceramica partirà da Catania alle 16.55 diretto a Caltagirone con arrivo previsto alle ore 19.34. I passeggeri potranno visitare il centro storico della città di Caltagirone, patrimonio mondiale dell’umanità tra “Le città barocche del Val di Noto”, la cui fama è legata alla produzione di ceramiche smaltate famose in tutto il mondo.

Sabato 29 agosto invece appuntamento con “Il treno dei templi” da Caltanissetta Centrale a Porto Empedocle e “Il treno del Barocco” da Siracusa a Noto.

Viaggiando sulle carrozze Centoporte degli anni ’30 si potranno percorrere le linee panoramiche siciliane, lontano dagli itinerari turistici più inflazionati: un viaggio lento e sostenibile che permette di assaporare con gli occhi e scoprire con il palato le bellezze dell’isola, gustando alcuni dei prodotti tipici della Sicilia, tutelati da quasi 50 presidi Slow Food.

A bordo sarà garantita la distanza interpersonale consentendo di godere in piena sicurezza del viaggio e dei magnifici panorami.

I biglietti per viaggiare a bordo dei Treni storici del Gusto sono in vendita nelle biglietterie e self service di stazione, agenzie di viaggio abilitate e su trenitalia.com.

Gli appuntamenti di agosto

Sabato 22 agosto 2020: Palermo – Porto Empedocle “Il treno dei templi”

Sabato 22 agosto 2020: Catania – Caltagirone “Il treno della ceramica”

Sabato 29 agosto 2020: Siracusa – Noto “Il treno del barocco”

Sabato 29 agosto 2020: Caltanissetta – Porto Empedocle “Il treno dei templi”

I Promoter siciliani riuniti in Assomusica (Giuseppe Rapisarda, Giampaolo Grotta, Nuccio La Ferlita, Carmelo Costa, Andrea Randazzo, Marcello Cannizzo ed Enzo Bellavia) chiedono al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ed all’Assessore al Turismo Manlio Messina un incontro urgente per affrontare le problematiche legate al settore degli eventi dal vivo. A far saltare gli equilibri la notizia della concessione di 579.500,00 euro da parte della Regione Siciliana al progetto “Devotion: Racconto di un amore per la Sicilia e le sue eccellenze” di Dolce & Gabbana. “Non entriamo nel merito del progetto artistico dei due stilisti – commentano i Promoter – ma non possiamo continuare a tollerare scelte politiche scellerate nei confronti degli operatori economici siciliani. In tempi come questi, con le limitazioni imposte agli eventi dal vivo e le poche certezze dovute al particolare momento storico, ci siamo fatti carico ugualmente di tutte le spese per rimettere in moto le attività e cercare di garantire i posti di lavoro. Non abbiamo ricevuto nessun aiuto dalla Regione e, nonostante i proclami, nessun atto è stato disposto a nostro favore”.  “Ora – concludono i Promoter – veniamo a conoscenza della concessione di un contributo diretto e senza bando pubblico di quasi 600mila euro a Dolce & Gabbana per un progetto che ha visto l’organizzazione di cinema all’aperto, esperienze folcloristiche ed esposizioni enogastronomiche da sabato 1 agosto a domenica 16 agosto. Come se non bastasse sembrerebbe che la società incaricata non abbia materialmente svolto i lavori ma subappaltato i servizi che sono stati realizzati da maestranze locali, dando vita ad un “circuito” di denaro non compatibile con la legislazione attuale. Questo atto lo interpretiamo come una mancanza di fiducia nei confronti di operatori del settore che lavorano da anni con grandi risultati e che hanno garantito, grazie alle loro produzioni, un ritorno di immagine alla Sicilia, senza l’utilizzo di soldi pubblici. Chiediamo di incontrare il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e l’Assessore al Turismo Manlio Messina perché a rischio non ci sono solo i grandi eventi ma anche centinaia di posti di lavoro”.