Tamponi rapidi nei drive-in delle maggiori città siciliane. Dopo l’esperienza negli arcipelaghi minori e della Fiera del Mediterraneo a Palermo, prosegue la campagna attiva di monitoraggio del Coronavirus sulla popolazione della Sicilia su precisi target, così come programmato dall’assessorato regionale alla Salute, su suggerimento del Comitato tecnico scientifico.
L’iniziativa, promossa dalla Regione Siciliana con le Asp e in collaborazione con Anci Sicilia e le amministrazioni locali, è ancora rivolta – in questa fase – al mondo della scuola.
Così, domani (sabato 7 novembre) e domenica, in oltre 20 centri (con popolazione superiore ai 30 mila abitanti) verranno allestiti circa 30 drive-in con percorsi dedicati, in cui si procederà al prelievo del campione mediante test rapido che, in caso di positività, verrà immediatamente ripetuto attraverso il tampone molecolare per la necessaria conferma così come previsto dai protocolli sanitari vigenti.
In linea con quanto organizzato a Palermo (dove la campagna va avanti) – grazie alla preziosa collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e con i presidi dei maggiori istituti scolastici – nel week end personale docente e non docente, studenti e le loro famiglie potranno avere accesso ai drive-in allestiti nei siti individuati dalle amministrazioni locali con le Asp. L’adesione alla campagna è su base volontaria.
I drive-in saranno operativi già da domani nelle seguenti città: Caltanissetta, Gela, Ragusa, Comiso, Modica, Vittoria, Palermo, Monreale, Enna, Catania, Adrano, Paternò, Caltagirone, Acireale, Messina, Barcellona, Trapani, Alcamo, Mazara del Vallo, Marsala, Castelvetrano, Avola, Agrigento
Nei prossimi giorni si aggiungeranno altre città e nuovi drive-in e saranno presentate altre modalità di accesso alla campagna per raggiungere una campione più vasto. Seguiranno aggiornamenti da parte delle Asp e dei Comuni per le comunicazioni circa orari e siti individuati per le operazioni di prelievo.
L’espressione ” prevenire è meglio che curare” è un’emblematica dei vigili del fuoco. In tutto il territorio nazionale, i casi di positività al covid-19, stanno aumentando in modo esponenziale, come OS siamo coscienti e consapevoli che, non siamo gli unici ad avere bisogno, non siamo gli unici a chiedere aiuto ma, e diciamo ma! Come mai, le fabbriche di mascherine, di guanti in lattice, di igienizzante, sono state pronte a lanciare sul mercato miriade di prodotti, con prezzi gonfiati anche del 200%, è non è stato possibile individuare una fabbrica farmaceutica, adatta alla costruzione di, tamponi << simile ad un coton fiocc>> o che aumentino ” gratuitamente i test sierologici” al personale che espletata servizi essenziali?!?! Oggi, a distanza di 8 mesi, abbiamo visto che, l’economia è al collasso, ci paghiamo ” perché vogliamo sapere e non possiamo aspettare” i tamponi o test sierologici……. perché ci sono Asp e asp…..comandi e comandi……
Non vogliamo creare allarmismi, ma la realtà di chiudere intere caserme, è veramente Reale!
Lo dichiara Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale Usb Vigili del Fuoco Sicilia.
Una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 è stata registrata alle 4:25 al largo della costa settentrionale della Sicilia. Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il sisma ha avuto ipocentro a 5 chilometri di profondità ed epicentro 77 chilometri a nordest di Palermo. Non si segnalano danni a persone o cose. Si tratta di una seconda scossa più o meno nella stessa zona. Infatti, lo scorso 26 ottobre una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 è stata registrata con ipocentro a 33 chilometri di profondità ed epicentro 82 chilometri a nordest di Bagheria, in provincia di Palermo.
«La strategia del carciofo non ci è mai piaciuta» commenta così il segretario generale UST Cisl Agirgento, Caltanissetta, Enna, Emanuele Gallo la decisione di Italcementi di chiudere lo stabilimento di Porto Empedocle. «Non vogliamo che questo disimpegno interessi l’intera Sicilia – interviene il segretario generale di Filca Cisl Sicilia, Paolo D’Anca – per questo riteniamo fondamentale che l’azienda faccia chiarezza anche sul sito di Isola delle Femmine. Molte cose ci preoccupano e devono far alzare la soglia di attenzione della politica regionale perché è forte il sospetto che Italcementi stia sfruttando la particolarità del momento decretando l’eutanasia del sito di Porto Empedocle».
