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“Un provvedimento che metterà definitivamente in ginocchio le attività produttive coinvolte e il settore della cultura e dello spettacolo, già duramente provati dal lockdown di marzo. Con queste chiusure, di fatto, si consegnerà il sud alla mafia e all’usura”.

Con queste parole l’europarlamentare della Lega, Francesca Donato, stigmatizza le nuove disposizioni contenute nel nuovo Dpcm del premier Giuseppe Conte.

“Nessun intervento economico a sostegno dei cittadini e delle imprese in difficoltà è previsto a fronte di questo provvedimento mentre la possibilità, per la maggior parte delle attività coinvolte e all’indotto, di poter sopravvivere a questo nuovo lockdown, è soltanto una chimera. Assisteremo all’inevitabile chiusura e poi ad una mancata riapertura di migliaia e migliaia di attività commerciali, di ristorazione e di intrattenimento, con la perdita di altri milioni di posti di lavoro e l’esplosione della povertà a livelli incontenibili”.

“Il governo Conte, ignorando totalmente le richieste delle associazioni di categoria, delle regioni e dell’opposizione, sta colpendo i settori strategici che muovono l’economia del nostro paese, dimostrando al contempo di non aver saputo predisporre in sei mesi un sistema sanitario capace di tutelare i propri cittadini, malgrado il loro comportamento esemplare durante la chiusura totale del primo lockdown e i sacrifici già sopportati. Dunque, il giudizio sul suo operato e su quello del suo governo è quello di un fallimento totale che, purtroppo, pagheremo chissà per quanti anni”.

“Ciò che più mi preoccupa ora è la prevedibile esplosione della rabbia e della protesta, assolutamente comprensibile, da parte di chi sta subendo tutto ciò, dopo aver investito denaro per adeguarsi alle normative in materia di distanziamento e di tutela della salute. Prepariamoci ad assistere a proteste ancora più dure: il pericolo di un’escalation della tensione sociale è altissimo. Cosa intende fare il governo se i cittadini scenderanno in piazza a protestare? Reprimere il dissenso con la violenza, come nelle dittature? Sarebbe interessante saperlo”.

In calo il numero dei nuovi contagi Covid in Sicilia, ma a fronte di un minor numero dei tamponi, mentre il numero complessivo dei positivi in Sicilia supera per la prima volta il tetto dei diecimila.

Il ministero della Salute comunica che nelle ultime 24 ore i nuovi casi positivi sono 695 con 5.193 tamponi, a fronte degli 886 rilevati ieri con un numero di test che pero’ era stato pari a 7.147. Si registrano undici morti e 18 guarigioni.

Ed ecco adesso i casi positivi nei comuni capoluogo: Catania 227 , Palermo 194, Ragusa 98, Messina 52,  Caltanissetta 46, Agrigento 28; a Enna 21; Siracusa 15, Trapani 14.

«Venendo a conoscenza del comunicato diffuso dall’Ufficio Scolastico Regionale, non può che richiamarsi l’estensore al rispetto delle prerogative del decisore politico regionale e censurare comportamenti contrastanti con il principio di leale collaborazione istituzionale. Premessa, dunque, l’irritualità delle dichiarazioni di cui trattasi, deve rilevarsi come l’ordinanza del Presidente Musumeci, assunta per esigenze di tutela della salute pubblica, preveda la temporanea chiusura delle scuole superiori ed il ricorso sostitutivo alla didattica a distanza quale conseguenza delle vincolanti indicazioni formulate dal Comitato Tecnico Scientifico regionale, a seguito del critico innalzamento della capacità diffusiva e dei contagi da Covid-19. Tale circostanza ha imposto immediate misure di mitigazione della mobilità generale e di drastica riduzione della capienza autorizzata sui mezzi di trasporto pubblico. Più volte e da mesi, in sede di Conferenza Stato-Regioni, è stato sollecitato, ad oggi senza esito, l’intervento del governo nazionale a sostegno delle Regioni, per il potenziamento del trasporto pubblico locale. In ogni caso, già in fase di predisposizione dell’ordinanza presidenziale, ho provveduto, a seguito della riunione della Giunta di governo di giovedì 22 ottobre, ad informare il Dirigente dell’USR, Stefano Suraniti, nel merito degli adottandi provvedimenti, facendo seguire avviso formale, di pari contenuto, alle ore 14 di venerdì 23 ottobre. È di tutta evidenza che la riunione, autonomamente indetta dall’USR nello stesso pomeriggio, avendo natura tecnica, ha visto la partecipazione,parimenti tecnica, del Capo di Gabinetto dell’Assessorato Istruzione, da me delegato, il quale, in mancanza di definitivo provvedimento del Presidente della Regione (emanato nella giornata di sabato 24), si è opportunamente limitato a confermare le comunicazioni preliminari, già formalmente anticipate».

