Lo dichiara Giuseppe Sciarabba, responsabile regionale del Dipartimento fondi strutturali dell’Unione europea della Lega Sicilia, commentando la notizia dell’incontro – il 18 dicembre – organizzato dalla task force creata Dipartimento Regionale degli Enti Locali, in collaborazione con l’Agenzia per la Coesione Territoriale, nell’ambito del “Piano Strategico di Sistema Urbano e Territoriale”.
“Si sente sempre parlare della progettazione con i bandi europei come opportunità per intercettare risorse da destinare concretamente ai Comuni – aggiunge Sciarabba, che è anche direttore del GAL Gruppo di azione locale Terre Normanne – ma quasi mai nessuno che ponga la domanda: i progetti poi chi li fa? Sì perché aldilà delle belle e giuste parole, bisogna anche andare al sodo. Una proposta concreta potrebbe essere quella di svincolare i Comuni dal dovere avere a bilancio le somme destinate all’euro progettazione – conclude Sciarabba – in modo tale da snellire le procedure di affidamento degli incarichi a tecnici qualificati”.
Il 7 giugno del 2017 è stato il giorno dell’operazione anticrimine cosiddetta “Proelio”. Siciliani, compresi agrigentini, e calabresi, sarebbero stati impegnati nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti, e nei furti di bestiame tra la Calabria e la Sicilia. L’inchiesta, in particolare, ha ricostruito i legami tra gli esponenti della Cosa Nostra vittoriese e il clan agrigentino dei Fragapane. Ebbene, dopo la sentenza di primo grado, adesso la Corte d’Appello di Palermo ha confermato le condanne inflitte in primo grado tranne che per il collaboratore di giustizia, Giuseppe Quaranta, 51 anni, di Favara, al quale la condanna è stata ridotta da 5 anni e 4 mesi a 4 anni e 6 mesi. Dunque, a Francesco Fragapane, 38 anni, di Santa Elisabetta, sono stati inflitti 20 anni di carcere. Poi, 5 anni di reclusione a Salvatore Montalbano, 25 anni, di Favara. E poi 6 anni a Girolamo Campione, 41 anni, di Burgio. Tre sono stati gli assolti, e l’assoluzione non è stata appellata. Si tratta di Roberto Lampasona, 41 anni, di Santa Elisabetta, Antonino Mangione, 38 anni, di Raffadali, e Antonino Manzullo, 52 anni, di Burgio.
A breve saranno pubblicati i decreti di finanziamento per l’attivazione dei corsi di formazione professionale relativi all’Avviso 8: ne dà comunicazione l’Assessorato regionale all’istruzione e alla formazione professionale.
Già durante lo scorso mese di agosto, secondo quanto disposto dalla sentenza del CGA Sicilia ed in esito al lungo contenzioso nato nel 2016 durante il precedente governo, era stata pubblicata dal Dipartimento dell’Assessorato la graduatoria finale, sulla base dei criteri fissati dal Giudice amministrativo di appello. Oggi, a seguito dell’ordinanza emessa dal TAR che rigetta il ricorso presentato da un ente di formazione che metteva in discussione il metodo, utilizzato dall’amministrazione regionale per l’attribuzione dei punteggi ai fini della riformulazione della graduatoria, si potrà procedere con la pubblicazione dei decreti di finanziamento. L’attribuzione dei punteggi, infatti, risulta adeguatamente motivata e non contrasta con il principio di progressività enunciato dalla sentenza del CGA.
«Come confermato dall’ordinanza del TAR, l’amministrazione regionale ha lavorato con trasparenza e coerentemente con quanto stabilito dal CGA. Attestata, quindi, la validità dei criteri adottati per la formulazione della graduatoria, finalmente, potranno essere sbloccati 136 milioni di euro in stallo da quattro anni– spiega l’assessore regionale Roberto Lagalla – e saranno utilizzati per dare risposta positiva alle numerose attese sociali maturate a riguardo, soprattutto in un momento di difficoltà economica come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia da Covid-19. Prevediamo che i corsi di formazione professionale attivati grazie all’Avviso 8 potranno rivolgersi ad una potenziale platea di circa diecimila giovani e disoccupati siciliani e permetteranno di riassorbire una ulteriore quota di lavoratori non ancora impegnati nel sistema. Inoltre, l’Avviso rappresenta una valida opportunità per coloro che al momento non sono impegnati in percorsi professionali o formativi, i cosiddetti NEET, che in Sicilia ancora oggi rappresentano una considerevole percentuale, oltre il 30%. Infine, l’impiego di 136 milioni di euro contribuirà positivamente al raggiungimento del target di spesa comunitaria previsto per il 2020 per la Regione Siciliana».