«Se mettiamo in fila gli eventi – prosegue D’Anca – non ci sembra casuale che l’azienda decida la soppressione della produzione di Porto Empedocle subito dopo le elezioni amministrative e in piena recrudescenza dell’emergenza da Coronavirus. Quindi cosa fa ? Blocco definitivo degli impianti, cassa integrazione per i dipendenti e trasferimento in altri siti di quanti non potranno andare in esodo. Sullo sfondo rimane un territorio che perde un’importante risorsa economica e consegna lo stabilimento empedoclino all’oblio del tempo nonostante l’intenzione dichiarata da Italcementi di favorire una riconversione che viene però delegata a imprenditori, tutti da trovare, che dovrebbero essere animati dalla buona volontà di evitare il grande rischio di disastro ambientale».
«Come Cisl non ci rassegniamo a questo triste epilogo – ribadisce Emanuele Gallo – perché si è ancora in tempo per trovare degne soluzioni partendo dalla dichiarata disponibilità di Sua Eccellenza il Prefetto Maria Rita Cocciufa, d’insediare un tavolo dove ci si possa confrontare sul tema per attenuare le ricadute del piano industriale di Italcementi. Un tavolo che possa affrontare anche il futuro dei lavoratori attivando
tutte quelle misure previste dall’Europa in tema di riqualificazione del personale. Penso al FEG, Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, che costituisce una buona opportunità».
«Con la forza delle idee e la mediazione vogliamo che Italcementi agisca con maggiore ragionevolezza evitando di assumere penalizzanti azioni unilaterali. Ma vogliamo pure che il governo nazionale, quello regionale, le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali confederali agiscano presto favorendo l’insediamento del tavolo di confronto proposto dal Prefetto Cocciufa. La qualità di una vertenza – conclude Paolo D’anca – non è rapportata al numero dei lavoratori coinvolti ma alla volontà di dare dignità all’impegno delle persone, fosse solo una, nonché al rispetto di una terra come la Sicilia che a Italcementi ha sempre dato tanto».
Emanuele Gallo, Segretario Generale Ust C ISL Agrigento, Caltanissetta, Enna Paolo D’Anca, segretario generale FILCA CISL, reggente FILCA CISL Agrigento, Caltanissetta, Enna
“Facendomi ancora una volta portavoce del grido di aiuto, proveniente dalle istituzioni locali e territoriali, chiedo con forza al governo regionale di compiere un gesto di vicinanza e di sostegno concreto a quanti, più di altri, stanno vivendo sulla propria pelle gli effetti devastanti della crisi derivante dalla pandemia, assumendo la determinazione di spostare la scadenza dei termini per l’esenzione del ticket presso le ASP siciliane dal 31 ottobre al 31 dicembre del 2020”
Lo chiede oggi con una nota il parlamentare regionale del Partito Democratico on Michele Catanzaro per il quale è assolutamente indispensabile assumere tutte quelle misure capaci concretamente di dare ristoro e supporto alle fasce deboli della società siciliana.
“Oggi più che mai, a beneficiare dell’esenzione dal ticket sanitario sono coloro i quali soffrono in modo più drammatico i morsi della crisi: sono gli anziani, che ogni giorno necessitano di cure costanti; sono i poveri e disagiati, che senza l’esenzione dal ticket non potrebbero garantire cure e assistenza per sé e per la proprie famiglie; a queste persone, che dal lockdown ad oggi non hanno visto la loro condizione aggravarsi sensibilmente , il governo regionale ha il dovere di offrire vicinanza e solidarietà” rimarca il deputato DEM, il quale conclude” La politica non può rimanere in silenzio dinanzi al grido di allarme di chi sta male e di chi è rimasto indietro ;per queste ragioni chiedo al presidente Musumeci e all’assessore regionale alla sanità di attivarsi in tal direzione nel più breve tempo possibile, stante che il 31 Ottobre è dietro l’angolo”
Il Ministro degli affari regionali Francesco Boccia mette fine alla speranza siciliana di modificare le misure restrittive adottate per bar e ristoranti.
“Qualcuno non comprende la situazione sanitaria” ha detto il Ministro, una risposta che spegne le speranze di Nello Musumeci di rendere più morbide le misure nell’Isola. La Regione Siciliana con il suo presidente ieri aveva anticipato l’ipotesi di un disegno di legge.