E continua: «Fermo restando l’intendimento del governo regionale di ripristinare, appena possibile, la regolare attività didattica in presenza anche presso gli istituti superiori, si ha difficoltà a comprendere la dichiarata incapacità dell’USR di far fronte,da subito, alla didattica a distanza, visto che il valoroso corpo docente della Sicilia ha già affrontato con successo, nel recente passato, tale modalità di insegnamento, peraltro parzialmente praticata anche in questo inizio di anno scolastico presso gli stessi istituti superiori. Ne’ può ignorarsi che l’opzione DAD è esplicitamente contemplata in DPCM e pronunciamenti ufficiali del Governo Conte. Per tutto quanto precede, mi dichiaro certo che il Direttore dell’USR saprà, da ora in poi, meglio valutare la differenza tra responsabilità e decisioni di governo, assunte nel superiore e più generale interesse della salute pubblica, ed azione amministrativa che si auspica coerente e leale, soprattutto in un momento di particolare e generale difficoltà». Lo dichiara l’assessore regionale all’istruzione Roberto Lagalla, commentando le recenti dichiarazioni del direttore dell’USR, Stefano Suraniti, critiche verso l’ordinanza del Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

Ieri pomeriggio l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza ha voluto incontrare, in videoconferenza, le organizzazioni sindacali del comparto e della dirigenza medica per discutere sull’emergenza Covid-19. In particolare, gli argomenti trattatati sono stati i fondi contrattuali e il bonus Covid-19 previsto per il personale sanitario dalla finanziaria della Regione Siciliana e il dibattito è stato incentrato sull’emergenza Covid-19.

“La Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, ha fatto sentire la propria voce ponendo l’attenzione sui 15 milioni di euro previsti per una platea di 5.000 operatori sanitari per il primo trimestre dell’emergenza approvati dalla Giunta regionale. L’assessore nella prossima riunione porterà in nominativi degli operati sanitari comunicati dalle 17 aziende sanitarie. Il governo nazionale ha tentato una pre impugnativa di questi 15 milioni di euro che è stata bloccata dal governo regionale”, spiega Calogero Coniglio, segretario regionale.

“La Fsi-Usae ha aavnzato alcune richieste: integrare il personale medico-infermieristico nelle ambulanze e nell’elisoccorso che attualmente svolgono circa 40 ore mensili; dare chiarimenti sui contratti a tempo determinato in scadenza; chiarire la posizione sulla vaccinazione antinfluenzale alle luce dell’ultima nota inviata dall’assessorato; quali sono tempi per formulare le graduatorie di bacino regionale di concorso e mobilità per infermieri. In merito alle vaccinazioni, l’assessore ha chiarito e dichiarato che rendendolo obbligatorio, in poco tempo il numero delle adesioni degli operatori sanitari è aumentato. Abbiamo, infine, espresso preoccupazione per la difficoltà a reperire personale infermieristico, oss e sanitario e l’assessore ci ha assicurato che gli uffici stanno facendo il possibile per redigere le graduatorie dibacino. Abbiamo chiesto sulla situazione delle scorte e riserve dei DPI e l’assessore ha risposto che non ci sono criticità”.

La Fsi-Usae ha rimarcato l’improvvisazione di alcune aziende sui percorsi covid, in particolare in alcuni pronto soccorso infettivologici, come quello dell’ospedale S. Elia di Caltanissetta è stato assegnato un solo infermiere e con il continuo aumento dei contagi è necessario potenziare l’ organico.

”L’auspicio della Fsi-Usae è che i premi covid che rientrano nei 15 milioni di euro finanziati dalla giunta  regionale e che i premi previsti dal decreto nazionale che ammontano a 35 milioni, già approvati con i sindacati, vengano erogati al più presto, su questo punto l’assessore ha dichiarato che stanno lavorando”, precisano Renzo Spada, Maurizio Cirignotta, Pier Paolo Di Marco, Salvatore Ballacchino, Salvatore Di Natale e Salvatore Bracchitta componenti della segreteria regionale, impegnatissimi nella lotta al Coronavirus.

