Redazione Palermo, Autore presso Sicilia 24h - Pagina 183 di 321
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“La Regione Siciliana sembra intenzionata a puntare solo sui concorsi, rimpolpando peraltro uffici che non ne avrebbero bisogno, ma dimentica migliaia di lavoratori che da anni garantiscono i servizi svolgendo anche mansioni superiori. Un comportamento inaccettabile”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Cisal.
“Ieri è stato avviato il confronto tra la Funzione pubblica e le organizzazioni sindacali – spiegano Badagliacca e Lo Curto – Assumere altri 1135 unità nei servizi per il lavoro, che si sommano ai 1750 operatori attuali, appare sproporzionato visto che in tutta Italia sono 7.900. Dai 277 posti previsti nei centri per l’impiego sono invece esclusi gli interni, mentre non c’è traccia nè della riclassificazione, nè delle progressioni verticali. Un atteggiamento mortificante per il personale, che invece meriterebbe ben altro trattamento”.

“La sicurezza nei mari di Sicilia è ormai un tema indifferibile. Dopo il sequestro dei pescatori di Mazara da parte libica, adesso il tentativo di incursione di un peschereccio tunisino che non si è fermato all’alt imposto dalla Guardia di Finanza, come riportano le cronache, probabilmente perché trasportava droga. Non possiamo continuare a ignorare che la reputazione e la credibilità del nostro Paese siano ormai ridotte ai minimi termini”.

L’allarme lanciato da Sergio Tancredi (Attiva Sicilia) ha come bersaglio il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Forse è distratto dalle polemiche politiche interne per accorgersi che con troppa frequenza avvengono azioni contro l’Italia, la sensazione è che contro l’Italia tutto sia possibile. Bisogna pretendere sicurezza in mare, per i pescatori e i marinai. E non si può sperare che la Presidenza del Consiglio possa compensare tutte le negligenze. Intanto è assolutamente necessario un incremento delle nostre attività militari per scongiurare che i mari che circondano la Sicilia diventino scenari ideali per azioni criminose”.

Lo ha disposto con apposita ordinanza del 25 settembre 2020, il Ministero della Salute che, individuando “Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, ha ordinato la sospensione del decreto del Ministro per i Beni  Culturali e Ambientali 11 dicembre 1997, n. 507, che prevede il libero accesso a tutti gli istituti  e ai luoghi della cultura  statali la prima domenica del mese, estendendone l’immediata applicazione anche nelle Regioni a statuto speciale. A seguito dell’ordinanza ministeriale il dirigente generale dei Beni culturali e dell’Identita siciliana ha dovuto firmare un decreto per disporre la sospensione delle domeniche gratuite in Sicilia.

Sono amareggiato e costernato dal dovere adottare un provvedimento che si pone in una direzione contraria a quella di apertura e fruibilità dei luoghi della cultura per la quale ci siamo tanto spesi in questi mesi – dice l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà –  e grazie alla quale abbiamo garantito un progressivo e costante recupero di normalità. Il provvedimento di sospensione dell’ingresso gratuito ai luoghi della cultura è un atto dovuto che il Ministro ha imposto anche alle Regioni a statuto speciale come misura di contrasto al rischio di assembramento, nel tentativo di ridurre le occasioni di contagio del Covid. I siti culturali della Sicilia – rassicura l’assessore Samonà – continuano a rimanere aperti in sicurezza nel rispetto delle disposizioni anti-Covid e con le prenotazioni obbligatorie all’App youline, appositamente utilizzata dall’assessorato dei beni culturali per regolare i flussi di accesso ai siti”.

“Gli oltre quattrocento guariti in Sicilia negli ultimi sette giorni sono un segnale incoraggiante. Ovviamente esistono anche altri numeri, ma sapere che dal Coronavirus si guarisce è una iniezione di sano ottimismo anche contro chi, forse per paura, vede tutto nero. Non possiamo nemmeno dire che Covid non ce n’è, lo abbiamo sempre saputo, ma affermare che con il Covid moriremo tutti è altrettanto sbagliato e fuorviante. Per questo consiglio a chiunque di diffidare dagli ultras di queste due assurde teorie”. Lo dice l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza commentando notizie di stampa sui dati dei guariti in Sicilia che negli ultimi sette giorni hanno fatto registrare un significativo incremento.

“Il Governo regionale ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di chiudere in modo definitivo l’epoca del precariato in Sicilia: il Csa-Cisal non può fare a meno di proclamare lo stato di agitazione dei 5 mila lavoratori che aspettano da anni una stabilizzazione che resta ancora una chimera, dicendoci anche pronti allo sciopero”.