Per la fornitura gratuita e semi-gratuita dei libri di testo, destinata agli studenti delle scuole medie e degli istituti superiori siciliani, il Dipartimento regionale dell’istruzione e della formazione professionale ha appena erogato 34 milioni di euro.
Le somme sono destinate al rimborso delle spese sostenute dagli studenti, relativamente agli anni 2018/2019 e 2019/2020, per l’acquisto dei libri di testo e saranno i Comuni a procedere con la ripartizione alle famiglie, che ne avranno fatto richiesta, con un ISEE non superiore a 10.632,94 euro.
«Abbiamo lavorato per superare i ritardi accumulati negli anni – spiega l’assessore regionale all’istruzione Roberto Lagalla – e stiamo continuando a farlo per rendere sempre più celeri ed efficienti le procedure di erogazione. Insieme al Presidente Musumeci stiamo continuando a tenere alta l’attenzione sulla scuola e sulle famiglie che, soprattutto in questo periodo, stanno vivendo un momento di grave complessità, soprattutto economica, causata all’emergenza sanitaria in corso. Auspico, quindi, altrettanta celerità da parte dei Comuni destinatari delle somme, affinché possano procedere alla distribuzione dei rimborsi il prima possibile».
Lo afferma l’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana Marco Falcone, commentando le bozze del ‘Recovery Plan’ circolate in vista dell’imminente approvazione da parte del Consiglio dei Ministri.
“Nel pieno della crisi pandemica epocale che stiamo vivendo – prosegue Falcone – gli investimenti miliardari del ‘Recovery Plan’ vengono dipinti da mesi come degni successori delle politiche keynesiane o del Piano Marshall, interventi entrati nella storia dell’Occidente. Bene, oggi purtroppo dobbiamo prendere atto della realtà: la Sicilia e il Sud saranno esclusi da una svolta di tale portata grazie a una precisa scelta politica del Governo Conte. Tra l’altro, fino a pochi giorni fa – ricorda l’assessore alle Infrastrutture – il presidente Nello Musumeci aveva tenuto una linea costruttiva, chiedendo al ministro Paola De Micheli di prevedere il Ponte nel Recovery Plan, o quantomeno, nel caso in cui veramente esistesse, un progetto di attraversamento stabile dello Stretto da realizzare in tempi rapidissimi. Purtroppo, nulla di tutto ciò”.
Rifondazione Comunista sostiene con forza lo sciopero dei dipendenti pubblici indetto da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl per mercoledì 9 dicembre contro gli attacchi dei soliti soloni che dall’alto di “cattedre” ben remunerate contrappongono, falsando i dati sugli aumenti proposti dal governo, i dipendenti pubblici ai privati, gli stabili ai precari.
E’ la solfa riproposta da anni il cui risultato reale non è togliere a chi sta un po’ meglio per dare a chi sta peggio, ma peggiorare le condizioni e ridurre i diritti di tutte/i.
I problemi veri del lavoro autonomo lasciato solo e dei precari con retribuzioni e diritti indegni di un paese civile non si risolvono colpendo ancora lavoratrici e lavoratori con stipendi quasi fermi da 13 anni.
Togliere qualcosa ad un dipendente pubblico che guadagna poco più di mille euro non aiuta il precario che ne guadagna un po’ meno.
Il problema è assumere i precari, garantire salari dignitosi a tutti, pubblici e privati, far ripartire l’economia e contrastare l’emergenza sanitaria con più sicurezza. In Italia ci sono 80 dipendenti pubblici per mille abitanti contro una media europea di 118, i 135 della Germania e i 170 della Svezia.
La lotta dei dipendenti pubblici è sacrosanta perché sono i meno pagati d’Europa, lavorano con organici ridotti, con mezzi e strutture inadeguate e, nel mezzo dell’epidemia mancano ancora delle condizioni di sicurezza per svolgere funzioni fondamentali per la tutela dei cittadini.
La loro lotta parla di un’emergenza che riguarda tutto il paese reso fragile da anni di tagli di tutto il sistema pubblico, dalla sanità alla scuola, dai vigili del fuoco ai Comuni, dalle amministrazioni centrali a quelle periferiche.