Il presidente della Regione ha firmato ufficialmente la nuova ordinanza per far fronte all’emergenza Covid 19 attraverso le misure di contenimento che è stato condiviso con il ministero della Salute e con il comitato Tecnico Scientifico Siciliano.

Un pullman si è ribaltato a Castelvetrano lungo la statale 119, provocando un incidente con altre auto. Secondo le prime informazioni ci sarebbero due morti e diversi feriti. A bordo del pullman una quindicina di persone. Stanno intervenendo i carabinieri, i sanitari del 118 e i vigili del fuoco. L’incidente è avvenuto tra un pullman della Salemi che collega Palermo e Marsala e una Ford Fiesta. L’impatto è stato frontale. L’autista ha cercato di evitare lo scontro, ma il grosso mezzo si è ribaltato. Dentro c’erano 15 passeggeri, tra questi ci sarebbero due feriti gravi. La vittima sarebbe l’automobilista della Ford Fiesta, finito in un dirupo dopo l’impatto. Le indagini sull’incidente sono condotte dai carabinieri del comando provinciale di Trapani. Le vittime sono l’automobilista è un passeggero che si trovava a bordo del bus. La statale 119, all’altezza del km 51,800, è chiusa al traffico in entrambe le direzioni. Sono un medico e un operatore sanitario le vittime del tragico incidente, nella statale di Castelvetrano, che ha coinvolto un auto e un pullman, con a bordo diversi sanitari che lavorano nell’ospedale di Marsala. I passeggeri stavano dormendo al momento dell’impatto tra i due mezzi. L’automobilista deceduto prestava servizio nel presidio territoriale di emergenza a Santa Ninfa e aveva fatto il turno notturno.

Centomila euro per le famiglie dei diciotto marittimi di Mazara del Vallo in stato di fermo dal primo settembre a Bengasi, dopo il sequestro dei loro due pescherecci da parte delle milizie del generale Haftar. E’ quanto prevede un emendamento del governo Musumeci depositato n Commissione bilancio dell’Ars, a firma degli assessori all’Economia Gaetano Armao e alla Pesca mediterranea Edy Bandiera e che sarà inserito nella prima legge all’esame del Parlamento siciliano, già da martedì prossimo.

“Tutto – sottolinea il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – sembra ancora inspiegabilmente fermo nonostante si parli di trattative avviate da Roma per risolvere questa vicenda che, giorno dopo giorno, accresce angoscia e rabbia. Diciotto uomini sono da oltre cinquanta giorni sotto chiave per un atto di pirateria e le loro famiglie, oltre al dramma che stanno vivendo, cominciano inevitabilmente a patire grossi disagi dal punto di vista economico. Sentiamo, pertanto, il dovere morale di offrire loro un sostegno in attesa che il governo centrale giunga ad una soluzione. Ma questa trattativa non può avere tempi infiniti e rinnoviamo con forza l’appello al premier Conte e al ministro degli Esteri Di Maio, affinchè si arrivi a una soluzione che riconsegni i nostri pescatori ai loro affetti e alla loro attività quotidiana”.

L’emendamento, di quattro commi, istituisce “un contributo straordinario a fondo perduto per le famiglie dei marittimi trattenuti presso Paesi della costa mediterranea del Nord Africa attraversati da sommosse civili che creano instabilità nei rapporti tra gli stessi Paesi interessati”.
Sarà il dipartimento della Pesca mediterranea a provvedere al ristoro delle famiglie interessate da tali eventi eccezionali.

Il governo regionale ha preso atto delle proposte avanzate dal Comitato tecnico scientifico siciliano per limitare il contagio del Coronavirus nell’Isola.
Nel pomeriggio è prevista un’interlocuzione con il ministro della Salute per valutare, congiuntamente e nello spirito di leale collaborazione, alcune delle proposte da adottare nel territorio siciliano.

Alla luce anche dei rapporti sull’andamento epidemiologico redatti dagli esperti, il presidente della Regione Nello Musumeci emanerà nelle prossime ore una propria ordinanza che avrà come filo conduttore la “linea della fermezza e del rigore” seppure con chiusure parziali, allo scopo di anticipare e contenere il diffondersi del contagio nel territorio siciliano.