Lo dicono il Segretario generale Giuseppe Badagliacca e i dirigenti sindacali Clara Crocé, Gianluca Cannella e Luigi D’Antona.

“Nonostante i continui solleciti e un ddl presentato all’assessore al Lavoro cinque mesi fa – dice il Csa-Cisal – non si intravede nel breve o nel medio periodo alcuna iniziativa concreta da parte dell’Esecutivo, nonostante si parli di lavoratori che in piena pandemia hanno continuano a svolgere il proprio servizio che è essenziale per la Pubblica amministrazione. Bisogna stanziare le risorse necessarie e chiedere l’applicazione anche in Sicilia della norma che consente l’assunzione a tempo indeterminato in soprannumero rispetto alle dotazioni organiche, ma nel frattempo bisogna anche arrivare la Carta dei diritti degli Asu e snellire le procedure per l’accredito dei sussidi che devono arrivare in tempi certi.

La politica ascolti il grido di dolore di questi lavoratori, altrimenti siamo pronti allo sciopero generale”.

“Apprezzo la decisione dell’assessore regionale Edy Bandiera che nell’ottemperare all’ordinanza del Tar di Palermo sul calendario venatorio, tuttavia rende possibile ai cacciatori di conigli di poter esercitare legittimamente l’attività. Ringrazio anche l’Assessore per avere accettato, per il mio tramite, i suggerimenti del presidente di Cpa Sport Federico Cudia. Sarebbe stato un atto di ingiustizia e di violazione di un legittimo diritto non consentire la caccia al coniglio in Sicilia. Sono convinta che nessuno quanto i cacciatori ha a cuore la tutela del patrimonio faunistico e della biodiversità. Rispetto le posizioni degli ambientalisti e degli anti-caccia ma di sicuro c’è una eccessiva strumentalizzazione che esprime più un pregiudizio che una reale conoscenza di chi ha passione per le attività venatorie”.

Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana.

Posti letto per pazienti Covid, il governo regionale la smetta di giocare coi numeri e faccia una volta per tutte chiarezza. Dopo la retromarcia sull’ ex Imi, ristrutturato per l’emergenza Covid e poi tirato fuori dal piano, ora salta fuori la vicenda Ismett. A Razza chiediamo: i posti per i pazienti Covid all’Ismett ci sono o sono sulla carta? I due ricoveri di ieri al Civico di pazienti Covid dicono tutto il contrario”.

Lo affermano i deputati del M5S all’Ars, componenti della commissione salute, Giorgio Pasqua, Salvatore Siragusa, Francesco Cappello e Antonio De Luca, che sulla vicenda posti Covid hanno presentato una interrogazione.

L’unica certezza che c’è sui posti letto Covid – afferma Siragusa, primo firmatario dell’atto parlamentare indirizzato all’assessore Razza – è che non c’è nessuna certezza. Prima la vicenda dell’ex Imi, ristrutturato a suon di soldoni per questa emergenza sanitaria e poi dichiarato, chissà perché, dai vertici del Policlinico inadatto ad ospitare malati Covid. Ora la storia dei posti dell’Ismett, che a questo punto dobbiamo definire fantasma, perché altrimenti non spiegherebbero i due ricoveri di ieri di pazienti Covid al Civico, ospedale che nella nota assessoriale inviata alle Asp il 20 settembre scorso prevedeva solo posti di terapia sub intensiva da mettere in gioco dopo l’esaurimento dei 40 posti indicati per l’Ismett, poi diminuiti a 10”.

Siamo stanchi – continua Siragusa – di proclami e annunci sui giornali smentiti poi puntualmente dai fatti. Il numero dei contagi in Sicilia ha cominciato a correre e la Regione non può permettersi di farsi trovare impreparata con una programmazione a dir poco confusionaria e approssimativa”.

La Regione Siciliana punta davvero al settore dei trasporti aerei e vuole creare una propria compagnia aerea? A chiederlo è il gruppo di Attiva Sicilia all’Ars con un’interrogazione al presidente della Regione Siciliana e agli assessori regionali all’Economia e alle Infrastrutture.

Attiva Sicilia, in particolare, chiede di sapere “se esiste un piano industriale e se davvero è stato avviato l’iter di autorizzazione all’Enac per ottenere la licenza di volo da parte di Ast, socio unico di Ast Aereo servizi, alla luce del fatto che di tali iniziative non si trova traccia nel Defr e nelle delibere di giunta”.