Ma da Roma fanno capire che, se dovesse essere approvato, sarà immediatamente impugnato.
Una norma che dà la possibilità al governo regionale di adeguare la ripresa delle attività economiche all’andamento effettivo del contagio nell’Isola. Questo lo spirito del disegno di legge approvato, a tarda sera, dal governo Musumeci.
“Stiamo applicando in Sicilia – spiega il presidente della Regione – lo stesso principio adottato dalla Provincia autonoma di Bolzano nello scorso maggio che assicura il rispetto dei valori costituzionali della sussidiarietà e della leale collaborazione. Quindi, chi parla di “scontro” con lo Stato è solo in malafede. Siamo tutti consapevoli dei tempi difficili che ci attendono e della necessità di contenere la diffusione del virus, ma rivendichiamo anche responsabilità di anticipare e accompagnare la ripartenza per meglio rispondere alle specifiche esigenze del territorio siciliano”.
Roberto Di Mauro, Vicepresidente vicario dell’Ars, invita il Governatore Musumeci ad una sana collaborazione con tutto il Parlamento senza fughe in avanti per essere in un momento emergenziale garante e collaborativo con tutti i rappresentanti del popolo a prescindere da maggioranza e opposizione.
“La strada è stretta e il tempo delle polemiche e dalla bulimica ricerca ai titoloni e alle polemiche in questo momento storico, economico e sanitario per la pandemia in corso mette tutte le Istituzioni a uno stress test che non deve lasciare strascichi e divisioni di dubbi gusti.
Si apra una linea chiara tra il Governo Nazionale, la Regione, i Liberi Consorzi e i Comuni in uno spirito scevro da rapporti gerarchici e direttive che non producono effetti benefici per i cittadini siciliani.
Sulla finanziaria regionale ancora c’è molto da fare, soprattutto per i ristori per le categorie ampiamente piegate dalla prima ondata del coronavirus tra marzo e maggio.
Le forme di provvidenze economiche per le piccole e medie imprese e per le categorie vulnerabili ancora tardano ad arrivare e non è più accettabile.
L’altra problematica sanitaria che va di pari passo con quella economica e i segnali della piazza sono indicativi, per tutto ciò necessitano interventi netti sul potenziamento della rete ospedaliera e dei servizi a partire dai Covid Center e dal potenziamento dei posti letti della terapia intensiva e sub intensiva.
Vorremmo capire se i 538 posti letto sono già operativi e se siamo pronti a tamponare la nuova ondata di contagiati al Covid 19.Con risposte nette e certe, prima che possa scattare la soglia di emergenza per eventuali ricoverati, numeri che purtroppo crescono vertiginosamente quotidie.
E’fondamentale seguire procedure rapide come è stato realizzato per i reparti Usca e implementare nuovo personale medico con procedure di reclutamento di figure sanitarie indispensabili a tamponare l’emergenza sanitaria e garantire i livelli essenziali di assistenza per i degenti,al fine di sbloccare tutte le procedure concorsuali per impinguare a 360° gradi i nostri ospedali che necessitano di queste risorse umane e professionali alla stessa stregua dell’ossigeno per respirare.
Infine l’opportunità dei Recovery Fund e i 20 miliardi a disposizione per i comuni e gli enti territoriali, dopo che in Sicilia negli ultimi mesi circa 4 miliardi di euro e 76 mila posti di lavoro sono stati bruciati a causa del lockdown.
Se queste provvidenze europee sono basilari per restringere la forchetta delle diseguaglianze territoriali, posso affermare con certezza che in Sicilia le sperequazioni sono anche provinciali.
Tant’è che da Agrigentino non posso che constatare ai ritardi sulla viabilità, sui servizi essenziali, dalla rete idrica colabrodo, dal dissesto idrogeologico tutte opere che devono essere completate.
Infatti questi fondi devono essere utilizzati bene con celerità e seguendo le vere criticità dei territori.
Per questo il Governo Musumeci deve aprire un confronto non autoreferenziale ma vero con le comunità locali per sbloccare queste risorse finanziarie.
Il 5 novembre è dietro l’angolo e un confronto su come operare con l’Anci Sicilia e le parti sociali deve essere un viatico per addivenire alle soluzioni concrete .Per questo la centralità del Parlamento è fondamentale nell’indirizzare le scelte di governo per far uscire dall’impasse una situazione che ha dei riverberi sociali, sanitari ed economici che rischiano di scoppiare pesantemente.”