E’ ora di abbandonare le ubriacature mercatiste e il primato dei profitti insensibili alla vita delle persone e investire la maggior parte delle risorse disponibili per ricostruire un pubblico all’altezza dei bisogni del paese.
E per disporre del massimo di risorse necessarie e invertire la tendenza all’aumento delle disuguaglianze si tassino finalmente le grandi ricchezze a partire da un milione di euro in su.
Restituire valore e dignità ai pubblici dipendenti e incoraggiare in loro un forte senso del ruolo pubblico è fondamentale per il miglioramento della qualità dei servizi e dei diritti dei cittadini.
Per questi motivi saremo presenti in tutte le iniziative promosse nella giornata di sciopero con le nostre proposte:
– consistenti aumenti salariali per tutti i dipendenti pubblici,
– assunzioni di almeno 500 mila lavoratrici e lavoratori;
– stabilizzazione di tutti i precari con contratti a tempo pieno e indeterminato;
– reinternalizzazione di tutti i servizi affidati a privati.
Il governo cambi rotta e ascolti le lavoratrici e i lavoratori!
Via libera dall’assessorato regionale alla Salute ad alcune significative misure rivolte al personale medico e sanitario, tra cui i lavoratori della Seus 118, per le prestazioni nell’ambito dell’emergenza Coronavirus. In particolare è stata avviata la ripartizione dei fondi contrattuali, per circa 31 milioni di euro, nei confronti delle aziende del Sistema sanitario regionale che poi provvederanno, già dalla metà del mese di dicembre, all’erogazione ai lavoratori secondo precisi criteri di assegnazione che assessorato e organizzazioni sindacali (che hanno aderito al percorso di confronto istituzionale) individueranno in questi giorni. Tre le categorie destinatarie del provvedimento, suddivise in altrettante fasce.
Fascia A – Alta intensità: personale afferente a Pronto soccorso, Terapia intensiva e Semi-intensiva, Malattie infettive, Pneumologia, Reparti Covid di varie specialità, ai Laboratori di analisi, microbiologia e radiologia, Usca e dipartimento di Igiene e prevenzione;
Fascia B – Media intensità: personale afferente a Reparti non Covid di varie specialità, in servizi non impegnati in attività Covid (Anatomia patologica, Medicina nucleare, Banca del sangue, ecc.) e area della dirigenza sanitaria non ricompresa nella fascia A;
Fascia C – Bassa intensità: il restante personale dirigenziale e di comparto non direttamente riconducibile alle fasce A e B.
Le risorse in questione sono state individuate in una nota a firma dell’assessore Ruggero Razza e del dirigente generale del dipartimento della Pianificazione strategia dell’assessorato alla Salute, Mario La Rocca. Si tratta di una quota residua della prima tranche già distribuita (complessivamente circa 36 milioni di euro), ma soprattutto è l’ultimo passaggio per la totale ripartizione delle somme a titolo di fondi contrattuali per le particolari condizioni di lavoro durante l’emergenza, una misura fondamentale frutto anche della sinergia con le parti sociali che hanno partecipato alle fasi di trattativa e confronto sindacale.
Di particolare rilevo anche il provvedimento assunto nelle more del rinnovo del contratto di servizio che regolamenta i rapporti tra la Regione e la Società dell’emergenza. L’assessorato ha infatti autorizzato la Seus a provvedere all’adeguamento Aiop, sottoscritto lo scorso 8 ottobre, disponendo l’immediata liquidazione dell’incremento contrattuale per mille euro, a titolo di ristoro, per ciascun dipendente Seus avente diritto. La misura interesserà complessivamente circa 3.200 impiegati (dagli operatori Cur 112, autisti soccorritori, servizi secondari e fino al personale amministrativo).
L’atto di addendum del contratto di servizio, inoltre, dovrà prevede su precisa iniziativa del Governo regionale anche le somme riconosciute ai lavoratori dalla legge regionale sul cosiddetto bonus Covid-19, un tema condiviso con le organizzazioni sindacali che in questa fase hanno stabilmente partecipato ai tavoli istituzionali.
In esecuzione agli impegni assunti, l’assessorato della Salute e l’Asp di Palermo stanno anche definendo le nuove dotazioni organiche aziendali per completare l’iter di stabilizzazione del residuo personale ex lsu ancora precario. Di particolare rilievo, infine, l’attivazione di tutti i centri di sanificazione dei mezzi della Seus presso i siti delle aziende del Sistema sanitario regionale disposta dall’assessorato alla Salute già partire dalle prossime settimane.