Fra l’altro, rilevano i deputati regionali di Attiva Sicilia, “l’intervento pubblico diretto nel settore dei trasporti, in base alla normativa Ue, è consentito solo in caso di fallimenti di imprese o per garantire servizi essenziali in ambiti dove il privato non interviene per scarsa redditività”.

“Un’iniziativa di tale importanza strategica ed economica – rileva Attiva Sicilia – non può essere intrapresa da una società partecipata, con capitale interamente pubblico, senza il consenso e la deliberazione dell’ente controllante e perché no, senza che il Parlamento sia messo a conoscenza di tutti i passaggi. I siciliani non hanno bisogno di un tiro alla fune con l’Ast che ha più il sapore di una lotta intestina alla maggioranza, o ancora peggio di un tentativo di confondere il mercato, che non un progetto credibile. E per di più riguarda una partecipata da risanare. Dispiace dover irrompere su una questione tanto seria, dato che del diritto alla mobilità per noi siciliani sia dal governo di Roma che di Palermo per il momento rimane solo argomento da salotto”.

“La mancata stabilizzazione dei lavoratori Asu è il frutto della mancanza di volontà del governo Musumeci e dei deputati che noi siciliani abbiamo eletto? È colpa del governo nazionale e dei parlamentari che lo sostengono? Sì, è colpa loro, ognuno di loro è responsabile”. Lo dichiarano il segretario regionale dell’Ale Ugl Vito Sardo ed il segretario aggiunto Mario Mingrino.

“Infatti – continuano – dopo l’approvazione dell’art. 11 della legge 8/2017 bastava davvero poco per chiudere questa brutta storia di precariato ultraventennale senza nessuna nuova spesa. Non hanno voluto ed ora ci vuole di più, molto di più. Il governo ed i parlamentari siciliani sono stati troppo impegnati per occuparsi di questa categoria di lavoratori. Peccato che nessuno abbia tratto i benefici del sudore della loro fronte. Anzi no, qualcuno c’è. Non si sa quali alchimie abbiano utilizzato, ma sono riusciti a far stabilizzare i contrattisti senza concorso. E della loro stabilizzazione siamo contenti, ma non basta”.

“Ora stanno chiedendo al governo nazionale – proseguono Sardo e Mingrino – una deroga per la stabilizzazione di un’altra categoria (forse più di una) di precari, ma non per gli Asu, i quali continuano a garantire servizi indispensabili negli enti locali. Servizi necessari a garantire celermente la ripartenza delle imprese dopo il lockdown”.

“La Regione, con la stabilizzazione degli Asu – proseguono – previa riassegnazione di quelli in esubero di cui all’art 11 della l.r. 8/2017 (Enti senza capacità assunzionali e privato sociale), ad invarianza di saldi di finanza pubblica, potrebbe davvero aiutare gli amministratori locali a garantire servizi efficienti ed efficaci per cittadini ed imprese. Purtroppo, dalle stanze dei bottoni, non si rendono conto che la Sicilia cade a pezzi, mentre i sindaci non hanno gli strumenti idonei nemmeno a garantire l’ordinario”.

“A questo punto – si chiedono Sardo e Mingrino – perché solo questa categoria è messa da parte, anche a discapito dell’intera collettività? Perché questo governo ha deciso di continuare a mantenere il lavoro nero? Perché continua ad essere debole con i forti e forte con i deboli, con l’avallo dei parlamentari eletti da noi tutti cittadini? Perché continuare a dare fiato a questo becero populismo che porta a dire che sia giusto tagliare la spesa pubblica, senza valutare se sia produttiva o meno al fine di raccattare qualche voto alle prossime elezioni? Forse la risposta a ciò la diede il compianto presidente Sandro Pertini: “Gli affamati ed i disoccupati sono il materiale con il quale si edificano le dittature”.

“Ci rivolgiamo ai sindaci e all’Anci – concludono Vito Sardo e Mario Mingrino – con l’impegno imprescindibile della Regione, perché si attivino al fine di chiedere una deroga nazionale alla normativa vigente sulle capacità assunzionali degli enti locali. Già alcuni comuni con carenza di personale non riescono a garantire servizi decenti. Poi, ci rivolgiamo ai lavoratori Asu ma anche alle altre categorie di precari, affinché prendano definitivamente coscienza di ogni aspetto della loro situazione lavorativa. La soluzione c’è per tutti, ma solo tutti insieme possono farla attuare. Diffidate da chi vi propone di dividervi. Dividi et impera non è il motto dei lavoratori”.