La sig.ra M.G., si era arruolata nell’Esercito Italiano nel 2006 quale volontario in ferma prefissata annuale partecipando anche alle delicate missioni militari all’estero guidate dalla NATO in Kossovo e conseguendo elogi da parte dei superiori gerarchici.
Al termine della ferma la giovane militare partecipava alla procedura concorsuale indetta dal Ministero della Difesa per l’arruolamento nell’Esercito Italiano quale volontario in ferma quadriennale, ma sorprendentemente veniva giudicata inidonea in ragione di un presunto deficit visivo.
A questo punto la sig.ra M.G., con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Daniele Piazza, proponeva un ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R. Sicilia – Palermo contro il Ministero della Difesa avverso il provvedimento di inidoneità.
In ragione del lodevole servizio già prestato nell’Esercito e delle certificazioni sanitarie prodotte dai legali ed attestanti l’insussistenza di alcun deficit visivo, il T.A.R. disponeva una verificazione, in contraddittorio tra le parti, incaricando la Clinica Oculistica del Policlinico Universitario di Palermo.
A seguito degli accertamenti sanitari effettuati, veniva accertata l’erroneità di quanto sostenuto dalla Commissione per gli accertamenti sanitari dell’Esercito Italiano e, conseguentemente, che la ricorrente fosse in possesso dei requisiti di visus richiesti per l’arruolamento.
Veniva dunque accertata la fondatezza delle censure mosse dagli avv.ti Rubino e Piazza in ordine al possesso dei requisiti di idoneità previsti per l’arruolamento nell’Esercito e l’erroneità del giudizio formulato dal Ministero della Difesa.
Conseguentemente, il T.A.R. della Sicilia – Palermo, preso atto del positivo esito della verificazione effettuata presso la Clinica Oculistica del Policlinico di Palermo, accoglieva l’istanza cautelare proposta dai legali della sig.ra M.G., che pertanto veniva arruolata, con riserva, nell’Esercito Italiano.
Infine, con sentenza resa in data 8 settembre 2020, il T.A.R. del Lazio, dove il giudizio veniva riassunto a seguito della proposizione del regolamento di competenza proposto dal Ministero della Difesa, ritenendo di poter aderire alle tesi difensive degli avv.ti Rubino e Piazza ed alle conclusioni rassegnate dal Policlinico di Palermo, ritenendole congruenti con la circostanza che la ricorrente fosse già stata arruolata nell’Esercito Italiano in ferma annuale nel 2006 – in quanto in possesso di un apparato visivo classificabile con il profilo 2VS -, ha accolto il ricorso proposto annullando il giudizio di inidoneità.
Pertanto, la sig.ra M.G. potrà continuare a prestare servizio nell’Esercito Italiano e potrà proporre una ulteriore azione giudiziaria ai sensi della c.d. Legge Pinto per richiedere il risarcimento dei danni subiti a causa della irragionevole durata del processo.

“Asu ed ex Pip sono stati già penalizzati in passato dalla lentezza della e insipienza della Regione,  perché escluderli ora anche dalla turnazione per lo smart working? Musumeci e l’assessore Scavone facciano qualcosa”.
Lo affermano i deputati del M5S all’Ars Valentina Zafarana, Giovanni D Caro e Nuccio di Paola.
“Ci arrivano – dicono i deputati – diverse segnalazioni in questo senso. Comprendiamo che alcune figure debbano necessariamente essere presenti sul posto di lavoro per la peculiarità della loro attività, ma questo non esclude la possibilità delle turnazioni, che vanno estese a tutti e non solo a chi è di ruolo”.
“Asu ed ex Pip – continuano i deputati 5stelle – sono stati già recentemente  penalizzati a causa della lentezza delle Regione nel recepire quanto statuito, già a  marzo, dal  DL Cura Italia, che prevedeva che le ore perse a causa del lockdown non dovessero essere recuperate.  Solo a Luglio, quindi con diversi mesi di ritardo, e su iniziativa del M5S, si è riusciti a mettere una pezza con l’approvazione di una legge regionale, purtroppo non retroattiva”.
“Asu e ed ex Pip – concludono Zafarana, Di Caro e Di Paola – anche se precari, vanno trattati come gli altri lavoratori. e come gli altri hanno dei precisi diritti, compreso quello ad  essere inseriti nelle turnazioni per lo smart working. Musumeci e Scavone si accertino che gli assessorati che ancora non lo hanno fatto si adeguino”.